Angola
l'Africa off-the-beaten-track (fuori dalle rotte battute)
2 - 21 agosto 2016

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Luanda via Lisbona
2° giorno) volo Luanda - Lubango. Trasferimento a Tundavala
3° e 4° giorno) Gole di Tundavala. Leba Scarp. Namibe
5° giorno) trasferimento al Morro do Moco
6° e 7° giorno) Morro do Moco
8° giorno) trasferimento Kumbira via Gabela
9° e 10° giorno) Kumbira Forest
11° giorno) trasferimento al Quiçama National Park
12° e 13° giorno) Quiçama National Park e Mussulo
14° giorno) trasferimento a Calandula
15° giorno) Calandula Falls & Forest
16° giorno) trasferimento a Camabatela
17° e 18° giorno) Camabatela e Huige
19° giorno) trasferimento a Luanda. Volo a Lisbona
20° giorno) volo Lisbona - Milano


Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: campi tendati preparati dal nostro agente locale; tutti i campi sono costituiti da tende per due persone e sono dotati di uan tenda toilette comunitaria, una tenda ristorante e tutte le altre strutture necessarie per un soggiorno senza troppi disagi

Difficoltà: richiesto naturalmente spirito di adattamento alla vita in tenda. Al Morro do Moco un trekking impegnativo

Bibliografia: WJR Dean, The Birds of Angola, British Ornithologists' Union
I. Sinclair & P. Ryan, Birds of Africa South of Sahara, Struik

Costo del tour: Euro 5.170

Numero massimo di partecipanti: dieci




Sopra: la magnifica Fenda de Tundavala, una parete rocciosa che si getta a picco sulla pianura, a 1200 metri più in basso, che si estende fino all'Oceano Atlantico e al deserto del Namib; il panorama è eccezionale e gli uccelli sono fantastici (© Cycros, Fotolia).

Sotto: il Morro do Moco, la montagna più alta della scarpata occidentale dell'Angola; su quest'altura, dove si trovano gli ultimi fazzoletti di foresta afro-montana, vive, insieme a decine di specie di cui molte endemiche, il pressochè misterioso Francolino di Swierstra (© Benjamin Stauch, Pubblico Dominio)





Turaco crestarossa, il più bello dei tredici endemismi dell'Angola. Avremo diverse occasioni di vedere questo magnifico uccello in più di una tappa del nostro tour: nella foresta di Kumbira è molto numeroso e potremo fare fotografie eccezionali (© Daniel Demczuk Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)


