Marocco. Atlante & Costa la costa atlantica e le montagne dell'Atlante estensione nello Zaër 30 dicembre 2017 - 6 gennaio 2018 3 - 10 febbraio 2018 27 ottobre - 3 novembre 2018 |
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L'estuario del fiume Tamri è la roccaforte del bruttissimo e affascinante Ibis eremita, una specie minacciata di estinzione che ha due popolazioni disgiunte, una in Nordafrica e una nel Vicino Oriente (Turchia e Siria); sarà per noi un privilegio vedere da vicino quella che è la specie target principale del tour ( © Rapha-Hëll, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)
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Marocco | Marsa Alam | Cipro | Giordania |
Itinerario dettagliato 1° giorno) volo Milano – Marrakech, dove arriveremo in mattinata. Partiremo immediatamente alla volta di Oukaimeden, una cittadina annidata sull'Alto Atlante, dove pernotteremo. Famosa per le sue piste da sci, Oukaimeden è anche una località celebre tra i birdwatcher per le specie di avifauna montana. In inverno l'area è ricoperta di neve, ma la strada principale è mantenuta sgombra da un efficiente servizio di spazzaneve. Gli uccelli sono meno numerosi che in primavera, ma in compenso spesso si avvicinano molto di più all'agglomerato urbano della stazione sciistica. Subito al di fuori di Marrakech, si estendono valli coltivate, frutteti e oliveti, che ospitano uccelli interessanti, come l'Averla capirossa, il Codirosso algerino (un endemismo del Maghreb) e lo Zigolo nero e, nelle aree più aride, la Passera lagia e lo Zigolo delle case. I due target più importanti delle aree intorno a Oukameiden sono il Picchio di Levaillant (un altro endemismo del Maghreb) e il Fringuello alicremisi; di quest’ultima specie vale la pena ricordare che ha due popolazioni nettamente distinte dal punto di vista geografico, una in Marocco ed Algeria, l’altra nelle montagne dalla Turchia all’India settentrionale, e si intuisce che presto le due sottospecie saranno specie buone. Altre specie che incontreremo sono la Rondine montana, l’Allodola golagialla, il Sordone, il Passero solitario, il Merlo acquaiolo comune, il Gracchio alpino, il Gracchio corallino. Nelle foreste che tappezzano i versanti settentrionali delle montagne ci parrà, a giudicare dall’avifauna, di essere in un bosco europeo; nelle distese di lecci e ginepri svolazzano Colombacci comuni, Sterpazzoline, Occhiocotti, Tordele (ssp deichleiri), Fiorrancini (ssp balearicus), Cince more (ssp atlas), Cinciallegre (ssp excelsus), Rampichini comuni (ssp mauritanica), Ghiandaie eurasiatiche (ssp minor), Fringuelli comuni (ssp africana) Fanelli eurasiatici (sspmediterranea), Frosoni (ssp buryi), Crocieri comuni (ssp poliogyna). Avremo molte chances di vedere interessanti rapaci: tutta la vasta selezione dei rapaci montani è presente in questa regione, incluse chicche quali il Gipeto, l'Aquila di Bonelli e la Poiana codabianca. 2° giorno) oggi partiremo all'alba per raggiungere Boulmane di Dades, attraverso il "gran premio della montagna" del viaggio, i 2260 metri del passo Tizi-n-Tichka, che scavalca le montagne dell'Alto Atlante collegando le aree desertiche del sud al nord del paese. Man mano che ci spingeremo verso est, noteremo come l'avifauna dei versanti sudorientali dell''Atlante cambi in modo drastico con la comparsa di, insieme a molte altre specie, Calandri comuni, Monachelle nere, Passere lagie e Zigoli muciatti. Pernotteremo due notti a Boulmane du Dades. 