Kirghizistan
spedizione leopardo delle nevi



24 febbraio - 5 marzo 2017

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Itinerario in breve

1° giorno) volo MIlano - Bishkek
2° giorno) arrivo a Bishkek. Trasferimento al campo base sull'Ala Tau
3°/9° giorno) Snow Leopard Expedition
10° giorno) trasferimento a Bishkek
11° giorno) volo Bishkek - Milano via Mosca


Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere
: di buon livello e con servizi privati le guest-house a Bishkek. Campeggio sull’Ala Tau (è possibile che nella prima parte della spedizione il campo tendato possa essere sostituito con ricoveri di legno preesistenti nella zona)

Difficoltà: richiesta buona forma fisica per il trasferimento dal primo al secondo campo e adattabilità alle condizioni atmosferiche (freddo intenso) e alla frugalità della vita ai campi tendati

Bibliografia: Il leopardo delle nevi, di Peter Matthiessen, Neri Pozza Editore

Walker's Carnivores of the World, Ronald M Nowak ed., Johns Hopkins University Press
A Field Guide to the Carnivores of the World, di Luke Hunter & Priscilla Barrett, New Holland

Costo del tour: Euro 2.950

Numero massimo di partecipanti: sette




Il Leopardo delle nevi è perfettamente attrezzato per vivere in ambienti caratterizzati da temperature a volte glaciali: è ricoperto da una fitta pelliccia grigio-bruna disseminata di grandi rosette nere e con le parti inferiori di un bianco quasi puro (per cancellare gli effetti delle ombre sulla neve in modo da aumentare al massimo le possibilità di successo degli agguati alle sue prede), ha orecchie piccole che disperdono meno calore e lunga coda che gli serve da bilanciamento durante le corse di caccia lungo i pendii (© Bernard Landgraf, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)

 

Sarà un privilegio ammirare uno dei mammiferi più rari del mondo, il Leopardo delle nevi; non v'è certezza assoluta di vedere questo mitico felino, ma le probabilità sono molto alte (© Alphacandy, Fotolia )


