Patagonia & Cascate dell'Iguazú | |||||||
birdwatching alla fine del mondo | |||||||
5 - 19 novembre 2016
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Vedremo tre specie di "bernacce", le oche del genere Chloephaga, endemico del Sudamerica e tipico delle aree più fredde ed impervie del continente. Quella illustrata nella foto è un'Oca di Magellano (© Fotolia - Eduardo Mariano Rivero 2012)
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Trinidad & Tobago | Venezuela. Tepui & Orinoco | Ecuador | Patagonia & Tierra del Fuego | ||
Venezuela. Ande & Llanos | Galapagos | Brasile | Cile |
Itinerario dettagliato | ||
1° giorno) volo Milano/Roma - Buenos Aires, via Madrid. 2° giorno) arrivo a Buenos Aires e coincidenza con il volo per Ushuaia, dove pernotteremo tre notti. Ushuaia è la capitale della provincia argentina di Tierra del Fuego: situata a 55° gradi di latitudine sud, è la città più meridionale del mondo. La Terra del Fuoco deve il suo nome a Ferdinando Magellano, che la scoprì nel 1520; navigando vicino alla costa, Magellano vide i molti fuochi accesi dai locali indios, gli Yaghan, e cambiò il nome originario di quella regione, chiamata allora “terra del fumo”, in Tierra del Fuego. I paesaggi fuegini sono di una bellezza assoluta, tempestati come sono di ghiacciai, vette innevate, foreste di betulle nane, laghi cristallini, torbiere e coste marine rocciose, incise in fiordi e baie. Inizieremo già oggi, in serata, la visita al Parco Nazionale della Terra del Fuoco, che si estende intorno alla città di Ushuaia. 3° giorno) le pianure spazzate dal vento che arrivano a ridosso di Ushuaia sono punteggiate da uccelli e il lago Roco ospita alcune specie acquatiche di grande interesse. Potremo vedere branchetti di Tinami di Patagonia (uccelli affini alle nostre pernici) che scorrazzano nella steppa patagonica, e splendide Oche testarossiccia che brucano sulle torbiere (questa specie, a volte chiamata in italiano “bernaccia”, appartiene al genere Chloephaga, endemico del Sudamerica e tipico delle aree più fredde ed impervie del continente). Sugli specchi d’acqua vedremo splendide specie come l’Anatra beccogiallo, il Fischione del Cile, l’Anatra crestata (che assomiglia un po’ alla nostra Anatra marmorizzata). In cielo volano rapaci come l’Avvoltoio tacchino, il Caracara meridionale e il Caracara chimango. Lungo la costa potremo vedere limicoli e uccelli marini, tra cui ricordiamo: Cormorano imperiale, Cormorano di Magellano, Beccaccia di mare nerastra, Pavoncella meridionale, Stercorario del Cile, Gabbiano dei delfini, Gabbiano del kelp, Gabbiano monaco, Sterna del Sudamerica, Corriere pettorossiccio, Piro piro dorsobianco. Il Parco Nazionale della Terra del Fuoco è un mosaico di paesaggi spettacolari: laghi e torrenti, ghiacciai e praterie e, soprattutto, foreste di betulle (tre specie del genere Nothofagus, conosciute localmente con i nomi di ñire, lenga e coihue). Su questi alberi cercheremo lo splendido Picchio di Magellano, il più grande dei picchi sudamericani. Potremo vedere anche numerose altre specie, come il Parrocchetto australe (uno dei pochi pappagalli dell'estermo meridionale del Sudamerica), il Cinclode panciascura, il Corritronchi panciabianca, il Tordo australe, il Merlo australe, l’Elenia crestabianca, il Diucon, il Rayadito codaspinosa, il Lucarino mentonero, il Fringuello di sierra di Patagonia, il Fringuello giallo di Patagonia, il Passero collorossiccio. Se avremo fortuna potremo vedere il bellissimo Allocco zamperossicce su uno dei suoi posatoi diurni. Il parco ospita anche venti specie di mammiferi; forse potremo vedere qualche piccola mandria di Guanachi (uno dei quattro Camelidi sudamericani e uno dei due autenticamente selvatici: l'altra specie è la Vigogna, mentre Alpaca e Lama sono forme domesticate). 