Ungheria in autunno. Hortobagy & Zemplen
la migrazione di gru & oche
17 - 23 ottobre 2016

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Budapest
2°/4° giorno) Hortobagy National Park
5°/6° giorno) Zemplen Hills
7° giorno) trasferimento a Budapest. Volo Budapest -Milano


Mappa interattiva




Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: hotel a tre stelle all'Hortobagy e a Zemplen

Difficoltà: nessuna

Bibliografia: Collins Bird Guide, di Mullarney, Svensson, Zetterstrom & Grant, Harper Collins

Costo del tour: Euro 990

Numero massimo di partecipanti: quattordici




Il tipico paesaggio della puszta dell'Hortobagy. Puszta è un termine ungherese utilizzato per indicare vaste distese di pianura stepposa, tipiche del bassopiano magiaro (© Andreas.poeschek, Creative Commons Attribuzione 2.0 Austria)


Anche se la Gru cenerina non è affatto una specie rara, lo spettacolo che questa specie può offrire sulle praterie autunnali dell'Hortobagy, dove più di 100.000 individui si fermano durante la loro migrazione verso sud, è difficilmente immaginabile. Le silhouette delle gru che si stagliano contro il cielo arrossato dal sole al tramonto sarà uno dei momenti memorabili di questo Ornitour ottobrino in Ungheria (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)


Intro

Quando si parla dell'Ungheria, il pensiero corre subito alle grandi distese della pustza, a dolci gitani che suonano il violino accanto ai fuochi di un accampamento, ai ritmi trascinanti della csarda. Al birdwatcher ricorda, un pò meno poeticamente, Oche lombardelle minori, Aquile di mare, Falchi sacri, e Otarde. E' l'Ungheria davvero un paese di Bengodi per il naturalista, e in particolare per il birdwatcher, che può trovare nel paese magiaro numerose specie di uccelli rari nell’Europa centro-occidentale, che raggiungono qui il limite occidentale del loro areale. Durante questa vacanza visiteremo l’Hortobagy, indubbiamente la regione più famosa di tutta la nazione, e le colline di Zemplen, regioni entrambe inserite nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Incastonata nell'Europa frenetica del XXI° secolo, la pustza dell'Hortobagy è un angolo di terra magica, dove il tempo sembra essersi fermato. Osservando la gente di qui si stenta a credere di essere nel terzo millennio: i discendenti dei terribili unni, che vivevano nell'odierna Ungheria, sono diventati genti affabili e gentili, sono dolci ragazze intente a dirigere grandi branchi di oche bianche, sono i csikos, i cowboy della puszta che cavalcano con maestria nella pianura immensa, inseguendo le mandrie di armenti. Ma oltre a queste immagini struggenti, l'Hortobagy è un superbo parco naturale ornitologico, con le sue numerose garzaie, le più grandi di tutta l'Ungheria, con la sua fantastica popolazione di 800 coppie di Falchi cuculo e di 120 Otarde, con le sue 10.000 oche (incluse le Oche lombardelle minori) che pascolano nella pianura durante la migrazione, con i voli di migliaia di Gru sulla steppa brumosa, con i suoi affascinanti uccelli da preda, Falco sacro e Poiana codabianca su tutti. Dopo il nostro soggiorno all'Hortobagy penseremo certamente di aver visto tutto quello che c'era da vedere in Ungheria; ma così non sarà, perché le colline di Zemplen, alture ricoperte da boschi di querce e di faggi, ci offriranno un’avifauna completamente diversa, quella tipica delle foreste dell'Europa centrale. Tra i target principali del nostro soggiorno all'Hortobagy ricordiamo, oltre all'incanto che proveremo di fronte ai prati e ai cieli drappeggiati da branchi e stormi di oche e gru, l'Oca lombardella minore, la Poiana codabianca, il Falco sacro, l'Otarda eurasiatica, il Piviere tortolino, lo Zigolo di Lapponia. E la "preda" più ambita di Zemplen sarà naturalmente l'Allocco degli Urali, che, anche se non così facilmente come in primavera, sarà sicuramente localizzato dalla nostra eccellente guida locale; seguono a ruota, per interesse, il Gufo reale eurasiatico e il Picchio dorsobianco. Non mancherà una divagazione extra-ornitologica: abbiamo organizzato la visita ad una secolare cantina di Tokaj e sono certo che ci emozioneremo nei freddi cunicoli che, tappezzati di bottiglie e barili impolverati, corrono sotto la terra e dentro la storia dell'Europa.


