Etiopia
sulle orme del principe Ruspoli
13 - 29 novembre 2020

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Addis Abeba
2° giorno) Debre Zeit. Lake Cheleleka  
3° giorno) Sululta Plains
4° giorno) Debre Libanos 
5° giorno) Jemma Valley
6° giorno) Ankober
7° giorno) Lake Koka e Lake Ziway. Wamichi
8° giorno) Dinsho. Bale Mountains National Park
9° giorno) Sof Omar
10° giorno) Sanetti Plateau
11° giorno) Genale River
12° giorno) Negele. Liben Plains
13° giorno) Dawa River
14° giorno) Yabelo e Mega
15° giorno) Yabelo. Awassa
16° giorno) Awassa  (eventualmente Wondo Genet). Addis Abeba
17° giorno) volo Addis Abeba - Milano


Mappa interattiva





Il Nyala montano è una grossa antilope endemica dell'Etiopia. Frequenta le foreste d'altura dell'acrocoro abissinico. Sarà la seconda specie, in ordine di apparizione, di mammifero endemico d'Etiopia; la vedremo senz'altro nel parco di Dinsho, alle porte del Bale Mountains National Park (© Dick Forsman 2012)

Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: tutti gli hotel e lodge, per quanto i migliori disponibili, sono piuttosto rustici, ma sono puliti e hanno servizi privati. Se campeggeremo a Sof Omar, le tende, provviste dall'organizzazione, sono canadesi con materassi a terra e i servizi sono "bush-toilets".

Difficoltà: richiesto adattamento alle strutture ricettive. Sono previste ascensioni a 4000 metri di altezza, ma le numerose fermate lungo il percorso permettono l'acclimatamento

Bibliografia: The Birds of the Horn of Africa, di Redman, Stevenson e Fanshawe, Christopher Helm Field Guides
Birds of Ethiopia and Eritrea, di Ash e Atkins, Christopher Helm

Costo del tour: Euro 2.990 (Addis Abeba/Addis Abeba)

Supplemento singola
: Euro 380

Volo
: siamo a disposizione per informazioni riguardo al volo, per il quale ci sono ottime soluzioni a partire da Euro 360 (Turkish Airlines via Istanbul)

Numero massimo di partecipanti
: nove




Il Verzellino di Salvadori sarà un lifer di Ornitour. Non abbiamo mai incluso nell'itinerario, prima di questo tour, la regione di Sof Omar, l'area migliore per vedere questo splendido e rarissimo fringillide, endemico delle aree meridionali dell'Etiopia (© Allan Drewitt CC BY 2.0)



L'Allodola di Liben è uno degli endemismi più rari dell'Etiopia, confinato ad un fazzoletto di terra di pochi kmq del sud del paese, a Negele. Si pensa che, qualora non vengano immediatamente attuate rigide misure di protezione dell'habitat del suo ristrettissimo areale, questa specie si estinguerà entro tre anni! Oggidì i tassonomisti hanno individuato la conspecifità dell'Allodola di Liben con l'Allodola di Archer, anch'essa criticamente minacciata, che vive in una piccolissima area della Somalia (© Michael Sammut),




Turaco di Ruspoli, uno dei quattro endemismi più rari d'Etiopia. In questo Gran Tour dell'Etiopia avremo ottime opportunità di vedere il magico quartetto (oltre al turaco, l'Allodola del Liben, la Rondine codabianca e il Corvide di Zavattari). Ma non solo: l'itinerario è stato disegnato per riuscire a "ticcare" tutti (!) gli endemismi d'Etiopia. Ci vorrà un pò di fortuna, naturalmente, ma ci riusciremo! (© Michael Sammut)


