Venezuela Occidentale
Ande & Llanos
5 - 26 marzo 2016
4 - 25 marzo 2017

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Intro

Agli inizi del XVI° secolo Amerigo Vespucci giunse sulle coste dell'attuale Venezuela e, spintosi fino entro la laguna di Maracaibo, sulla costa caraibica, vi trovò villaggi indios costruiti su palafitte; diede allora alla regione il nome di "piccola Venezia", Venezuela appunto. Pur non possedendo i tesori artistici di Venezia, il Venezuela ospita entro i suoi confini tesori altrettanto importanti, i tesori naturalistici racchiusi nelle sue montagne, nelle sue coste e, soprattutto, in quel suo straordinario ambiente naturale che è la grande distesa dei llanos del fiume Orinoco. Abbracciate da un cerchio di montagne che le cingono da ogni lato, le pianure del fiume Orinoco sono il cuore pulsante del Venezuela. Esse sono utilizzate come ranch per l’allevamento del bestiame e sono soggette a periodiche piene. Durante la stagione primaverile, il periodo della nostra visita, i llanos non sono completamente sommersi e la grande varietà di habitat che vi si crea con il calare del livello dell’acqua spiega l'enorme numero di uccelli e altri animali che vi troveremo. Esteso dalla costa caraibica all'Equatore, il Venezuela ospita entro i suoi confini la serie completa dei paesaggi della Natura in Sudamerica: le vette innevate delle Ande, le selvagge pianure d’altitudine del paramo, le lussurreggianti foreste tropicali, gli atolli corallini, le spiagge bordate da intricate mangrovie. Il birdwatching sarà entusiasmante in ogni regione che esploreremo (e come potrebbe non esserlo in un Paese che ospita 1300 specie di uccelli?), ma non mancheranno gli incontri con altri animali affascinanti e misteriosi, mammiferi e rettili, anfibi ed insetti. La nostra vacanza inizierà con la visita alla cittadina di Colonia Tovar, una splendida introduzione alle foreste subtropicali del nord del Venezuela. Proseguiremo poi con la visita del parco nazionale Henri Pittier, un favoloso parco che si estende lungo la Cordigliera della Costa, la catena più settentrionale del paese. Saliremo poi a nord-ovest visitando il parco di Morrocoy, di cui esploreremo approfonditamente le mangrovie e la vegetazione aride dell'interno. Inizieremo poi l'ascenzione verso le Ande, di cui visiteremo tutti gli habitat, che si susseguono in altezza dalla foresta temperata, a quella subtropicale d'altura, alla foresta nebulosa, alle distese brulle del paramo, la steppa andina. Inizieremo con la Azulita Road (da dove partirà un'escursione al Lago Maracaibo), proseguendo per Merida e terminando con la celeberrima Santo Domingo Valley dove il momento più emozionante sarà la visita ad un lek di Galletti di rocca delle Ande. Il momento magico della vacanza sarà comunque il periodo passato nei llanos, dove concluderemo il viaggio: non ci stancheremo di guardare le centinaia di Capibara che attraversano i grandi stagni, gli impressionanti Jabirù che camminano ieratici nell’acqua, le migliaia di anatre, aironi e ibis che si spostano a frotte da una zona all’altra, le coloratissime are e amazzoni che schiamazzano sulla volta della foresta a galleria, i curiosissimi Delfini rosa che nuotano nei bracci fluviali. Questo e altro ci attende in Venezuela: una piccola Venezia che ci riserverà grandissime emozioni. E' possibile agganciare questo viaggio a quello in Venezuela Orientale (Tepui & Orinoco Delta) realizzando un eccezionale "full Venezuela tour" da 700 specie di uccelli!


Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: hotel e lodge di buon livello

Difficoltà: ascensioni fino a 4.000 metri slm, che effettueremo comunque lentamente, per permettere l'acclimatamento

Bibliografia: Field Guide to the Birds of Venezuela, di Steven L. Hilty, Christopher Helm

Costo del tour
: Euro 4.780

Numero massimo di partecipanti: dieci

 

La visita ad un lek di Galletti di roccia delle Ande, nella Santo Domingo Valley, sarà uno dei pezzi forti della sezione andina del nostro tour: i maschi si fronteggiano starnazzando, allargano le ali, schizzano in aria, schioccano il becco in una straordinaria e memorabile cacofonia di colori, voli e suoni; il più macho si garantirà molti accoppiamenti! (© Ricardo Sánchez, CC BY 2.0)


Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Caracas via Madrid
2° giorno) arrivo a Caracas. Trasferimento a Colonia Tovar
3° giorno) trasferimento a Maracay. Iniziale visita all'Henri Pittier National Park
4° e 5° giorno) Henri Pittier National Park
6° giorno) trasferimento a Tucacas. Mangrovie costiere
7° giorno) Morrocoy National Park
8° giorno) Cerro La Mision. Trasferimento a Sanare
9° giorno) Yacambù National Park. Lagunilla El Blanquito
10° giorno) trasferimento a La Azulita
11° e 12° giorno) La Azulita Road. Cienagas de Catatumbo (lago Maracaibo)
13° giorno) trasferimento a Merida
14° giorno) Sierra Nevada National Park. Pico Humboldt
15° giorno) trasferimento a Santo Domingo. Pico Aguila
16° e 17° giorno) Santo Domingo Valley
18° giorno) trasferimento a Hato El Cedral
19° e 20° giorno) llanos di Hato El Cedral
21° giorno) trasferimento a Caracas. Volo a Madrid
22° giorno) arrivo a Madrid. Volo a Milano


Mappa interattiva




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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano - Caracas via Madrid.

