Arizona
Grand Canyon, isole nel cielo, storia & cultura dei nativi americani, festival di colibrì
6 - 22 maggio 2016
5 - 21 agosto 2016
4 - 20 maggio 2017

Scarica e leggi
il testo in PDF
Galleria Trip Report


Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano – Phoenix via New York (o Atlanta)
2° giorno) escursione al Grand Canyon
3° giorno) trasferimento a Springerville. Birdwatching en route
4° giorno) escursione alle White Mountains
5° giorno) trasferimento a Portal. Birdwatching Apache National Forest
6° giorno) Chiricahua Mountains. Cave Creek Canyon
7° giorno) trasferimento a Tucson. Birdwatching en route. Cochise Lake. Sweetwater Preserve
8° giorno) Saguaro National Park
9° giorno) Madera Canyon
10° giorno) "Corridoio 19": Peña Blanca Lake, Rio Rico Ponds, Montosa Canyon
11° giorno) Patagonia-Sonoita Creek Preserve. Patagonia Lake State Park
12° giorno) Santa Catalina Mountains. Mount Lemmon
13° giorno) Huachuca Mountains
14° giorno) mattino a disposizione. Pomeriggio al California Gulch
15° giorno) trasferimento a Phoenix. Catalina State Park
16° giorno)
mattino a disposizione. Pomeriggio volo Phoenix - Milano
17° giorno) arrivo a Milano

Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: le sistemazioni sono in lodge, ranch e country-hotel dotati di ogni comfort. Quasi tutti i pasti di mezzodì saranno picnic, mentre la sera si cenerà nel lodge dove pernotteremo.

Difficoltà: nessuna in particolare. Nelle aree montuose qualche passeggiata con lieve dislivello, alla portata di qualsiasi persona in buone condizioni di salute.

Bibliografia: Field Guide to the Birds of Western North America, di Sibley, A & C Black;
In considerazione del gran numero di parule e zigoli & passeri del Nuovo Mondo molto utili i seguenti manuali: Peterson Field Guide to Warblers of North America, di Jon L Dunn & Kimball L Garrett, Houghton Mifflin A Guide to the Identification and Natural History of the Sparrows of the United States and Canada, di James Rising & David Beadle, Academic Press;
Molto bello, e utile anch'esso, questo volume sui colibrì: The Hummingbirds of North America, di Paul A Johnsgard, Smithsonian Institution Scholarly Press
In considerazione della notoria difficoltà di identificazione dei rapaci, è anche consigliato questo bel manuale fotografico: A Photographic Guide to North American Raptors, di Brian K Wheeler & William S Clark, Christopher Helm


Costo del tour: Euro 3.500

Numero massimo di partecipanti: quattordici



Il Grand Canyon è una delle meraviglie naturali della Terra e il Parco Nazionale al suo interno è uno dei siti inclusi dall'UNESCO nel Patrimonio dell'Umanità. Per quanto scabro, arido e inospitale sembri il paesaggio, la sua bellezza è mozzafiato e quando le luci del tramonto colorano le rocce di rosa, rosso e viola, lo spettacolo è memorabile! (© Olivier, Creative Commons 2.0 Generic)



Il massiccio montuoso delle Huachuca è uno delle “sky islands” dell'Arizona (© Smalltownguy22, Creative Commons 2.0 Generic)


Il Colibrì magnifico è una delle quindici specie di "hummers" che potremmo vedere in questo splendido birding-tour. L'Arizona è lo stato dei colibrì e, oltre alle otto specie residenti, è possibile, con un pò di fortuna, vederne altre sette, tra rare e accidentali (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported). Sotto: il mitico Condor della California, uno degli uccelli più rari del mondo, testimone ad un tempo della stupidità del genere umano, che l'ha spinto sull'orlo dell'estinzione, e del suo riscatto, l'impegno caparbio di ricercatori e volontari che lo hanno salvato da una fine che fino a pochi decenni fa sembrava ineluttabile (© Fotolia - Kojihirano)