4° giorno) dedicheremo l’intera mattinata al birdwatching nelle aree intorno ad Ushuaia, specificamente ad un’escursione sul ghiacciaio Martial, il migliore posto dell’area dove osservare il Tinocoro panciabianca (i Tinocoridi sono strani uccelli a metà strada tra i piccioni e le pernici) e Fringuello redini gialle, e all’immondezzaio (sic!) della città, ottimo sito per ammirare il Caracara golabianca. Nel pomeriggio effettueremo una gita in battello nel Canale di Beagle, uno stretto che separa l'Isola Grande della Terra del Fuoco a nord dalle piccole isole a sud. Il canale deve il suo nome al celebre vascello su cui Darwin visitò questa regione. In queste fredde acque potremo osservare da vicino migliaia di uccelli marini di diverse specie: il Pinguino di Magellano, l’Albatros sopraccigli neri, l'Ossifraga del Sud, il Petrello del Capo, il Fulmaro antartico, il Petrello tuffatore di Magellano, la Berta grigia, la Beccaccia di mare di Magellano, l'Anatra vaporiera di Magellano, uno strano incrocio tra un’oca ed un’anatra (il suo nome si riferisce al fatto che l’animale, incapace di volare, si muove sull’acqua pattinando con le ali ridotte a moncherini sollevando una nuvola di goccioline che assomiglia ad uno sbuffo di vapore) e l’Anatra vaporiera volatrice (l’unica di questo gruppo in grado di volare). Sulle rocce che frastagliano le sponde del canale stazionano anche grandi colonie di Otarie del Sudamerica, nelle quali gli statuari e criniti maschi controllano con attenzione il loro harem di femmine, più piccole e “glabre”. 5° giorno) volo Ushuaia - Rio Gallegos e successivo trasferimento via terra a El Calafate, dove pernotteremo quattro notti. El Calafate è situata alla base delle Ande meridionali, sulla sponda orientale del lago Argentino. Il lago si trova all'interno del Parco Nazionale Los Glaciares, un Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, in un paesaggio ricco di ghiacciai tra i quali il celebre Perito Moreno. I paesaggi di quest'area sono di una bellezza mozzafiato e, insieme alla spettacolare avifauna della regione, faranno dei giorni a Calafate uno dei pezzi forti del tour. 6°/8° giorno) indubbiamente uno dei più bei scenari naturali dell’emisfero occidentale è quello delle Ande meridionali: grandi laghi alimentati da splendidi ghiacciai che rispecchiano maestose montagne innevate, foreste ricche di bellissimi alberi come il Pino araucaria (pehuen), la cui splendida chioma ricorda una pagoda, o come il Cipresso della cordigliera. Uno dei momenti più emozionanti del tour, dal punto di vista estetico-naturalistico, sarà la visita al celebre ghiacciaio Perito Moreno, un fronte di ghiaccio che si estende per 250 km² e per 30 chilometri in lunghezza; forse potremo assistere allo spettacolo dei grandi pezzi di ghiaccio che di tanto in tanto si staccano dal ghiacciaio precipitando in acqua. La Patagonia, la terra che affascinò Darwin, è rimasta inesplorata fino all’inizio del nostro secolo ed è ancora oggi una delle più desolate e spopolate terre del pianeta. Ma questo non fa che aumentarne il fascino. A causa dei venti che spazzano la steppa, la vegetazione è costituita principalmente da arbusti, tra cui il calafate: la tradizione popolare dice che i suoi dolci frutti purpurei, se mangiati, faranno ritornare il turista in Patagonia. La vita animale è ricchissima, anche se sparsa in un ambiente vastissimo; anche qui vedremo grandi branchi di Guanachi, l'animale simbolo della Patagonia. La sua