2° giorno) arrivo a Caracas. Dopo le formalità doganali partiremo immediatamente per Colonia Tovar, la prima, e più popolare, destinazione per i birdwatcher che arrivano in terra venezuelana. Colonia Tovar è infatti a soli 50 kilometri ad ovest della capitale; ma la sua fama non è legata solo alla vicinanza a Caracas, ma anche alla sua ricchezza di uccelli. Questa graziosa cittadina, fondata da immigrati tedeschi nel 1843 per incarico di un nostro connazionale, il geografo Agostino Codazzi, si trova a 1890 metri sulla Cordigliera della Costa. Lungo il percorso potremo vedere numerosi Aquilastori neri, Avvoltoi neri e Avvoltoi tacchino roteare alti nel cielo, e ai bordi della strada ogni paletto ospita il suo Re dei tiranni tropicale (un Tirannydae, i cosiddetti pigliamosche del nuovo mondo), mentre gruppetti di Gracule dei Caraibi volano chiassosamente alla ricerca di cibo. Esploreremo la splendida foresta subtropicale che circonda Colonia Tovar alla ricerca di due endemismi molto localizzati, il Codaspino golanera e il Tapaculo di Caracas; saranno queste due specie le prime della (si spera) lunga serie di endemismi delle tipiche famiglie sudamericane, in questo caso, rispettivamente, Rhinocryptidae e Furnariidae. Nei sentieri della foresta potremo vedere molte altre specie, incluse diverse specie di "tanagre" un altro gruppo di Passeriformi tipici dei Neotropici (ma qualche specie vive anche in Nordamerica): Tanagra berillo, Tanagra testanera, Tanagra di macchia comune e la splendida Tanagra montana alizazzurre. E non mancheranno i primi colibrì, come Silfide codalunga, Sciabolatore lapislazzuli, la rarissima Silvistella codarossiccia, Guanceviola scintillante, Guanceviola verde, Brillante fronteviola. Una delle specie che cercheremo più assiduamente è lo splendido Quetzal codabianca, l'unica specie di trogone presente sulla Cordigliera della costa: nonostante la spettacolare colorazione, non sarà facile vederlo, immobile come sta nella vegetazione folta. Anche se una specie non particolarmente rara, il Testafelpata sarà una bella osservazione: fino a poco tempo fa questo uccelletto aveva una famiglia tutta per sè, ma oggi è assimilato alle tanagre; il ciuffo di peli rigidi che ha sul capo è forse un'adattamento alle sue abitudini alimentari, e cioè quelle di ficcare la testa tra le acuminate frasche di bambù alla ricerca delle sue prede; la "felpa" agirebbe da protezione. Con fortuna potremo vedere qualche Bradipo tridattilo golabruna abbarbicato agli alberi della foresta. Pernotteremo in un grazioso hotel alla periferia di Colonia Tovar, i cui giardini ci forniranno eccellenti opportunità di birdwatching domattina, prima di partire.

3° giorno) qualora avessimo mancato qualcuna delle specie più importanti di Colonia Tovar, torneremo nella foresta alla loro ricerca, o potremo fare un poco di facile birdwatching nei giardini dell'hotel, dove, ai bird-feeder accorrono colibrì e altre specie di uccelli. Ci trasferiremo poi a Maracay, la base di partenza per le escursioni all'Henri Pittier National Park. Pernotteremo tre notti a Maracay e inizieremo già oggi l'esplorazione di questo fantastico parco.
 

I colibrì sono una gioia del birdwatching neotropicale; diffusi in ogni habitat, da quelli planiziali alle foreste andine fino alla steppa del paramo, con un pò di fortuna, potremmo vederne più di trenta specie, inclusa la bellissima Silfide codalunga illustrata nella foto (© Joseph C. Boone, CC BY-SA 3.0)




Il Testafelpata è un piccolo uccelletto affine alle tanagre; il cuscinetto di peli rigidi che gli adorna il capo sembra essere una protezione dalle frasche appuntite del bambù dove l'uccelletto ficca la testa alla ricerca di cibo (© Ben Tavener, CC BY 2.0)