Intro

L'Angola non è dietro l'angolo. Non lo è per motivi storici, geografici e infrastrutturali. Devastata da una delle più violente guerre civili della storia della stupidità umana, l'Angola ha impedito a chicchessia, fino al 2002, di goderne le strepitose ricchezze naturalistiche, in particolare ornitologiche. Gli studi condotti da ricercatori prima del 1975 hanno dimostrato una ricchezza di avifauna tra le più grandi del continente (con le sue 909 specie, l'Angola è il quinto paese africano). Non sarà facile questo tour: se dal punto di vista politico il paese è oggi stabile, da quello delle infrastrutture l'Angola è decisamente arretrato: ciò significa trasferimenti su strade-groviera e pernottamenti in campi tendati. Come in molti altri paesei africani, gran parte dello scrigno che contiene i gioielli ornitici è stato distrutto: lo scrigno era rappresentato dalle foreste, sia quelle pluviali che quelle afromontane, che sono state quasi completamente devastate dalle industrie di raccolta del legname; i pochi fazzoletti rimasti ospitano però ancora uccelli spettacolari. Paradossalmente uno degli ambienti più ricchi di uccelli è quello delle piantagioni di caffè che, quasi tutte abbandonate negli anni 70 del secolo scorso, si sono rinaturalizzate e oggi ospitano specie anche molto rare. Il territorio angolano è caratterizzato da una fascia di altopiani che lo attraversa da nord a sud, con altitudine media è compresa fra i 700 e i 1000 metri. Sul lato occidentale l'altopiano è delimitato da una dorsale montuosa che raggiunge l'altitudine massima con il Morro de Moco (2620 m). In direzione della costa la scarpata è brusca e digrada rapidamente verso la stretta fascia delle pianure costiere, larga dai 50 ai 100 km. Sul lato orientale, verso l'interno del continente, gli altipiani digradano dolcemente verso il bacino dello Zambesi. Nella parte sudorientale vi è un'area arida in direzione del deserto del Kalahari e del Namib. La varietà di fasce vegetazionali rende conto della ricchezza di uccelli: in questo tour esploreremo tutti gli habitat del paese e per fare questo, come già accennato, dovremo pernottare sempre in campi tendati. L'Angola ospita 13 specie di uccelli endemici, tra i più misteriosi del continente africano, ma tra le novecento e più specie registrate nel suo territorio, vi sono specie rare e spettacolari, come ad esempio il Francolino di Hartlaub, il Trogone codabarrata, il Turaco di Ross, l'Averla di macchia di Perrin, la Ghiandaia marina golablu, il Tordo delle palme codarossiccia, la Cossifa testabianca, il Saltarocce del Damara, l'Estrilda cenerentola. Ma, come in ogni Ornitour, noi ci concentreremo sugli endemismi del paese, a cominciare dall'uccello nazionale dell'Angola, il superbo Turaco crestarossa, la specie endemica più bella, ma fortunatamente la più facile da trovare. Cominceremo il tour con l'esplorazione delle aree meridionali dell'Angola, intorno alla città di Lubango: il mosaico di habitat ai confini della Namibia ospita molte specie già tipicamente sudafricane; l'endemismo target di quest'area è il bellissimo Tordo delle grotte d'Angola, che frequenta le magnifiche gole rocciose di Tundavala. Le aree semidesertiche intorno alla cittadina di Namibe preludono al deserto omonimo e qui potremo vedere molte delle specie tipiche di un tour in Namibia come l'Inseparabile facciarosa, il Bucero del Damara, l'Usignolo del Kalahari, l'Allodola di Stark, l'Allodola beccolungo del Benguela, il Saltarocce del Damara e l'Averla codabianca. Risalendo verso nord ci fermeremo ad esplorare la foresta afro-montana del monte Moco, l'unica regione in Angola dove poter vedere il misterioso Francolino di Swierstra. Il francolino, che ci farà sudare, è corredato da altri uccelli fantastici, come il Turaco di Schalow, il Batis d'Angola, il Batis di Boulton, il Pigliamosche azzurro codabianca, l'Akalat di Bocage, il Luì di Laura, la Nettarinia di Bocage e il Macchiettino fosco. E poi andremo ancora più a nord, per esplorare uno dei pezzi forti del tour, la foresta di Kumbira, che ospita la più vasta selezione di uccelli endemici: non sarà facile posare gli occhi sulla coppia più interessante, il Beccolungo di Pulitzer, un uccelletto non particolarmente attraente e l'Akalat di Gabela, una sorta di pettirosso di foresta. Una terza specie endemica, localizzata a questa regione, l'Averla di macchia di Gabela, è invece più facile a vedersi. Raggiungeremo poi la regione costiera del nord del paese, dove esploreremo il Parco Nazionale di Quiçama, un patchwork di foreste a galleria intervallate da savana punteggiata da monumentali baobab ed euforbie. Gli endemismi tipici del parco sono l'Uccello topo dorsorosso, l'Occhiocarniccio frontebianca e il Vescovo dorsodorato, tutti e tre abbastanza facili da vedere. Ma c'è una quarta specie endemica un pò più difficile, l'Averla piumata di Gabela, che dovremo cercare tra le ben più comuni Averle piumate di Retz e Averle piumate bianche. Proseguiremo poi verso nord-est per esplorare un'area di miombo (Brachystegia) e foresta ripariale che si estendono intorno alle spettacolari cascate di Calandula, sul fiume Lucala. La stella ornitologica di quest'area è la Cossifa testabianca, un "usignolo di macchia" bruno e mattone con la testa completamente bianca, piumaggio unico nel genere Cossypha. E anche qui vedremo altre meraviglie, come il Turaco di Ross, il Trogone narina e il Martin pescatore cioccolato, tanto per citare i più belli. E infine passeremo due giorni nell'area di Camabatela-Huige, coperta dalle foreste che si estendono sull'escarpment a nord est di Luanda: esse sono la proiezione in Angola del sistema di foreste guineo-congolesi. Qui avremo ottime chances di vedere altri endemismi, come l'Averla di macchia di Braun e la Camarottera di Hartert. In conclusione l'Ornitour in Angola ha tutte le carte in regola per essere una delle più affasdcinanti spedizioni nel continenete africano: paesaggi magnifici, uccelli endemici rari e spettacolari, rapaci suggestivi e un pizzico di avventura.


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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo TAP Milano – Luanda via Lisbona, con partenza serale.

2° giorno) arrivo a Luanda di prima mattina e coincidenza per Lubango, situata nel sud del paese, dove arriveremo nel primo pomeriggio. Immediato trasferimento alle gole di Tundavala, uno dei posti più belli dell'intero continente africano. Pur essendo Tundavala vicino alla città di Lubango, abbiamo preferito chiedere alla nostra organizzazione locale di sistemare un campo tendato in prossimità delle gole, dove pernotteremo tre notti; a fronte di un poco di disagio (ma il campo, come tutti quelli che seguiranno durante il tour, sarà dotato di toilette, una tenda ristorante e tutte le altre strutture necessarie) lo spettacolo dell'alba sulla scarpata che si affaccia sul Deserto del Namib e le straordinarie opportunità di birdwatching valgono quel poco di pena.
   
