|
|||||||
il seawatching nell'Oceano Indiano meridionale e gli endemismi di Heard, Kerguelen, Crozet, St Paul & Amsterdam | |||||||
tra ottobre e dicembre 2015 (*)
|
Itinerario in breve 1° giorno) volo Milano - Mauritius 2° giorno) arrivo a Mauritius. Imbarco per la crociera 3°/9° giorno) in mare 10° e 11° giorno) Heard Island 12° giorno) in mare 13°/15 giorno) Kerguelen Islands 16°/19° giorno) in mare 20° giorno) Crozet Islands 21°/24° giorno) in amre 25° giorno) St Paul Island 26° giorno) Amsterdam Island 27°/32° giorno) in mare 33° giorno) sbarco a Port Albany e volo in Italia 34° giorno) arrivo a Milano (*) in effetti questa crociera non compare ancora sul programma Heritage Expedition 2015. E' possibile che la crociera, non proposta tutti gli anni, venga spostata al 2016 Heritage Expeditions Heritage Expeditions fu fondata nel 1985 da Rodney Ross allo scopo di incrementare la consapevolezza dei problemi del mondo naturale attraverso l’allestimento e l’effettuazione di crociere naturalistiche ecologicamente responsabili, per un turismo naturalistico sostenibile. Rodney era stato, prima di allora, uno dei biologi dello staff del New Zealand Wildlife Service, con il quale aveva attivamente contribuito alla conservazione, e in qualche caso al salvataggio dall’estinzione, di uccelli come il Kakapo e la Petroica delle Chatham; attraverso il suo lavoro, si rese conto che, ai fini della conservazione, era meglio, molto meglio, far condividere le meraviglie della biodiversità con quante più persone possibile, persone che sarebbero poi diventate ambasciatori della natura, difendendola e sostenendola più consapevolmente, in virtù dell’assioma che si protegge ciò che si ama e che si ama più profondamente ciò che si conosce. Heritage Expeditions studia e pianifica meticolosamente crociere naturalistiche per piccoli gruppi (mai più di 50 persone), negli oceani Artico e Antartico e nel Pacifico occidentale; ogni spedizione è condotta in modo tale da garantire ad ogni partecipante le migliori opportunità di approfondire ogni aspetto degli ecosistemi che visitano, da quello geologico a quelli botanico e faunistico, senza trascurare la storia della regione in oggetto, spesso avventurosa e a volte leggendaria; ogni crociera è guidata da un tour-leader con una perfetta conoscenza della regione esplorata e la sicurezza che tutti i partecipanti riescano a vedere e possano capire gli ecosistemi visitati discende anche dal fatto che il rapporto guide/partecipanti è di uno a dodici: piccoli gruppi con alta “capacità esplorativa” e minimo impatto ecologico. La conoscenza, da parte dello staff e dell’equipaggio, delle Isole Subantartiche, del Mare di Ross e dell’Antartide orientale è insuperabile e insuperata, e permette ai loro passeggeri di approdare in aree che altri operatori, e altri vascelli, dovrebbero escludere: un fatto da tenere a mente quando si pianifica un viaggio naturalistico alla ricerca di animali rari e affascinanti. Altre caratteristiche delle crociere Heritage Expeditions sono la scelta accurata di equipaggiamento, veicoli e vascelli a basso impatto ecologico, il riciclo delle scorie e, quando esse non si possano riciclare direttamente sul sito di approdo, vengono riportate sulla nave e scaricate nella prima area compatibile. m/v Spirit of Enderby Il vascello usato da Heritage Expeditions per tutte le sue crociere è il mezzo perfetto per realizzare lo scopo principale di ogni crociera naturalistica, e cioè arrivare il più possibile vicino alle coste delle regioni che si intendono esplorare e sbarcare quanto più possibile vicino alle aree dove si trovano gli animali