Le tanagre sono specie tipicamente neotropicali (a parte le pochissime specie che vivono anche in Nordamerica). La maggior parte di esse è coloratissima e molte specie sono ben disposte a farsi ammirare (frequentano spesso le tavolate di frutta che molti lodge gli preparano); tra tanagre vere e proprie e i loro parenti stretti (mieleri, dacnis, eufonie e clorofonie), potremmo fare un bottino di 50 specie! Quella illustrata nella foto è una delle più venuste: Tanagra montana aliazzurre (© Don Faulkner, CC BY 2.0)
4° e 5° giorno) il Parco Nazionale Henri Pittier si estende nella Cordigliera della Costa, l’estremità orientale della Cordigliera di Merida. La vegetazione del parco è disposta su diversi livelli: a bassa quota la foresta pluviale tropicale, sostituita ad altitudini più elevate dalla foresta nebulosa. La flora di entrambe le selve è stupenda e le coloratissime infiorescenze degli alberi di Erytrina, introdotta in Venezuela per fornire un po’ d’ombra alle piantagioni di caffè, sono una vera manna per i colibrì, che svolazzano frenetici da un calice all'altro: uno dei più belli in assoluto è lo Smeraldo codablu, ma ce ne sono decine di specie. Entro i confini del parco, che si estende fino alla costa caraibica, sono state registrate 500 specie di uccelli (inclusi dieci endemismi) ed è molto facile vederne più di cento in un giorno solo. La foresta nebulosa ci riserverà le emozioni più grandi: il birdwatching in foresta è sempre difficile, a volte sembra che i mille canti dalla volta degli alberi siano emessi da fantasmi; ma repentinamente arrivano i cosiddetti "feeding flocks", stormi che si muovono da un albero all'altro alla ricerca di cibo; ebbene, questi stormi possono contenere fino a trenta specie diverse. Gran parte del birdwatching verrà effettuato intorno alla Stazione Biologica di Rancho Grande, dove il personale ha disposto dispenser di acqua zuccherata per i colibrì e ha imbandito tavole di frutta per lo stuolo di pappagalli, tucani, aracari, tanagre e varia consorteria che ad esse si assiepano per pranzo e cena. Vedremo Piumaroli culbianchi, Smeraldi codaverde e Zaffiri codadorata (tre colibrì), Colibrì gropparamata, Colibrì cuneati, Tucanetti beccosolcato, Picchi capirosso, Oropendole dorsorossiccio, Mieleri verdi, Tanagre testabaia, Tanagre grigiazzurre, Tanagre delle palme, Tanagre guancerossicce, Tanagre alibianche, Tanagre marezzate, Tanagre capoblu. Sulla volta della foresta volano starnazzando stormi di pappagalli: Parrocchetti frontescarlatta, Pappagallini groppaverde, Pappagallini codalilla, Parrocchetti guancerosse. Tutt'altro paio di maniche sarà vedere quello stuolo di tipici uccelli sudamericani, dalle abitudini ritirate e i colori scialbi che frequentano i diversi strati della foresta: pitte formicarie, scriccioli formicari e averle formicarie che si nascondono nell'impenetrabile pavimento della foresta, o spigolafoglie e rampicatori che scorrazzano su tronchi e fogliame degli alberi, lassù in alto. Tra le nostre prede più ambite, le specialità dell'Henri Pittier sono: Averla formicaria striebianche, Averla formicaria dorsonero, Averla formicaria barrata, Pitta formicaria pettosquamato, Scricciolo formicario alirossicce, Tordo formicario faccianera, Tordo formicario squamato, Spigolafoglie gocciolato, Spigolafoglie montano, Codaspino crestato. La nostra esperta guida locale (su cui contiamo molto per vedere tutti gli uccelli più discreti e difficili del parco), ci accompagnerà ad un lek di Manachini lanceolati, che ci intratterranno con il loro display nuziale: come altre specie di manachini, i maschi cantano a squarciagola e schizzano in aria, tentando di impressionare le femmine che li stanno a guardare. Tra le altre specie degne di nota del parco, ricordiamo la Quaglia boschereccia del Venezuela, l'incontro con la quale richiede persistenza, pazienza e, soprattutto, una colossale botta di fortuna, l'Airone tigrato fasciato, il Chachalaca culorossiccio, il Guan codafasciata, la Tortora quaglia lineata, il Gufo bianconero, il Succiacapre rossiccio, il Fruttaio pettodorato e il Fruttaio magnifico (due cotinghe, la famiglia endemica dei Neotropici che annovera specie favolose come i campanari, gli uccelli parasole e i galletti di roccia), il Picchiolo squamato, il Picchio lineato, il Piumino golarossiccia, il Piumino dai mustacchi (gli ultimi due appartenenti alla famiglia dei Bucconidae, endemica dei Neotropici e imparentata con tucani e jacamari). Gli amanti dei rapaci non avranno, come sempre nel folto della foresta, grandi soddisfazioni, ma la visione della bellissima Poiana bianca potrebbe consolarli un poco. I mammiferi sono come sempre difficili da vedere e, anche se il parco ospita specie favolose come il Giaguaro, il Puma, lo Speoto (un Canide affine alle volpi) e il Tapiro del Sudamerica, molto probabilmente riusciremo a vedere (e soprattutto a sentire) la Scimmia urlatrice rossa, insieme, forse, all'Atele facciabianca (una delle cosiddette "scimmie ragno). Con un pò di fortuna potremmo concludere il nostro soggiorno nel parco con una lista di più di duecento specie, incluse una decina di endemismi venezuelani.

Anche tucani, tucanetti e aracari sono un emblema di Centro e Sudamerica. All'Henri Pittier National Park il Tucanetto scanalato è abbastanza comune (© Cristóbal Alvarado Minic, CC BY 2.0)




Le specie della famiglia Bucconidae, endemica dei Neotropici, sono conosciuti con il nome di puffbirds (piumini), a causa del piumaggio soffice e della coda corta, caratteri che li fanno assomigliare ad un puff. Quello illustrato nella foto è un Piumino dai mustacchi (© Ron Knight, CC BY 2.0)




Vedremo uno stuolo di uccelletti conosciuti con vari nomi legati alle formiche: virei formicari, pitte formicarie, averle formicarie, scriccioli formicari, tordi formicari. Il nome gli deriva, naturalmente, dalle preferenze alimentari. Appartengono a due famiglie, Formicariidae e Thamnophilidae, entrambe endemiche dei Neotropici. Quasi tutte le specie sono caratterizzate da uno spiccato dimorfismo, dove il maschio è per solito barrato e la femmina tinta unita. Quella illustrata nella foto è un'Averla formicaria barrata, che vedremo in quasi tutte le tappe del viaggio (© Wagner Machado Carlos Lemes, CC BY 2.0)




Questo Fruttaio pettodorato è una delle straordinarie cotinghe che vivono in Venezuela; è sicuramente la meno strana, se si pensa ai suoi parenti prossimi: galletti di roccia, campanari, ombrellai e quella creatura extraterrestre che è il Cappuccino (© Fernando Flores, CC BY-SA 2.0)
6° giorno) dopo un ulteriore sessione di birdwatching pre-colazione, ci trasferiremo oggi alla città di Tucacas, dove pernotteremo due notti. La cittadina sarà la base delle nostre esplorazioni al Morrocoy National Park, che cominceremo a visitare già a partire da oggi pomeriggio. Ma prima abbiamo un appuntamento con una delle specie più difficili del Venezuela, il Rallo fianchiuniformi, un piccolo uccello acquatico che se ne sta perennemente infrattato nella vegetazione acquatica. Cercheremo questa creatura in un'area di mangrovie lungo la strada verso Tucacas. Fortunatamente l'attesa del rallo potrà essere riempita con l'osservazione di altre decine di specie.

