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Una delle bestie più ricercate in Nordafrica è il Corrione biondo. Lo avevamo visto già in altri Ornitour, ma mai in questa concentrazione; al Tagdilt Track ne abbiamo contati almeno una trentina (inclusi pulcini e giovani); ma ne abbiamo estrapolato la presenza di almeno un centinaio |
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Tra gli uccelli più ricercati, attesi e goduti dei birdwatcher sono i rapaci. Quello che ci ha più emozionato è stata l'Aquila di Bonelli |
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L'Aquila minore era in piena migrazione. Lo stormo più grande contava venti individui |
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E' stato un birdwatching tour, ma ci siamo goduti una torma di altre creature, tra cui rettili, mammiferi, insetti e compagnia cantante. Questo è un Lacertidae endemico del Nordafrica. Non ha, naturalmente, un nome italiano, ma traducendolo letteralmente dal latino lo si potrebbe chiamare Acantodattilo leopardino |
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Un altro rettile, una delle due specie di agame del Marocco; questa è un'Agama di Bibron |
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Abbiamo intercettato tutte le allodole tipiche del Nordafrica, ma una, l'Allodola beccogrosso, ci ha fatto penare. Pensavamo di doverci accontentare del piccolo... |
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...ma la costanza di Silvana le ha permesso di fotografare anche uno splendido adulto |
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Due le averle registrate nel tour; questa è l'Averla capirossa, che abbiamo visto frequentemente |
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Il bulbul comune è presente, nel Paleartico Occidentale, solo in Nordafrica. Buono per i WP listers |
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Lo Zigolo muciatto, osservato sull'Alto Atlante, somiglia molto allo... |
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...Zigolo delle case, discretamente ubiquitario della regione Nordafrica, della quale è endemico |
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Prolusione al gufo più importante del tour, questa graziosa Civetta comune è stata osservata solo poche ore prima del... |
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...Gufo reale del deserto (Brahim ce ne ha mostrato ben quattro nidi!) |
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Se non lo vedete immediatamente, sappiate che c'è! Testa a sinista e coda a destra: Succiacapre isabellino |
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Abbiamo infilato, nei giorni spesi a Boulmane du Dades e Merzouga, tutte le tre specie di granduli del Marocco: la Ganga... |
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...la più rara delle tre, la Grandule del Senegal... (© Arturo Gargioni) |
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...e la Grandule mediterranea |
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Un'altra specie nella congrega delle allodole, la Calandrella, presente in numeri sterminati in tutte le aree predesertiche e steppose esplorate |
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L'Allodola del deserto è stata decisamente più interessante |
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E ancor più interessante la splendida Allodola di Temminck, rassomigliante vagamente ad un altro Alaudidae... |
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...l'Allodola golagialla. Le popolazioni confinate all'Alto Atlante, isolate da tutte le altre (europee, americane e mediorientali) saranno presto catalogate come specie buona |
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Uno dei due codirossi più belli del Paleartico Occidentale, icona del Nordafrica, il Codirosso algerino (l'altro è il Codirosso di Güldenstadt) |
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La controparte nordafricana della nostra Lucertola ocellata |
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Il Garrulo fulvo fa parte del bottino, completo, delle specie deserticole nordafricane |
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Anche se Clements non lo considera solo una sottospecie del Culbianco comune, noi ci siamo preparati ala prossima e sicura elevazione a rango di specie del Culbianco di Seebhom |
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Abbiamo dovuto inseguire questa Testuggine greca per riuscire ad ottenere una buona fotografia (© Arturo Gargioni) |
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A pochi chilometri da Merzouga, Brahim ci ha portato in un fazzoletto di predeserto la cui vegetazione è ottimale per la nidificazione di due stelle del Marocco, la Silvia del deserto e l'Allodola beccocurvo |
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E appunto: ecco qui la Silvia del deserto |
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E ri-appunto: ecco qui l'Allodola beccocurvo |
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Abbiamo completato con relativa facilità la pagina delle monachelle. Questa è la Monachella del deserto |
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Codesta è la femmina della Monachella mesta (non siamo riusciti a identificare il vermetto) |
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E questo è il di lei marito |
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Le Gole di Todra sono molto più belle, a mio parere, delle Gole del Dades. Ci sono comunque rimaste più impresse per motivi ornitologici che per la valenza paesaggistica |
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Occhi spersi nel vuoto e animi sconfortati. Abbiamo speso tre ore nelle Gole di Todra alla ricerca della Silvia di Tristram, una delle due meraviglie silviesche del Marocco (l'altra, la Silvia del deserto, l'avremmo vista con facilità due giorni dopo a Merzouga). A un passo dalla sconfitta, Brahim ci ha scovato un meraviglioso maschietto della bestiola in oggetto, che quasi a farsi perdonare.... |
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è volato su un arbusto a due metri da noi, dove in verità è rimasto per tre nanosecondi, un tempo sufficiente a Silvana per ottenere una dignitosissima foto |
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Il rettile decisamente più venusto è stato questo Uromastice, a cui abbiamo qualche difficoltà ad attribuire la collocazione specifica (sono tre le specie di uromastici del Marocco). Uromastice deriva dalle parole greche ourá (οὐρά) che significa "coda" e mastix (μαστιξ) che significa "frusta", riferite chiaramente alla coda spessa e spinosa caratteristica di tutte le specie di questo genere |
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Abbiamo visto numerose specie di farfalle, tra cui questa Pontia daplidice, una delle cosiddette "cavolaie" |