3° e 4° giorno) la "Fenda de Tundavala", portoghese per "Fenditura di Tundavala", è un meraviglioso canyon la cui parete superiore si estende a 2200 metri di altezza e domina il deserto sottostante più basso di 1200 metri (potete intuire la meraviglia del paesaggio visionando la regione in modalità satellite su Google Maps). Il paesaggio che si crea è di straordinaria bellezza e gli uccelli che vivono in quest'area non sono da meno. L'area è un mix di piccoli appezzamenti di foresta afromontana, roccia nuda, arbusti abbarbicati sulla scarpata e prateria arida, e ciascuno di questi habitat è pieno di uccelli cantanti e saltanti. Il target principale di quest'area (come di tutte le altre che visiteremo, peraltro) è rappresentato dagli uccelli endemici, primo fra tutti il semimisterioso Francolino di Swierstra, riscoperto recentemente dopo più di quaran'anni di assenza dalle cronache ornitologiche! Avremo le migliori chance per questo francolino dal piumaggio caratteristico sul Morro do Moco, ma se lo vedessimo qui sarebbe un'ottima cosa. Un altro endemismo è il bellissimo (e musicalissimo) Tordo delle grotte d'Angola, che frequenta le balze di roccia nuda; meno graziosi, ma ugualmente interessanti, altre due specie endemiche a cui daremo la caccia: il Pigliamosche ardesia d'Angola e il minuscolo Batis d'Angola. Le aree aperte sono un territorio di caccia per i rapaci che vedremo volteggiare sulle gole: la splendida Aquila di Verreaux, il Nibbio beccogiallo, il Nibbio bianco, l'Aquila di Wahlberg, a volte disturbati da più piccoli ma aggressivi Falchi pellegrini e Lanari, che gettano lo scompiglio tra gli stormi di Rondoni maggiori e Rondoni di Bradfield (una specie degna di nota poichè è endemica del sud-ovest del continente africano). Tra le altre specie che potremo vedere a Tundavala ricordiamo: il bellissimo e ciuffuto Turaco di Schalow, il Barbetto dal collare, il Barbettino occidentale, l'Indicatore pallido, l'Indicatore minore, la Rondine striata maggiore, il difficilissimo Akalat di Bocage, l'Unghialunga di Füllenborn, la Pispola striata, la Cincia del miombo, la Cincia alibianche, lo Storno splendente codaguzza, le insulse (absit iniuria verbis) Cisticola schioccante e Cisticola lamentosa; sono invece molto, molto belle una sequela di nettarinie: Nettarinia bronzea, Nettarinia panciabianca, Nettarinia variabile, Nettarinia di Oustalet, Nettarinia duecollari del miombo. Molte specie di Estrildidi, Fringillidi ed Emberizidi frequentano le gole di Tundavala e tra di essi ricordiamo soprattutto l'Estrilda sui sui, la cui popolazione locale, caratterizzata, contrariamente a tutte le altre diffuse in Sudafrica, dalla faccia nera, sarà presto una specie buona; e poi l'Amaranto di Jameson, il Bengalino zebrato, il Cordon blu meridionale, il Canarino golanera, il Canarino solferino, la Petronia golagialla, lo Zigolo pettocannella, lo Zigolo pettodorato, lo Zigolo del Capo. Le due sere della nostra permanenza a Tundavala effettueremo escursioni notturne con buone chances per gufi e succiacapre, come l'Allocco africano, il Gufo reale macchiato, il Succiacapre lentigginoso.
 

Oltre all'endemico Turaco crestarossa, in Angola nidificano altre sette specie di turachi e con un pò di fortuna potremmo riuscire a vederle tutte. La graziosa bestiola qui sopra è il Turaco di Schalow, osservabile in più di un'area tra quelle che visiteremo, a cominciare dalla Fenda de Tundavala (© John Puddephatt  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)
Il secondo giorno scenderemo verso la pianura lungo una strada eccezionalmente ben tenuta (se paragonata alle altre vie che percorreremo durante il tour) attraverso il Leba Scarp, e raggiungeremo la cittadina costiera di Namibe. Il nome della cittadina evoca, naturalmente, la Namibia e il deserto omonimo e infatti gli ambienti che attraverseremo vanno dalla savana arida alla steppa al semideserto. Il birdwatching sarà sensazionale perchè in queste aree potremo trovare specie tipiche della Namibia settentrionale, a partire dalla rara e localizzatissima Estrilda cenerentola e il Francolino di Hartlaub, endemico del sud-ovest africano (Namibia e Angola). Sulla pianura volano molti rapaci, come l'Avvoltoio orecchiuto, l'Avvoltoio cappuccino e l'Aquilastore africano. Vedremo il bellissimo Saltarocce del Damara fare onore al suo nome e avremo ulteriori occasioni di incontrare il Tordo delle grotte d'Angola; vedremo l'Otarda crestarossa, il Corrione di Burchell, il Martin pescatore testagrigia, il Martin pescatore dal semicollare, il Bucero beccorosso meridionale, il Bucero coronato, il Bucero beccorosso del Damara, il Bucero beccogiallo meridionale, il Bucero di Monteiro, il delizioso Inseparabile facciarosa, il Pappagallo di Rüppell, il Batis pririt, l'Averla di macchio panciazolfo, l'Averla codabianca (endemica di Angola e Namibia), la Cincia cenerina, la Cincia di Carp (endemica di Angola e Namibia), il Pigliamosche del paradiso africano, il Tordo delle palme codarossiccia (localizzato ad una striscia costiera dal sud Gabon alla Namibia), il Pigliamosche turdino, lo Storno di Burchell, lo Storno di Meves, il Canarino golabianca, il Tessitore frontemacchiata, la Passera rossiccia maggiore e una bella serie di "chat": Codinero del karoo, Codinero tractrac, Monachella montana, Monachella pileata, Usignolo del Kalahari, Tordo herero (endemico di Angola e Namibia). Il deserto è la patria delle allodole e ci "divertiremo" ad identificare queste bestiole che sembrano tutte uguali: Allodola sabota, Allodola di Stark, Allodola spinosa, Allodola beccolungo del Benguela (endemica di Angola e Namibia), Allodola passerina dorsogrigio.