Intro

Gli stati meridionali degli USA confinanti con il Messico (California, Texas, New Mexico e Arizona) sono i più suggestivi di tutto il continente nordamericano per i loro paesaggi, le piante e gli animali: uno straordinario set di deserto, montagne e foreste nel quale recitano esseri viventi favolosi, sia in forma di totem spinosi che sembrano alzare le braccia al cielo, che di esseri striscianti, saltellanti e volanti. Ben si possono usare i termini del linguaggio cinematografico, chè la cinematografia molto deve a questi stati, ed in particolare all’Arizona, la meta di questa grande avventura. La fauna delle regioni meridionali dell’Arizona è straordinaria, e, focalizzando l’attenzione per una volta tanto sui mammiferi, basti ricordare che nelle Chiricahua Mountains vive un terzetto di felini che si fa fatica a immaginare lontani dalle regioni tropicali ed equatoriali di Centro e Sudamerica: il Jaguarundi, l’Ocelot e il Giaguaro! Il tour si sviluppa essenzialmente nella regione sud-orientale dell’Arizona, dove visiteremo quelle che sono conosciute come “sky islands”, le isole nel cielo. Le sky islands sono massicci montuosi isolati tra loro da aree di pianura con caratteristiche ambientali completamente differenti: in Arizona tali aree sono rappresentate da steppa e deserto. Nelle regione delle Sky Islands vivono più specie di uccelli che in tutto il resto degli stati Uniti e anche la mammalofauna è ricchissima. Il bio-watching sarà sensazionale: nelle nostre escursioni verso la cima delle montagne attraverseremo dapprima aree di prateria, mesquite e cactus, poi foreste di querce e infine, alle quote più alte, incontreremo le coniferete. Senza entrare in spiegazioni troppo tecniche, basta ricordare che la zonazione altitudinale degli ecosistemi si riflette in una grande ricchezza di endemismi e nella presenza di fauna relitta (ad esempio molte specie di uccelli tipicamente boreali vivono, nel sud degli Stati Uniti, sole alle quote più elevate delle “sky islands”). Potremo quindi vedere, nella stessa giornata, al mattino lo Scricciolo dei cactus in equilibrio su un aculeo di saguaro e il pomeriggio una Ghiandaia delle pinete svolazzare tra i rami di un Pino ponderosa o di un Pino apache. Le sky Islands che visiteremo sono le Huachuca, le Chiricahua, Santa Rita e Santa Catalina. Tornando al birdwatching, fino ad ora solo sfiorato, anticipiamo che il tour in Arizona sarà un vero e proprio arcobaleno di uccelli, in particolare di colibrì, di cui, se saremo fortunati potremo vedere più di dieci specie, e poi il Trogone elegante, l’unico trogone del Nordamerica, gli Zigoli pittato, lapislazzuli e vario, i Beccogrossi blu e testanera, gli azzurrini (magiciTurdidi supercolorati). E per tornare al cinema, il più famoso cuculo terragnolo del mondo, il Mimì maggiore, e poi uno stuolo di gufi e civette, dalla microscopica Civetta elfo al comparativamente enorme Gufo reale della Virginia, passando per l’Allocco macchiato e una schiera di assioli. E un plotone di rapaci, tra cui la Poiana nera comune, il Nibbio del Mississippi, la Poiana grigia e la Poiana codafasciata; last but not least, tra gli avvoltoi, il mitico Condor della California, che ci “costringerà” ad una lunga digressione verso nord, fino all’altrettanto mitico Grand Canyon. E un