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La seconda averla del viaggio, l'Averla meridionale |
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Brahim ci ha aiutato a capire le sottili differenze tra la Cappellaccia comune... |
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...e la Cappellaccia del Maghreb (non ancora specie buona per Clements) |
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La famigerata pozza del Medio Atlante nei pressi della quale il sottoscritto ha molto sofferto, è stata anche prodiga di soddisfazioni alate, tra cui la Cinciarella africana... |
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...il caratteristico Fringuello comune (aspettiamo anche di esso lo split in specie buona), qui con un grazioso Codirosso comune... |
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...e soprattutto la Balia dell'Atlante, che Brahim ci aveva detto non aver mai visto prima della prima settimana di maggio. Mai mal di pancia fu più provvidenziale! (© Arturo Gargioni) |
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Una delle farfalle endemiche del Nordafrica, Plebejus martini (© Roberto Garavaglia) |
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Il Picchio di Levaillant è davvero simile al nostro Picchio verde. Non c'è stato bisogno di esplorare le meravigliose foreste di cedri dell'Atlante. Brahim ci ha portato in un viale alberato di una cittadina e lì ne abbiamo visti almeno tre |
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Un altero Passero solitario, sui bastioni della rocca di un paesello del Medio Atlante, frequentato anche da colonie di Taccole eurasiatiche, Aironi guardabuoi e Grillai |
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Una pianta deserticola che ci è piaciuta, ma che non sappiamo cosa sia. Gradito aiuto di botanici (aggiornamento ottobre 2015: che è arrivato! La pianta in questione è Calotropis procera, famiglia Asclepiadacee) |
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Abbiamo visto quattro specie di mammiferi, e tre li abbiamo fotografati (non ci siamo dati pena di fotografare il Ratto nero). Questo è un Macaco (© Roberto Garavaglia) |
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Questo è una delle numerose specie di gerbilli nordafricani, che tentativamente abbiamo identificato come Gerbillo del Nordafrica |
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E questo è il graziosissimo Scoiattolo di Barberia |
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Delle sei specie di libellule, questa Ischnura sahariensis, endemica del Nordafrica, è quella che abbiamo fotografato meglio (© Roberto Garavaglia) |
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Entro i confini del Paleartico Occidentale, oltre che una piccola popolazione in Spagna, la Folaga cornuta vive solamente in Marocco (è comune nell'Africa Subsahariana) |
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Un suggestivo paesaggio sahariano |
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E un altrettanto suggestivo paesaggio dell'Alto Atlante. Qui, a Oukameiden, abbiamo cercato il Fringuello alicremisi, che è stato l'unico insuccesso del tour. L'omino che si intravede camminar nelle pietraie sta implorando l'apparizione del dannato fringillide |
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Emuli di Bowles, abbiamo preso il tè nel deserto, ospiti di una gentilissima famiglia berbera |
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Poco dopo il tè ci siamo goduti un'altra specialità nordafricana, la Passera del deserto (© Roberto Garavaglia) |
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L'habitat preferito da uno dei più malvagi uccelli del Paleartico Occidentale: il "tussock" nei pressi di Zaida è il posto migliore in Marocco (forse l'unico) dove si ha qualche chances di vedere l'Allodola di Dupont |
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E ci siamo riusciti. Uscendo all'alba in un freddo bestia, seguendo docilmente Brahim che ci ha portato verso il flautato canto della bestiola, che si alzava nell'aria per subito dopo scomparire, strabuzzando gli occhi, maledicendo le migliaia di Calandrelle che ci facevano sobbalzare, ci siamo riusciti. Croppando e fotoshoppando, Roberto ha anche ottenuto uno scatto decente (© Roberto Garavaglia) |
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Il Sahara è pieno di fossili. Questa è un'ammonite (© Arturo Gargioni) |
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Stando alla fenologia del Luì piccolo in Nordafrica, questo dovrebbe esser un Luì iberico (sottospecie secondo Clements), che il paese attraversa durante le migrazioni |
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Il sericeo e lucente Storno nero, ubiquitario nelle zone di pianura e collinari |
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L'ultima delle monachelle fotografate; questo è un giovane di Monachella codabianca. Nel corredo fotografico mancano la Monachella nera (peraltro comune nelle aree montuose), il Culbianco comune e la Monachella del Maghreb, vista solo da Roberto mentre peregrinava senza macchina al collo |
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Berbera al forno. Intesa naturalmente non come ricetta. Questa gentilissima e dolce signora stava cucinando un profumatissimo pane (© Arturo Gargioni) |
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Le due jeep che ci hanno scarrozzato per i quasi tremila chilometri del tour, sono servite anche quali ricetto ombroso per i picnic, protezione per femminili sedute toilettistiche, rialzi di osservazione e altre amenità |
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Ecco qui i due robusti veicoli |
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Una piccola laguna (vuota di uccelli, per la verità) nei pressi di Oukameiden |
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Una grossa cavalletta a cui forse, prima o poi, daremo un nome (gradito l'aiuto di entomologi) |
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Le Gole di Dades |
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Abbiamo naturalmente visto una caterva di insetti, incluse mosche e zanzare che non ci pareva bello ritrarre dopo averle spiaccicate. Alcune di queste invertebrate bestiole hanno riscosso il nostro plauso, come questo Mylabris quadripunctata... (© Roberto Garavaglia) |
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...e questo Mylabris qualcosaltri (© Roberto Garavaglia) |
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Il nostro valoroso gruppo, bello e affiatato. Da sinistra: Luigi, Omar, Charles, Otman, Silvana, Roberto, Brahim, Mauro, Donatella, Arturo Ezio |
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E infine la solita, inutile e vanesia firma dello scrivente. Questo è il sottoscritto, il cugino ignoto di Lorenzo d'Arabia, Mauro Bailo |