Western Pacific Odyssey
il seawatching nel Pacifico Occidentale e gli endemismi delle isole oceaniche
21 aprile - 9 maggio 2015

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Itinerario in breve

1° e 2° giorno) volo Milano Malpensa - New Britain, via Singapore
3° giorno) Kokopo. Inizio crociera
4° e 5° giorno) in mare
6° e 7° giorno) Caroline Islands. Ckuuk Lagoon
8°/12° giorno) in mare
13° giorno) Bonin Islands (Ogasawara)
14° giorno) Torishima
15° e 16° giorno) in mare. Miyake Jima (Izu Islands)
17° giorno) sbarco a Yokohama
18° giorno) volo Tokyo - Milano malpensa via Singapore
19° giorno) arrivo a Milano Malpensa

Mappa interattiva




Heritage Expeditions

Heritage Expeditions fu fondata nel 1985 da Rodney Ross allo scopo di incrementare la consapevolezza dei problemi del mondo naturale attraverso l’allestimento e l’effettuazione di crociere naturalistiche ecologicamente responsabili, per un turismo naturalistico sostenibile. Rodney era stato, prima di allora, uno dei biologi dello staff del New Zealand Wildlife Service, con il quale aveva attivamente contribuito alla conservazione, e in qualche caso al salvataggio dall’estinzione, di uccelli come il Kakapo e la Petroica delle Chatham; attraverso il suo lavoro, si rese conto che, ai fini della conservazione, era meglio, molto meglio, far condividere le meraviglie della biodiversità con quante più persone possibile, persone che sarebbero poi diventate ambasciatori della natura, difendendola e sostenendola più consapevolmente, in virtù dell’assioma che si protegge ciò che si ama e che si ama più profondamente ciò che si conosce. 
Heritage Expeditions studia e pianifica meticolosamente crociere naturalistiche per piccoli gruppi (mai più di 50 persone), negli oceani Artico e Antartico e nel Pacifico occidentale; ogni spedizione è condotta in modo tale da garantire ad ogni partecipante le migliori opportunità di approfondire ogni aspetto degli ecosistemi che visitano, da quello geologico a quelli botanico e faunistico, senza trascurare la storia della regione in oggetto, spesso avventurosa e a volte leggendaria; ogni crociera è guidata da un tour-leader con una perfetta conoscenza della regione esplorata e la sicurezza che tutti i partecipanti riescano a vedere e possano capire gli ecosistemi visitati discende anche dal fatto che il rapporto guide/partecipanti è di uno a dodici: piccoli gruppi con alta “capacità esplorativa” e minimo impatto ecologico. La conoscenza, da parte dello staff e dell’equipaggio, delle Isole Subantartiche, del Mare di Ross e dell’Antartide orientale è insuperabile e insuperata, e permette ai loro passeggeri di approdare in aree che altri operatori, e altri vascelli, dovrebbero escludere: un fatto da tenere a mente quando si pianifica un viaggio naturalistico alla ricerca di animali rari e affascinanti.
Altre caratteristiche delle crociere Heritage Expeditions sono la scelta accurata di equipaggiamento, veicoli e vascelli a basso impatto ecologico, il riciclo delle scorie e, quando esse non si possano riciclare direttamente sul sito di approdo, vengono riportate sulla nave e scaricate nella prima area compatibile.