5° giorno) inizieremo la nostra risalita dell'Angola, raggiungendo oggi uno dei pezzi forti del tour, il Morro do Moco, dove esploreremo uno dei rimanenti fazzoletti di foresta afromontana del sud-ovest africano. Lungo il percorso ci fermeremo in alcune aree note per ospitare alcune specie interessanti, prima fra tutte l'endemico Uccello topo dorsorosso (che vedremo sicuramente più avanti nel tour). Il paesaggio che attraverseremo è ancora di straordinaria bellezza, punteggiato da kopjes (le caratteristiche formazioni rocciose della regione meridionale del continente), acacie e baobab. Oltre ad ulteriori chances di vedere qualcuna delle specie che ci fosse sfuggita a Tundavala, potremmo mettere nella nostra checklist novità quali il Falco giocoliere, il Gheppio comune (ancora in attesa di diventare Gheppio africano), il Rondone minore, il Rondone africano, l'Usignolo del miombo, l'Averla cuculo nera, il Crombec beccolungo, il Tessitore dorato di Holub, il Vescovo giallo e molte, molte altre. Pernotteremo tre notti in un campo tendato sul monte Moco.


Nelle aree intorno alla cittadina di Namibe il paesaggio è molto simile a quello della Namibia, savana rada e semideserto. In questo ambiente potremo vedere decine di specie tipiche delle zone aride del Sudafrica, come questa Monachella montana, endemica delle regioni meridionali del continente (© Hans Hillewaert, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
6° e 7° giorno) il Morro do Moco è probabilmente l'area più interessante dal punto di vista ornitologico dell'Angola. Il mix di ambienti di questa IBA (Important Bird Areas, una delle 23 del paese) rende conto della sua straordinaria avifauna: foresta afromontana, praterie e miombo (alberi di Brachystegia) ospitano uccelli fantastici. La stella ornitologica del Morro do Moco è senza dubbio il Francolino di Swierstra, una specie scomparsa dalle scene nel 1971 (anche a causa della sospensione delle ricerche ornitologiche dovuta alla guerra civile) e riscoperta nel 2005. Non sarà assolutamente facile "ticcare" questo Galliforme, ma una volta uditone il canto caratteristico, avremo qualche chance di vederlo sgattaiolare nel sottobosco. Meno problematico, ma altrettanto interessante, è il Francolino di Finsch, che cercheremo nelle praterie intorno alla foresta: questa specie è un semiendemismo angolano (solo piccole popolazioni in Gabon e Zaire). Altre specie interessanti della foresta: il Luì di Laura (la piccola popolazione angolana, completamente disgiunta dall'areale principale centroafricano, è confinata al monte Moco), l'Allodola d'Angola, la Nettarinia di Bocage (oltre che in Angola, la specie ha solo una piccola popolazione in Zaire), il bellissimo Bulbul dal collare (che ricorda vagamente la mitica Averla di macchia del Kupé), il Batis di Boulton, il Macchiettino fosco (solo qui e sul Rift Albertino), l'Akalat di Bocage (ulteriori chances qualora ci fosse sfuggito a Tundavala), la Nettarinia duecollari di Ludwig (una delle due piccole popolazioni africane, l'altra è localizzata sul Rift Albertino e potrebbe essere un'altra specie). Anche il Morro do Moco ospita i suoi bei rapaci e potremmo vedere nuove specie come la Poiana augure e l'Astore africano. Faremo molta attenzione ai rondoni perchè qui sfrecciano i Rondoni di Fernando Po, molto localizzati in Africa occidentale. Molte altre specie ingrasseranno la nostra checklist e il seguente elenco ne enumera solo alcune: Succiacapre del Ruwenzori, Cucal codarame, Barbetto di Anchieta, Rampichino macchiato, Bulverde di Cabanis, Pispola africana, Calandro beccolungo, Frattarolo di foresta, Cisticola di roccia, Cisticola facciarossa (le popolazioni locali sono considerate - Cisticola di Lepe - specie buona da alcuni tassonomisti), Codirossone del miombo, Bulverde panciagialla, Pigliamosche azzurro codabianca, Apalis grigia, Garrulo di collina africano (nell'ultima revisione di Clements, agosto 2013, il nome scientifico è stato cambiato da Pseudoalcippe a Sylvia: è praticamente una Capinera, e probabilmente la chiameremo Capinera africana!), Tessitore testarossa, Estrilda pettofulvo, Amaranto becocchiaro, Beccaseme beccogrosso, Canarino faccianera, Canarino capogiallo, Zigolo di Cabanis.