Intro

Nel 1960, un piccolo ometto nero correva a piedi nudi per le strade di Roma, tra due ali di folla che lo applaudivano; l'ometto correva leggero e avrebbe tagliato di lì a poco, nello stadio olimpico, il traguardo della maratona olimpica. Abebe Bikila era un "ometto" solo fisicamente, perché nel cuore e nell'orgoglio era un grande. Si allenava, il grande maratoneta, sulle praterie degli altipiani della sua patria, l'Etiopia, la meta di questo favoloso ORNITOUR. L'acrocoro etiopico è situato a 2000 metri di altezza e arriva a superare, in alcuni punti, i 4000 metri, come nello spettacolare Sanetti Plateau. Il plateau rappresenta il cuore del Bale Mountain National Park, un paesaggio mozzafiato costituito dalla foresta di Harenna, da cristallini laghetti alpini ai bordi dei quali si ergono statuarie lobelie. L’Etiopia è un paese affascinante dal punto di vista degli habitat naturali e, pur essendo stata selvaggiamente disboscata negli ultimi decenni, i fazzoletti di foresta afro-montana residui ospitano ancora un’avifauna ricchissima. Oltre alla foresta d’altura, il territorio etiope è caratterizzato da un mosaico di ambienti interessanti dal punto di vista paesaggistico e della biodiversità: le torbiere d’altura, i boschi di acacia e il “bush”, la prateria e la savana, le steppe e i deserti, i laghi del Rift e le paludi. Questa varietà in habitat naturali spiega la ricchezza ornitologica dell’Etiopia, che conta, tra residenti, migratrici e svernanti, più di 800 specie, tra cui una trentina di endemismi (il totale non è certo perché alcune sottospecie sono considerate specie buone da qualche tassonomista), il numero più alto, dopo la Repubblica Sudafricana, per il continente africano. Gli endemismi che potremo vedere in questo affascinante tour sono distinti in veri e propri endemismi etiopi (presenti solo entro i confini nazionali dell'Etiopia), endemismi dell'acrocoro abissinico (specie presenti solo in Etiopia ed Eritrea), endemismi del Corno d'Africa (specie presenti solo in Etiopia e/o Eritrea e in Somalia) e "quasi endemismi", e cioé le specie presenti solo in Etiopia e/o Eritrea e uno dei due paesi confinanti, Sudan e/o Kenya. Questo ORNITOUR è dedicato espressamente all'osservazione del maggior numero di queste specie endemiche e delle altre localizzate all'Africa Orientale: per avere le migliori chance di vedere anche le specie più rare ci siamo affidati, per la prima volta dopo quattro tour organizzati da Ornitour ed accompagnati dal sottoscritto, ai servizi di un tour operator locale , che ci fornirà la guida di un espertissimo tour leader locale. L'itinerario prenderà le mosse da Addis Abeba, da dove ci sposteremo verso nord, visitando le aree di altura di questa regione: Sululta Plains, Debre Libanos, la favolosa Jemma Valley, Melka Ghebdu e Ankober; molti endemismi sono molto diffusi in Etiopia, ma un buon numero di essi sono confinati nelle regioni del nord e i nostri sforzi in questi giorni saranno rivolti alla ricerca, indubitabilmente fruttuosa, di: Francolino di Harwood, Storno beccobianco, Sassicolo di Rüppell, Verzellino golagialla, Verzellino di Ankober, Beccasemi golabianca, Pitilia beccorosso. Inizieremo poi la nostra discesa verso sud, visitando i laghi della Valle del Rift, dove vedremo tutti gli endemismi diffusi nella regione, i più facili, ma ugualmente benvenuti: Ibis caruncolato, Inseparabile alinere, Calandrella di Erlanger, Unghialunga d'Abissinia, Corvo imperiale beccogrosso, Lucarino d'Abissinia. Dopo una scappata alla foresta di Dinsho, dove vedremo il massiccio Nyala di montagna, la nostra seconda specie di mammifero endemico d'Etiopia (la prima l'avremo già vista a Debre Libanos, la splendida e pelosissima Gelada), e altri endemismi come il Pappagallo frontegialla e la Cincia dorsobianco, esploreremo il fantastico Sanetti Plateau, dove, oltre ad una sensazionale comunità di uccelli, tra cui altri endemismi come l'Oca aliazzurre, il Rallo di Rouget, la Pavoncella pettomacchiato, vedremo la terza e ultima specie, la più ricercata e desiderata, di mammifero endemico, il Lupo d'Etiopia! Dopo aver esplorato la foresta di harenna, casa di altre specie endemiche come il Picchio d'Abissinia e l'Uccello gatto di Abissinia, ci spingeremo verso le regioni meridionali dell'Etiopia, che saranno teatro del birdwatching più emozionante del tour; la savana di Commiphora e le praterie che si estendono fino al confine con il Kenya sono infatti la patria di un fantastico quintetto di endemismi: Turaco di Ruspoli, Corvide di Zavattari, Allodola del Liben, Rondine codabianca e Verzellino di Salvadori. Torneremo poi verso nord, sostando al lago Awassa e forse (dipendentemente dalla mancanza di qualche specie alla nostra lista) effettuando un'escursione alla foresta di Wondo Genet. Lungo la strada del ritorno ci fermeremo anche a dare un'occhiata ai laghi Langano, Shalla e Abyatta. L'Etiopia è uno splendido mix di uccelli, mammiferi, paesaggi, è l'Africa classica di savane e praterie accanto ad un'Africa diversa, fatta di praterie alpine, torbiere, scarpate inaccessibili e deserti di lava vulcanica. Un'esperienza unica.


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Itinerario dettagliato
1° giorno) dipendentemente dalla compagnia aerea che sceglieremo, potremmo arrivare in serata e pernottare in un hotel vicino all’aeroporto o raggiungere direttamente Debre Zeit dove pernotteremmo nello stesso hotel, il Babogaya Lake Viewpoint Lodge, dove pernotteremo anche il giorno successivo.

2° giorno) qualora fossimo già al lodge summenzionato, inizieremmo con più calma la nostra giornata di birdwatching, altrimenti partiremmo molto presto da Addis Abeba per raggiungere il lodge, sistemarci nelle nostre camere e iniziare l’esplorazione dei laghi di questa regione: Bishoftu, Hora e Chelekleka, e, se avremo tempo, anche il lago Koka. La nostra prima avifauna in Etiopia sarà molto “europea” con molte specie di anatre e limicoli a noi consueti, ma tra Mignattai, Codoni comuni, Mestoloni comuni, Marzaiole eurasiatiche, Alzavole eurasiatiche, Morette comuni, Pernici di mare comuni, Pittime minori e Gambecchi nani, scruteremo con attenzione la superficie dei laghi, perché qualche prima specie africana potrebbe sempre nascondersi tra le papere più comuni; in particolare ci aspettiamo di vedere il Gobbo maccoa, la graziosa Oca pigmea africana e l’Anatra dorsobianco. Non mancheranno naturalmente le prime specie africane della valle del Rift: Pellicano bianco, Aninga, Airone nero, Cicogna beccogiallo, Cicogna di Abdim, Cicogna sellata, Dendrocigna fulva, Dendrocigna facciabianca, Cormorano africano, Folaga cornuta, Rallo nero, Porciglione africano, Jacana africana, Aquila pescatrice africana. Sterne e gabbiani sono i nostri, ma tra Sterne zampenere, Gabbiani di Heuglin, Zafferani e Gabbiani comuni, ci scapperà sicuramente qualche Gabbiano testagrigia e Gabbiano di Pallas. Nella macchia e nei boschi di acacia lungo che circondano i laghi vedremo le nostre prime specie terragnole: Francolino crestato, Bucero di Hemprich, Bucero di Von der Decken, Bucero beccorosso, Barbetto fronterossa, Barbetto becconero, Barbetto dentato, Barbetto fasciato (endemico), Torcicollo collorossiccio, Inseparabile alinere (uno dei due pappagalli endemici), Uccello topo nucazzurra, Upupa boschereccia becconero, Martin pescatore striato, Picchio barbuto, Picchio testagrigia, Apalis panciacamoscio, Codirossone minore, Pendolino murino, Batis testanera, Batis testagrigia, Bubu d’Etiopia (endemismo del Corno d’Africa), Tessitore castano, Tessitore minore, Tessitore di Rüppell, Cisticola raganella.