pelle veniva usata dagli indios per farne pesanti scarpe; tali calzature lasciavano grandi impronte sul terreno ed il termine patagon (grande piede) diede il nome alla regione. Una delle specie più importanti della regione è il Piviere di Magellano, un limicolo che assomiglia vagamente ad un Corriere piccolo, ma che è talmente differente da tutti gli altri trampolieri da essersi meritato una famiglia tutta per sè, i Pluvianellidae. Effettueremo un'escursione in un altro piccolo lago della regione, dove cercheremo un altro ospite illustre dell' area, lo Svasso monaco: questa specie, scoperta solo nel 1974, nidifica solo in presenza di una pianta acquatica chiamata vinagrilla, che ricopre la superficie di molte lagune patagoniche; con fortuna potremo vedere questo raro svasso insieme a due specie simili, meno rare: lo Svasso argentato e lo Svasso gigante. Non sono molte le specie di rapaci che frequentano quest'area ma non dovrebbe essere difficile vedere l'Aquila poiana pettonero, l'Albanella cenerina e soprattutto il mitico Condor delle Ande, che qui è ancora abbastanza comune. Tra le altre specie acquatiche che vedremo sul lago Argentino ricordiamo altre due "bernacce", l'Oca testagrigia e l'Oca di Magellano, il Gobbo della Giamaica (o meglio il Gobbo delle Ande perché le popolazioni locali sono considerate una specie buona), l'Anatra dagli occhiali, la Pavoncella del Sudamerica, l'Ibis faccianera. Tra le altre specie che vedremo nelle aree aperte e nelle foreste che bordano il lago Argentino ricordiamo il Picchio del Cile, la Rondine del Cile, il Tordo australe, il Merlo australe, il Mimo della Patagonia (un grazioso canterino noto con il nome di “menestrello delle steppe”); e poi una pletora di uccelletti appartenenti alle famiglie tipicamente neotropicali, come tiranni, elenie, rayadito, cinclodi, fornai ecc... ecc... Forse potremo ammirare anche qualche mammifero, come il Marà, o Lepre patagonica, dall’andatura saltellante che ricorda più un canguro che una lepre, l’Armadillo pigmeo, endemico della Patagonia, il grazioso Pudù, il più piccolo cervo del mondo. Ci vorrebbe una fortuna immensa per vedere uno dei carnivori di questa regione, che so una Volpe grigia del Sudamerica, un Culpeo (un'altra specie di volpe) o addirittura un Puma! 9° giorno) dopo un'ulteriore sessione mattutina di birdwatching, ci imbarcheremo sul volo per Trelew, da dove raggiungeremo via terra la cittadina di Puerto Madryn dove pernotteremo tre notti. La cittadina è alla base della Penisola di Valdes, una striscia di terra che si proietta nell'Oceano Atlantico per più di 100 km. Nei successivi due giorni faremo numerose escursioni nelle aree umide della penisola e nella steppa patagonica, ed effettueremo un'emozionante gita in battello, a "caccia" di balene e uccelli marini. 10° e 11° giorno) la Penisola di Valdes, un altro dei siti del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, è una delle più famose aree naturalistiche dell'intera Argentina, ricca com'è di colonie di uccelli marini e mammiferi. Lungo la costa vedremo colonie di impressionanti Elefanti marini e Leoni marini del Sudamerica; i maschi se ne stanno quasi sempre indolentemente stravaccati sulla spiaggia, ma a volte ingaggiano furiose lotte per il controllo del loro harem. Nelle colonie si aggira a volte qualche Chione niveo, un vero e proprio spazzino antartico che mangia ogni sorta di immondizia (è stato visto nutrisrsi di una tenia fuoriuscita dall’intestino di un pinguino!). E le non infrequenti carcasse di mammiferi attirano altri uccelli che non disdegnano la carne morta: massicce Ossifraghe del nord e simili Ossifraghe