3° giorno) effettueremo oggi un'escursione lungo il Tagdilt Track, una delle aree più famose per il birdwatching in Marocco. Questa fama è meritata se si pensa che qui potremo vedere gran parte delle specie tipiche del Nordafrica. Chi non è mai stato in Nordafrica potrà infilare oggi una ventina di lifers, tra cui: Corrione biondo, Monachella del Maghreb, Monachella del deserto, Monachella capobianco, Trombettiere, Allodola beccocurvo, Allodola di Temminck, Allodola beccogrosso. Visiteremo le spettacolari Gole del Dades e quelle di Todra, tappezzate da frutteti (mandorli, fichi, melograni, palme da dattero) e punteggiati da graziosissimi villaggi e kasbah di terracotta. Avremo probabilmente già visto molte delle specie di oggi, ma qualche novità è sempre possibile; come il “banale” Piccione selvatico, qui autenticamente selvatico, la Rondine montana, la Ballerina gialla, il Verzellino comune. Potremo vedere, comunque, specie molto più interessanti, come l’Allodola del deserto (nonostante il nome, questa specie si spinge fino a 2.200 metri di altitudine) e la Cettia inquieta che, insieme alla splendida Silvia di Tristram, frequenta le macchia che tappezza le gole (bisogna però sottolineare che, mentre il piccolo e grazioso Silvide è garantito nei tour primaverili, è molto più difficile da localizzare in quelli autunnali e invernali, quando è già migrato nelle pianure desertiche e steppose). Molti rapaci frequentano le gole e avremo ottime opportunità di vedere il Falco pellegrino (la sottospecie africana minor, diffusa da qui a tutta l’Africa subsahariana), il Lanario, l’Aquila di Bonelli, la Poiana codabianca; anche qui potremmo incontrare il Gipeto, ma anche qui è estremamente raro. In serata raggiungeremo Ouarzazate, dove pernotteremo. Uno dei pezzi forti della giornata odierna, e di tutto il tour, è la ricerca (e con Brahim come guida, ogni ricerca finisce inevitabilmente con la scoperta) del Gufo reale del deserto (negli ultimi due Ornitour in Marocco ne abbiamo visti ben quattro, in quattro località diverse). 4° giorno) raggiungeremo oggi la città di Ouarzazate, ritornando al Tagdilt Track qualora avessimo mancato qualche specie importante. Lungo il percorso ci fermeremo in aree interessanti, sia dal punto di vista ornitologico, ma anche paesaggistico e etnologico. Ci fermeremo a dare un'occhiata al meraviglioso villaggio di Ait Benhaddou, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO: appoggiato su di una collina di arenaria rosata, il villaggio è stato spesso usato come set cinematografico. Le bellissime torri merlate sono decorate con archi ciechi e disegni geometrici, che creano suggestivi giochi di luci e ombre. Nei pressi di Ouarzazate ci fermeremo al lago artificiale di Mansour Eddahbi, dove potremo vedere un gran numero di uccelli acquatici e aggiungeremo le prime specie di uccelli acquatici alla nostra trip list. Il barrage è uno delle aree più ricche di Anatidi, limicoli e Ardeidi di tutto il Marocco, sia in inverno che durante le migrazioni. Tra sterne e gabbiani sono state segnalate qui 14 specie, alcune regolari, altre rare, come il Gabbianello, la Sterna artica e il Mignattino alibianche. Speriamo, come in ogni altra area del nostro viaggio, di incontrare qualche rarità, come quelle che regolarmente (mi si perdoni l’ossimoro) sono state osservate qui: Pellicano bianco, Gambecchio frullino. Il barrage è anche una delle migliori aree in Marocco per osservare il Falco di Barberia. Le aree aride intorno al barrage ospitano moltissime Cappellacce comuni (la locale sottospecie è considerata da molti autori specie buona, la cosiddetta Cappellaccia beccolungo, e sarà necessaria molta attenzione per identificarla rispetto all'altrettanto comune Cappellaccia di Thekla) e ci fermeremo in un posto dove la nostra guida locale ci farà vedere, qualora l'avessimo mancata alle gole, la Silvia di Tristram. Pernotteremo a Ouarzazate. 