7° giorno) il Parco Nazionale di Morrocoy copre un'area complessiva di 32.090 ettari e si estende sia sulla  terraferma che nelle aree acquatiche del Mar dei Caraibi del Golfo Triste; comprende anche diverse isole ed atolli corallini e "cayos" del Mar dei Caraibi. Sulle lagune costiere, paludi salmastre e mangrovie, potremo finalmente fare un pò di birdwatching facile, dedicandoci agli uccelli acquatici, di cui vedremo diverse decine di specie: Fregate magnifiche, Sule fosche, Pellicani bruni, spettacolari voli di Ibis scarlatti, Fenicotteri americani, Cormorani neotropicali, Tarabusini dorsostriato, Limpkin (un incrocio tra una gru, un rallo e un limicolo che gli è valso una famiglia tutta per lui, gli Aramidae), Aironi striati, Aironi tricolori, Aironi bianchi maggiori, Garzette nivee, Garzette rossastre, Aironi guardabuoi, Pavoncelle del Sudamerica, Totani zampegialle maggiori e minori, Gambecchi americani, elegantissimi Cavalieri collonero (la controparte americana del nostro Cavaliere d'Italia), Gabbiani sghignazzanti, Martin pescatori neotropicali. Le aree interne del parco sono caratterizzate da foresta tropicale secca, con una vegetazione molto varia, composta da sempreverdi e non, oltre a piante che si adattano a terreni fortemente salini, come i cactus. Anche la terraferma offre straordinarie opportunità di birdwatching e potremo vedere, con relativa facilità (l'ambiente aperto e la vegetazione rada ci agevolerà) molte specie, tra cui: Cuculo striato, Piccione occhinudi, Pappagallo spallegialle, Mimo tropicale, Merlo pettorosso, Ghiandaia pettonero, Tanagra glauca, Cardinale vermiglio. In cielo, tra i numerosissimi Avvoltoi neri e Avvoltoi tacchino potrebbe comparire lo splendido Avvoltoio re, insieme ad altri rapaci quali l'Avvoltoio testagialla minore, il Caracara crestato, il Nibbio chioccioliere, il Nibbio perlato e il Gheppio americano.

8° giorno) prima di iniziare la nostra ascensione verso le Ande, effettueremo un'escursione in un'area di foresta vicino a Tucacas, dove il nostro target principale sarà lo strano Kaimichi cornuto, una delle sole tre specie di Anhimidae, una famiglia, endemica del Sudamerica, a metà strada tra i tinami sudamericani e le anatre. La volta della foresta di Cerro La Mision è un arcobaleno di pappagalli: splendide Are rossoverde, Are frontecastana e Pappagalli frontegialla volano frenetici in formazioni compatte. Avremo l'opportunità di vedere il Trupiale del Venezuela, l'uccello simbolo della nazione: i trupiali appartengono alla famiglia degli Itteridi, i cosiddetti "merli del Nuovo Mondo". Tra le altre specie di Cerro La Mision ricordiamo: Poiana di Harris, Poiana grigia, Ani beccosolcato (gli ani, tre specie in tutto al mondo, e tutte americane, sono simili ai cuculi), Colibrì camoscio, Tortora squamata, Tortorina rossiccia, Rampicatore beccodritto, Codaspino pettochiaro, Averla formicaria crestanera, Erbero faccianera, Beccaio cenerino, Titira capinera. Raggiungeremo poi Sanare, dove pernotteremo due notti, fermandoci ad ogni occasione buona per vedere qualche nuova specie di uccelli.


il Limpkin è un incrocio tra una gru, un rallo e un limicolo; non sapendo bene dove collocarlo, i tassonomisti hanno creato una famiglia tutta per lui, gli Aramidae. Vedremo questo uccello nelle aree di pianura del bacino del Maracaibo e negli llanos (© Dick Daniels, CC BY-SA 3.0)




Due dei target principali del tour saranno i kaimichi, uccelli affini alle anatre. Il Venezuela ospita due delle sole tre specie mondiali (tutte sudamericane) di questa famiglia, gli Anhimidae. Quello illustrato nella foto è il Kaimichi cornuto, più facile a vedersi del ben più raro Kaimichi settentrionale (© Bill Bouton, CC BY-SA 2.0)




Il Trupiale è l'uccello simbolo del Venezuela. Appartiene alla famiglia degli Icteridae, i merli del nuovo mondo (© Jason Sturner, CC BY 2.0)