Intro

Scrivere introduzioni originali per ciascuno dei viaggi di questo programma non è sempre agevole, si corre il rischio della ripetitività. Offriamo viaggi che sono sempre meravigliosi, splendidi, fantastici, dove si vedono animali fantastici, splendidi, meravigliosi. I tour di questo sito sono prodotti commerciali e per quanto mi diverta a descriverli con pretese letterarie sempre roba da vendere è. E i leit-motiv delle mie presentazioni sono sempre quelli, così chiedo scusa se esordisco nella stessa maniera del tour sulla tigre siberiana, che magari avete appena letto, e cioè citando l’altra mia passione, il cinema. Sono riuscito a scovare, infatti, una pellicola di fiction dove uno degli attori principali è il Leopardo delle nevi, il target di questa fantastica (naturalmente) avventura; un film di cartoni animati, nientemeno, lo splendido (naturalmente), Kung Fu Panda, dove il cattivo del film è il vendicativo e fortissimo Tai Lung, un Leopardo delle nevi, appunto. Nella realtà il Leopardo delle nevi, o Irbis come viene anche chiamato, è un normalissimo predatore, che uccide solo quando ha fame. Questa spedizione ha l’intento di portare gli appassionati il più vicino possibile a questo mitico felino, a portata di orecchio (mi si dice che è addirittura più difficile sentirne il ruggito che non vederlo), ma, preferibilmente, di occhio. Altri felini sono altrettanto rari ed elusivi come l’Irbis, ma quest’ultimo ha un fascino che non è condiviso, almeno per me, da nessun altro gattone. Sarà per l’inaccessibilità del suo territorio, sarà per la sua rarità (sono poco più di 5.000 gli Irbis che vivono nelle montagne dell’Asia), sarà per l’eleganza delle sue movenze, sarà per il mistero in cui è ancora avvolto (i luoghi remoti e poco accessibili dove vive ne hanno reso difficile lo studio, tanto che le prime notizie attendibili sulla sua ecologia sono arrivate dalla metà degli anni '70), ma reputo il Leopardo delle nevi il più emozionante animale del mondo. Nonostante il nome italiano (e inglese), il Leopardo delle nevi, non è in realtà un leopardo; come suggerisce il nome scientifico, è infatti, dal punto di vista filogenetico, più strettamente imparentato con la tigre. Splendidamente attrezzato per vivere in ambienti caratterizzati da temperature a volte glaciali, l’Irbis è ricoperto da una fitta pelliccia grigio-bruna disseminata di grandi rosette nere, con una sfumatura di giallo in certe zone e con le parti inferiori di un bianco quasi puro, che contribuisce a cancellare gli effetti delle ombre sulla neve in modo da aumentare al massimo le possibilità di successo degli agguati alle sue prede. Orecchie piccole che disperdono meno calore e lunga coda che gli serve da bilanciamento durante le corse di caccia lungo i pendii completano l’equipaggiamento naturale di questo eccezionale predatore. L’Irbis vive durante la stagione estiva in alta montagna, tra i quattro e i cinquemila metri, mentre in inverno scende sui duemila metri per seguire le sue preda preferite, lo Stambecco siberiano e l’Argali. Benché sia stato avvistato più volte durante il giorno (questo ci lascia ben sperare), il Leopardo delle nevi ha abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne. Ancor oggi l'areale del Leopardo delle nevi è poco conosciuto; è racchiuso tra le catene montuose dell'Asia centromeridionale, come il Pamir, il Tibet e l'Himalaya. A nord si estende fino ai Monti Altai e Saiani e penetra in Mongolia e nella Cina occidentale. La popolazione mondiale è stimata tra i 4.080 e 6.590 individui e il Kirgizistan, il nostro territorio di “caccia”, ne ospita tra i 150 e i 500: per un areale così vasto troppo pochi per pensare di vedere l’Irbis con certezza, ma l’esperienza delle nostre guide porta le chances di un incontro da virtualmente nulle a più che ragionevoli. Cercheremo il mitico felino nella parte kirghisa dell’Alatau, una catena montuosa che si trova nella parte settentrionale del sistema del Tien Shan e che si estende in direzione est-ovest per più di quattrocento chilometri, dall'estremità occidentale dell’enorme lago Issyk alla città di Taraz. Nella sua porzione occidentale l’Alatau fa da confine naturale tra il Kirghizistan e il Kazakistan. Il Leopardo delle nevi è inserito nella IUCN Lista rossa delle specie minacciate con la qualifica di endangered (minacciato). Questo perché c’è il ragionevole sospetto che la popolazione mondiale della specie abbia subito un declino del 20% nelle ultime due generazioni. Le cause sono varie, ma gli scienziati identificano due motivi principali: il bracconaggio (pare che ci sia una richiesta di parti dell’Irbis per il mercato della medicina tradizionale orientale) e la sovrautilizzazione delle praterie alpine da parte degli armenti, con il risultato che, in assenza di prede selvatiche, l’Irbis si rivolge ai bovini, caprini e ovini domestici, suscitando le ire dei pastori locali che, ovviamente, abbattono il felino. In Kirghizistan, fortunatamente, c’è un buon rapporto tra i cacciatori locali e i Leopardi delle nevi; pur cacciando le stesse prede, e pur incontrando spesso il felino (anche questo ci lascia ben sperare), non c’è nel paese significativo bracconaggio. La nostra spedizione partirà da Bishkek, da dove una jeep ci porterà al campo base sull'Ala Tau. Passeremo sette giorni in montagna, dividendo il tempo tra due campi, cercando con assiduità la nostra preda, godendo gli altri splendidi aspetti della wilderness locale (uccelli, flora, paesaggi) e ascoltando interessanti lezioni sull'ecologia e biologia del Leopardo delle nevi.