po’ di birdwatching acquatico, nei laghetti, paludi e fiumi che rappresentano un magnete per aironi, anatre e limicoli. Aprile e maggio in primavera, e agosto sono i mesi migliori per ammirare la migrazione dei piccoli Passeriformi, specificamente di parule (le silvie del Nordamerica), tordi, virei e pigliamosche (al Canyon di Madera sono state registrate 36 specie, solo di parule). Ai birdwatcher un po’ meno fanatici ricordiamo l’altra wildlife che potremmo vedere durante il tour: mammiferi come l’Orso nero, il Bobcat, il Puma, il Cervo della Virginia, il Cervo mulo, il Procione, il Pecari dal collare, numerose specie di scoiattoli, lepri e conigli; scinchi, lucertole e tartarughe tra i rettili, senza dimenticare lo stupendo Serpente corallo e il Crotalo diamantino (una delle 17 specie di serpenti a sonagli dell’Arizona, nome scientifico Crotalus atrox, non aggiungo altro). Ulteriore elemento di fascino di questo viaggio sono i paesaggi: distese di mesquite, praterie semidesertiche punteggiate dai giganteschi saguari, e poi, in uno straordinario contrappasso biogeografico, foreste di abeti e pini (da queste parti ponderosa e apache); e gole rocciose trapuntate da boschi di salici, querce e pioppi, canyon tortuosi e torrenti impetuosi. Per aggiungere un tocco di suggestione alla geografia, i ricordi storici di questo frammento di USA: avevamo parlato di set cinematografico, ma qui in Arizona, si è consumata la storia vera che il cinema ci ha tramandato, spesso in modo distorto; l’Arizona è stata la terra di Geronimo, di Cochise, degli Apache, dei Navajos, di tutti coloro che vivevano liberi sulle montagne e che oggi vivono un po’ meno liberi nelle riserve. E per non dimenticare le epiche gesta di sceriffi e fuorilegge, basti ricordare Wyatt Earp e la celeberrima "sfida all'OK corral" di Tombstone, magistralmente trasformata in film prima da John Ford e poi da John Sturges. L’Itinerario del tour è il seguente: arrivo a Phoenix ed escursione, il giorno seguente, al Grand Canyon. Partiremo poi alla volta di Portal, fermandoci una notte a Springerville. A Portal, ai confini con il New Mexico, visiteremo la nostra prima "sky island", le montagne Chiricahua. Raggiungeremo poi Tucson, dove pernotteremo per il resto del tour. Da Tucson effettueremo escursioni in giornata a tutte le aree orinitologicamente interessanti del sud-est dell'Arizona: Sweetwater Preserve, Ina Road Bridge, il "terribile" California Gulch, Patagonia Sonoita Creek Reserve, Montosa Canyon, Pena Blanca Lake, Rio Rico Ponds, Patagonia Lake State Park, Huachuca Mountains. Il penultimo giorno raggiungeremo Phoenix, visitando en route Catalina State Park, Dudleyville, Aravaipa Canyon, Oak Flat Campground. I tour primaverile ed estivo sono ovviamente diversi dal punto di vista delle aspettative di wildlife; tutti gli uccelli residenti sono osservabili in entrambi i tour, e, anche se la migrazione dei piccoli uccelletti raggiunge il picco in primavera, il tour in agosto è per certi versi anche migliore, poiché nella cosiddetta “second spring”, la seconda primavera, le condizioni ambientali tornano ad essere molto favorevoli al birdwatching: le piogge estive abbassano infatti la temperatura, la vegetazione diventa di nuovo verdeggiante e i piccoli uccelletti ricominciano a cantare.