3° giorno) raggiungeremo oggi la cittadina di Lale, a nord di Addis Abeba, dove pernotteremo all’Hotel Fiche. Attraverseremo le pianure di Sululta, dove potremo vedere altri endemismi: sulle praterie e torbiere a nord di Addis camminano impettiti gli Ibis caruncolati, sui laghetti nuotano placide Oche aliazzurre e volano stormi di Piccioni dal collare (la specie endemica più comune di tutto l’altopiano abissinico) e più solitari Corvi imperiali beccogrosso, dal rauco richiamo e dallo stranissimo profilo. Lungo il percorso potremo vedere molte altre specie di uccelli, come l’Umbretta, l’Oca egiziana, il Cavaliere d’Italia, il Beccaccino africano, il Croccolone (raro), la Tortora occhirossi, il Corvo del Capo, la Calandrella di Erlanger e l’Unghialunga d’Abissinia, la Cisticola d’Etiopia e il Lucarino d’Abissinia (le ultime quattro specie tutte endemiche), la Ballerina gialla, la Prinia fianchifulvi, la Rondine pettorosso, il Codinero di brughiera, il Vescovo capogiallo.

4° giorno) inizieremo la giornata visitando la cittadina di Debre Libanos e il suo famoso monastero, una chiesa del tredicesimo secolo. Il complesso è situato fra una rocca e una gola create dall'affluente del fiume Abbay; quest’area ospita endemismi tipici delle aree di foresta, diffusi lungo tutto il nostro itinerario, così che se ci sfuggissero il primo giorno avremmo numerose altre opportunità di “ticcarle” in seguito: Picchio d’Abissinia, Cincia dorsobianco, Uccello gatto d’Abissinia, Pigliamosche ardesia d’Abissinia, Oriolo d’Abissinia, Sassicolo di rupe alibianche. Dovremo invece concentrarci sulla ricerca di due endemismi che frequentano solo il nord dell’Etiopia, perché li potremo incontrare solo nei primi tre giorni del nostro tour: essi sono lo Storno beccobianco e il Sassicolo di Rüppell. Molte specie svernanti dal Paleartico frequentano le aree intorno al monastero: Luì grossi, Luì verdi, Capinere, Codirossoni eurasiatici, Bigiarelle comuni, Ortolani, insieme a bestiole locali come la Cisticola robusta e la Cisticola canora. Visiteremo l’area conosciuta come Ponte dei Portoghesi (in realtà i portoghesi non c’entrano, in quanto la costruzione fu eretta circa un secolo fa dal principe Ras Darge Sahle Selassie), da dove si gode una spettacolare vista sulla gola rocciosa che rappresenta la parte più occidentale della Jemma Valley. In queste pareti rocciose nidificano interessanti specie di rapaci: il Gipeto, il Grifone di Rüppell, la splendida Aquila di Verreaux, il Falco pellegrino e il Gheppio comune (le sottospecie africane sono sulla strada della “speciazione”). Sulle rocce intorno al Ponte dei Portoghesi, e anche nelle spianate intorno a Debre Libanos vedremo il primo endemismo mammalogico dell’Etiopia, l’affascinante e villosissima Gelada, una scimmia la cui pelliccia assomiglia ad un tabarro peloso che l’animale si è gettato sulle spalle. La sera potremmo sentire le caratteristiche urla di ben tre rapaci notturni: Gufo reale del Capo, Gufo africano e Allocco africano. Nel tardo pomeriggio raggiungeremo la cittadina di Lemi, dove pernotteremo.

5° giorno) il nostro appuntamento più importante di oggi si trova a circa novanta minuti da strada dall’hotel, e quindi dobbiamo svegliarci molto presto. Dobbiamo infatti essere a destinazione alle prime luci del giorno, il momento migliore per vedere il principale target di oggi, il Francolino di Harwood, una specie endemica dell’Etiopia, e per giunta estremamente localizzata. Il fiume Jemma ha creato, nel corso dei millenni, una spettacolare vallata, profonda in alcuni punti più di un chilometro, che si dipana, in tornanti vertiginosi, verso le sorgenti del Nilo Azurro, nel lago Tana. Probabilmente localizzeremo il francolino in virtù del suo richiamo stridulo, e non dovremmo poi avere problemi a vederlo sulle rocce della vallata, da dove canta a squarciagola. Vedremo anche un altro francolino, il Francolino di Erckel, che è un “quasi endemico”, poiché il suo areale, oltre all’acrocoro abissinico, comorende solo il Sudan. Altre due specie molto localizzate in Etiopia sono il Beccasemi golabianca (endemico dell’altopiano abissinico) e la Pitilia beccorosso (presente, oltre che in Etiopia ed Eritrea, solo in Sudan). Potremo naturalmente vedere molte altre specie di uccelli, incluse gli endemismi “nordici” che avessimo perso a Debre Libanos; tra queste ricordiamo: Astore cantante scuro, Tortora vinata, Tortora del Namaqua, Ghiandaia marina d’Abissinia, Ghiandaia marina pettolilla, Barbetto becconero, Codinero familiare, Monachella d’Abissinia, Occhialino pettobianco, Cisticola volpina, Usignolo golabianca, Chagra capinera, Fiscal dorsogrigio, Storno splendente guanceblu minore, Nettarina pettoscarlatto, Tessitore mascherato vitellino, Tessitore testanera, Tessitore frontemacchiata, Passera del bush, Amaranto faccianera, Cordon blu guancerosse, Zigolo pettocannella. La Rondine serrata nera che vedremo in queste aree è caratterizzata da un riflesso blu del piumaggio; la sottospecie in questione pristoptera è considerata da alcuni Autori specie buona, conosciuta con il nome di Rondine serrata blu. Nel tardo pomeriggio raggiungeremo Debre Birham, dove pernotteremo due notti all’Hotel Eva.