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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano - Budapest con arrivo previsto in tarda mattinata e immediato trasferimento in minibus all'Hortobagy National Park, uno dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità dell'UNESCO, che l'ha insignito di questo onore per la sua importanza quale paesaggio culturale, paesaggio in cui è evidente, come recita la motivazione, l'uso tradizionale di cui è stato oggetto il paesaggio attraverso più di due millenni senza che si perdesse mai l'armoniosa integrazione tra esseri umani e natura. I paesaggi autunnali dell'Ungheria sono di una bellezza mozzafiato: le pianure, che rimbombano dei richiami gutturali di migliaia di Gru cenerine, sono avvolte da una bruma suggestiva e le foreste di faggi sono pennellate da fantastici tocchi di rosso e giallo. Il birdwatching autunnale sarà un poco diverso da quello più classico primaverile, e di questo sarà meno facile perchè, tanto per dirne una, la "caccia" all'Allocco degli Urali sarà molto più difficile; ma potremo vedere molte delle stesse specie primaverili e in più alcuni spettacoli che in Ungheria ci si parano davanti solo in autunno: i già menzionati stormi di Gru cenerine e gli stormi di Oche selvatiche e Oche lombardelle maggiori che coprono il cielo, e tra codeste oche, come vedremo in seguito, ci potrà essere qualche graditissima sorpresa. Già nel trasferimento verso Hortobagy potremo vedere le nostre prime specie, le più comuni, come Gheppi comuni, Fagiani comuni, Colombelle eurasiatiche, Tortore dal collare orientali, Picchi rossi maggiori, Allodole eurasiatiche, Cappellacce comuni, Pispole comuni, Spioncelli marini, Ballerine bianche, Saltimpali europei, Pettirossi comuni, Cinciarelle comuni, Cinciallegre, Gazze comuni, Ghiandaie eurasiatiche, Taccole eurasiatiche, Corvi comuni, Cornacchie nere, Cesene, Averle maggiori, Cardellini comuni, Fringuelli comuni, Verdoni europei, Fanelli comuni. Una bella lista ancor prima di cominciare! Pernotteremo quattro notti all'Hotel Trofea, un bellissimo lodge, anche se un pò vetusto, all'interno di un bosco ai confini del parco nazionale.