I rampicatori hanno abitudini simili ai picchi; li cercheremo infatti lungo i tronchi dove si arrampicano alla ricerca degli insetti che, come i picchi, cercano sotto la corteccia. Quasi tutte le specie (in Venezuela ce ne sono una ventina e noi dovremmo riuscire a vederne più o meno la metà) sono caratterizzate da becchi lunghi e ricurvi, ma il Rampicatore beccodritto è una chiara eccezione, come ben si vede nella foto (© Dominic Sherony, CC BY-SA 2.0)
9° giorno) Sanare è la base ottimale per esplorare lo Yacambù National Park e le aree più aride che cingono la cittadina a nord. Molte delle specie di questi contrafforti andini vivono anche nella Cordigliera della Costa, ma molte altre, quelle alla cui ricerca ci dedicheremo con attenzione, raggiungono qui il limite settentrionale del loro areale e alcune di esse sono endemiche di questa regione, prima fra tutte il Passero di Tocuyo che, pur essendo presente anche in una ristretta area del nord-est della Colombia, è più comune in questo parco. Yacambù presenta una grande biodiversità, sia di flora che di fauna e questo soprattutto per il suo elevato gradiente altitudinale e per la convergenza di tre ecosistemi: quello andino, quello delle alture costiere e quello delle pianure dell'interno; sono più di 250 le specie di uccelli registrate nel parco e le osservazioni saranno numerose e suggestive. Oltre al Passero di Tocuyo, saranno ricercati speciali: l'impressionante Hocco dall'elmo, uno dei Cracidi più minacciati degli interi Neotropici, la spettacolare Tanagra rosea, il localizzatissimo ed endemico Rallo fianchiruggine (che cercheremo in una zona umida chiamata El Blanquito). Tra le altre numerose specie che potremo vedere entro i confini del parco e nelle aree più desertiche che lo circondano, ricordiamo: Svasso minuto, Guan codafasciata, Ciacialaca culorossiccio, Folaga dei Caraibi, Poiana groppabianca, Poiana alilarghe, Piccione rossiccio, lo squisito Trogone mascherato, Rondone pigmeo (endemico del bacino del lago Maracaibo), Formicario codalunga, Pitta formicaria pettoruggine, Tirannetto beccosottile, Codaspino pettostriato, insieme, naturalmente, ad una pletora di altri piccoli passerotti.

10° giorno) dopo un'altra escursione nelle aree intorno al nostro albergo (di per stesso interessante in virtù dei suoi verdeggianti giardini), inizieremo la nostra avventura sulle Ande vere e proprie, di cui esploreremo ogni ambiente, dalle foreste subtropicali a quelle temperate, fino a raggiungere il paramo d'altura, le praterie spazzate dal vento che ospitano sì pochi uccelli, peraltro tutti di estremo interesse, ma che sono di una bellezza paesaggistica mozzafiato. Durante il percorso incontreremo diversi habitat, e anche quelli meno naturali ci regaleranno osservazioni interessanti, come le coltivazioni di cacao sugli alberi delle quali potremo vedere multicolori Tucani becconero e Tucani scanalati (della locale sottispecie "golalimone" probabilmente già specie buona) indaffarati a mangiare bacche e germogli; Poiane delle strade stanno immobili sulla chioma delle palme in attesa della preda mentre stormi di Rondoni groppagrigia sfrecciano nel cielo. Ma è sulle chiazze di foresta che vedremo le specie più interessanti: Parrocchetto mentoarancio, Colibrì codarossiccia, Pigliamosche striato, Beccaio cannella, Tanagra dorsocremisi, Tordo becconero, tanto per citarne solo alcune. Arriveremo verso sera a La Azulita, dove pernotteremo tre notti. I giardini del nostro lodge, Estancia la Bravera, forniranno splendide opportunità di birdwatching nelle nostre sessioni pre-colazione e serali.

11° e 12° giorno)
in questi due giorni visiteremo due ambienti completamente diversi tra di loro, le foreste subtropicali che si estendono sul versante occidentale delle Ande e il lago Maracaibo, un enorme bacino salmastro collegato al Mar dei Caraibi da uno stretto canale. Le splendide foreste andine saranno il teatro di uno spettacolare birdwatching; alcune delle specie tipiche delle foreste andine sono qui abbastanza comuni e avremo ottime chance di vedere uccelli splendidi come il Quetzal crestato, il Tucanetto andino, il Manachino alidorate, il Parrocchetto testarosa (endemico del Venezuela), il Fruttaio pettodorato. Vedremo anche numerose specie di colibrì volare di fiore in fiore come grandi calabroni ronzanti: Colibrì cuneato, Colibrì dalle racchette, Silfide codalunga. Vedremo probabilmente due rapaci interessanti come il delizioso Nibbio coda di rondine e il Nibbio uncinato e anche qui, nella vegetazione della foresta o nelle aree di prateria e cespugli, potremo vedere un nugolo di uccelletti tipicamente neotropicali, di cui ricordiamo i più rari e graziosi: Codaspino di Azara, Tirannetto del Venezuela, Tapaculo delle Ande, Pitta formichiera testardesia, Tanagra gazza, Tanagra estiva, Tanagra colloblu, Eufonia groppadorata, Emispingo capogrigio (queste due ultime specie sono bestiole affini alle tanagre). L'escursione al lago Maracaibo sarà una piacevole diversione dal birdwatching in foresta: effettueremo una gita in battello nelle acque del Cienagas de Catatumbo National Park e gli uccelli acquatici che vedremo saranno un degnissimo prologo ai nostri giorni nei llanos. Il target principale della gita è il Kaimichi settentrionale, la più rara delle due specie di Anhimidae venezuelane e, una volta "crocettato" l'animale, potremo dedicarci all'osservazione delle specie più facili: Aninga americana, Airone pileato, Airone cocoi, Ibis faccianuda, Dendrocigna faccianera, Pollo sultano americano, Jacana caruncolata. Splendidi Martin pescatore amazzonici e Martin pescatore verdi posati immobili sui rami fanno da contrappunto colorato a graziosi Aracari dal collare e a chiassosi Donacobi (questo uccelletto è di incerta affinità, ma sembra vicino alle nostre locustelle; gli ornitologi lo hanno collocato in una famiglia tutta per lui). Come in tutte le zone umide, ricche di proteine animali, i rapaci volano a frotte e non dovremmo avere problemi a vedere nuove specie, come l'Avvoltoio testagialla minore, il Nibbio beccosottile, la Poiana dal collare, il "nostro", ma cosmopolita, Falco pescatore.