6° giorno) due target estremamente importanti oggi! Raggiungeremo il villaggio di Ankober, che fu capitale del regno dello Scioà, il nome con cui era conosciuta in tempi storici questa regione dell’Etiopia e, fino all'apertura della ferrovia Gibuti - Addis Abeba, importante nodo di carovaniere per il mare. Dal nostro (birdwatching) punto di vista, Ankober gode fama mondiale perché è sede della quasi intera popolazione di Verzellino di Ankober, una delle più localizzate specie endemiche d’Etiopia e l’ultima ad essere scoperta: è stata infatti identificta e classificata nel 1976. Questo piccolo verzellino si congrega in piccoli gruppi che zampettano e svolazzano sugli appezzamenti erbosi delle rocce che strapiombano sulla valle dell’Awash. Vedremo naturalmente decine di specie di uccelli, dai rapaci, come la Poiana montana, l'Aquila crestalunga e l’Astore nero, ai piccoli Passeriformi, come la Cappellaccia di Thekla, la Monachella d’Abissinia, il Codirossone minore, il Frattarolo cannella. Varrà la pena indagare con attenzione tutti gli Storni beccosottile che incontreremo, perché da queste parti è stato osservato, più di una volta, il simile Storno di Somalia. Raggiungeremo anche un’area conosciuta come Melka Ghebdu, abbastanza insignificante di per se stessa, ma, di nuovo, di enorme importanza per il birdwatcher in quanto è il posto più facile dove osservare il Verzellino golagialla, una delle più difficili specie endemiche etiopi. In attesa di sentire il suo tipico richiamo grattato, e studiando con attenzione tutti i Beccasemi di Reichenow, alla nostra preda molto simili ma molto più comuni nell’area, avremo comunque l’opportunità di vedere altre decine di specie interessanti, tra cui ricordiamo: Francolino di Clapperton, Turaco faccianuda, Turaco panciabianca, Turaco grigio orientale, Usignolo nero, Tessitore di Rüppell, Tessitore passerino capocastano. Il torrentello che attraversa quest’area ospita il Martin pescatore dal semicollare e nelle aree circostanti si incontra spesso il Martin pescatore pigmeo africano.

7° giorno) inizieremo la nostra discesa lungo la valle del Rift, che concluderemo tra qualche giorno ai confini con il Kenya. Interromperemo il nostro viaggio a Bethelem per pernottare al’Hotel Ziway. Il birdwatching di oggi e della prima parte del giorno successivo si concentrerà sui laghi del rift, in particolare Koka e Ziway e sulla savana che li circonda. Gli uccelli acquatici sui laghi sono incredibilmente numerosi e, oltre alle specie di anatre già viste fino ad oggi, potremmo aggiungere alla lista l’Oca armata, l’Oca egiziana, l’Anatra beccorosso, insieme ad altri uccelli palustri come il Tuffetto comune, il Fenicottero maggiore, il Cormorano comune, l’Airone rosso, il Pollo sultano africano, il Beccaccino dorato maggiore, il Beccaccino comune. Le sorprese potrebbero non mancare, come il Piro piro pettorale che vedemmo nel tour del 2011! Nella savana perilacustre potremmo vedere, tra le altre specie: Cicogna lanosa, Francolino squamato, Turaco guancebianche (quasi endemico dell’Etiopia), Pappagallo frontegialla (l’altro pappagallo endemico dell’Etiopia), Indicatore golasquamata, Rondone del Nyanza, Rondone maculato, Barbetto dentato, Upupa comune, Ghiandaia marina beccolargo, Picchio d’Abissinia (endemico), Picchio testagrigia, Garrulo di collina africano, Averla cuculo grigia, Averla cuculo spallerosse, Rondine delle moschee, Fiscal dorsogrigio, Puffino settentrionale, Tordo africano, Cannaiola minore, Forapaglie, Storno caruncolato, Storno splendente di Rüppell, Storno dorsoviola, Nettarinia dal collare, Oriolo d’Abissinia (endemico), Macchiettino dorsoverde. In cielo vola sempre qualche rapace e potremmo inquadrare nei binocolo il Gimnogene africano, l’Aquila imperiale, l’Aquila rapace, l’Aquila di Wahlberg.

8° giorno) trasferimento a Goba, punto di partenza per le escursioni al Bale Mountains National Park, con fermata alla foresta di Dinsho, sede del quartier generale del parco di Bale. Il lungo trasferimento sarà comunque alleggerito dallo spettacolare birdwatching che potremo fare. Man mano che saliremo di altitudine ed entreremo nei paesaggi tipici delle alture dell’acrocoro etiopico, potremo vedere uccelli interessanti come: Aquila marziale, Albanella pallida, Albanella minore, Falco di palude, Poiana codabianca, Poiana grillaia, Pavoncella alinere, Monachella pettorosso, Bufaga beccorosso, Corvo del Capo, Tordo grattaterra, Silvia bruna (la sottospecie locale, qualora trasformata da qualche tassonomista di buon cuore in specie buona, sarebbe un ulteriore endemismo etiope), Pispola golarossa, Culbianco boreale, Monachella dorsonero, Culbianco isabellino, Nettarinia malachite, Vescovo giallo, Vedova codaventaglio, Vedova collorosso; anche durante questo tragitto potremo vedere, o rivedere, specie endemiche, come l’Oca aliazzurre, il Rallo di Rouget, la Calandrella di Erlanger e il Lucarino d’Abissinia. Abbiamo ottime informazioni per trovare, lungo il percorso, il Gufo reale del Capo e, nel parco di Dinsho, il Gufo africano. La foresta di Dinsho ci offrirà, prima di tutto, la possibilità di vedere il Nyala montano, una splendida e massiccia antilope, una delle tre specie di mammiferi endemici dell’Etiopia. Tra gli uccelli di Dinsho ricordiamo: Astore africano, Sparviere pettorossiccio, Uccello gatto d’Abissinia e Cincia dorsobianco (entrambi endemici), Luì bruno, Frattarolo cannella, Estrilda panciagialla. Pernotteremo al Wabe Shebelle Hotel a Goba.

9° giorno) grande giornata oggi: partenza di prima mattina per percorrere i 110 km della strada che ci porterà a Sof Omar, la migliore area in Etiopia per vedere una delle specie endemiche più localizzate e difficili da intercettare, il Verzellino di Salvadori. Molte altre saranno le specie che potremo vedere in questo remoto angolo d’Etiopia, come il Francolino nucagialla, l’Otarda kori, il Cucal cigliabianche, La ghiandaia marina pettolilla, il Barbetto giallorosso, l’Averla di macchia testagrigia, l’Averla di macchia pettoarancio, il Bulbruno settentrionale, il Crombec facciaorssa, la Cisticola del Boran, il Bulbul di Dodson (la sottospecie locale del Bulbul comune, che presto potrebbe essere specie buona), lo Storno setoloso, la Nettarinia pancianera, il Granatino viola e lo Zigolo di Somalia. Riuscissimo a vedere il Verzellino di Salvadori nella giornata di oggi, potremmo decidere di tornare a Goba, che, anche se arrivassimo in tarda serata, ci garantirebbe una notte di tranquillo riposo in albergo. Ma se, in caso contrario, il raro verzellino si negasse, allora campeggeremo nella savana di Sof Omar, pronti per, il giorno successivo, un’antelucana sveglia con ottime chances di vedere la bestiola nella luce e nel fresco del mattino, da sempre le condizioni migliori per vedere uccelli nelle aree calde.