e le piante che si vuole vedere; tutto ciò con il massimo comfort e sicurezza. Lo Spirit of Enderby porta 48 passeggeri alloggiati in Suite, Minisuite, cabine doppie e triple. Tutte le cabine, tranne quelle denominate Main Deck e Main Deck Triple, hanno bagno e toilette privati. La cucina è eccellente, gestita da top-chef australiani e neozelandesi. Lo staff naturalistico è costituito da biologi che hanno dedicato la loro vita a ricerche sul campo nelle regioni toccate dalle crociere della compagnia. Il capitano e l’equipaggio sono di origine russa e svolgono il loro lavoro con cura, attenzione ed entusiasmo. Lo Spirit of Enderby misura 72 metri di lunghezza e il suo chassis è stato costruito (e rimesso a nuovo nel 2004) rinforzandolo per la navigazione nel pack. E’ spinto da due motori diesel da 1560 cavalli, che gli permettono di raggiungere la velocità di 12 nodi. Ma quello che fa dello Spirit of Enderby un vascello unico nel suo genere è il fatto di essere dotato di: a) una flotta di imbarcazioni rigide gonfiabili (i celebri Zodiacs); b) due hovercraft, che permettono, in Antartide, ineguagliabili sbarchi sul ghiaccio. Il nome Spirit of Enderby onora l’opera dei Fratelli Enderby di Londra. I capitani Enderby furono, per quarant’anni, protagonisti dell’esplorazione dell’Antartide nella prima metà del XIX° secolo. Il nome ricorda anche l’isola di Enderby, probabilmente la più bella di tutte le Isole Subantartiche. Il ghiacciaio Cook sull'Isola della Desolazione la più vasta dell'arcipelago delel Kerguelen; mai un toponimo fu più sbagliato: in effetti l'isola è, a causa dei freddi e impetuosi venti, pressochè spoglia di vegetazione, ma la calotta ghiacciata del Monte Cook, le baie, i fiordi, i vulcani, le fumarole dipingono un paesaggio magico. (© CC BY-SA 3.0) |
Durante questa avventurosa crociera vedremo numerose specie di albatros, tra cui questo Albatros mantochiaro (© 2005 Vincent Legendre, Creative Commons 3.0 Unported)
|
|
Western Pacific Odyssey | Atlantic Odyssey | South Indian Odyssey | South West Pacific Odyssey |
Itinerario dettagliato | ||
1° giorno) volo Milano – Mauritius con partenza in serata. E' possibile partire qualche giorno prima per approffittare della splendida opportunità offerta dal porto di partenza della crociera: sono sufficienti tre giorni a Mauritius per avere ottime chances di vedere tutti gli uccelli endemici dell'isola. Il Black River Gorge National Park, che si estende nella regione sud-occidentale dell’isola, ospita due delle più grandi rarità endemiche dell’isola, il Parrocchetto di Mauritius e lo straordinario Piccione rosa. La boscaglia intorno al Lac Blanc è invece l’area migliore per il Fody di Mauritius, l’Occhialino oliva di Mauritius, l’Averla cuculo di Mauritius e l’Occhialino grigio delle Mascarene (la sottospecie di Mauritius è meno colorata di quella di Reunion e alcuni tassonomisti la considerano una specie buona). A Souillac è possibile vedere la penultima (in ordine di citazione) specie endemica dell’isola, il Bulbul di Mauritius, mentre le aree occidentali del parco sono le migliori per incontrare l’ultima specie endemica, il Gheppio di Mauritius. Per la descrizione dettagliata dell'avifauna endemica di Mauritius potete leggere il viaggio offerto da Ornitour, nel quale visiteremo, oltre che questa splendida isola, anche le altre due Mascarene, e cioè Reunion e Rodrigues. 