Tutti gli Ornitour
in America Settentrionale

Minnesota & North Dakota Missouri & Arkansas New York & Cape May Arizona
Texas Canada Colorado Alaska


Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano – Phoenix via New York (o Atlanta). Avremo tempo per fare un po’ di birdwatching nei dintorni del nostro hotel, dove ceneremo e pernotteremo due notti. Vedremo le prime specie americane, le più comuni, come la Tortora piangente americana, la Rondine violaverde, la Rondine arboricola americana, il Pettirosso americano, la Parula gialla, il Mimo settentrionale, la Gracula comune.

2° giorno) partenza di primo mattino per l'escursione al Grand Canyon. Angel’s Gate Tours, provvederà al trasporto (con un comodissimo minibus) e ci fornirà la guida naturalistica e il pranzo picnic. Il Grand Canyon, uno dei siti designati dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, è una delle meraviglie naturali del mondo. Il nostro target ornitologico principale di oggi è il Condor della California, uno degli uccelli più affascinanti (per quanto discretamente brutto) del mondo. Lungo il percorso avremo occasione di vedere molte specie di uccelli, tra cui il Picchio di Williamson, la Nocciolaia di Clark, il Corvo americano, l’Azzurrino montano, il Pigliamosche grigio, il Junco occhiscuri (la forma “testagrigia” potenziale prossima specie buona). Grand Canyon! Lo si potrebbe descrivere in termini scientifici, senza tema di sbagliare; si potrebbe citare la sua orogenesi (quasi due miliardi di anni della storia della Terra sono emersi alla luce grazie all'azione del Colorado e dei suoi affluenti), si potrebbe parlare della sua ricchezza botanica (1.737 specie di piante vascolari, 167 specie di funghi, 64 di muschi e 195 di licheni); o di quella faunistica: migliaia di specie “inferiori”, e, per quel che più ci affascina, 136 specie di mammiferi (distribuite nei tre habitat principali: il corridoio del fiume Colorado, le foreste di conifere e la steppa semidesertica) e 373 di uccelli. Ma il Grand Canyon è anche storia, leggenda e cultura, quelle delle tribù che abitavano queste terra, dagli Havasupai del 1200 DC, fino ai Navajo di due secoli fa, “gentilmente” sloggiati prima dagli Spagnoli e poi dai coloni americani. Il Grand Canyon è una sterminata fenditura creata dal fiume Colorado; lungo 446 chilometri circa e profondo fino a 1.600 metri, ha una larghezza variabile dai 500 metri ai 27 chilometri ed è incluso per la maggior parte nel parco nazionale del Grand Canyon, uno dei primi parchi nazionali degli Stati Uniti. Il motivo principale, l’unico in effetti, per cui abbiamo inserito il Grand Canyon in questo tour in Arizona, che per il resto si dipana esclusivamente nel sud-est del paese, è un fantastico uccello, il Condor della California, una specie il cui areale è limitato a piccole aree in California, Messico e al Grand Canyon in Arizona. La sopravvivenza di questo immenso rapace (ma sappiamo che le ultime revisioni tassonomiche indicano che gli avvoltoi del Nuovo Mondo Cathartidae sono più affini alle cicogne!) è il risultato dell’impegno caparbio di ricercatori e volontari che lo hanno salvato da un’estinzione che fino a pochi decenni fa sembrava ineluttabile: nel 1981 rimanevano soltanto 22 individui. In quell’anno fu scoperto che la causa principale del declino dei condor era l'avvelenamento da piombo, dovuto all'ingestione di frammenti di pallottole, che si trovano nelle carcasse della selvaggina ferita e non recuperata dai cacciatori. Fino dall'inizio degli anni '40, i responsabili dello zoo di San Diego avevano intuito che la sola salvezza della specie sarebbe stata nella riproduzione in cattività e verso la fine degli anni ’80 si iniziarono e si perfezionarono una serie si misure (cova delle uova di condor in nidi di Condor delle Ande, acquisto di territori per il rilascio in natura, alimentazione dei piccoli con fantocci somiglianti ad un condor adulto, per evitare l’imprinting) che hanno portato ad un significativo aumento della popolazione; ad oggi sono in libertà 104 adulti in grado di riprodursi e di essi 40 hanno nidificato e generato prole vitale. Possiamo tirare un sospiro di sollievo, ma molto deve essere ancora fatto per dichiarare salvo questo magnifico uccello. Al Grand Canyon avremo l’opportunità di vedere anche altre specie di uccelli e forse qualche mammifero, persino il Coguaro, o Leone di montagna, o Puma che sia, anche se sarà molto più probabile incontrare il Cervo mulo o qualche specie di scoiattolo terragnolo e di chipmunk. Tra gli uccelli potremo vedere altri rapaci, come l’Avvoltoio tacchino, l'Avvoltoio nero (forse in volteggio insieme all'illustre cugino condor, in un magnifico trio di Catartidi), la Poiana tabaccata, lo Sparviere americano, il Falco pellegrino e il Gheppio americano. Grandi stormi di Corvi imperiali comuni sono sempre nel vento e spesso alcuni esemplari attaccano i rapaci più grossi di loro. Il fiume Colorado, che scorre in fondo al Canyon è ricco di trote e le Aquile calve della zona ne approfittano spesso. Nelle foreste che bordano il lato meridionale del Grand Canyon (South Rim) vedremo molte specie, come il Picchio villoso, il Picchio aurato, la Rondine aliruvide settentrionale, il Picchio muratore panciabianca, il Solitario di Townsend (una specie di Turdide), il Tordo eremita, il Junco occhineri (qui della sottospecie dorsalis, dal caratteristico manto rossastro). Potremo vedere il nostro primo colibrì, il Colibrì golanera e le prime specie di quella che al termine del tour sarà una lunga lista di parule; cominceremo forse con la Parula di Grace, la Parula di Wilson e la Parula grigia golanera. Tra gli altri uccelletti che potremmo incontrare al Grand Canyon ricordiamo il Regolo caporubino (una bestiola molto simile al nostro Fiorrancino), l'Azzurrino occidentale, il Fringuello delle case, il Fringuello di Cassin, l'Ittero di Brewer, lo splendido (come del resto tutti gli altri orioli del mondo) Oriolo monaco.