m/v Spirit of Enderby

Il vascello usato da Heritage Expeditions per tutte le sue crociere è il mezzo perfetto per realizzare lo scopo principale di ogni crociera naturalistica, e cioè arrivare il più possibile vicino alle coste delle regioni che si intendono esplorare e sbarcare quanto più possibile vicino alle aree dove si trovano gli animali e le piante che si vuole vedere; tutto ciò con il massimo comfort e sicurezza. Lo Spirit of Enderby porta 48 passeggeri alloggiati in Suite, Minisuite, cabine doppie e triple. Tutte le cabine, tranne quelle denominate Main Deck e Main Deck Triple, hanno bagno e toilette privati. La cucina è eccellente, gestita da top-chef australiani e neozelandesi. Lo staff naturalistico è costituito da biologi che hanno dedicato la loro vita a ricerche sul campo nelle regioni toccate dalle crociere della compagnia. Il capitano e l’equipaggio sono di origine russa e svolgono il loro lavoro con cura, attenzione ed entusiasmo.
Lo Spirit of Enderby misura 72 metri di lunghezza e il suo chassis è stato costruito (e rimesso a nuovo nel 2004) rinforzandolo per la navigazione nel pack. E’ spinto da due motori diesel da 1560 cavalli, che gli permettono di raggiungere la velocità di 12 nodi. Ma quello che fa dello Spirit of Enderby un vascello unico nel suo genere è il fatto di essere dotato di: a) una flotta di imbarcazioni rigide gonfiabili (i celebri Zodiacs); b) due hovercraft, che permettono, in Antartide, ineguagliabili sbarchi sul ghiaccio.
Il nome Spirit of Enderby onora l’opera dei Fratelli Enderby di Londra. I capitani Enderby furono, per quarant’anni, protagonisti dell’esplorazione dell’Antartide nella prima metà del XIX° secolo. Il nome ricorda anche l’isola di Enderby, probabilmente la più bella di tutte le Isole Subantartiche.


Albatros di Laysan, una delle tre specie di albatros diffusi nel Pacifico Settentrionale. Questo aliante della natura sarà una delle decine di specie di uccelli pelagici, tra albatros, berte, petrelli e uccelli delle tempeste, che vedremo in questa sensazionale crociera (© Greg Schechter, CC BY 2.0)


Intro

L’Oceano Pacifico è la più vasta distesa d’acqua del pianeta. Si distende dall’Asia ad ovest fino alle coste del continente americano ad est, e dall’Antartide all’Artide in senso longitudinale. Quando si pensa l’Oceano Pacifico di solito si immaginano atolli, spiagge immacolate e barriere coralline dove guizzano meravigliosi pesci multicolori; questa immagine corrisponde però all’Oceano Pacifico meridionale, ai favolosi Mari del Sud (dove Ornitour ha organizzato una splendida crociera in Polinesia), mentre la nostra Western Pacific Odyssey si svolge nella sezione nord-occidentale del’Oceano Pacifico. Le isole di questa parte di oceano sono estremamente diverse tra di loro: alcune di esse rappresentano le briciole residuate dalla frammentazione del Gondwana, la primigenia massa unica di terra emersa, altre si sono sollevate dall’oceano a causa dei terremoti sottomarini, altre ancora, gli atolli corallini, sono state letteralmente “costruite” da organismi viventi. Queste isole furono abitate in tempi antichi da Polinesiani, Micronesiani e Melanesiani, molti dei discenenti dei quali seguono ancora lo stile di vita e le tradizioni dei loro antenati. Le isole del Pacifico Orientale sono state terreno di colonizzazione e conquista durante i secoli e, durante la Seconda Guerra Mondiale, teatro di alcune delle più feroci battaglie navali e di terra dell’intero conflitto, come quelle di Guadalcanal nelle Salomone e Iwo Jima nelle Ogasawara. Dal punto di vista naturalistico, le isole del Pacifico nord-occidentale possiedono un’avifauna che si è cesellata in millenni di isolamento ed è di straordinario interesse per l’appassionato birdwatcher, che avrà inoltre, in questa crociera, l’opportunità di vedere un incredibile numero di uccelli marini. La nostra Western Pacific Odyssey prenderà il mare dal porto di Kokopo, all'estremità orientale dell'isola di New Britain, politicamente una provincia di Papua Nuova Guinea, e si dirigerà verso nord per raggiungere, in circa due settimane, il porto di Yokohama, sull’isola giapponese di Honshu, attraverso mille chilometri di oceano. Ci vorranno due giorni pieni di navigazione prima di sbarcare nell'arcipelago delle Caroline, di cui visiteremo lo splendido atollo di Chuuk (conosciuto anche con il nome di Truk), dove potremo vedere, con un pò di fortuna, gli uccelli endemici di queste isole. Le giornate di navigazione non saranno comunque noiose perchè, ben piazzati sul ponte, scruteremo la superficie dell'oceano alla ricerca degli uccelli pelagici che spesso si avvicinano alle fiancate della nave, a tiro di fotografia. Dopo avers uperato la Fossa delle Marianne, proseguiremo verso nord, fino a sfiorare gli arcipelaghi giapponesi delle Ogasawara e delle Izu (è proibito sbarcare su qeste isole). E' impossibile sbarcare sulle isole giapponesi, ma sarà ugualmente possibile vedere, in loro prossimità, tutte le tre specie di albatros settentrionali (soprattutto, l’Albatros codacorta, estremamente raro e localizzato) e due piccole e graziose alche: l’Urietta del Giappone e l’Urietta antica. Sbarcheremo a Yokohama dove la nostra splendida crociera avrà termine, ma chi lo desiderasse, può fermarsi uno o più giorni per un eccezionale birdwatching nipponico! Ecco un piccolo anticipo delle specie di uccelli marini che potremo vedere durante la crociera: Albatros piedineri, Albatros di Laysan, Albatros codacorta, Berta cuneata, Berta striata, Berta di Heiroth, Berta di Bannerman, Petrello di Bulwer, Petrello di Beck, Uccello delle tempeste di Wilson, Fetonte codabianca, Sterna bianca, Sterna dorsogrigio, Gabbiano codanera. E non mancheranno, sulle spiagge delle Caroline, aironi e limicoli, e naturalmente incroceremo balene e delfini. Questa spedizione è dedicata soprattutto ai birdwatcher e ai whalewatcher, ma non mancherà di appassionare i viaggiatori avventurosi che vogliano sperimentare l’emozione di un’avventura in acque e terre lontane. Nella già accennata, e opzionale, post-crociera in Giappone, i lister potranno infilare nel sacco delle loro osservazioni qualche bella specie nipponica. Chi avesse (molto) tempo e (molto) denaro a disposizione, potrebbe agganciare questa crociera alla South West Pacific Odyssey, realizzando uno straordinario viaggio dalla Nuova Zelanda al Giappone. Con Heritage Expeditions abbiamo anche in programma altre quattro fantastiche crociere: South Indian Odyssey, la già citata South West Pacific Odyssey, Isole Subantartiche della nuova Zelanda, Sulla rotta di Bering, alla ricerca del Piovanello becco a cucchiaio. Oltre alle cinque crociere organizzate direttamente da Ornitour, potete scegliere sul sito di Heritage Expeditions altre meravigliose avventure, tra le quali una crociera alle Kermadec, un’avventura nel Lontano Oriente Russo e una crociera nel Mare di Okhotsk.

Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: le cabine dello Spirit of Enderby sono molto confortevoli e dotate di bagno e toilette privati (tranne le cabine denominate Main Deck e Main Deck Triple, che condividono bagni e toilette comuni). Potete dare un'occhiata alla grafica delle cabine sul link "our ship" raggiungibile cliccando qui

Difficoltà: un paio di trekking impegnativi sulle isole che visiteremo. Chi soffre il mal di mare potrebbe avere qualche piccolissimo problema

Bibliografia: Field Guide to the Birds of East Asia: Eastern China, Taiwan, Korea, Japan, Eastern Russia, di Mark Brazil, Christopher Helm
Field Guide to the Birds of Hawaii and the Tropical Pacific, HD Pratt, PL Bruner e DG Berrett , Princeton University Press
In considerazione del gran numero di uccelli marini, proponiamo la relativa monografia: Field Guide to the Albatrosses, Petrels and Shearwaters of the World, di Derek Onley e Paul Scofield, Christopher Helm

Costo del tour: a partire da USD 3.600 in cabina tripla (la cabina singola, quando disponibile, ha un costo di 1.7 volte quello della cabina doppia base); la quota si intende per la sola crociera Kokopo – Yokohama ed esclude il volo intercontinentale e il soggiorno su New Britain e in Giappone. Comprende invece le tasse locali (USD 100). Siamo a disposizione per comunicare il costo della post-crociera in Giappone e di tutti i costi accessori (pernottamenti).





L'aggraziatissima ed eterea Sterna bianca, dal candido piumaggio trasparente e dal grosso becco pinocchiesco, è una delle più belle sterne del mondo (© Forest & Kim Starr, CC BY 3.0)


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Itinerario dettagliato    
1° e 2° giorno) volo Singapore Airlines Milano Malpensa - Port Moresby e coincidenza con volo Air Niugini per Kokopo, nell'estremo orientale dell'isola di New Britain.