13° giorno) prima di colazione ci soffermeremo ancora nei giardini del nostro lodge, dove i bird-feeder e i dispenser di acqua zuccherata, attirano molti uccelletti, soprattutto colibrì. Il volo dei colibrì è uno spettacolo di per sè: le ali invisibili ruotano a velocità supersonica e gli animaletti sembrano sospesi in aria; hanno piumaggi iridescenti e nomi evocativi: Eliangelo golarancio, Coronetto codacamoscio, Inca dal collare; con un pò di fortuna alla fine del nostro viaggio potremmo aver visto più di trenta specie di questa spettacolare famiglia di uccelli. Dopo colazione partiremo alla volta di Merida, fermandoci ad ogni occasione buona per vedere qualche nuova specie. Pernotteremo due notti a Merida.

14° giorno) esploreremo oggi due ambienti naturali molto diversi tra loro: la foresta d’altitudine del Parco Nazionale della Sierra Nevada e la pianura del paramo del Pico Humboldt. Il colpo d’occhio della foresta nebulosa è spettacolare, e anche il paramo, pur se uniforme, ospita animali e vegetazione interessanti. Quando entreremo nel verde cupo della foresta dovremo fare un poco di attenzione per localizzare gli animali che si muovono in essa; la foresta tropicale, come abbiamo già detto, pur essendo uno degli habitat più ricchi di vita, è uno degli ambienti più difficili per il birdwatching. Ma ciò che potremo vedere ripagherà la fatica fatta: Tucanetto andino, Parrocchetto testarosa, Picchio mantocremisi, Rampicatore bandenere, Ghiandaia collare nero, Fruttaio barrato, Fruttaio verdenero, Cotinga crestarossa. Anche in questa foresta gli stormi misti possono includere decine di specie: tanagre, averle formicarie, tiranni, colibrì, corritronchi, fringuelli, cacicchi, bucafiori. Nelle pianure d’alta quota è ovviamente più facile localizzare gli uccelli, che svolazzano e corrono da un arbusto all'altro: Scriccioli del paramo, Fringuelli del sierra plumbei, Cinclodi alibarrate, Pispole del paramo, Codaspino-cincie delle Ande, Canestrai dorsostriato, Lucarini delle Ande.

15° giorno) ci trasferiremo oggi a Santo Domingo, facendo una deviazione per esplorare un'altra area di paramo che si estende ai piedi del Pico Aguila. Raggiungeremo i 4000 metri di altitudine e faremo birdwatching in uno scenario incantato. Potremo vedere in cielo la possente Aquila poiana pettonero e cercheremo qui lo spettacolare Barbacresta, uno dei biù bizzarri colibrì dell'intero Sudamerica; non sarà facile aggiungere questa deliziosa creatura alla nostra lista, anche perché al di fuori della stagione delle piogge la maggior parte degli individui abbandona questa regione. Pernotteremo a Santo Domingo tre notti.

16° e 17° giorno) dedicheremo le due intere giornate all'esplorazione della Santo Domingo Valley, una delle aree più belle delle Ande venezuelane; la foresta subtropicale ricopre come un manto smeraldo i fianchi della montagna, interrotto dagli spruzzi colorati di splendide infiorescenze. Ed è proprio sugli alberi fioriti che concentreremo le nostre attenzioni alla ricerca degli stormi, anch'essi stupendamente colorati, che si tuffano su di essi per pilluccane il nettare, le foglie, i frutti. Vedremo specie favolose come il Quetzal testarancio, il Quetzal crestato, il Barbetto testarossa, il Tucanetto beccogiallo, il Pappagallino fronteblu, il Corvo beccafrutta golarossa (niente a che vedere con i corvi, questo uccello è una magnifica cotinga), la Tanagra guira, la Tanagra formicaria testarossa, la Tanagra montana lacrimosa, il Beccafiori mascherato, il Cacicco groppascarlatta (un altro "merlo del Nuovo Mondo"). Uno dei momenti più emozionanti di questi due giorni sarà la visita ad un arena nuziale del Galletto di roccia delle Ande, una delle cotinghe più belle dei Neotropici; arriveremo al lek prima dell'alba, quando già numerosi maschi sono assiepati e intenti alle loro cerimonie, alquanto elaborate: vedremo individui che si fronteggiano in cagnesco allargando le ali e guardandosi in faccia, facendo a gara a chi fa i salti più alti, a chi urla più forte, a chi allarga meglio le ali; vedremo pochissime femmine che passano di lì, in attesa di scegliere il maschio più macho. Lungo i torrenti della vallata vedremo la meravigliosa Anatra dei torrenti, una specie sempre molto riluttante a volare, ma dalle straordinarie capacità natatorie; sui massi che emergono dal torrente vedremo anche il Merlo acquaiolo capobianco e il Tirannetto dei torrenti. Esploreremo la laguna di Mucubaji, dove vedremo l'Alzavola marezzata e intorno alla quale cercheremo il Beccaccino delle Ande e il Tapaculo ocellato, una specialità locale. Tornando al birdwatching in foresta, ricordiamo che l'estremità venezuelana delle Ande ospita numerose specie il cui areale di diffusione è centrato in Colombia e ci concentreremo quindi sulle specie più belle e rare: Eremita pettorossiccio, Eremita fuligginoso, Eliangelo del Merida, Golastella beccolungo (tutte specie di colibrì), Jacamar testachiara, Manachino codafili, Manachino alidorate, Manachino crestabianca, Codaspino cigliaocra, Scricciolo del paramo, Codirosso frontebianca, Beccafiori del Merida, Fringuello di macchia capocastano, Tiranno pigmeo crestasquamata e altre decine di specie interessanti.