2° giorno) arrivo a Mauritius e trasferimento al porto di Port Louis, dove ci imbarcheremo sullo Spirit of Enderby, la nostra casa navigante per un mese. 3°/9° giorno) la prima navigazione sarà molto lunga perchè dobbiamo rispettare le strette regole imposte dall'Australia, a cui appartengono politicamente le isole di Heard e McDonald. Dobbiamo infatti sbarcare su Heard all'inizio del viaggio, per minimizzare la possibilità di importare specie aliene, vegetali e animali (insetti & Co), in quell'ambiente assolutamente vergine. Da Heard saliremo poi verso nord-ovest per virare infine verso est, verso le coste dell'Australia. La settimana di navigazione non sarà naturalmente spesa invano, poichè le acque dell'Oceano Indiano subantartico è straordinariamente ricco di vita, sia sottomarina (che qualche volta affiora per respirare) che aerea, con diverse specie di albatros, petrelli e uccelli delle tempeste. Potremo inoltre assistere alle "lectures" sulla storia delle isole del Southern Arc, sull'ecologia dell'Oceano Indiano e sulla sua fauna tenute dallo staff scientifico della nave. 10° e 11° giorno) giungeremo in vista di Heard Island, la più vasta di un piccolo gruppo di isole che comprende anche le isole Flat e McDonald. Heard, dove passeremo due giorni sbarcando in diverse aree della costa, è brulla e montuosa, coperta per l'85% da ghiaccio ed è dominata dal vulcano Mawson Peak, alto 2.745 metri. Sconosciute ai naviganti fino alla metà del XIX secolo, furono probabilmente avvistate per la prima volta da Peter Kemp, un cacciatore di foche britannico, il 27 novembre 1833, mentre a bordo del brigantino Magnet stava navigando dalle Isole Kerguelen all'Antartide. L'isola Heard deve il suo nome al capitano John Heard, un altro cacciatore di foche americano. La caccia alle foche era un'attività molto remunerativa alla fine del secolo XIX e presto Heard e McDonald, che rappresentavano un paradiso in termini di grasso, furono colonizzati, tanto che nel 1880 la maggior parte della popolazione di foche era stata sterminata (nei 25 anni di caccia spietata vennero prodotti più di 100.000 barili di olio di elefante marino!). La bellezza incontaminata delle isole ha indotto l'UNESCO a inserirle nella lista dei Patrimoni dell'Umanità: avremo il privilegio di essere tra i pochissimi turisti ad averla visitata (e in effetti prima di noi Heard è stata toccata solo dalle crociera di Heritage Expeditions del 2002 e 2013). Dal punto di vista faunistico, questo paradiso, uno dei pochissimi posti del nostro pianeta che non ospita alcuna specie introdotta dall'uomo, è la patria di grandi colonie di pinguini: Pinguino re, Pinguino papua, Pinguino macaroni, Pinguino saltarocce orientale. Vedremo anche diverse specie di uccelli pelagici: albatros, petrelli e prioni, tra cui lo Stercorario bruno (le tre sottospecie presto saranno specie buone, la nostra, Stercorario subantartico, e le altre due Stercorario di Tristan e Stercorario delle Falkland), il Prione fulmaro, il Petrello tuffatore di South Georgia (i petrelli tuffatori sono piccoli Procellaridi degli oceani australi: assomigliano vagamente alle alche dell’emisfero boreale, e come loro cacciano la preda inseguendola sott’acqua, volando letteralmente in immersione, ma da esse sono filogeneticamente molto distanti; la somiglianza è infatti dovuta a quello che i biologi chiamano “convergenza evolutiva”). Ma le due specie più interessanti saranno il Chione faccianera e il Cormorano di Heard. Il primo è una specie di gallina bianca che in realtà è molto affine ai limicoli; il suo areale è confinato alle isole subantartiche dell'Oceano Indiano e, oltre che a Heard, potremo vederlo anche negli altri arcipelaghi che toccheremo. Il cormorano è una specie endemica di quest'isola: bellissimo con i suoi occhi blu, questa specie è stata riconosciuta tale solo pochi anni fa (prima era considerata una sottospecie del Cormorano imperiale, diffuso sulle coste dell'Argentina e Cile meridionale e alle Falklands. Tra i mammiferi, vedremo torreggiare sulla spiaggia Elefanti marini del sud e più piccole e graziose Otarie antartiche. 