3° giorno) Kokopo diventò la capitale della provincia orientale di New Britain nel 1994 quando la capitale originale, Rabaul, fu distrutta dall'eruzione dei vulcani Vulcan e Tavurvur. Kokopo è circondata da piantagioni di cacao e palme da cocco. Questo ambiente seminaturale non ospita molti uccelli, ma, sulla via verso la Rapopo Plantation Resort potremo vedere qualcuna delle specie più comuni di New Britain, incluso qualche endemismodell'arcipelago delle Bismarck, a cui appartiene New Britain, insieme all'altra vasta isola di New Ireland a ad un rosario di piccoli arcipelagi e isole singole. Rapopo Plantation resort è il bellissimo lodge dove troveremo i partecipanti alla South West Pacific Odyssey e dove l'equipaggio e il team scientifico dello Spirit of Enderby, il vascello che ci ospiterà per molti giorni e molte miglia nautiche, ci saluteranno e ci accompagneranno all'imbarco. Dopo il necessario briefing sulla sicurezza a bordo e un riassunto sulle meraviglie naturali che ci attendono, lo Spirit of Enderby partirà per questa fantastica crociera.

4° e 5° giorno) la prima di due lunghe, lunghissime navigazioni verso nord. Prima di sbarcare nel meraviglioso atollo di Chuuk spenderemo quattro giorni nell’oceano. La sezione di Oceano Pacifico che attraverseremo si estende in acque tropicali, sulla Fossa di Bougainville, una delle numerose “fosse”, e cioè fondali molto profondi (passeremo anche vicino al punto più profondo della Terra, la celebre Fossa delle Marianne). Le acque tropicali pullulano di uccelli pelagici, petrelli, fregate, sule, fetonti, stercorari, gabbiani e sterne. Le specie più rare che potremmo vedere sono la Berta di Heinroth, la Sterna dorsogrigio e, soprattutto, il Petrello di Beck, la cui storia è molto interessante. Questo uccello era fino a poco tempo fa conosciuto solo per due osservazioni (in realtà “specimen” e cioè uccelli tuonati dagli allora ornitologi da campo), una femmina ad est della Nuova Irlanda nel 1928 e un maschio a nord-est di Rendova, una delle isole delle Salomone, nel 1929. Poi per quasi novant’anni più niente, fino al 2003, quando Hadoram Shirihai confermò l’esistenza in vita della specie. Le aree di nidificazione del Petrello di Beck sono presumibilmente gli arcipelaghi di Bismarck e delle Salomone e, poiché siamo qui, cercheremo di guadagnarci la nostra fetta di gloria nella storia del birdwatching. Tra le specie meno rare, potremmo vedere la Berta cuneata, la Berta striata, il Petrello di Bulwer, il Fetonte codabianca, la Sterna bianca, la Sterna fuligginosa, lo Stercorario mezzano, il Labbo, il Labbo codalunga (tutti e tre in migrazione verso nord).

6° e 7° giorno) di nuovo in vista della costa, oggi quella dell’atollo di Chuuk (conosciuto fino a poco tempo fa come Truk, nome che peraltro rimane ancora nei toponimi di qualche uccello endemico). Due informazioni geografiche su quest’arcipelago, una delle mete dell'interessantissimo Ornitour in Micronesia, che proponiamo per febbraio 2016. Chuuk, insieme alle isole di Yap, 500 km ad ovest, Pohnpei e Kosrae, situate rispettivamente a 500 e 1000 km ad est, costituiscono gli Stati Federati di Micronesia; questa federazione, insieme all’isola-repubblica di Palau, a sud-ovest di Yap, formano le immense Isole Caroline. Immense non per vastità delle terre emerse, naturalmente, ma per estensione della superficie oceanica che ricoprono: le circa 600 Caroline si allargano su 3000 km di acqua! Solo l’atollo di Chuuk si para lungo la nostra odissea e sarà un piacere incamerare qualche altro endemico, sia single-island di Chuuk, che più diffusi endemisimi micronesiani. L’arcipelago delle Caroline deve il nome ad uno dei suoi primi visitatori: nel 1686 lo spagnolo Francisco Lazcano le dedicò al re Carlo II°, il finanziatore della spedizione. Centinaia di piccole isolette coralline circondano le decine di isole montagnose di Chuuk :queste ultime sono divise in due gruppi principali, le Faichuk, nella parte occidentale dell’atollo, e le Namoneas, in quella orientale. La sosta a Chuuk ci permetterà di vedere le numerose specie endemiche micronesiane dell’isola di Weno, nelle Namoneas, dove sbarcheremo. Ma un possibile programma alternativo, che dipende dal tempo atmosferico e dall’ora di arrivo, ci permetterebbe di vedere anche i due single-island endemismi, che vivono solo nelle Faichuk; effettueremo una navigazione con gli Zodiacs verso Tol, l’isola che ospita il Monarca di Truk e l’Occhialino di Truk. Anche qualora rimanessimo a Weno, potremo vedere il Pigliamosche oceanico (il terzo endemismo confinato a Chuuk) e un bel numero di endemici di Micronesia, come la Tortorina delle Caroline, la Salangana delle Caroline, la Cannaiola delle Caroline, lo Storno di Micronesia, la Mizomela di Micronesia, l’Occhialino delle Caroline. Tra le altre specie più diffuse in questa regione del Pacifico, potremo vedere la Tortora beccafrutta capocremisi e il superbo Diamante facciazzurra. Lasceremo la laguna di Chuuk verso sera e faremo rotta verso il Giappone.