L'Azzurrino occidentale è una delle tre specie di "azzurrini" dell'America Settentrionale, e indubbiamente delle tre la più bella (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)





Anche l'Avvoltoio tacchino, dal poco nobile nome, è un Catartide come il più illustre cugino Condor della California. Lo vedremo spesso lungo il tour e ci ricorderemo, vedendolo roteare in grandi stormi sul deserto, i fumetti western della nostra infanzia (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)



Il Cervo mulo, una delle tre specie di cervi del Nordamerica insieme al Cervo codabianca e allo Wapiti, è una delle numerose specie di mammiferi che vedremo durante il tour (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)
3° giorno) inizieremo oggi il trasferimento verso Portal, nell'estremo sud-est dell'Arizona. Stasera ci fermeremo a Springerville, dove pernotteremo due notti; domani infatti visiteremo le White Mountains, una splendida area naturale con caratteristiche molto differenti dai massicci montuosi delle "sky islands" che visiteremo nei giorni successivi. Il percorso si snoda in aree desertiche e lungo il confine settentrionale delle White Mountains. Attraverseremo quindi habitat molto diversi tra loro e avremo l'occasione di osservare i primi straordinari abitanti del deserto, così come uccelli di foresta. Passando vicino a reservoir, laghetti e paludi, vedremo specie interessanti di uccelli acquatici, come il Pellicano bianco americano, il Cormorano doppiacresta e l'Airone azzurro maggiore. Lungo la strada che attraversa il deserto vedremo, tra le altre specie, l'ubiquitaria Gracula codalarga e il Vaccaro testabruna. Nelle nostre fermate aguzzeremo le orecchie alla ricerca del melodioso canto della Sturnella orientale e forse vedremo i nostri primi Procioni, i simpatici "orsetti lavatori". Tra le altre specie interessanti che potremmo registrare lungo il viaggio ricordiamo la Poiana codarossa, il Verdino (un uccelletto appartenente alla famiglia del nostro Pendolino), il Passero volpino, il Passero capobianco (alla fine del tour potremmo aver visto più di venti specie di "passeri del nuovo mondo"!), il Vireo canoro, l'Ittero testagialla. Arriveremo in tempo per esplorare le aree ai piedi delle White Mountains, dove troveremo specie interessanti come il Picchio delle ghiande e la Ghiandaia di macchia occidentale.


La Poiana codarossa è uno degli Accipitridae più comune del Nordamerica e avremo molte occasione di incontrarla, negli habitat più disparati (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported). Sotto: il Verdino, appartenente alla famiglia dei Remizidae, quella del nostro Pendolino, è abbastanza comune nella vegetazione arida di mesquite tipica del deserto di Sonora (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)