5° giorno) raggiungeremo oggi la città costiera di Agadir, attraverso un paesaggio steppico, interrotto dai corsi asciutti degli wadi, la cui vegetazione ospita uccelli interessanti. Nonostante l’originale habitat sia stato quasi completamente trasformato in coltivi e frutteti, rimangono buoni appezzamenti di foresta di argan, l’habitat più interessante della regione. L’argan (Argania spinosa) è una specie di albero endemico del Nordafrica; oltre che qui, nella valle del Souss, si trova solo nella regione algerina di Tindouf. L’argan, dal tronco e rami spinosi, ricorda vagamente un’acacia: vedere un Astore cantante scuro appollaiato su un suo ramo ricorderà da vicino una tipica immagine dell’Africa subsahariana. Il più importante target di oggi è infatti questo grosso ed elegante Accipitridae, molto comune sotto il Sahara, ma confinato, nel Paleartico Occidentale, a quest’area del Marocco. L’Astore cantante scuro (la caratterizzazione cromatica è necessaria perché in Africa esiste un’altra specie di astore cantante, praticamente identica, ma dal piumaggio nettamente più pallido) assomiglia vagamente ad un’albanella, così bianca, grigia e nera come è, e inoltre anche il volo, basso sul terreno e con le ali a V, ricorda il genere Circus. L’altro ricercato speciale di oggi è l’Aquila rapace, anch’essa tipica dell’Africa a sud del deserto: in Africa l’identificazione, soprattutto in inverno, di quest’aquila “bruna” simpatrica con l’Aquila di Wahlberg, l’Aquila delle steppe, l’Aquila imperiale e l’Aquila reale non è affar da poco; qui in Marocco non ci sono possibilità di errori, il problema sarà vederla! Nell’attesa di incrociare i due rapaci principali, potremmo sempre lustrarci gli occhi con gli altri uccelli da preda di quest’area: Aquila minore, Aquila di Bonelli (rara), Poiana codabianca, Gheppio comune, Lanario, Falco di Barberia. E sono numerose anche altre specie di uccelli terragnoli come la Pernice sarda, l’Upupa eurasiatica, la Ghiandaia marina eurasiatica, il Gruccione europeo e l’occasionale Gruccione guanceblu, l’Occhiocotto, la Monachella piangente, il Codirosso comune, il Passero solitario, la Cettia inquieta. Essendo la piana del Souss l’area semidesertica più a sud del nostro viaggio, abbiamo la speranza di vedere qui una piccola e graziosa allodola che, anch’essa tipica delle aree semidesertiche subsahariane, ha nel Marocco meridionale l’unica sua area di nidificazione del Paleartico Occidentale, l’Allodola passerina capinera. Dedicheremo un po’ di tempo anche alla città di Taroudannt; circondata da possenti bastioni color ocra, Taroudannt conserva tutto il fascino di un’antica città fortificata marocchina. Il mercato berbero, il suk e i bastioni sono le attrattive principali della città. In serata raggiungeremo Agadir, dove pernotteremo tre notti. 6° giorno) visiteremo oggi due delle aree umide più famose della costa marocchina, lo Oued Massa e lo Oued Souss. Lo Oued Massa è una delle aree più ricche di vita animale dell’intero Marocco. In ogni periodo dell’anno questo piccolo estuario è pieno di gabbiani, limicoli, aironi e sterne. A completare l’interesse ornitologico di questa zona umida, la parte più interna dell’estuario è ricoperta da canne ed arbusti, realizzandosi così una grande varietà di ambienti. La regione è protetta a parco nazionale e più di 270 specie di uccelli, di cui 90 nidificanti, sono state censite entro i suoi confini. Inizieremo con l’esplorazione della foce dello Oued Massa, dove, al mattino presto, Ganghe e Granduli mediterranee scendono a bere alle pozze di acqua dolce retrodunali. Gli ambienti umidi pullulano di Aironi cenerini, Aironi rossi, Garzette comuni, Spatole eurasiatiche, Mignattai (a volte accompagnati da qualche Ibis eremita), Tarabusini comuni, Tarabusi eurasiatici (soprattutto in inverno, rari in migrazione), Cicogne bianche e, occasionalmente, Cicogne nere, Voltolini, Schiribille eurasiatiche e grigiate, Beccaccini comuni e occasionalmente Frullini e Croccoloni, Beccacce di mare eurasiatiche, Piovanelli pancianera, comuni e maggiori, Fratini, Corrieri piccoli e grossi, tutte le specie comuni di Tringa (solo l’Albastrello è raro), Voltapietre, Pivieresse, Pivieri tortolini (raramente). E poi quasi tutte le specie di gabbiani e sterne già citate fino ad ora, con l’aggiunta del Gabbiano roseo. Oltre alle specie di anatre più comuni, potremmo vedere l’Anatra marmorizzata. Nelle aree di boscaglia, steppa e canneti vedremo molte specie, di cui citiamo solo quelle non ancora elencate nell’itinerario, e che probabilmente, essendo comuni, avremo già visto negli habitat adatti esplorati fino a qui: Civetta comune, Tortora delle palme, Taccola, Luì grosso, Luì piccolo, Luì verde, Capinera, Sterpazzola comune, Occhiocotto, Magnanina comune, Cannaiola eurasiatica, Forapaglie, Forapaglie castagnolo, Forapaglie macchiettato (raro), Stiaccino, Pispola comune, Prispolone eurasiatico. Allo Oued Massa avremo ottime possibilità di vedere anche due animaletti molto comuni a sud del Sahara, ma confinati al Marocco nel Paleartico Occidentale, il Topino golabruna e la Chagra capinera, una gioia per il lister del WP. Lo Oued Souss è un'eccellente area per il Fenicottero maggiore, l'Occhione e una pletora di limicoli, gabbiani e sterne. Il gabbiano più illustre è il Gabbiano corso, che sosta in gran numero sulle rive del fiume, ma avremo anche ottime opportunità di testare le nostre capacità identificative su gabbiani giovani e immaturi; non sarà facile distinguere Gabbiani zampegialle e Zafferani di due sottospecie 7° giorno) ci aspetta oggi una delle giornate più emozionanti del tour. Inizieremo con l'esplorazione dell’estuario del Tamri, situato a circa 60 km a nord di Agadir. Questa regione è la più importante del Marocco per una specie ormai minacciata di estinzione, l’Ibis eremita. Bruttissimo secondo i classici canoni di bellezza, ma affascinante dal punto di vista biologico, questo grinzoso ibis, di cui si stimano ormai solo 102 coppie (anche se al termine della stagione riproduttiva, gli individui possono raggiungere il numero di 500), è confinato ormai all’Atlante marocchino, in due colonie, una nel parco nazionale di Souss-Massa, e una nella regione di Tamri. In realtà esiste un’altra popolazione in Medio Oriente; fino a pochi decenni fa la specie era relativamente comune a Birecik, in Turchia, dove oggi è presente solo una piccola popolazione semiselvatica, ma nel 2002 è stata scoperta una microscopica (due coppie!) colonia a Palmyra, in Siria. Chissà quali sono state le cause del declino dell’Ibis eremita, fino a tre secoli fa comunissimo in Nordafrica, Medio Oriente e persino in Europa, dove nidificava, ad esempio, sui tetti delle case di Vienna! Avremo l’opportunità di vedere questo quasi mitico animale nelle aree steppose intorno allo Oued Tamri. A far da ancelle all’Ibis eremita, decine di altre specie; l’estuario del Tamri e il vicino Cap Rhir sono ottimi punti di seawatching per gli uccelli marini che migrano verso nord: Sule settentrionali, Stercorari mezzani, Orchetti marini, Labbi, Gabbiani comuni, Gabbiani zampegialle, Zafferani, Beccapesci, Sterne comuni, Sterne artiche (rare). Le scogliere ospitano la colonia più meridionale del Paleartico Occidentale del Marangone dal ciuffo (ssp riggenbachi), e i genitori marangoni sono sempre in apprensione a causa dei voraci Falchi pellegrini, Lanari e Corvi imperiali comuni che volano sui nidi. Nelle zone steppose vedremo numerosi Passeriformi, sia quelli nidificanti che quelli ancora sulla via del ritorno in Europa: Cappellacce di Tekhla, Usignoli d’Africa, Monachelle comuni, Sterpazzole di Sardegna, Bigie grosse occidentali, Averle meridionali, Averle capirosse, Chagre capinere, Codirossi algerini. Durante il seawatching a Cap Rhir potremo vedere anche qualche cetaceo, come l’Orca, la Balenottera boreale, il Tursiope e il Delfino comune. 