12° giorno) in mare, navigando verso nord, alla volta di un altro fantastico piccolo arcipelago, le Isole Kerguelen. L'equipe scientifica della nave ci intratterrà sull'affascinante storia e interessante geografia della nostra prossima meta. Avremo anche l'opportunità di scattare eccellenti fotografie agli uccelli che si avvicineranno alla nave e alle balene che si faranno vedere durante il suggestivo "breaching"; la Balenottera azzurra, il Capodoglio e la Megattera regolarmente incrociano nelle fredde acque subantartiche dell'Oceano Indiano 13°/15° giorno) cercando la mitica Terra Australis, il capitano Yves Joseph de Kerguelen-Tremarec, "incappò", il 12 febbraio 1772, in questo selvaggio arcipelago; tanto selvaggio e spazzato dal vento, che la sua nave non riuscì neanche ad attraccare e, per prendere possesso delle isole, dovette mandare a terra alcuni marinai su una scialuppa. Le Kerguelen furono poi toccate quattro anni dopo dal celebre James Cook, il quale, dopo una rapida ricognizione sull'isola maggiore, disse "queste isole della desolazione i francesi se le possono tenere". E Isola della Desolazione è anche il nome dell'isola più vasta dell'arcipelago, ma mai un toponimo fu più sbagliato: in effetti l'isola è, a causa dei freddi e impetuosi venti, pressochè spoglia di vegetazione, ma la calotta ghiacciata del Monte Cook, le baie, i fiordi, i vulcani, le fumarole dipingono un paesaggio magico. E che dire della fauna? Più di trenta specie di uccelli nidificano sull'arcipelago e non sarà difficile vedere, e fotografare a distanza ravvicinata, splendidi uccelli. Esploreremo le varie baie della linea costiera, alla ricerca soprattutto di un'anatra endemica, il Codone di Eaton, molto meno colorato e contrastato del nostro Codone comune; ne esistono due sottospecie, e potremo vederle entrambe, quella delle Kerguelen e quella di Crozet. Altre specie di pelagici che potremo vedere: Cormorano delle Kerguelen, endemico dell'arcipelago, Sterna delle Kerguelen, dall'areale molto ristretto ma presente anche a Crozet (che visiteremo) e Marion (insieme a Prince Edward Island sono le isole subantartiche dell'Oceano Indiano più occidentali; appartengono alla Repubblica Sudafricana e non sono inserite nel nostro itinerario), Petrello delle Kerguelen (presente anche a Tristan da Cunha, Gough, Prince Edward e Crozet). Gli albatros sono tra i più affascinanti uccelli marini e sulle Kerguelen potremo vederne non meno di sei specie: Albatros niveo, Albatros sopraccigli neri, Albatros testagrigia, Albatros beccogiallo indiano, Albatros fuligginoso, Albatros mantochiaro. Anche la flora delle Kerguelen è molto interessante; come abbiamo accennato mancano veri e propri alberi, ma le 280 specie di erbe e cespugli, incluse 36 specie di piante vascolari, rappresentano la flora più ricca di tutta la regione subantartica. 16°/19° giorno) navigheremo verso ovest per raggiungere il punto più occidentale del nostro viaggio, le Isole Crozet. Come al solito, potremo assistere a lezioni magistrali, fare seawatching o riposarsi e prendere il sole sul ponte. Molte specie di uccelli pelagici frequentano queste acque e, tra la lunga lista di piacevoli incontri, ricordiamo l'Ossifraga del Sud e l'Ossifraga del Nord (i due nomi sono abbastanza inesatti perchè tutte due le specie vivono negli oceani australi e anzi nidificano sulle stesse isole subantartiche), il Petrello azzurro, l'Uccello delle tempeste di Wilson. Potremmo vedere ancora balene, con qualche specie non ancora incontrata, come la Balenottera comune. 