del sud, Stercorari del Cile, Gabbiani dei delfini. E potrebbe accadere di vedere quello che molti di noi hanno visto nei documentari che parlavano di questo posto: i piccoli di leoni marini e i pinguini che si tuffano nell'oceano sono a volte attaccati da affamate Orche che si spingono fin quasi a riva per catturare le loro prede. Vedremo numerose specie di uccelli, tra cui quattro specie di cormorani (Cormorano di Magellano, Cormorano di Bougainville, Marangone zamperosse e Cormorano dorsobianco), la Sterna sudamericana e migliaia di limicoli di molte specie: Piro piro dorsobianco, Beccacce di mare nerastre, Totani zampegialle maggiori e minori, Gambecchi di Baird, Pittime dell'Hudson. Nella steppa in prossimità della costa troveremo eleganti Martinette dal ciuffo e più grossi Nandù minori (gli struzzi del Sudamerica!), Poiane dorsorosso e Conuri della Patagonia, strani pappagallini che nidificano sulle scogliere del litorale atlantico. Anche qui incontreremo molti rappresentanti delle tipiche famiglie sudamericane, come i canasteros, o canestrai, (così chiamati perché confezionano grossi nidi di erba e frasche che sembrano davvero canestri) e gli horneros, o fornai, anch'essi nomati per i loro nidi di fango, che assomigliano ai vecchi forni; tra le diverse specie di Valdes ricordiamo: Canastero di Patagonia, Minatore comune, Fornaio rossiccio, Strisciaterra golasquamata, Codaspino cincia mantouniforme, Fringuello di sierra piangente, Tiranno cincia beccogiallo. Durante la gita in battello vedremo molte Balene franche australi, che migrano nelle acque intorno alla baia per partorire, e migliaia di uccelli marini, che spesso si avvicinano al battello permettendo eccezionali fotografie. 12° giorno) visiteremo oggi la celebre pinguinera di Punta Tombo, dove vivono e si riproducono più di un milione di Pinguini di Magellano. Ogni coppia di questi buffi uccelli in frac controlla da vicino l'entrata del loro nido-tana per scoraggiare gli stercorari e i gabbiani che avessero intenzioni alimentari nei confronti delle uova. Insieme al brulichio dei pinguini, già di per sè uno spettacolo, vedremo numerose altre specie di uccelli, prima fra tutte per importanza l'Anatra vaporiera testabianca, un'altra delle quattro specie di "pato a vapor", la più rara di tutte, endemica dele acque costiere della provincia del Chubut. Tra le altre specie di Punta Tombo ricordiamo la Beccaccia di mare americana, la Beccaccia di mare nerastra, lo Svasso argentato, l'Ibis facciabianca. Pernottamento a Trelew. 13° giorno) volo mattutino Trelew - Buenos Aires, dove pernotteremo. Arriveremo in tempo per un'escursione ad una interessante area della capitale argentina, la Costanera Sur Ecological Reserve, ricchissima di uccelli (ne sono state censite più di 200 specie). Il mosaico di ambienti, tipici delle zone umida, che va dalle lagune salmastre ai canneti, dalle distese di arbusti alle dune sabbiose, ospita specie favolose. Naturalmente ardeidi, anatre, ralli e limicoli saranno il nostro target principale: Cormorano neotropicale, Rallo piombato, Gallinella fianchimacchiati, Folaga alibianche, Folaga fronterossa, Jacana caruncolata, Pavoncella del Sudamerica, Cigno coscoroba, Gobbo testanera, Codone beccogiallo, Alzavola argentata, Alzavola beccogiallo, Dendrocigna fulva, Dendrocigna facciabianca, Gobbo lacustre, Gobbo mascherato, Svasso ciuffibianchi, Airone tigrato rossiccio, Airone fischiatore, Airone bianco maggiore, Ibis piombato. Le paludi sono sorvolate da diverse specie di rapaci, come il Caracara chimango e il Nibbio chioccioliere. La rada vegetazione, gli alberi, i prati e i canneti sono pieni di uccelletti più o meno canori; tra le decine di specie ricordiamo: Picchio del campo, Piccione picazuro, Tortorina picui, Re dei tiranni tropicale, Kiskadì maggiore, Tordo panciarossiccia, Rondine groppabianca, Golagialla mascherata, Oriolo graduato, Passero collorossiccio, Lucarino monaco, Merlo aligialle. 