10° giorno) esploreremo oggi i meravigliosi ambienti del Bale Mountains National Park; saliremo oltre i 4000 metri, e faremo birdwatching nelle foreste e distese di ginepro che ricordano da vicino più le Alpi che non un paesaggio africano. Arriveremo a Tullu Deemtu, a 4377 metri d'altitudine, sulla strada più elevata di tutta l'Africa, ed esploreremo il Sanetti Plateau, coperto da torbiere d'altura e praterie, punteggiate da cuscini di elicriso, lobelie giganti e chiazze di boschi di hagenia. La vegetazione del parco, costituita in gran parte da specie endemiche è una delle meraviglie africane. Tra gli uccelli che potremo incontrare ricordiamo: Gipeto, Lanario, Aquila reale (unica popolazione dell’Africa subsahariana), Poiana augure, la meravigliosa Gru caruncolata, Casarca comune, Germano beccogiallo, Germano nero africano, Fischione eurasiatico, Codone comune, Mestolone comune, la bellissima ed endemica Pavoncella pettomacchiato, Francolino di brughiera, Francolino nucacastana, Gracchio corallino (unica popolazione dell’Africa subsahariana), Saltimpalo africano (la locale sottospecie albofasciatus potrebbe essere una specie buona), Cappellaccia di Thekla. Per chi non è ossessionato dal birdwatching, l’incontro con il Lupo d’Etiopia (altro endemismo) sarà assolutamente emozionante; potremo vedere individui singoli o piccoli gruppetti trotterellare sul pianoro o star seduti immobili innanzi le tane della loro preda preferita, il Ratto-talpa testagrossa (nome quanto mai azzeccato, vedrete!). Potremo vedere anche Procavie d’Etiopia, graziose antilopi Saltarupe, e con immensa fortuna, il Servalo. Pernotteremo ancora al Wabe Shebelle di Goba.

11° giorno) ripasseremo oggi, sulla strada per il sud, per il Sanetti Plateau, con ulteriori eccezionali opportunità fotografiche e per cercare specie che ci fossero scappate ieri. Ma, iniziato a scendere dal plateau, troveremo un nuovo ambiente, la splendida foresta nebulosa di Harenna; la foresta, la meglio conservata e la più vasta in Etiopia, è una distesa di hagenie e podocarpi, meravigliosamente drappeggiati da festoni di licheni. La foresta si estende da 3.200 a 1.800 metri di altitudine (a quest’ultima elevazione la foresta è più aperta e inizia a sconfinare nelle distese di acacie che troveremo più in basso). Le specie di uccelli variano naturalmente a seconda dell’altitudine; avremo comunque la possibilità di rivedere (o vedere, qualora ci siano sfuggiti nelle escursioni precedenti), tutti gli endemismi di foresta, a cui potremo aggiungere nuove specie suggestive come: Aquila coronata, Succiacapre d’Abissinia, Cuculo smeraldino africano, Barbetto giallorosso, Tordo oliva, Occhiocarniccio golabruna, Nettarinia oliva orientale, Occhialino quattrocchi, Storno di Sharpe, Storno di Shelley, Bubu ardesia, Brubru (una piccolissima averla), Averla piumata bianca, Venturone africano. Man mano che ci avvicineremo alla regione arida del sud, avremo buone occasioni di incontrare specie tipiche di questi ambienti di transizione, come il magnifico Storno panciadorata. Sono molti i mammiferi che vivono nella foresta di Harenna, e forse potremo vederne alcune specie: Babbuino oliva, la splendida Guereza, il Cercopiteco grigioverde (secondo alcuni Autori le popolazioni dell’Africa orientale sono una specie buona, e per giunta minacciata d’estinzione); altre specie, come il Leopardo, il Leone, la Civetta africana, il Potamocero dai ciuffetti, l’Ilocero e la Iena maculata, ci sono, ma credo che non li vedremo proprio. In serata raggiungeremo Negele, dove pernotteremo due notti al Turaco Hotel.

12° giorno) esploreremo oggi le aree intorno a Negele, dove cercheremo (e troveremo) le specie più carismatiche di tutta l’Etiopia. E' questa la patria del superbo Turaco di Ruspoli, scoperto dal nostro Principe Ruspoli, un aristocratico romano che esplorò l'Etiopia dal 1891 al 1893, l'anno della sua dipartita; l'impavido esploratore fu schiacciato a morte da un elefante da lui ferito in una battuta di caccia. Nella regione lo splendido turaco è ancora abbastanza comune e lo cercheremo soprattutto nei boschetti di acacia che bordano la strada che mena alla pianura di Liben. Questa distesa è una isolata estensione di prateria ad est della cittadina di Negele, ed è l’unico posto al mondo dove è possibile vedere l’Allodola del Sidamo, conosciuta anche con il nome, forse più appropriato, di Allodola di Liben (rivalutazioni tassonomiche hanno evidenziato che questa specie è conspecifica con l’Allodola di Archer della Somalia, anch’essa ridotta i minimi termini e in gravissimo pericolo di estinzione). Questa bestiola è intimamente legata all’habitat costituito dalle praterie di Liben, ridotte ormai ad un microscopico fazzoletto naturale, aggredite come sono dalle vacche che pascolano in questa regione; BirdLife International ha lanciato l’allarme: urge un accordo tra gli organismi protezionistici mondiali e le popolazioni locali, a cui naturalmente si riconosce il diritto alla sopravvivenza; in assenza di tale accordo si stima che l’allodola, ridotta oggi a poche decine di esemplari, si estingua in meno di dieci anni! Tra le altre specie di questa regione ricordiamo: Francolino coqui, Otarda panciabianca, Otarda di Heuglin (molto rara e non osservata in tempi recenti), Otarda di Hartlaub, Calandrella di Somalia, Corrione di Somalia, Barbetto di D’Arnaud, Prinia pallida, Cincia grigia settentrionale, Fiscal delle Taita, Fiscal di Somalia (servirà un’attenta osservazione poichè l’unica differenza con il precedente è la punta bianca delle secondarie), Corvo di Somalia, Pispola dorsouniforme, Cisticola pettorale, Rondine d’Etiopia, Rondine codafili, Rondine comune, Rondine rossiccia, Nettarinia di Hunter, Codinero codabruna, Tessitore sociale capogrigio, Passera rossiccia di Shelley. Molti rapaci volano sulla prateria e potremo vedere l'Astore cantante orientale, l’Aquila rapace, il Biancone pettonero, il Gheppio comune, il Grillaio, il Lanario. Ci spingeremo ad est delle pianure di Liben, dove avremo le uniche chances di vedere alcune tra le specie più rare dell’Etiopia come: Tordo occhinudi, Batis pigmeo, Puffino di Pringle, Garrulo squamato, Silvia fasciata, la splendida Averla di macchia nucarossa, Chagra tristriata, Cisticola minuscola, Camarottera grigia, Prinia fronterossa, Prinia pallida, Nettarinia splendente, Pigliamosche grigio africano, Canarino beccogrosso settentrionale, Tessitore di Speke. Potremo vedere anche quella che fino a pochi anni fa veniva considerata una specie buona, un endemismo etiope chiamato Allodola del Degodi, ma che è stato scoperto essere solo una locale sottospecie dell’Allodola di Gillett. Le specie più orientali del sud-est dell’Etiopia vivono solo nelle aree vicine alla cittadina di Bogol Manyo, che non riusciremo a raggiungere; c’è comunque qualche speranza di vedere rarità come la favolosa Pispola dorata, l’Allodola codacorta, la Monachella di Somalia, la Grandule faccianera, il Crombec beccocorto, lo Storno di Fischer.