8° giorno) oggi proseguiremo verso nord: ci trasferiremo a Gabela e da qui raggiungeremo la spettacolare foresta di Kumbira; spettacolare non tanto per la sua rilevanza paesaggistica, che in effetti la foresta è discretamente degradata (molto della vegetazione originaria è stata abbattuta e sostituita con piantagioni di caffè), ma perchè ospita la più alta concentrazione di endemismi dell'intero paese. Il viaggio verso Kumbira sarà già di per sè una festa del birdwatching perchè, cambiando via via habitat, vedremo nuove specie di uccelli. Ed incontreremo i primi individui dell'endemismo più bello dell'Angola, il meraviglioso Turaco crestarossa: sarà una bella impresa vederlo bene, fermo in uno dei rari momenti in cui smette di saltare tra le frasche degli alberi (è incredibile come tutti i turachi, grossi e colorati come sono, siano così difficili da inquadrare decentemente nel binocolo); cercheremo di vedere un altro bell'animale, il Cucal del Gabon, che, come tutti i congeneri, se ne sta quasi perennemente nascosto nel fitto canneto o sottobosco. Cominceremo a vedere qualche bulbul (o bulverde dir si voglia): Bulverde collogiallo, Nicator collogiallo (il più difficile e ambito dei tre nicator africani), Bulverde baffigialli e Bulverde olivaceo. Potremo vedere un piccolo insignificante uccelletto: la Camarottera di Hartert (unica differenza con le altre due specie di camarottere è la coda verde) è però un endemismo angolano (forse esteso al sud del Gabon). Tra le altre specie registrate nell'area tra Huambo e Gabela ricordiamo: Cuculo smeraldino africano, Malcoa africana (recentemente la specie è stata splittata in Malcoa blu - Africa occidentale - e Malcoa verde - Africa orientale), Barbetto beccogiallo, Rondine serrata nera, Tordo africano, Ilia, Tordo pigliamosche rossiccio, Pigliamosche del paradiso culorossiccio, Pigliamosche azzurro africano, Nettarinia carmelitana, Nettarinia dal collare, Nettarinia panciaoliva, Nettarinia superba, Nettarinia testaverde, Tessitore di foresta, Tessitore collonero, Munia bianconera, Nigrita testagrigia, Malimbe testarossa. Arriveremo verso sera al campo tendato preparatoci dall'organizzazione ai confini della foresta, dove pernotteremo tre notti.