20° giorno) le isole Crozet fanno parte dei territori d'oltremare della Francia, più precisamente Terres australes et antarctiques françaises - TAAF, insieme alle isole di St Paul e Amsterdam, alla Terra di Adelia (una fettina di Antartide), alle Kerguelen e alle cosiddette "isole sparse dell'Oceano Indiano", un rosario di isole e isolette che circondano il Madagascar (Bassas da India, Juan de Novo, Isola Europa e Isola Gloriosa). Le Crozet vennero scoperte dalla spedizione di Marc-Joseph Marion du Fresne, un esploratore francese che sbarcò sull'Île de la Possession, la più grande dell'arcipelago, il 24 gennaio 1772. Il capitano mandò a terra il comandante in seconda Jules Crozet, che fece una cerimonia per la presa di possesso posando una bottiglia contenente una pergamena nel nome del re Luigi XV. L'isola fu per questo chiamata "Isola della presa di possesso" (in francese île de la Prise de Possession). Poichè il comandante si era già intitolato l'Isola Marion, da poco da lui scoperta, intitolò questa nuova terra al suo vice-comandante. Così come le altre terre già visitate, e quelle che visiteremo nel prosieguo della crociera, le Crozet furono territorio di caccia sfrenata alle foche, che nel 1835 erano già quasi completamente sterminate. Dal punto di vista ornitologico, l'arcipelago di Crozet eguaglia, se non supera, la ricchezza delle Kerguelen: trentasei specie nidificanti e ventiquattro di esse su Ile de la Possession. Tra gli highlights di queste terre ricordiamo l'endemico Cormorano delle Crozet e la locale sottospecie del Codone di Eaton; avremo ulteriori opportunità di vedere e fotografare il Chione faccianera, così come nuove specie per il viaggio, come i difficilissimi (dal punto di vista identificativo) prioni: Prione di Salvin, Prione antartico, Prione beccosottile, Prione fatato. Vedremo ancora tutte le specie di albatros osservati sulle Kerguelen e, tra le nuove specie di petrelli, il Petrello del Capo (il pelagico dal piumaggio più vario e contrastato), il magnifico Petrello testabianca, il Petrello piumoso, il Petrello aligrosse, il Petrello mentobianco, l'Uccello delle tempeste pancianera. 21°/24° giorno) il capitano dello Spirit of Enderby girerà decisamente il timone verso est, iniziando la navigazione verso le isole St. Paul e Amsterdam. Potremo scegliere di stare sulla tolda a sbinocolare sul mare, o davanti ad un cordiale al bar della nave, o a leggere, preparandosi magari all'identificazione degli uccelli marini di queste parti. Nuove specie possono apparire all'orizzonte, come il Petrello grigio, il Petrello tuffatore comune, l'Uccello delle tempeste dorsogrigio. Non ci sarà tempo per la noia. 25° giorno) ci sveglieremo nelle acque di St. Paul. Questa piccolissima isola ha una superficie di 8 km² e una lunghezza massima di 5 km. Rocciosa e desertica, costituisce la parte emersa d'un antico vulcano, composta di un grande cratere centrale il cui orlo è parzialmente crollato, lasciandovi penetrare il mare attraverso un passaggio largo 100 metri e poco profondo (da 2 a 3 m); il nostro punto di attracco sarà proprio all'interno di questa caldera allagata. Vedremo il Pinguino saltarocce di Moseley, l'Albatros fuligginoso, la Berta piedicarnicini, la Berta minore fosca, il Prione beccolargo, il Prione di McGillivray (da qualcuno considerato sottospecie del Prione di Salvin, ma le differenze sostanziali nel becco e nel piumaggio consentono una separazione completa dalle altre sottospecie), l'Uccello delle tempeste panciabianca, la Sterna antartica. 