2°/4° giorno) prima di partire per le nostre escursioni giornaliere e al ritorno da esse potremo divertirci nel parco del lodge dove, nel bosco e nelle pozze d’acqua che lo circondano, potremo vedere numerose specie, più o meno comuni, come lo Sparviere eurasiatico, la Folaga comune, la Gallinella d’acqua, la Ballerina bianca, il Merlo comune, la Passera mattugia, la Passera europea, lo Storno comune, lo Zigolo giallo, il Frosone. La puszta dell'Hortobagy è veramente un angolo di terra senza tempo, dove anche il paesaggio umano non ha subito grandi cambiamenti nel corso degli ultimi decenni. Gli abitanti dell'Hortobagy sono cordiali e affabili e, se non fosse per qualche orologio da polso di troppo, potremmo pensare a personaggi di uno scenario ottocentesco: dolci ragazze che dirigono il traffico di masse ondeggianti di grasse papere bianche; elegantissimi csikos, i cowboy della puszta, che, vestiti ancora con i tradizionali costumi, inseguono grandi mandrie di vacche grigie. Ad Hortobagy il tempo sembra essersi fermato anche per gli animali domestici, che qui sono rappresentati da antichissime razze: i grandi buoi grigi, i maiali di razza mangalica, i cavalli nonius, e, soprattutto, le pecore racka. Le racka ostentano le loro lunghissime corna, attorcigliate e grinzose: in ogni loro piega sembra esservi scritta tutta la storia del tempo attraverso il quale sono arrivate fino a noi. Questa razza fu portata all'Hortobagy dalle tribù magiare del IX° secolo ed è stata gelosamente custodita negli anni; attualmente ne restano poco più di 3000 esemplari, e la razza viene allevata per essere salvata dall'estinzione. Il target principale del nostro soggiorno a Hortobagy è lo spettacolo delle decine di migliaia di Gru cenerine che abbandonano i campi dove hanno mangiato durante il giorno per “ritirarsi” per la notte; se la giornata è bella, i voli delle gru, silhouette strepitanti contro il disco solare rosso sangue, rappresentano uno spettacolo quasi commovente. Sugli stessi campi becchettano branchi di oche: tra le comuni Oche selvatiche, Oche granaiole della tundra e Oche lombardelle maggiori, cercheremo con assiduità le rarità per cui l’Hortobagy è famoso: l'Oca lombardella minore e la meravigliosa Oca collorosso. Ma se quest'ultima, qualora avessimo l'immensa fortuna di vederla, sarebbe molto facile da identificare in virtù del suo meraviglioso piumaggio, dovremmo faticare non poco a riconoscere l'Oca lombardella minore che potrebbe essere presente con pochi individui in mezzo a branchi di migliaia di individui della cugina maggiore. Negli stagni di Jusztus-Feketerét ("campi neri di Jusztus"). vedremo decine di specie di uccelli acquatici, praticamente tutte quelle del Paleartico Occidentale: Svassi maggiori, Svassi piccoli e Tuffetti comuni, insieme a più rari Svassi collorosso, Cormorani comuni e ben più importanti Marangoni minori, Tarabusi eurasiatici, Spatole eurasiatiche, Aironi bianchi maggiori, Morette tabaccate, Codoni comuni, Moriglioni eurasiatici, Mestoloni comuni, Fischioni eurasiatici, Canapiglie, Alzavole eurasiatiche, Germani reali, Codoni comuni, Porciglioni eurasiatici, Gallinelle d'acqua, Gabbiani comuni, Gavine eurasiatiche, Gabbiani del Caspio, Gabbiani zampegialle. Nelle periferie degli stagni, dove l'acqua è pressochè assente, corrono i limicoli più piccoli, come Piovanelli comuni, Piovanelli pancianera, Gambecchi comuni e Gambecchi nani; sullo sfondo, si muovono, più lenti e impettiti, Chiurli piccoli e Chiurli maggiori, Combattenti, Avocette comuni, Pivieresse, Pavoncelle eurasiatiche, Beccaccini comuni, Frullini, Pantane eurasiatiche, Pittime reali, Pettegole. Già abbandonati da tutti gli Acrocefali, i canneti ospitano ancora Pendolini eurasiatici, Basettini e Migliarini di palude. E questo ben di dio, in termini di proteine, non potrebbe lasciare indifferenti i predatori, che controllano le loro potenziali prede dall'alto: Aquile di mare e Poiane comuni in cielo, Albanelle reali e Falchi di palude bassi sugli stagni aspettano il momento propizio. Oltre a questi rapaci, potremo vedere anche Poiane calzate e Poiane codabianca (una piccola popolazione nidifica all'Hortobagy e si ferma anche dopo la riproduzione) e, con fortuna, anche l'Aquila anatraia maggiore. Oltre ai più comuni Falchi pellegrini, Smerigli e Gheppi comuni, potremo vedere il falco più raro di tutto il Paleartico Occidentale, il mitico Falco sacro. Effettueremo un'escursione nelle steppe per vedere l'Otarda eurasiatica, e, se non potremo ammirarne il sensazionale display nuziale, ci entusiasmeremo di fronte ai branchi che si formano dopo la stagione riproduttiva; forse riusciremo a vedere il Gufo di palude e ancora qualche Piviere tortolino non ancora ripartito verso i quartieri di svernamento e, insieme a più comuni Fanelli nordici, Zigoli delle nevi e Strillozzi, qualche bellissimo, ma più raro, Zigolo di Lapponia. Nelle steppe di artemisia forse riusciremo a scorgere il furtivo Suslik, o Citello, forse l'unico mammifero, escluse le specie domestiche, che potremo segnare sulla nostra lista (forse qualche individuo non si è ancora rintanato sotto terra per il letargo invernale). In attesa del gufo più importante del tour, potremo vedere la Civetta e forse il Barbagianni comune; la nostra guida locale ci porterà poi ad ammirare un dormitorio di Gufi comuni (se ne sono contati anche più di cento!). Durante la nostra permanenza all'Hortobagy gusteremo una cenetta tradizionale in una csarda, la tipica osteria locale; forse il gitano con baffetti lisci e curati, cappello a larga tesa ed orecchino d'oro non sarà granché genuino, forse il suo assolo di violino sarà più simile ad una "sviolinata", ma respireremo lo stesso volentieri la suggestione di questa affascinante terra zingara. Visiteremo anche il centro del parco e una fattoria nelle sue vicinanze dove sono studiate e allevate tutte le specie di animali domestici autoctoni (pecore, cavalli, buoi, maiali e persino galline!)
 