E' risaputo che i bulbul (bulverdi o bulbruni dir si voglia) sono pressochì inidentificabili in base al solo piumaggio (di un multicolore grigio, grigino, marrone, marroncino, bianco sporco, verde oliva, verde marcio), ma il Bulverde panciagialla qui sopra, una delle trentadue (!) specie angolane, è fortunatamente allegramente colorato (© Hannah Rooke Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
9° e 10° giorno) la foresta di Kumbira è, come accennato, molto degradata, ma nonostante ciò è abitata da una straordinaria avifauna. La foresta si estende lungo la scarpata occidentale delle Njelo Mountains e può essere considerata l'estensione occidentale del sistema di foreste guineo-congolesi. La tipologia della vegetazione è quella della foresta umida semidecidua, con aree di boscaglia, cespugli e "farmbush" (aree coltivate). Bene, nonostante la non verginità della foresta, in essa scopriremo uccelli fantastici; avremo due giorni pieni per cercare e trovare, i nostrI target principale, i tre endemismi tipici di Kumbira, primo (per difficoltà) di essi l'Akalat di Gabela, una sorta di pettirosso che saltella sul pavimento della foresta; il Beccolungo di Pulitzer è un altro "little brown job" difficile da localizzare ma almeno, contrariamente all'akalat, ha un canto facilmente udibile e riconoscibile, e da lì inizieremo l'inseguimento; l'Averla di macchia di Gabela, dallo splendido piumaggio, è un pò più facile e ci ripagherà delle frustrazioni dateci da becchilunghi e akalat. La foresta è rimbombante degli aspri richiami del Turaco crestarossa e due giorni, speriamo, siano sufficienti per ottenere buone foto di questo meraviglioso uccello; due altre averle di macchia vivono a Kumbira, la massiccia Averla di macchia di Monteiro (praticamente un endemismo, perchè della popolazione di questa specie in Camerun si sa poco o niente) e la favolosa Averla di macchia magnifica, le cui popolazioni angolane sono considerate da alcuni autori specie buona, con il nome di Averla di macchia di Perrin. Altre specie di Kumbira: Tortora tamburina, Tortora boschereccia macchieblu, Martin pescatore monaco, Martin pescatore pigmeo africano, Martin pescatore striato, Barbetto faccianuda, Barbetto pettovilloso, Barbettino groppagialla, Picchio di Elliot, Picchio guancebrune, Picchio macchiecamoscio, Beccolargo africano (che potremo vedere nei suoi curiosi voli di display), Averla cuculo di Petit, Averla cuculo golaviola, Alete pettobruno, Cisticola gorgogliante, Canapino africano, Apalis mascherato, Pigliamosche cenerino, Cincia fosca, Nettarinia di Bannerman, Nettarinia oliva occidentale, Averla di Mackinnon, Tessitore di Vieillot. Va menzionata a parte, per la loro venustà, una serie di uccelli come la Cossifa capirossa, l'Occhiocarniccio panciagialla, il Macchiettino verde, l'Iliota panciagialla, il Pigliamosche del paradiso di Bates, l'Alacremisi facciarossa, il Tessitore capobruno, il Vescovo dorsodorato (praticamente endemico dell'Angola, poichè a Sao Tomé, l'unica altra area dove è presente, è stato introdotto dall'uomo). Anche a Kumbira gli amanti dei rapaci passeranno momenti felici; oltre ad ulteriori possibilità di specie già citate in precedenza, qui potranno vedere: Avvoltoio delle palme, Gimnogene africano, Poiana lacertiera, Poiana codarossa, Aquila crestalunga, Astore nero, Lodolaio africano. La sera, intorno al campo, risuona il richiamo cavernoso dell'Allocco africano e il canto anforico del Codapiuma macchiecamoscio e ci daremo da fare per illuminare entrambi con le nostre torce.

11° giorno) ancora verso nord, dove raggiungeremo il parco nazionale di Kissama (o Quiçama); pernotteremo anche qui in un campo tendato. La strada verso Kissama attraversa frammenti di foresta, savana e prateria e ci fermeremo in ogni area interessante per il birdwatching. Potremo vedere nuove specie, come il Bucero bianconero africano, il Bucero fischiatore, il bizzarro Bucero casconero, il Pappagallo fronterossa, il Picchio crestagialla, il Picchio dorsoverde, il Barbettino marezzato, l'Indicatore di Cassin, il Bulverde indicatore, il Bulverde disadorno, il Pigliamosche averla africano, il Pigliamosche fuligginoso e molte altre ancora. Il nostro campo tendato, dove pernotteremo tre notti, è situato in posizione strategica per visitare tutte le aree interessanti del parco.


Il Pigliamosche cenerino è una delle numerose specie di pigliamosche di foresta che vedremo durante il tour; a Kumbira ce ne sono almeno altre cinque (© Brian Wridgway  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)
   
12° e 13° giorno) il Quiçama National Park si estende lungo la costa angolana per più di 100 kilometri; il suo confine settentrionale è tracciato dal fiume Cuanza e al suo interno si succedono habitat estremamente diversi tra loro: savana ad acacia, praterie, palmizi, canneti, foreste ripariali, lagune retrodunali, stagni d'acqua dolce. Va da sè che l'avifauna è strepitosa. Nel parco sono state registrate più di 300 specie di uccelli e se aggiungiamo che l'estuario del Cuanza ospita l'"altro" dugongo, e cioé il Lamantino africano, che sulla spiaggia dell'Oceano Indiano diverse specie di tartarughe marine depongono le uova, che nel parco vivono diverse specie di mammiferi e che il paesaggio è di una bellezza strepitosa, ci rendiamo conto che anche i due giorni a Kissama saranno eccezionali. Tre sono le specie che ci interessano di più, tre endemismi, naturalmente: il difficile Francolino striegrigie, il bellissimo Occhiocarniccio frontebianca e la superlocalizzata Averla piumata di Gabela. Durante il tempo speso per la ricerca dei tre endemismi saremo comunque intrattenuti da altre decine di specie interessanti, come lo Sparviere minore, il Gheppio grigio, il Francolino collorosso, il Cuculo codalunga oliva, il Pappagallo di Rüppell, l'Upupa boschereccia viola, la Rondine d'Angola, l'Usignolo di foresta, il Bubu del Gabon, il Crombec verde, il Crombec beccolungo, il Tessitore arancio. Durante l'esplorazione dei settori settentrionali del parco faremo una capatina alla penisola di Mussulo, una lunga lingua di terra che si estende da nord a sud e lungo la riva occidentale della quale alcune lagune retrodunali sono tempestate da uccelli acquatici. Potremo vedere: Pellicano dorsorosa, Tuffetto comune, Cormorano africano, Mignattaio, Ibis sacro, Umbretta, Garzetta comune, Airone bianco maggiore, Garzetta intermedia, Corriere di Kittlitz, Corriere grosso, Corriere trebande, Piro piro piccolo, Piro piro boschereccio, Beccaccino africano, Pittima minore, Chiurlo piccolo, Gabbiano testagrigia, Gabbiano del Capo, Sterna artica, Mignattino alibianche, Mignattino comune. Numerosi Falchi pescatori e Aquile urlatrici volteggiano in cerca di preda, e Marabù africani camminano ieratici in cerca di "gustosi" rifiuti. Nelle aree di steppa e prati vicino alla costa potremo vedere branchi di Faraone comuni, Pavoncelle del Senegal, Occhioni macchiati, Cucal del Senegal, Apalis pettogiallo, Storni caruncolati, Tessitori dei bufali beccorosso, Ballerine africane e molto, molto altro. La sera, intorno al campo potremmo vedere il Gufo reale di Verreaux, l'Assiolo facciabianca meridionale, il Succiacapre codaquadra e il Corrione alibronzo.