13° giorno) ci trasferiremo oggi a Yabello, dove pernotteremo due notti all’Arafat Pension (o al Park Hotel). I due pezzi forti di Yabello saranno due endemismi: la Rondine codabianca e il Corvide di Zavattari. Quest’ultima enigmatica specie, a metà strada tra uno storno e un corvo, aspetta ancora una collocazione definitiva all'interno della classe degli uccelli. Fu scoperto nel 1938 da un italiano, l'ornitologo Edgardo Moltoni e il nome scientifico che gli fu dato celebra un altro zoologo italiano, Edoardo Zavattari (1883-1972), professore di anatomia comparata all'Università di Torino. L’ambiente che attraverseremo oggi, e che esploreremo approfonditamente domani, è costituito da estensioni, più o meno compatte, di acacia Commiphora, da aree rocciose ricoperte da cespugli aridi, da boschetti di ginepro. Lungo il percorso potremo vedere numerose specie tipiche delle regioni aride, come ad esempio: Nettarinia pettoscarlatto, Nettarinia magnifica, Nettarinia dorsoviola orientale, Nettarinia del Marico, Nettarinia variabile, Storno caruncolato, Tessitore dei bufali testabianca (comune ma molto bello), Tessitore dei bufali beccorosso. Effettueremo una fermata al fiume Dawa, il punto più affidabile per due specie molto localizzate in Etiopia: il Tessitore di Salvadori e la Tortora dal collare alibianche; entrambe le specie nidificano nei boschetti che bordano il fiume.

14° giorno) birdwatching tutto il giorno nelle aree a sud di Yabello fino alla cittadina di Mega, il posto migliore dove vedere la Rondine codabianca. L’habitat in cui faremo birdwatching è quello della savana arida, tempestata di termitai alti anche diversi metri, e punteggiata da boschetti di acacia. In questa regione è possibile incontrare numerose specie tipiche del bioma africano Somalo-Masai, che comprende, oltre all’Etiopia meridionale, la Somalia e il Kenya settentrionale. Stormi di chiassosi e agitatissimi Corvidi di Zavattari sono comuni a poche decine di metri dall’abitato di Yabello e saranno oggetto di foto a distanza ravvicinata. Scenderemo a sud verso Mega e potremo vedere decine di specie nuove per il nostro tour: lo statuario e bruttissimo (bellissimo!?) Bucorvo d’Abissinia, Civettina perlata, Francolino collogiallo, Pappagallo panciarancio, Turaco panciabianca, Bucero beccogiallo orientale, Becco a scimitarra d’Abissinia, Barbetto golanera, Cuculo nero, Storno di Rüppell, Storno capobianco (una specie confinata al sud dell'Etiopia e al nord del Kenya), Allodola volpina, Eremomela panciagialla, Tordo delle palme macchiato, Usignolo dorsorosso, Averla groppabianca, la splendida Averla di macchia pettorosa, Tessitore sociale capinero, Canarino panciabianca, Estrilda guancenere. Lungo la strada branchetti di bellissime Faraone vulturine e in cielo molti rapaci: Avvoltoi orecchiuti, Falchi giocolieri, Capovaccai, Grifoni di Rüppell, Astori gabar, Gheppi grigi. Altre specie dell’area: Segretario, Succiacapre di Donaldson-Smith, Pigliamosche nero settentrionale, Passera castana, Golatagliata, Vedova codapaglia, Corvo codaventaglio, Storno setoloso, Storno alirosse, Storno gazza (raro). Branchi di Gazzelle di Grant sono comuni, e con fortuna potremo vedere l’elegantissima Gerenuk, o Antilope giraffa.

15° giorno) inizieremo oggi il ritorno verso nord, raggiungendo nel pomeriggio Awassa, la città situata sul lago omonimo, dove pernotteremo all’United Africa Hotel, proprio sulle rive del lago. Se avremo visto bene le specie “target” di Yabello potremo partire di prima mattina, poiché Awassa merita qualche ora di birdwatching, e il giorno dopo dovremo partire presto alla volta di Wondo Genet; altrimenti gireremo ancora intorno a Yabello, differendo la nostra partenza dopo il raggiungimento dei nostri scopi ornitologici. Ci fermeremo naturalmente lungo il percorso ad ogni occasione, ma cercheremo di raggiungere Awassa per visitare il celebre mercato del pesce e i giardini del nostro hotel, dove potremo vedere alcune specie molto interessanti, tra cui: Biancone cenerino, Gru coronata nera, Martin pescatore malachite, Martin pescatore bianconero, Martin pescatore gigante, Martin pescatore pigmeo africano, Martin pescatore boschereccio, Cucal testablu, Bucero guanceargento, Vedova mantogiallo, Estrilda pettofulvo (la sottospecie locale ochrogaster è già diventata specie buona per alcuni Autori, con il nome di Estrilda d’Abissinia). Molti svernanti dal Paleartico frequentano la vegetazione locale: Torcicollo eurasiatico, Canapino levantino (raro), Bigia padovana, Cannaiola verdognola, Averla isabellina, Usignolo maggiore. I giardini del mercato del pesce sono un ottimo posto dove vedere il Rampichino macchiato, diffuso in tutto il continente africano, ma sempre molto difficile da localizzare. E inoltre: Marabù africano, Airone golia, Anatra ottentotta, Jacana minore, Mignattino piombato, Mignattino alibianche, Combattente, Piro piro boschereccio, Piro piro piccolo, Piro piro culbianco, Pantana eurasiatica, Pettegola, Albastrello, Martin pescatore testagrigia, Picchio di Nubia, Tessitore testarossa.