14° giorno) avremo tempo per un pò di shopping, una breve visita alla città, un pò di birdwatching urbano. Ci trasferiremo poi all'aeroporto per il nostro volo di ritorno a Madrid. 15° giorno) arrivo a Madrid e coincidenza con il volo per Milano/Roma. |
La Beccaccia di mare di Magellano è una delle tre specie di beccacce di mare, tutte di ambiente costiero, che vedremo durante il tour (© Dfaulder, Creative Commons 2.0 Generic) Il Perito Moreno è un ghiacciaio il cui fronte si estende lungo il lago Argentino. Le foreste temperate che bordano le Ande meridionali, le montagne stesse e i pinnacoli di ghiaccio che spesso si frantumano sul lago realizzano uno spettacolo naturale di rara bellezza (© Tibby Jones, CC BY 2.0) Il Piviere di Magellano, che incontreremo al lago Argentino, è un limicolo che assomiglia vagamente ad un Corriere piccolo, ma che è talmente differente da tutti gli altri trampolieri da essersi meritato una famiglia tutta per sè, i Pluvianellidae (© Francesco Veronesi, CC BY 2.0) Se c'è un rapace che simboleggia il Sudamerica, questo è il Condor delle Ande. Non dovremmo aver problemi a vederlo sulla steppa patagonica (© Abehm, CC BY-SA 3.0) I pappagalli richiamano alla mente le foreste tropicali ed equatoriali, ma qualche specie, come questo Parrocchetto australe, vive anche nelle regioni più fredde di Argentina e Cile. Vedremo questo grazioso Psittaciforme nel Tierra del Fuego National Park (© Fabienkhan, CC BY-SA 2.5) Lo Svasso gigante è sovradimensionato in ogni sua parte (si noti il beccone). Vedremo questo eccellente tuffatore sul lago Argentino e anche nella Penisola di Valdes (© Cláudio Dias Timm, CC BY-SA 2.0) Il Nandù minore può essere considerato lo "struzzo" del Sudamerica. Ne vedremo numerosi branchetti caracollare nell'arida steppa patagonica (© Liam Quinn, CC BY-SA 2.0) Due Pinguini di Magellano fanno la guardia alla loro tana-nido nella pinguinera di Punta Tombo; gabbiani, stercorari e chioni non vedono l'ora di razziare succosi albumi e tuorli, non disdegnando neanche, qualora le uova si siano già schiuse, i piccoli appena nati! (© Marianocecowski, CC BY-SA 3.0) Il Mimo della Patagonia è un grazioso canterino noto con il nome di “menestrello delle steppe”; frequenta le zone aperte della steppa e non dovrebbe essere difficile "ticcarlo" a Rio Gallegos e alla Penisola di Valdes Sembra più un cangurino che un roditore questo Marà di Patagonia, in realtà un grosso topo! E' chiamato anche Lepre di Patagonia (© Luis Argerich, CC BY-SA 2.0) |
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Cascate dell'Iguazù | ||
14° giorno) volo a Iguazù, dove pernotteremo quattro notti. Arriveremo in tempo per una prima escursione nei giardini del nostro lodge, che, provvisto di mangiatoie di frutta e dispenser di acqua zuccherata per i colibrì, sarà un'eccellente introduzione alle meraviglie alate della lussurreggiante foresta tropicale che circonda le Cascate dell'Iguazù. 