8° giorno) dipendentemente dall'orario di partenza del volo che ci riporterà in Italia, avremo il tempo di sbinocolare un poco e di riposarci sui bordi della piscina dell'hotel. Trasferimento all'aeroporto e imbarco sul volo per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio. Estensione nello Zaër 8° giorno) volo Agadir - Casablanca e trasferimento a Moulay Bousselham, dove pernotteremo due notti. Avremo tempo per visitare la città di Rabat, ricca di monumenti e fare una passeggiata sulla riva dell’Oceano Atlantico. Tra i monumenti più suggestivi della città, ricordiamo la Kasba degli Oudaïa, la Torre di Hassan, la Necropoli di Chella e il Mausoleo di Mohammed V. Naturalmente, anche durante la visita alla città o l’escursione sulla costa atlantica, sarà possibile vedere uccelli, alcuni di essi interessanti, come il Fratino, la Pernice di mare comune, il Gabbiano corso, il Gabbiano corallino, il Rondone pallido, la Tortora delle palme. 9° giorno) dedicheremo l’intera giornata all’esplorazione della grande laguna di Merja Zerga. Famosa in inverno per aver ospitato in passato, durante la stagione invernale, un esiguo numero di Chiurlottelli, uno degli uccelli più rari del mondo, Merja Zerga è prodiga di creature alate in ogni stagione dell’anno. Oltre agli uccelli che vi nidificano, potremo vedere un gran numero di migratori che sostano qualche giorno nella palude prima di riprendere la strada verso il nord. Le acque di Merja Zerga sono pitturate da lunghe strie colorate, formate dai branchi di anatre che si lasciano cullare dalle piccole onde della palude; le sponde sono un continuo andarivieni di limicoli indaffarati a satollarsi di cibo prima di attraversare il mare alla volta dell’Europa. Vedremo numerose specie di uccelli acquatici, tra cui Fenicottero maggiore, Spatola eurasiatica, Airone guardabuoi, Mignattaio, Fischione eurasiatico, Alzavola comune, Mestolone comune, Folaga eurasiatica, Voltolino, Schiribilla grigiata, Cavaliere d’Italia, Combattente, Pettegola, Totano moro, Piro piro boschereccio, Pavoncella eurasiatica (l’area di nidificazione più meridionale di tutto il Paleartico Occidentale), Cavaliere d’Italia, Avocetta comune, Gabbiano corso, Fraticello, Sterna zampenere, Sterna maggiore, Mignattino piombato, Mignattino comune, e, occasionalmente, Sterna di Rüppell e Sterna reale. Stormi misti di Balestrucci eurasiatici, Topini comuni e Rondini comuni volano frenetici sulla laguna e, insieme a loro, anche moltissimi Topini disadorni: molto comune nell’Africa subsahariana, questa specie è presente, nel Paleartico Occidentale, solo in Marocco. Su ogni edificio del villaggio di Moulay Bousselham industriose Cicogne bianche costruiscono il nido, utilizzato anche da piccole colonie di Passere sarde. I cieli della laguna pullulano di rapaci, con Nibbi bruni, Falchi di palude e Albanelle minori tra i più comuni, ma potremo vedere anche Falchi pescatori, Gheppi comuni e Grillai. Nelle praterie e steppe intorno alla laguna numerosi uccelli sono già intenti alla nidificazione e altri cantano ancora a squarciagola; Cuculi eurasiatici, Tortore comuni, Cappellacce comuni, Calandrelle eurasiatiche, Occhiocotti, Cutrettole comuni, Beccamoschini e Strillozzi sono numerosi. Merja Zerga, insieme alla laguna di Sidi Bourhaba, è la migliore località in Marocco per vedere il Gufo del Capo, uno dei rapaci notturni più rari e localizzati del Paleartico Occidentale: diffuso e comune nell’Africa subsahariana, il Gufo del Capo è confinato, nella nostra regione zoogeografica, a questa piccola area del Marocco. Conosciamo il roosting diurno di questo Strigide e, se non avessimo successo, ci fermeremo fino a sera, quando il gufo comincia a cacciare sulla palude. Avremo anche la possibilità di vedere un’altra specie interessante, il Succiacapre collorosso, che comincia anch’esso a cacciare al crepuscolo. Merja Zerga, infine, è la località del Marocco dove è stato avvistato il maggior numero di rarità nel paese; quindi potremmo avere anche noi la possibilità di vedere uccelli come l’Aninga