8°/12° giorno) la seconda lunga navigazione verso nord, che speriamo essere impreziosita da uccelli e mammiferi pelagici, le balene, naturalmente. Tra gli uccelli marini che frequentano queste acque tropicali, potremo vedere nuove specie, come l’Uccello delle tempeste di Matsudaira, l’Uccello delle tempeste codaforcuta, l’Uccello delle tempeste di Castro, il Petrello delle Bonin, la Berta di Bannerman e lo Stercorario del Polo Sud. Lambiremo la Fossa delle Marianne, il punto più profondo della Terra; c’è un po’ d’Italia nella Fossa delle Marianne: il 23 gennaio 1960, il batiscafo Trieste, un’imbarcazione costruita nei cantieri di Terni e Monfalcone, portò Jacques Picard e Don Walsh a 10.921 metri sotto il livello del mare.

13° giorno) torneremo finalmente in vista di un pezzo di terra, precisamente quello delle Isole Bonin, un arcipelago appartenente al Giappone. Il gruppo è anche conosciuto come Ogasawara, dal nome del ronin Ogasawara Sadayori che, ma la cosa è tutt’altro che certa, fu il primo a scoprire le isole. Il nome Bonin significa “isole disabitate” e fu conferito da una spedizione dello shogunato nel 1675, che annettè l’arcipelago al Giappone. Anche se non appartiene al gruppo principale, l’isola più famosa è senza dubbio Iwo Jima, teatro della storica battaglia della IIª Guerra Mondiale (e, usuale citazione cinematografica, ispiratrice del mirabile “Lettere da Iwo Jima”, del vecchio Clint). Più interessante per noi crocieristi è il fatto che Le Bonin sono state dichiarate, recentissimamente (24 giugno 2011) patrimonio mondiale dell’Umanità; le leggi giapponesi impediscono di sbarcare sulle isole, e addirittura di avvicinarsi ad esse a meno di 12 miglia nautiche, e sarà quindi impossibile vedere l’unico endemismo terrestre dell’arcipelago e cioè l’Occhialino delle Bonin, ma sarà comunque un birdwatching emozionante perché oggi, e nei giorni successivi, potremo vedere tutte le tre specie di albatros del Pacifico settentrionale. Cominceremo con l’Albatros piedineri e l’Albatros di Laysan. Tra le altre specie di uccelli pelagici, avremo ottime chances di incontrare la Berta striata, l’Uccello delle tempeste di Tristram, l’Uccello delle tempeste di Matsudaira. Verso sera saremo in vista dell’isola di Torishima e qui ci aspettiamo di vedere la terza specie di albatros, estremamente rara e localizzata: l’Albatros codacorta.

14° giorno) la piccola isola vulcanica di Torishima appartiene all’arcipelago delle Izu, un ciuffo di isole a sud-est della penisola giapponese omonima, nell’isola di Honshu, la più grande del Giappone. Torishima è celebre tra ornitologi e birdwatcher perché è il territorio di nidificazione di quasi tutta la popolazione mondiale di Albatros codacorta (poche coppie nidificano sull’isola di Minami Jima, nell’arcipelago delle Senkaku, e su quella Yome Jima, nelle Bonin). Vedere questo aliante del mare sarà uno dei momenti più emozionanti della crociera.