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Itinerario dettagliato    
1° e 2° giorno) volo Milano - Mosca e coincidenza in tarda serata per Bishkek, la capitale del Kirgizistan. Situato nell’estremo nord-ovest dell’Himalaya, più dell’80% del Kirghizistan è coperto dalle montagne del Tien Shan (Montagne Celesti), che dalla provincia cinese dello Xinjiang raggiunge ad ovest il paese. Il Tien Shan kirghiso è chiamato Ala Tau. Il Kirghizistan, una delle ex-repubbliche sovietiche, ha ottenuto l’indipendenza nel 1991. Il suo territorio è incuneato tra il Kazakistan a nord, Uzbekistan ad ovest,Tajikistan a sud e Cina ad est. A parte la Cina, tutte le summenzionate ex-repubbliche sovietiche, con l’aggiunta del Turkmenistan, formano quell’area geografica conosciuta come Turkestan, un’area di enorme interesse naturalistico, culturale e storico. La storia antica del Kirghizistan si intreccia con quella dell’impero persiano achemenide e poi con il regno di Alessandro il Grande. In seguito il Buddismo, il Manicheismo, i Nestoriani e i seguaci di Zoroastro ebbero nell’attuale Kirghizistan significative quantità di adepti e rimasero fra i principali attori del commercio sulla Via della Seta fino alle invasioni dei musulmani nell'VIII secolo. Un passo importante nella storia kirghiza fu l'avvento dei Turchi, nel IV secolo, che diedero il nome ai Kirghizi (da "kyrgyz", "rosso"), e nell'VIII, quando sopraggiunsero gli Arabi, e nell'840, quando arrivarono gli Uiguri. Di conseguenza i popoli Kirghizi fin dall'età medievale furono incrocio di culture, religioni, tradizioni ed etnie differenti, incrocio visibile ancora adesso nei visi delle genti locali. Dal punto di vista geografico, la caratteristica principale del paese è, come accennato, la catena del Tien Shan nella parte sud-orientale del paese. Le sue cime, il suggestivo gruppo del Kokshal-Tau, formano uno splendido confine naturale con la Cina che culmina nel Pik Pobedy (7439 m), il punto più alto del Kirghizistan. Le uniche zone di pianura di una certa rilevanza sono le valli del Chui e di Talas, adiacenti al Kazakistan. Il paese è di estrema importanza faunistica perché, oltre ad ospitare la seconda più consistente popolazione mondiale di Leopardo delle nevi, offre rifugio a migliaia di uccelli migratori (i laghi Issyk e Saryčelek sono riserve della biosfera dell'UNESCO). Arrivati a Bishkek di primo mattino, saremo accolti da Michael e il suo team che ci accompagneranno ad una vicina guesthouse. Dopo colazione, qualche ora di riposo e il pranzo, saliremo sulle jeep che ci porteranno al nostro campo base, sui contrafforti dell’Ala Tau. Cena e pernottamento al campo