14° giorno) ci dirigeremo verso est e raggiungeremo, attraverso la città di N’Dalatando, la regione di Calandula. Lungo il percorso costeggeremo numerose aree umide dove potremo vedere molte specie di uccelli acquatici tipici delle paludi d'acqua dolce; alla nostra check-list potremo aggiungere: Anastomo africano, Cicogna beccogiallo, Cicogna lanosa, Spatola africana, Anatra dorsobianco, Oca pigmea africana, Dendrocigna facciabianca, Oca armata, Rallo nero, Beccaccino dorato maggiore, Pollo sultano comune (la sottospecie africana sulla via del riconoscimento come specie buona) Gallinella minore. Tra le numerose specie di rapaci che volteggiano sulla savana, potremo vedere, non ancora citato fino ad ora, il Grifone dorsobianco. Tra le altre specie che cercheremo nelle aree di foresta lungo la strada ricordiamo: il Martin pescatore pettazzurro, la Ghiandaia marina caporossiccio, l'Averla capobianco, la Rondine d'Angola, il Beccoriccio comune (un bulbul che, caso più unico che raro, ha un piumaggio colorato), la Vedova alibianche. Campeggeremo vicino alle cascate del fiume Lucala e pernotteremo qui due notti.


Lungo la penisola di Mussulo, poco a nord del Quiçama National Park incontreremo decine di specie di uccelli acquatici (aironi, limicoli, sterne e gabbiani); molte di esse sono tipicamente "europee", ma qualcuna è invece autenticamente africana, come questo Corriere trebande (© Jenny Varley  Creative Common Attribution-Share Alike 2.0 Generic)
15° giorno) non vorrei essere noioso utilizzando termini quale fantastico, meraviglioso e favoloso, ma le cascate di Calandula meritano i tre (e anche di più) aggettivi. Il salto d'acqua si sviluppa lungo il fiume Lucala in un arco di 100 metri e con un'altezza di 400 metri. L'ambiente intorno alle cascate è uno splendido mix di foresta a galleria e miombo, e la quantità (e qualità) di uccelli è immaginabile. La star (c'è sempre una stella) di quest'area è la bellissima Cossifa testabianca. Come per il Francolino di Swierstra, la storia di quest'uccelletto è interessante: "raccolto" per la prima volta e classificato verso la metà del secolo scorso, questa sorta di grosso usignolo scomparve alla vista (anche, naturalmente, a causa della guerra civile) di ornitologi e birdwatcher fino al 2004, quando fu riscoperto; la bestiola vive, oltre che a Calandula, solo in due piccole aree della Repubblica Democratica del Congo. La popolazione di Calandula è abbastanza consistente e non dovrebbe essere difficile localizzare questa gemma nel folto della foresta, che ospita, comunque, altre meraviglie, come il Turaco di Ross, il Martin pescatore dorsocioccalata, il Martin pescatore blu, il Barbetto bidentato, il Picchio oliva, il Cuculo di Levaillant, il Cuculo nero, il Cuculo africano, il Trogone narina, la Cossifa aligrigie, la Nettarinia di Anchieta, il Tessitore di foresta. Nonostante il piumaggio supercolorato non sarà comunque facile localizzare le suddette specie, e quindi figuriamoci la fatica che dovremo fare per vedere i "little brown jobs" della foresta, come il Bulverde di Cabanis, la Chagra di Anchieta, l'Illadopsis bruno, il Drongo codaquadra, l'Apalis testabruna, la Prinia mentobianco. L'avifauna del miombo è discretamente diversa e sono molte le specie nuove che potremo vedere sugli alberi di Brachystegia che caratterizzano questo specifico habitat; il Francolino di Finsch scorrazza nei prati che circondano gli alberi, dove risuonano i lamentosi e monotoni canti del Bucero beccochiaro e del Cuculo beccogrosso; si nascondono tra i rami graziosi Barbetti di Anchieta, Barbetti dorsonero e pattuglie chiassose di Garruli di Hartlaub e Averle piumate di Retz. Tra le altre molte specie di Calandula ricordiamo: Cisticola facciarossa, Cisticola robusta, Cisticola codasottile, Usignolo del miombo, Codirossone ditacorte, Cincia panciarossiccia, Erbarolo codaventaglio, Becco a scimitarra nero, Averla cuculo pettobianco, Nettarinia ametista, Brubru, Oriolo africano, Vedova di palude, Vedova spallegialle, Quelea testarossa.