africana, il Fenicottero minore, l’Albanella pallida, il Pollo sultano di Allen, la Pispola golarossa o, chissà, qualche prima osservazione per il Paleartico Occidentale. Faremo anche una capatina ad una laguna pochi chilometri a nord di Merja Zerga: a Merja Bargha infatti sono stati recentemente avvistati alcuni individui di Gobbo rugginoso; come nidificante la specie scomparve dal Marocco nei primi anni del XX° secolo, ma, in seguito all’aumento della popolazione spagnola, sono sempre più frequenti le segnalazioni di questa bellissima anatra. Purtroppo, di pari passo con quanto avviene in Andalusia, sono in aumento anche i Gobbi della Giamaica e non è escluso che qualche segnalazione si riferisca a ibridi tra le due specie. Noi comunque contiamo di vedere almeno un bel maschio adulto con tutte le caratteristiche di un autentico Gobbo rugginoso. 10° giorno) esploreremo oggi la regione dello Zaër, ricca di sugherete e boschi di sandarac (una specie di cipresso endemica dell’Africa nord-occidentale). Lo Zaër corrisponde all’estensione più occidentale dell’altopiano centrale del Marocco. L’avifauna è ricca e include alcune delle specie tra le più ricercate dai “listers” del Paleartico Occidentale, prima tra tutte il Francolino armato, che è, nella nostra regione zoogeografica, endemico del Marocco. Seguono altre sciccherie, come il Nibbio bianco, la Chagra capinera e il Bulbul comune (le ultime due confinate, nel Paleartico Occidentale, al Maghreb). Gli habitat della regione sono vari e vanno dalle foreste di sughero agli arbusteti aridi, dalle aree di prateria e steppa ai coltivi, a piccole paludi e canali stagionali. Ogni ambiente è straordinariamente ricco di uccelli; inizieremo esplorando un fazzoletto di foresta il cui sottobosco è frequentato da piccoli gruppi di Francolini armati; una volta localizzati i loro striduli richiami, dovrebbe essere abbastanza facile vedere il gallinaceo razzolare nel fogliame alla ricerca del cibo. Tra le molte altre specie che aumenteranno la nostra trip list ricordiamo la Calandra comune, la Cappellaccia di Thekla (molta cura è richiesta nella separazione dalla sottospecie nordafricana della Cappellaccia comune), il Saltimpalo comune, l’Averla meridionale, il Corvo imperiale comune, lo Zigolo nero. Una specie molto diffusa in quest’area è la Gazza comune, la cui sottospecie locale mauretanica è impreziosita da un “tatuaggio” blu dietro l’occhio. Come in altre aree del nostro itinerario, appena cominciato, sono molte le specie “europee” che potremo vedere, alcune molto caratteristiche, come il Fringuello comune africana, dal dorso verde, altre praticamente identiche alle nostre popolazioni europee, anche se di sottospecie diverse; è questo il caso della Cinciallegra, del Rampichino comune, della Ghiandaia eurasiatica, del Verdone europeo, del Frosone e del Cardellino europeo. Le Cinciarelle del Marocco sono ormai considerate da tutti i tassonomisti specie buone e sono conosciute con il nome di Cinciarella africana (il vertice del capo non è azzurro chiaro ma blu scuro). Vedremo anche l’Airone guardabuoi, la Pernice sarda, il Gruccione europeo, il Cuculo dal ciuffo, il Martin pescatore comune, le già citate Chagra capinera, dal melodiosisssimo canto, e il Bulbul comune, l’Usignolo d’Africa, il Canapino pallido occidentale (molta attenzione nella sua identificazione perché in Marocco, anche se più a sud dello Zaër, vive anche il Canapino pallido orientale), l’Averla capirossa, la Rondine rossiccia, la Rondine comune, il Pigliamosche comune. Lo Zaër è un paradiso per i rapaci, alcuni di essi molto interessanti; oltre al già citato Nibbio bianco, potremo vedere l’Aquila di Bonelli, l’Aquila reale, la Poiana codabianca (la sottospecie del Nordafrica cirtensis richiede attenzione nell’identificazione perché assomiglia alla Poiana delle steppe). Tra i falchi, vedremo certamente Gheppi comuni e Grillai e forse anche Lodolai eurasiatici e Lanari. 11° giorno) ritorneremo oggi a Casablanca, dove ci imbarcheremo sul volo per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio. |