26° giorno) visiteremo oggi Amsterdam Island, passando vicino alle scogliere settentrionali, dove si trova un'immensa colonia di Albatros beccogiallo indiano, e sbarcheremo sull'isola dove visiteremo la base scientifica francese, una stazione di ricerca permanente. Amsterdam è l'isola che più ha sofferto dell'introduzione, accidentale e volontaria, di mammiferi alieni. I gatti introdotti intenzionalmente per mangiarsi i topi locali, arrivati accidentalmente sull'isola, sono passati a poche decine a qualche migliaio; perso interesse per i topi, che peraltro si moltiplicavano anch'essi, i gatti hanno trovato più facile mangiarsi i nidiacei di uccelli marini. I programmi di derattizzazione e degattizzazione sono stati coronati da successo e oggi petrelli e uccelli delle tempeste possono prolificare in tranquillità. La specie più importanti dell'isola è l'Albatros di Amsterdam. Vedremo anche Petrelli delle nevii, Petrelli maculati, Petrelli di Barau, Stercorari bruni, Gabbiani del kelp. 27°/33° giorno) ultima fase della crociera, con l'attraversamento dell'oceano fino a Port of Albany, dove, dopo il "farewell dinner", saluteremo il vascello che ci ha portato in una delle più straordinarie avventure acquatiche che si possano vivere. Pernottamento a Port of Albany. Così come per il soggiorno pre-crociera, è possibile fermarsi qualche giorno a Port of Albany per un poco di birdwatching australiano, che, viste le specie endemiche del sud-ovest dell'Australia, è davvero interessante. 34° e 35° giorno) inizieremo il volo di ritorno in Europa per il quale ci vorranno due giorni. Arrivo a Milano e fine del viaggio. |
U'altra specie di albatros che incontreremo spesso durante la crociera, l'Albatros testagrigia (© Lieutenant Elizabeth Crapo, NOAA Photo Library) L'Oceano Pacifico è ricca, oltre che di albatros, di petrelli e uccelli delle tempeste. Questo è un Petrello azzurro (© JJ Harrison, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) E questo è un Petrello del Capo, il pelagico dal piumaggio più vario e contrastato di tutta la congrega (© Justbirds) L'Ossifraga del Nord ha un nome fuorviante perchè la congenere Ossifraga del Sud è simpatrica alla prima; potremo vedere entrambe le specie (© Justbirds) Il Pinguino saltarocce orientale è stato elevato recentemente al rango di specie buona; vive alle Kerguelen, dove ne vedremo una grande colonia, e in altre isole subantartiche; la specie occidentale vive nelle isole intorno a Capo Horn, Argentina, e alle Falklands (© Hullwarren, Creative Commons 3.0 Unported) L'Albatros di Amsterdam è una delle specie target della crociera; considerato ormai da tutti i tassonomisti specie buona, una delle cinque specie del complesso "albatros urlatore", nidifica solo ed esclusivamente sull'Isola Amstedam (© 2005 Vincent Legendre, Creative Commons 3.0 Unported) Il Codone di Eaton ha due sottospecie; le vedremo entrambe, una sulle Kerguelen e una alle Crozet (© N. Hanuise, CC BY-SA 2.5) L'Uccello delle tempeste panciabianca è abbastanza comune nelle fredde acque degli oceani meridionali (© JJ Harrison, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) Lo Stercorario bruno è un uccello dalle abitudini piratesche: si ciba di nidiacei e uccelli in difficoltà; non esita ad attaccare altri uccelli in volo per sottrargli la preda che hanno tra gli artigli (© Liam Quinn, CC BY-SA 2.0) L'Elefante marino meridionale è uno dei mammiferi terrestri che potremo vedere; qui è stato fotografato alle Kerguelen (sullo sfondo un gruppo di Pinguini macaroni) (© B. Navez, CC BY-SA 3.0) |