Avremo poche chance di vedere il bizzarro e rarissimo Hocco dall'elmo, ma, qualora ci riuscissimo, il suo incontro sarebbe uno dei momenti memorabili del tour (© Greg Hume, CC BY-SA 3.0)




I trogoni sono tra le specie più ricercate dai birdwatcher; nonostante il loro piumaggio multicolore, è sempre molto difficile fare buone osservazioni. Quello illustrato nella foto, dai colori vagamente nazionali, è un trogone mascherato (© Vil.sandi, CC BY-ND 2.0)




Nonostante il tour si sviluppi per la maggior parte nelle foreste, avremo l'opportunità di vedere molte specie di rapaci (con un pò di fortuna anche una trentina di specie!). Il Nibbio coda di rondine è sicuramente l'Accipitride più grazioso (© Joe Nicholson, CC BY 3.0 US)




Un'altra tanagra: le grandi dimensioni (circa 30 centimetri), la lunga coda e la colorazione bianca e nera ricordano una specie consueta a noi italiani, tant'è che il nome di questo uccello è Tanagra gazza (© Ben Tavener, CC BY 2.0)




Le aree umide che visiteremo durante il tour, oltre a farci riposare un pò dal faticoso birdwatching di foresta, ci permetteranno di vedere decine di specie di uccelli acquatici uno più bello dell'altro; tra aironi, anatre e limicoli, questa Jacana caruncolata è al top della scala di bellezza (© Geoff Gallice, CC BY 2.0)




Uno degli uccelletti più graziosi delle aree più elevate delle Ande, il Codaspino-cincia delle Ande (© Joel Rosenthal, CC BY 2.0)




Nonostante il termine quetzal venga assimilato al celebre uccello centramericano, ci sono in effetti altre quattro specie di quetzal, due delle quali dovremmo riuscire a vedere abbastanza agevolmente nella Santo Domingo Valley: il Quetzal testarancio e, illustrato nella foto, il magnifico Quetzal crestato (© Vil.sandi, CC BY-ND 2.0)




Lungo i torrenti della Santo Domingo Valley vedremo la meravigliosa Anatra dei torrenti, una specie sempre molto riluttante a volare, ma dalle straordinarie capacità natatorie (© Brian Ralphs, CC BY 2.0)
18° giorno) ci trasferiremo oggi a Hato El Cedral, nella regione centrale degli llanos venezuelani. Ci fermeremo numerose volte perchè, man mano che il paesaggio cambia, compaiono nuove specie di uccelli; abbandonate le foreste andine, incontreremo dapprima boscaglia sempre più rada fino ad arrivare nel mondo incantato della pianura allagata, punteggiata da palmeti e solcata da placidi fiumi, bordati da tratti di splendida foresta a galleria. Pernotteremo tre notti a Hato El Cedral.