15°/17° giorno) le Cascate dell'Iguazù sono uno spettacolo della natura e, a ragione, sono state inserite dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'Umanità; le cascate consistono di un sistema di 275 cataratte, con altezze fino a 70 metri, lungo circa tre chilometri del fiume Iguazú. Sul lato argentino si estende la cataratta più imponente, chiamata Garganta del Diablo (Gola del diavolo), una gola a forma di U profonda 150 metri e lunga 700 metri. Il nome Iguazú viene dalle parole guaraní y (acque) e guasu (grandi). Una leggenda guaraní dice che un dio pretendeva sposare una bellissima ragazza chiamata Naipú, che però scappò con il suo amante mortale Caroba in canoa. Arrabbiato, il dio modificò il fiume creando le cascate, nelle quali Naipù cadde trasformandosi in roccia, mentre Caroba si trasformò in albero. Si narra che da questa posizione i due amanti continuino ad osservarsi. La solita notazione cinefila: le Cascate dell'Iguazù sono state lo sfondo delle scene più emozionanti del celebre Mission. Il Parco Nazionale di Iguazù, di cui le cascate fanno parte, è caratterizzato da una foresta subtropicale che rappresenta l’estensione argentina della foresta amazzonica brasiliana. Con più di 2000 specie di piante e centinaia di specie animali, è l’area biologicamente più ricca dell'intero Paese. La bellezza del paesaggio è fiabesca; l’arco delle cascate di Iguazù è considerato da molti il più spettacolare del mondo. Nella jungla di Iguazù vedremo specie ben diverse da quelle osservate nel corpo principale del tour, specie di steppa e di aree fredde; nella foresta sumida subtropicale vedremo i classici uccelli simbolo del Sudamerica: tucani, jacamari, colibri, pappagalli. Tra le specie più belle e colorate ricordiamo: Pappagallino aliblu, Parrocchetto occhibianchi, Trogone golanera, Martin pescatore verde, Motmot caporossiccio, Tucano beccoverde, Tucano toco, Tucanetto beccomacchiato, Picchio crestabionda, Picchio lineato, Manachino codadirondine, Rampicatore golabianca e Rampicatore olivaceo (i rampicatori sono uccelli tipicamente neotropicali: si arrampicano lungo i tronchi come i picchi, ma sono Passeriformi), Tanagra rondine, Tanagra colloblu, Tanagra caporubino, Eufonia panciacastana (tanagre ed eufonie sono altri gioielli neotropicali); vedremo anche qualche specie di quegli uccelletti, meno belli e colorati, anzi, abbastanza scialbi, ma assolutamente interessanti, che sono i Formicariidae e i Thamnophilidae, endemici dei Neotropici, e conosciute con vari nomi legati alle formiche: virei formicari, pitte formicarie, averle formicarie, scriccioli formicari, tordi formicari. Il nome gli deriva, naturalmente, dalle preferenze alimentari; una volta localizzato un esercito di formiche che attraversa un sentiero i piccoli predatori si fiondano su di esso per satollarsene. Vedremo decine di specie di farfalle multicolori, curiose lucertole che si arrampicano sugli alberi e potremmo incontrare qualche specie di mammifero, come la Scimmia cappuccina dal ciuffo, il Tamandua, una sorta di formichiere chiamato localmente “orso degli alveari” per la sua predilezione per il miele e le larve di ape, il Tapiro, il Pecari dal collare, l'Aguti di Azara (un grosso topone!) e, se avessimo incommensurabile fortuna, il favoloso Giaguaro. 18° giorno) dopo un'ultima visita alle cascate, ci trasferiremo all'aeroporto dove inizieremo il nostro volo di ritorno a Madrid, via Buenos Aires. 19° giorno) arrivo a Madrid e coincidenza con il volo per Milano/Roma. |
Il Parrocchetto occhibianchi è una delle cento e più specie di uccelli che potremo vedere in un sol giorno nella foresta subtropicale delle Cascate dell'Iguazù (© Dario Sanches, CC BY-SA 2.0) I tucani sono tipici uccelli neotropicali e il Tucano toco è il più grosso della famiglia. Lo vedremo, e ben fotograferemo, alle Cascate dell'Iguazù (© Lauro Sirgado, CC BY-SA 3.0) La Scimmia cappuccina dal ciuffo è probabilmente il mammifero che vedremo più facilmente nella foresta di Iguazù (© Sean McCann, CC BY-SA 2.0) |