16° giorno) partiremo di prima mattina per Addis Abeba e, dipendentemente dal tempo a disposizione, potremmo decidere di fare una deviazione verso la foresta di Wondo Genet (soprattutto se ci mancasse qualche specie importante, come ad esempio il Trogone narina). La foresta che si estende sulle colline che bordano la parte orientale della valle del Rift. Wondo Genet è una foresta montana di media altitudine che, nonostante il terrificante disboscamento di cui è stata oggetto negli ultimi anni per ragioni commerciali, rappresenta ancora un’area importante per vedere le specie tipiche delle foreste afro-montane. Avremo ottime chance di vedere, o rivedere qualche endemismo: Barbetto fasciato, Picchio d’Abissinia, Pappagallo frontegialla, Inseparabile alinere, Uccello gatto d’Abissinia, Sassicolo di rupe alibianche, Oriolo d’Abissinia. Altre specie di Wondo Genet sono: Sparviere minore, Aquilastore di Ayres, il quasi mitico Nibbio dei pipistrelli, Tortora tamburina, Piccione oliva africano, Piccione verde di Bruce, Indicatore minore, Martin pescatore dal semicollare, Tordo terragnolo d’Abissinia, Ballerina montana, Amaranto africano, Tessitore beccogrosso. E dipendentemente dal tempo speso per Wondo Genet, lungo la via per Addis, potremmo dare un’occhiatina ai laghi Langano, Shalla e Abyatta. La savana che copre le sponde del Langano queste aree è ricca di uccelli; tra le specie che potremmo incontrare, le ultime della nostra, son sicuro, già corposissima checklist, ricordiamo: Grandule quattrobande, Occhione del Senegal, Gruccione minore, Gruccione pettoblu (le popolazioni dell’Africa Orientale, appartenenti alla sottospecie lafresnayii, sono considerate specie buona dagli ornitologi sudafricani), Barbettino fronterossa, Barbettino frontegialla, Rondine montana rupicola, Sassicolo di rupe imitatore, Zigolo pettocannella. Il lago Shalla riempie una caldera vulcanica, è profondo e le sue acque sono sterili, mentre le acque del lago Abiata sono molto basse e salmastre. Le sponde di entrambi, le sue acque e la savana circostante sono ricchissime di uccelli; potremo vedere: Pellicano dorsorosa, Fenicottero minore, Spatola africana, Garzetta comune, Airone bianco maggiore, Garzetta intermedia, Ibis sacro, Aquila di Wahlberg, Nibbio beccogiallo, Nibbio bianco, Biancone bruno, Gimnogene africano, Poiana delle steppe, il grazioso Falchetto africano, Moriglione africano, Otarda pancianera, Occhione eurasiatico, Gru cenerina, Gambecchio comune, Piovanello, Corriere grosso, Corriere piccolo, Corriere mongolo, Corriere del Caspio, Falaropo beccosottile, Piviere dorato asiatico (abbastanza regolare negli ultimi anni), Becco a scimitarra nero, Ghiandaia marina caporossiccio, Gruccione carminio settentrionale, Grandule golagialla, Uccello topo marezzato, Upupa eurasiatica (sono presenti entrambe le sottospecie epops e africana, la prima svernante dal Paleartico, la seconda residente e nidificante, Rondone minore, Piccione marezzato, Tortora delle palme, Tortora del Namaqua, Picchio cardinale, Cutrettola comune, Topino golabruna, Topino comune, Cincia nera alibianche, Codirosso comune, Stiaccino, Averla di macchia pettozolfo, Pigliamosche africano del paradiso, Storno superbo, Storno splendente guanceblu maggiore, Vedova dei villaggi, Passera di Swainson, Petronia macchiagialla, Tessitore passerino dai sopraccigli, Amaranto beccorosso, Cordon blu guancerosse. Dopo esserci rinfrescati e riassettati in un hotel vicino all’aeroporto, dove avremo disposizione un paio di camere per un’oretta, il nostro operatore locale ci inviterà ad una cena tradizionale etiope, dopo la quale ci trasferiremo all'aeroporto di Addis Abeba.

17° giorno) imbarco poco dopo mezzanotte sul volo che ci riporterà in Italia


A Debre Libanos avremo l'opportunità di vedere il primo mammifero endemico d'Etiopia: la pelosissima Gelada è un babbuino che frequenta gli altipiani etiopi (© Andreas Wolf - Fotolia)
 


Grifone di Rüppell (© Michael Sammut). una delle 49 specie di rapaci osservate durante l'Ornitour del 2011! Al Ponte dei Portoghesi di Debre Libanos questi rapaci ti volano a pochi metri sulla testa e, in mezzo ai loro stormi spesso compare....
 


...qualche Gipeto (© Michael Sammut)
 


Pavoncella pettomacchiato (© Dick Forsman 2012), uno dei più begli endemismi abissinici, tipico delle aree più elevate dell'acrocoro. Ne vedremo piccoi branchetti zampettare intorno aglle torbiere umide del Sanetti Plateau e della pianura di Sululta




Negli stagni del Sanetti Plateau sguazzano molte Oca aliazzurre, endemismo etiope comune in tutte le zone umide dell'acrocoro (© Michael Sammut)




L'Otarda panciabianca (© Dick Forsman 2012) è fose l'otarda più bella d'Etiopia; è abbastanza comune nelle aree meridionali del paese e non mancheremo di incontrarla, a volte anche in piccoli branchi




Silvia fasciata (© Michael Sammut): non sono graziosa? ma sono anche un pò timida, basta fotografie!