19° e 20° giorno) i posti mitici per il birdwatching sono in genere le cosiddette "aree umide": il delta dell’Okavango in Botswana, il Pantanal in Brasile, il delta del Danubio in Europa. Quello straordinario mondo dai labili confini tra acqua ed aria che è la palude affascina i naturalisti, e in particolare i birdwatcher, che possono vedere (e fotografare) un grande numero di specie diverse concentrate in aree relativamente poco vaste. I llanos venezuelani non mancheranno di entusiasmare il naturalista. I llaneros, i cow-boys di queste sterminate paludi, governano il bestiame senza dimostrare la minima preoccupazione per le orde di Capibara che attraversano gli stagni (il carpincho, questo è il nome locale del Capibara, è il “topo” più grosso del mondo), né per i caimani che attendono pazientemente un momento di distrazione di qualche jacana o di qualche anatra. I llanos sono un paradiso per il birdwatcher, ma essi ospitano anche un gran numero di mammiferi: scimmie cappuccine, armadilli, formichieri, ocelot, puma, jaguarundi e persino il leggendario giaguaro. Accompagnati dalle esperte guide naturalistiche del ranch, effettueremo numerose escursioni a piedi, in jeep e in battello; durante l'escursione in barca, potremo vedere uno dei più rari delfini fluviali del mondo, il Delfino rosa dell'Orinoco, chiamato localmente Boto. Effettueremo anche un'escursione notturna alla ricerca di gufi e succiacapre. Per quanto riguarda gli uccelli, vale la pena ricordare che negli llanos, una delle migliori aree mondiali per il birdwatching, è possibile vedere 150 specie in un giorno, con quindici specie di aironi, sette di ibis, venti specie di rapaci e alcune specie rare e localizzate come l'Hoatzin, lo Svassorallo americano, il Tarabuso del sole, tutte le cinque specie di martin pescatori sudamericani, il Nittibio maggiore e l'endemico Pigliamosche barbabianca. Non c'è famiglia di uccelli che non sia ben rappresentata negli llanos, a partire dai rapaci (non ci si stupisce con tutto quel ben di dio di prede!), che hanno sempre una moltitudine di appassionati: Avvoltoio re, Nibbio codabianca, Nibbio perlato, Nibbio chioccioliere, Falco sghignazzante, Poiana graduata, Poiana zampelunghe, Poiana di savana, Poiana nera maggiore, Falco aplomado. Di aironi e consorteria citiamo: Aninga americana, Airone bianco maggiore, Airone guardabuoi, Garzetta nivea, Airone collobianco, Airone fischiatore, Becco a cucchiaio, Airone tigrato rossiccio, Airone agami, Airone zigzag (in virtù della sua rarità e furtività sarebbe l'airone del tour, o meglio il tarabuso del tour perchè è un tarabusino), Cicogna americana, Cicogna maguari, Spatola rosa, Ibis collocamoscio, Ibis bianco, Ibis verde. Ma una menzione particolare va al fantastico e colossale Jabirù, la cicogna più grande del mondo. Oche e antra non scherzano, con specie come l'Oca dell'Orinoco, l'Anatra dal pettine, l'Anatra muschiata, l'Anatra del Brasile, la Dendrocigna facciabianca, la Dendrocigna pancianera. Ci vorrà un pò di fortuna per vedere l'impressionante Hocco beccogiallo, una specie confinata al Venezuela e al nord-est della Colombia. Nei chiari e nella vegetazione ripariale potremo vedere altre specie di uccelli acquatici, come: Cormorano olivaceo, Pollo sultano americano, Jacana del Sudamerica, Pavoncella dorsonero, Totano zampegialle minore, Totano zampegialle maggiore, Cavaliere messicano, Piro piro solitario, Sterna beccogrosso, Occhione americano, Becco a forbice nero. Le escursioni serali potrebbero portare specie suggestive come il Gufo dagli occhiali, il Gufo striato, il Nittibio maggiore, il Nittibio comune, il Succiacapre nacunda. Avremo anche buone opportunità di vedere questi "notturni" ai loro posatoi diurni, che i ranger del ranch conoscono bene. Comunissimo nel ranch è l'Hoatzin, un uccello davvero peculiare, per diversi motivi; il suo apparato digestivo, ad esempio, è unico tra gli uccelli, per il fatto di  possedere, nella parte anteriore dell'esofago, un grosso gozzo utilizzato per una sorta di fermentazione batterica del cibo (proprio per questo l'animale ha un odore particolarmente sgradevole, tanto da essere conosciuto anche come "uccello fetente", e non è quasi mai cacciato per essere mangiato, né dagli animali né dagli uomini); i pulcini, poi, dispongono di una coppia di dita artigliate sul margine delle ali che permettono loro di arrampicarsi sui rami e anche questa caratteristica è unica fra gli uccelli attuali e ricorda l'Archaeopteryx e i dinosauri piumati ritrovati in Cina. Tra le altre numerosissime specie che potremo vedere ricordiamo: Ara macao, Cuculo nano, Picchio verdeoro, Codaspino golagialla, Pigliamosche vermiglio, Pigliamosche codaforcuta, Merlo pettorosso, Fringuello zafferano, Cardinale capirosso, Tanagra monaca. Tra i mammiferi potremmo vedere il Procione cancrivoro, il Cervo codabianca, la Volpe cancrivora. Negli stagni più grandi potremo vedere il Caimano dagli occhiali e, con un pò di fortuna, potremmo incontrare l'immenso Anaconda.

21° giorno) partiremo di prima mattina alla volta di Caracas, dove ci imbarcheremo sul volo notturno per Milano, via Madrid.

22° giorno) arrivo a Madrid e prosecuzione per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio.


L'Hoatzin, molto comune a Hato El Cedral, è un uccello davvero peculiare, per diversi motivi, uno dei quali è la presenza nel suo apparato digestivo di un grosso gozzo utilizzato per una sorta di fermentazione batterica: proprio per questo l'animale ha un odore particolarmente sgradevole, tanto da essere conosciuto anche come "uccello fetente" (© Kate, CC BY-SA 2.0)




Le capacità mimetiche dei potoo (appartenenti alla famiglia dei Nyctibiidae, endemica dei Neotropici, e simili ai succiacapre) sono eccezionali. Appollaiati sul loro posatoio diurno, ne rappresentano l'estensione e il loro piumaggio, colore, chiazze e vermicolazioni, è un tutt'uno con la corteccia dell'albero. I ranger di Hato El Cedral ci porteranno al posatoio diurno del Nittibio maggiore e del Nittibio comune, quest'ultimo illustrato nella foto (© The Lilac Breasted Roller, CC BY 2.0)




Lo Jabirù è la più grossa cicogna del mondo; il suo nome deriva dalla lingua tupi-guaranì e significa "collo gonfio". La fotografia è in tal senso esplicativa. Vedremo numerosi Jabirù sia al pascolo sugli llanos che sugli alberi dove costruiscono il nido (© Tambako The Jaguar, CC BY-ND 2.0)




Quando il Tarabuso del sole si sente minacciato allarga le ali che dimostrano due grandi "occhi" rossi; l'intento dell'uccello è quello di spaventare l'aggressore. Il Tarabuso del sole sarà uno dei target principali a Hato El Cedral (© Tony Hisgett, CC BY 2.0)




Stagni e lanche fluviali dei llanos pullulano di anatre; la graziosa Anatra del Brasile è una delle specie più comuni (© Dario Sanches, CC BY-SA 2.0)




Questo grazioso uccelletto, il Donacobio, è di incerta affinità, ma sembra molto vicino, filogeneticamente, alle nostre locustelle; gli ornitologi lo hanno comunque collocato in una famiglia tutta per lui (© Dario Sanches, CC BY-SA 2.0)


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