15° e 16° giorno) in viaggio verso nord, verso la fine della nostra crociera. Ma prima di sbarcare in terra giapponese, avremo tempo, in questi due giorni di ammirare ancora il volo frenetico di migliaia di Berte striate e, man mano che ci avvicineremo alla costa, uccelli più tipici dell acque costiere, come il Gabbiano codanera. Alla distanza minima dall’isola di Miyake Jima, potremo piazzare i cannocchiali per cercare due piccoli Alcidi tipici dell’Oceano pacifico, la deliziosa Urietta del Giappone e l’altrettanto graziosa Urietta antica. Avremo ancora buone chances di rivedere le tre specie di albatross settentrionali e, avvicinandosi alla baia di Tokyo potremo vedere gabbiani, sterne e stercorari e qualche “limicolo” d’acqua aperta come il Falaropo beccosottile e il Falaropo beccolargo.

17° giorno)
dopo il farewell dinner, la cena d’addio, sbarcheremo a Yokohama, dove la nostra odissea avrà termine. Pernottamento a Yokohama.

18° giorno) volo Singapore Airlines a Milano via Singapore. Chi desiderasse effettuare la breve post-crociera in Giappoine, o anche fermarsi più giorni per la visita a Tokyo posticiperà il volo dei giorni relativi (la partenza è prevista sempre alle ore 17.05 dall'aeroporto Haneda di Tokyo.

19° giorno) arrivo a Milano Malpensa.
 

La Berta cuneata si chiama così per l'evidente forma a cuneo della coda, che la rende facilmente identificabile anche a distanza; sarà una delle specie più comuni nella nostra crociera (© Dominic Sherony, CC BY-SA 2.0)




I fetonti sono tra gli uccelli pelagici più aggraziati ed eleganti; incontreremo il Fetonte codabianca soprattutto in prossimità degli arcipelaghi meridionali che toccheremo durante la navigazione (© Kansasphoto, CC BY 2.0)




L'Albatros piedineri è il secondo albatros "settentrionale del Pacifico (© Caleb Putnam, CC BY 2.0)




Un'altra bella immagine dell'Albatros di Laysan. Il terzo, e più raro dei tre, albatross del Pacifico settentrionale è l'Albatros codacorta (© Jason Crotty, CC BY 2.0)




L'arcipelago giapponese delle Izu rappresenta uno dei più importanti siti riproduttivi per la piccola Urietta del Giappone, il cui areale è confinato alla terraferma e alle isole di Corea del Sud, Giappone e dell'estremo oriente della Russia (© Alastair Rae, CC BY 2.0)




Il Gabbiano codanera è una interessante specie di Laride il cui areale è confinato all'Estremo Oriente: Corea del Nord, Corea del Sud, Giappone, Cina e Taiwan (© Bamse, CC BY-SA 3.0)




La Mizomela di MIcronesia è uno splendido uccelletto affine ai succiamile australiani; questa specie è endemica degli arcipelaghi della Micronesia; avremo ottime possibilità di vederla e fotografarla durante il nostro sbarco a Weno (© Peter, CC BY 2.0, CC BY-SA 2.0)
Post-crociera in Giappone
Si tratta solo di pochi giorni, anche solo di una giornata, ma, dato che siamo lì, perché non insaccocciare nella nostra life-list qualche specie giapponese? Le aree a nord-est di Tokyo sono discretamente naturali e, insieme ad aree coltivate, ci sono laghi e paludi, boschi e canneti. Potremo vedere, tra le altre specie, la Tortora orientale, l’Allodola del Giappone, la Cannaiola orientale, l’Erbarolo di palude (una specie molto localizzata e vulnerabile, vagamente somigliante al nostro Beccamoschino), l’Averla taurina, lo Storno guancebianche, il Corvo beccogrosso, il Verdone orientale, lo Zigolo groppaocra.

L'Averla taurina è una delle specie più comuni che potremo vedere nell'estensione giapponese della crociera (© Alpsdake, CC BY-SA 3.0)


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