16° giorno) oggi ci trasferiremo da Calandula alla regione di Uige, dove pernotteremo tre notti in un campeggio posizionato ai bordi di una foresta tra Camabatela e Uige. Numerose specie nuove potrebbero apparire durante il trasferimento, come la Rondine golarossa (una delle tre specie africane di "cliff-swallow") che cercheremo sotto i ponti dove nidifica, il Bulverde golagialla, la Cossifa cigliabianche, l'Eremomela di Salvadori, la Nettarinia dorsoviola occidentale, il Macchiettino bruno. Per quanto attiene ai rapaci potremmo incontrare il Falco giocoliere e, nelle aree umide, l'Albanella africana (la controparte africana del nostro Falco di palude).
 

Le cascate di Calandula rappresentano la maggior attrazione turistica per gli abitanti dell'Angola e per i turisti "generici" di tutto il mondo. Noi ammireremo, naturalmente, la suggestiva bellezza delle cascate, ma dopo pochi minuti di ammirazione inizieremo a cercare i fantastici uccelli di questa regione (© Paulo César Santos, Pubblico Dominio)
17° e 18° giorno) la foresta guineo-congolese presenta dei "fittoni" che si dipartono dai suoi confini sudoccidentali e che entrano nel territorio nazionale dell'Angola. Il nostro campo è situato in posizione ottimale per l'esplorazione degli habitat di questa regione, un intrigante mix di foresta ripariale, miombo e foresta semidecidua. Anche qui ci aspetta un intenso "lavoro" per trovare il "prime target", la bellissima Averla di macchia di Braun, endemica non solo dell'Angola, ma di questo piccolo territorio. Dato e non concesso che tutto fino ad ora sia andato bene, dal punto di vista ornitologico e non, l'Averla di macchia di Braun sarà l'ultimo endemismo di questa straordinaria avventura. Così, finiti gli endemismi avremo tempo per dedicarci agli altri tesori della foresta, come il Piccione nucabronzo, il Piccione afep, il Pappagallo di Meyer, il Rondone codaspinosa maculato, l'Uccello topo marezzato, l'incredibile Turaco blu maggiore, il Turaco verde, il magnifico Gruccione nero, il Martin pescatore pigmeo africano, la Ghiandaia marina beccolargo, la Ghiandaia marina golablu, il Piccione verde africano, il Barbetto setoloso, il Picchiolo africano, il Beccolargo fianchirossicci, la Camarottera cigliagialle (la più caratteristica delle insignificanti camarottere), il graziosissimo Pendolino ilia, l'Apalis mascherato, il Puffino piedirosa, l'Occhiocarniccio golanera, lo Storno alicastane, lo Storno splendente splendido, il Tessitore dorsodorato, il essitore mantogiallo, il Malimbe crestato, la Nigrita pettobianco, la Nigrita pettocastano. Un occhio al cielo per inquadrare, speriamolo, uno dei rapaci più suggestivi d'Africa, il Serpentario del Congo, insieme forse all'Aquilastore di Cassin, l'Aquilastore di Ayres e la Poiana collorosso. La foresta (soprattutto le sue zone periferiche) ospita una bella sequela di nettarinie, tra cui la Nettarinia ciuffiscarlatti, la Nettarinia golablu, la Nettarinia verde e la Nettarinia golaverde.

19° giorno) raggiungeremo oggi Luanda, dove avremo a disposizione una stanza d'albergo per rassettarci e prepararci al farewell dinner che l'organizzazione ci ha preparato. Successivo trasferimento all'aeroporto e imbarco sul volo per Lisbona.

20° giorno) arrivo a Lisbona e coincidenza per Milano dove arriveremo nel tardo pomeriggio.
 

Il Pappagallo di Meyer frequenta diversi tipi di habitat, dal miombo alla savana, dalle praterie alberate ai bordi della foresta decidua. Le regioni settentrionali del paese, intorno a Camabatela-Huige, sono quelle dove più facilmente si può osservare questo bel pappagallo (© Hans Hillewaert  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)


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