Il Picchio di Levaillant, molto simile ai nostri Picchio verde e Picchio cenerino, è uno dei due endemismi del Maghreb (l'altro è il Codirosso algerino). Riusciremo a vederlo bene a Oukameiden (© Silvana Pietta) Il target principale di Oukameiden sarà comunque il Fringuello alicremisi, localizzato, nel Paleartico Occidentale, solo in Turchia e in Marocco. La netta separazione dei due areali rende probabilmente conto della differenza specifica tra le due popolazioni: una crocetta in più per chi l'ha visto solo in Turchia! (© Brahim Mezane) Una delle specie più ambite in Nordafrica, l'elegante Corrione biondo. Non dovrebbero esserci problemi a vederlo al Tagdilt Track di Boulmane du Dades, anzi, non dovrebbero esserci problemi a vederne decine (© Silvana Pietta) Tra le numerose specie di non-uccelli che vedremo, mammiferi e rettili, anfibi e insetti, abbiamo scelto quale icona del tour uno splendido rettile: questo Uromastice deriva il suo dalle parole greche ourá (οὐρά) che significa "coda" e mastix (μαστιξ) che significa "frusta", riferite chiaramente alla coda spessa e spinosa caratteristica di tutte le specie di questo genere (© Silvana Pietta) La Monachella del deserto è una delle specie di Oenanthe del Paleartico Occidentale, presente sia in Nordafrica che nel Vicino Oriente. Grazie alla nostra guida dovremmo riuscire a vedere tutte le specie di monachelle del Marocco (© Silvana Pietta) Grazie all'esperienze e la bravura di Brahim, dovremmo vedere tutte le allodole del Marocco, inclusa la più rara di tutte, l'Allodola beccogrosso (© Silvana Pietta) Con un pò di fortuna potremo vedere tre specie di granduli. Quella illustrata nella foto è una Grandule mediterranea (© Silvana Pietta) La splendida Silvia di Tristram frequenta in inverno zone aride pianeggianti, ed è un pò più facile da localizzare rispetto al suo areale di riproduzione, che si abbarbica sui brughi dei fianchi montuosi (© Silvana Pietta) Durante l'escursione sulla costa atlantica di Rabat potremmo vedere qualche specie interessante, come il Gabbiano corso (© Dick Forsman 2012) L'Aquila di Bonelli nidifica alle Gole di Todra e a quelle del Dades. Non dovrebbe essere difficile vedere questo magnifico rapace (© Artuto Gargioni) Due delle specie più comuni, la Cinciarella e il Fringuello comune, non sono tanto... comuni: la Cinciarella è ormai stata splittata dall nostra Cinciarella europea e oggi è considerata specie buona, Cinciarella africana; e il Fringuello comune (peraltro quello illustrato nella foto è una femmina, dal piumaggio scialbo) ha in Nordafrica un bel mantello verde e la sottospecie locale (così come quelle di altri comuni uccelli europei) potrebbe presto essere specie buona (© Arturo Gargioni) E' già un pò di tempo che le Averle maggiori nordafricane sono state inserite in una specie diversa, l'Averla meridionale, un uccello abbastanza comune in Marocco (© Mario Costa) Il Culbianco di Seebhom, fino a poco tempo fa una sottospecie del Culbianco boreale, è endemico del Nordafrica (© Silvana Pietta) Il Codirosso algerino, una delle due specie di codirossi più belli del Paleartico Occidentale (l'altro è il Codirosso Güldenstadt, che potrete ammirare nell'Ornitour in Georgia) è endemico del Maghreb (© Silvana Pietta) L'Astore cantante scuro è una specie di rapace comune nell'Africa subsahariana, ma nel Paleartico Occidentale è molto raro e confinato alla piana del Souss, in Marocco; è una delle specie più ambite dai WP listers, insieme al Francolino armato, anch'esso confinato, nel Paleartico Occidentale, allo Zaër del Marocco (e, incidentalmente, tra gli artigli dell'astore nella foto) (© Charlesjsharp, CC BY-SA 4.0 ) |