3°/9° giorno) quella che ci apprestamo a compiere è una spedizione speciale ed unica alla ricerca del più fascinoso e raro felino, se non mammifero, se non animale, del mondo. Pur dedicando tutti i nostri sforzi alla localizzazione dell’Irbis, avremo ottime occasioni di vedere anche la Lince eurasiatica, lo Stambecco siberiano, il Lupo e l’Argali (una specie di pecora selvatica simile al Muflone). Vedremo anche molte specie di uccelli. Le chances di vedere (e sentire) l’Irbis sono ragionevoli, in virtù dell’esperienza di Michael Westerbjerg Andersen, fondatore, manager e chief-naturalist di Miksture, il nostro operatore locale. Michael, dopo aver identificato quest’area nel 1999, ha avuto, nelle successive numerose spedizioni, una percentuale di successo del 50% per quanto attiene il contatto visivo e del 75% per quanto attiene quello uditivo (12 incontri in totale su 24 spedizioni, e 100% di successo negli ultimi tre sopralluoghi); in particolare l’ultimo incontro è stato, come mi riferiscono gli spettatori, magico: un maschio di Irbis è stato localizzato su un declivio parzialmente innevato, dove rododendri e betulle facevano capolino dal manto bianco, e ha camminato, a qualche centinaio di metri, ma spettacolarmente vicino nei binocoli e cannocchiali, per qualche minuto, maestoso e ieratico. Nella stessa spedizione il gruppo di naturalisti ha visto anche due individui di Lince eurasiatica, diversi Stambecchi siberiani e, immagino, anche molti uccelli, anche se il mammal-watching non ha lasciato spazio, comprensibilmente, al birdwatching. L’intensa sorveglianza che Miksture ha effettuato negli ultimi due anni ha concluso che i Leopardi delle nevi nell’area sono 5 o 6 e ha portato all’ottimizzazione delle future spedizioni, nelle quali verranno sistemati due campi, uno nella vallata inferiore dell’area prescelta e una più in alto. Questo per avere sotto controllo la più vasta area possibile e contemporaneamente di evitare faticosissimi trekking montani. Febbraio e marzo rappresentano al stagione degli accoppiamenti e avere un osservatorio (e un auditorio) ampio faciliterà la visione e l’ascolto della nostra “preda”. Spenderemo i primi giorni intorno al campo inferiore e muoveremo nella seconda parte del tour in quello più elevato. Va tenuto in mente che questa spedizione richiede pazienza, adattabilità e un poco di sforzo fisico. Non si tratta di arrampicate o scalate, ma solo camminate in piano, anche se in condizioni difficili, per il freddo e il terreno innevato. Solo nel trasferimento tra il campo inferiore e quello superiore è richiesto un trekking in salita della durata di cinque ore circa. Le ore migliori per la comparsa del Leopardo delle nevi sono l’alba e il tramonto, quando l’animale si muove o caccia. Dovremo essere quindi in piedi alle sei del mattino e pronti ai pezzi (binocoli e telescopi) alle sette. Alle sette di sera cala il tramonto e di nuovo, l’ora precedente richiederà molta attenzione. Naturalmente il Leopardo delle nevi può apparire in ogni momento della giornata e l’organizzazione ha predisposto una vedetta che starà all’erta durante tutte le ore di luce. Al calar del buio, Michael ci parlerà della biologia, ecologia, storia e leggende sull’Irbis. Tutti i tre pasti della giornata, preparati sul posto dal nostro operatore locale, verranno consumati al campo. L’organizzazione provvederà anche ai portatori che ci libereranno di zaini e bagagli durante l’ascensione tra il primo e il secondo campo. Le temperature che incontreremo vanno da – 16° a 0° durante la notte e salgono fino a circa 10° nei giorni soleggiati. Sono ovviamente necessari abiti caldi e imbottiti, calze e guanti di lana, scarponi da trekking e sacco a pelo termico (quest’ultimo può essere noleggiato presso il nostro tour-operator), ma anche creme solari protettive e un copricapo. All’atto dell’iscrizione, comunque, forniremo un dettagliato elenco di tutto l’equipaggiamento necessario. Oltre ai magnifici mammiferi che abbiamo già descritto, neii giorni della spedizione faremo anche un eccezionale birdwatching; tra le specie più interessanti ricordiamo: Aquila di mare, Aquila reale, Gipeto, Grifone dell’Himalaya, Poiana degli altipiani, Picchio muraiolo, Codirosso di Güldenstadt, Codirosso di Eversmann, Passera scopaiola dell’Himalaya. Tutte le cene e i pernottamenti saranno effettuati al nostro campo tendato.

10° giorno) dopo una colazione molto mattiniera, torneremo a Bishkek, dove arriveremo in tempo per il pranzo. Nel pomeriggio potremo fare un po’ di birdwatching intorno alla città dove, nei canali, paludi, boschi, steppe e prati, potremo vedere, oltre a molte specie consuete a noi birdwatcher europei, qualcuna più interessante come il Gabbiano del Caspio, la Tortora delle palme, il Picchio alibianche, il Tordo golanera, la Cincia azzurra, il Verzellino fronterossa, il Ciuffolotto roseo codalunga. Cena di addio in un ristorante tipico della capitale, dove potremo gustare le specialità tipiche kirghise. Pernottamento in un hotel della capitale.

11° giorno) dopo colazione, trasferimento all’aeroporto e volo a Mosca. Coincidenza con il volo per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio.

 

Areale mondiale del Leopardo delle nevi Panthera uncia (© IUCN)




L'Argali è una specie di pecora selvatica simile al Muflone. Con nove sottospecie è diffuso nelle catene montuose dell'Asia Centrale: Himalaya, Tibet e Altai (© S. Reznichenkognpp, CC BY-SA 3.0)




L'imponente catena del Tien Shan, al confine tra Cina e Kirghizistan (© Chen ZhaoCC BY 2.0)




Anche se il target di questo tour non è il birdwatching, non potremo fare a meno di apprezzare la bellezza degli uccelli di queste montagne, tra cui questo magnifico Codirosso di Güldenstadt (© Arturo Gargioni)




Tra gli uccelli più tipici dello Tien Shan ci sono i rapaci, come questo Grifone dell'Himalaya (© Jan Reurink, CC BY 2.0)


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