Sono conosciuti con nomi diversi gli attendenti al bestiame, in giro per il mondo: cowboy negli Stati Uniti, gauchos in Argentina, butteri in Italia. In Ungheria sono chiamati csikos e la loro tradizione è legata a filo diretto con la pustza e con i cavalli che montano, i nonius (© Takkk, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported




Tra gli uccelli acquatici più interessanti dell'Hortobagy, il Marangone minore (© Roberto Savioli)




L'Hortobagy è l'unica area europea dove in autunno si possono vedere, contemporaneamente, le tre specie di poiane del Paleartico Occidentale: la Poiana comune, la Poiana codabianca (una piccola popolazione nidifica nel parco) e la Poiana calzata, svernante dal Nordeuropa (© Walter Siegmund, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Il Gufo di palude ha abitudini diurne e lo potremo vedere volare basso sulla puszta (© Danilo Lombardi)




A ottobre i canneti dell'Hortobagy saranno già stati abbandonati da cannaiole e cannareccioni, ma questo gioiellino, il Basettino, rimarrà per tutto l'inverno (© Kaeptn Chemnitz, Creative Commons Attribution 3.0 Unported)
5°/6° giorno) ci trasferiremo a Tokaj, una graziosa cittadina situata nella regione delle colline di Zemplen, dove pernotteremo due notti. Le colline di Zemplen raggiungono il massimo del loro interesse quando le specie tipiche delle foreste, segnatamente picchi e gufi, ronzano intorno al nido e sono facili da localizzare. Ma, grazie alla nostra guida locale, uno straordinario boscaiolo prestato all'ornitologia e al birdwatching, dovremmo riuscire nell'intento di localizzare la specie regina di queste foreste, il pallido e fantasmatico Allocco degli Urali. Le quercete e le faggete delle colline sono di per sè uno spettacolo, colorate come sono dai colori caldi dell'autunno, magici rossi e gialli, ocra e sopravissute piccole chiazze di verde. I boschi di Zemplen ospitano anche l’Allocco eurasiatico, il Gufo comune e c’è sempre qualche Civetta comune nelle case lungo le strade collinari. Effettueremo un’escursione ad una cava dove nidifica il Gufo reale e nelle vicinanze della quale rimane anche dopo la stagione riproduttiva. Potremo poi ammirare praticamente tutti i picchi del Paleartico Occidentale: Picchio nero, verde, cenerino, rosso maggiore, rosso minore, rosso mezzano, rosso di Siria e, soprattutto Picchio dorsobianco. La foresta e i prati all'interno e intorno ad essa ospitano anche una pletora di piccoli Passeriformi, di cui ricordiamo le specie più suggestive: Tordela, Tordo sassello, Merlo dal collare, Regolo, Scricciolo, Codibugnolo, Cincia mora, Cincia bigia, Cincia bigia alpestre, Picchio muratore eurasiatico, Rampichino comune, Rampichino alpestre, Peppola, Fringuello comune, Frosone. I rapaci che volteggiano sulle colline sono di tutto rispetto e potremo vedere forse lo Spaviero eurasiatico, l'Astore comune, l'Aquila reale. Tutti sanno, naturalmente, che la regione di Tokaj è celebre per il vino omonimo, quello che gli orgogliosi locali chiamano "il vino dei re e il re dei vini"; anche la regione dei vigneti di Tokaj è stata inserito nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco con la motivazione che essa rappresenta una distinta tradizione viticulturale esistente da almeno mille anni e che è sopravissuta intatta fino ad oggi. Abbiamo prenotato la visita in una delle più antiche cantine di Tokaj e l'escursione a lume di candela lungo i freddi corridoi sotterranei tappezzati da barili centenari, bottiglie impolverate e ragnatelate sarà suggestiva ed emozionante.

7° giorno) torneremo oggi a Budapest, dove ci imbarcheremo sul volo per Milano, dove arriveremo nel pomeriggio.
 

Le colline di Zemplen ospitano praticamente tutte le specie di picchi del Paleartico Occidentale. Questo è un Picchio cenerino (© Roberto Savioli)...




... e questo è un grazioso Picchio rosso mezzano (© Roberto Savioli)




Nelle radure delle foreste di Zemplen potremo vedere l'arcigno Frosone, che migra attraverso questa regione in branchi di centianaia di individui (© Dick Forsman 2012)




Una visita alla regione di Tokaj non sarebbe completa, neanche per il birdwatcher più fanatico, senza una capatina ad una delle cantine del "vino dei re e re dei vini", come gli orgogliosi locali chiamano il vino omonimo. Scenderemo in una cantina antica di secoli, dove respireremo la storia stessa dell'Europa


ornitour
via Meucci 5
25086 Rezzato (BS)
+39 348 8713313
info@ornitour.it



   





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