Il Piccione dal collare (© Michael Sammut) è uno degli endemismi più comuni dell'Etiopia




L'Ibis caruncolato è un'altra specie endemica comune dell'Etiopia, dove frequenta le aree dialtura dell'acrocoro. Il nome gli deriva dalla lunghissima appendice carnosa che gli pende dalla gola (© Michael Sammut)




Un'altra specie endemica comune è il Corvo imperiale beccogrosso. Lo vedremo spesso durante il tour, a partire dalla strada verso Debre Libanos, che percorrereremo il terzo giorno (© Ondřej Žváček, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Nella foresta di Debre Libanos incontreremo i nostri primi endemismi etiopi, tra cui questo bellissimo Barbetto fasciato, il più importante delle dieci specie di barbetti che potremo vedere durante il tour (© Dick Forsman 2012)




A Debre Libanos vedremo certamente il Francolino di Erckel, un semiendemismo etiope, presente solo, oltre che sull'acrocoro abissinico, nel sud del Sudan (© DickDaniels, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Il sassicolo di rupe alibianche è un endemismo abissinico tipico delle aree montagnose del Rift, ma nei precedenti Ornitour l'abbiamo trovato nidificante anche nella città di Addis Abeba (© Dick Forsman 2012)




Delle cosiddette averle di macchia (bush-shrikes), tutte peraltro bellissime, l'Averla di macchia pettorosa, l'unica che spesso cammina sul terreno, è forse la più bella (© Michael Sammut)




Il Picchio d'Abissinia, che vedremo in numerose tappe del tour, è un endemismo dell'acrocoro abissinico (© Michael Sammut)




I due giorni spesi sul Sanetti Plateau del Bale Mountains National Park saranno tra i più emozionanti del tour; potremo infatti vedere nuovi endemismi e specie non endemiche ma spettacolari. Questo Rallo di Rouget è comune sull'altipiano, dove è particolarmente confidente, per la gioia dei fotografi (© Michael Sammut)




Un pò meno comune è la meravigliosa Gru caruncolata, molto rara in tutte le aree africane dove vive. Nel 2011 l'abbiamo incrociata gli ultimi dieci minuti nel Bale Mountain National Park, e solo in volo (© Michael Sammut)




Per una volta tanto il target principale delle nostre sbinocolate sul Sanetti Plateau non sarà un uccello, ma un mammifero, il Lupo d'Etiopia che vedremo caracollare tra le lande aride dell'altipiano. Questo splendido Canide è una delle tre specie di mammiferi endemiche dell'Etiopia (© Michael Sammut)




Un altro endemismo abissinico d'altura è la bella Oca aliazzurre che frequenta, in piccoli branchetti, le torbiere e i laghi del Bale Mountain National Park, ma amche la pianura di Sululta a nord di Addis Abeba (© Michael Sammut)




Il Codinero di brughiera è una specie molto interessante, comune nelle brughiere d'altura dell'Etiopia. Oltre che in Etiopia, vive solo negli altipiani di Kenya, Tanzania e Uganda. In questo tour potremo vederlo a Sululta e nel Bale (© Michael Sammut)




Abbiamo qualche chances di vedere l'Otarda di Hartlaub, una delle più rare otarde d'Etiopia, nelle piane intorno a Negele (© JerryFriedman, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Al fiume Dawa, tra Negele e Yabello, conosciamo un'area dove potremo vedere, con un pò di fortuna, due specie molto localizzate in Etiopia, questa Tortora dal collare alibianche... (© Dick Forsman 2012)




...e il Tessitore di Salvadori (o del Juba) (© Dick Forsman 2012)




Qui sopra: il Corvide di Zavattari è una delle specie endemiche più localizzati ed affascinanti dell'Etiopia. Insieme all'Allodola del Liben, la Rondine codabianca e il Turaco di Ruspoli, costituisce il quartetto degli endemismi etiopi presente solo in una ristretta area del sud del paese. Ornitour non ha mai fallito il magico quartetto! (© Michael Sammut)




Una delle più belle e slanciate antilope africana, il Gerenuk, il cui secondo nome è, appropriatamente, Antilope giraffa. Dovremmo vederla con facilità nelle aree intorno a Yabello (© Michael Sammut)




Ad Awassa vedremo, nei giardini del nostro hotel, il possente Bucero guanceargento (© Michael Sammut)




L'Uccello gatto d'Abissinia è un endemismo dell'acrocoro abissinico, e non dovremo fallirne l'incontro (© Michael Sammut)




E questo è un altro endemismo abissinico, uno dei due pappagalli endemici della regione, l'Inseparabile alinere (© Michael Sammut)




Il Pappagallo frontegialla, l'altro pappagallo endemico, ha un areale più ristretto ed è un endemismo della sola Etiopia (© Dick Forsman 2012)




La Grandule golagialla è la più grossa e la più rara delle granduli etiopi. Abbiamo qualche chances di vederla nella savana del rift (© Yathin S Krishnappa, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Il meraviglioso Gruccione pettoblu è comune in tutte le aree dai 500 ai 2500 metri slm; la sottospecie etiope lafresnayii potrebbe presto essere una specie buona (© Michael Sammut)




Il Beccasemi groppabruna è una specie endemica del Corno d'Africa (oltre che sull'acrocoro abissinico è presente solo in una piccola area della Somalia); è peraltro comune nelle aree che visiteremo, soprattutto nella regione a nord di Addis (© Michael Sammut)




Questo grazioso Pigliamosche ardesia d'Abissinia (© Michael Sammut) è un endemismo molto comune dell'acrocoro abissinico



L'Aquila crestalunga è un delle 49 specie di rapaci osservate durante l'Ornitour del 2011! In Etiopia frequenta soprattutto le aree d'altura e spesso la vedremo posata su alberi e pali a far garrire al vento la sua lunga e bizzarra cresta (© DickDanielsCreative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Delle nove specie di martini dell'Etiopia (ch, per inciso, abbiamo visto tutte nell'Ornitour del 2011, il Martin pescatore dal semicollare è il più difficile da vedere (© Michael Sammut)

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