4° giorno) le White Mountains sono una delle aree più famose per il birdwatching dell'Arizona. Hanno alcune caratteristiche che le accomunano alle Montagne Rocciose, dal punto di vista vegetazionale. La temperatura di quest'area, più fredda degli altri massicci montuosi dell'Arizona, spiega la presenza di uccelli che, nello stato, nidificano solo qui. Visiteremo numerosi birding-spot delle White Mountains, esplorandone tutti gli habitat più importanti. Al Becker Lake avremo l'opportunità di vedere, naturalmente, molte specie di uccelli acquatici, come ad esempio la sterna di Forster, la Sterna comune, il Mignattino comune e il Gabbiano di Bonaparte (specie abbastanza comuni, ma speriamo di vedere anche il Gabbiano di Sabine, che è regolarmente osservato sul lago all'inizio di ogni autunno); i prati intorno al lago sono l'unica area di nidificazione regolare del Chiurlo beccolungo. Vedremo anche due specie di colibrì (in attesa di assistere al "festival del colibrì" al Canyon di Madera): il Colibrì rossiccio e il Colibrì di Calliope. Tra i piccoli Passeriformi che svolazzano e zampettano intorno al lago potremo vedere numerose specie di passeri (in realtà zigoli), come il Passero di Brewer, il Passero di savana e il Passero vespertino. Soprattutto nel tour di maggio, ma anche, seppur in minor numero, in quello di agosto, potremo vedere molte parule, che usano quest'area come stazione di sosta durante la loro migrazione. Un'altra importante zona umida è il Nelson Reservoir dove potremo vedere altre specie di uccelli acquatici, come la Garzetta nivea, la Nitticora comune, il Rallo della Virginia, l'Anatra cannella, la Marzaiola americana. Le aree più interessanti delle White Mountains sono ovviamente quelle più elevate, dove vedremo specie che, nel tour, potremo incontrare solo qui, come l'elusivissima Pernice fosca. A Sunrise esploreremo i prati e i boschi alla ricerca del Picchio di Williamson, Picchio tridattilo americano, Regolo capodorato, Cincia montana, Ghiandaia grigia, Ciuffolotto delle pinete. In cielo potrebbero apparire Poiane di Swainson e Aquile reali e verso sera potrebbero uscire dai boschi per pascolare sui prati i maestosi Wapiti (la forma americana del nostro Cervo comune). A Sheeps Crossing potremmo incontrare molte altre specie nuove per il tour, come la Nocciolaia di Clark, il Tordo di Swainson, il Pigliamosche dei salici, il Crociere comune. A South Fork, sul fiume Little Colorado incontreremo Gheppi americani, Tacchini selvatici, Picchi piumosi, Allodole golagialla, e un trio idi bellissime ghiandaie azzurre (Ghiandaia di macchia, Ghiandaia di Steller e Ghiandaia delle pinete). Anche in quest'area, in entambi i tour, potremo vedere virei e parule in migrazione. South Fork è uno dei pochissimi posti in Arizona dove nidifica l'Uccello gatto grigio e, grazie all'esperienza della nostra guida, non dovremmo aver grandi problemi ad osservarlo.


Il giorno del ringraziamento, per i tacchini statunistensi è il giorno dopo... se ci arrivano. Il Tacchino selvatico è un bellissimo uccello, dal piumaggio metallico e cangiante, e non è poi così comune in Nordamerica (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)
5° giorno) trasferimento a Portal, dove pernotteremo due notti al Cave Creek Ranch. Il percorso si snoda dapprima entro l'Apache National Forest e poi entra nelle aree desertiche tipiche del sud-est dell'Arizona, costeggiando il confine con il New Mexico (dove potremmo anche entrare, dipendentemente dalle esigenze di vedere questa o quella specie). In paesaggi di una bellezza mozzafiato, attraverseremo habitat di diversa natura, ma tutti ricchi di uccelli, anche se potremo vedere qualche bel mammifero, come lo squisito Silvilago del deserto (squisito sta per grazioso, ma anche, per i rapaci che frequentano la zona, piacevole dal punto di vista organolettico). Potremmo incontrare i predatori del coniglietto, in forma e colori di Poiana di Harris, Falco di prateria. L'Apache National Forest comprende anche le White Mountains, che abbiamo già esplorato ieri, e quindi avremo altre opportunità di ammirare gli uccelli tipici delle coniferete di alta montagna, come lo Sparviere di Cooper, la già citata Pernice fosca e il Merlo acquaiolo americano. Usciti dalle montagne entreremo nel deserto, con la sua fauna spettacolare. Potremo vedere numerose specie di rettili, negletti ai turisti "normali", ma non da noi che, pur amando svisceratamente gli uccelli, apprezziamo l'altra wildlife e non disdegniamo neanche i serpenti, per quanto velenosi essi siano; anzi speriamo di vedere uno dei più belli (e più letali!), il Serpente corallo di Sonora. Ma gli uccelli sono gli esseri viventi che ci interessano di più e, in attesa delle escursioni nel deserto dei prossimi giorni, potremmo già oggi incamerare decine di specie delle zone aride, tra cui: Quaglia squamata, Tortora alibianche, Rondone golabianca, Pigliamosche golacenere, Re dei tiranni occidentale, Averla stolida, Cincia di macchia. Dopo la cena al lodge, usciremo alla ricerca di gufi e succiacapre.


La Tortora alibianche è una specie centroamericana che estende il suo areale alle regioni meridionali degli Stati Uniti (California, Texas, Arizona e New Mexico) (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)
6° giorno) le contee dell’Arizona orientale portano nomi suggestivi, come Apache, Cochise, Navajo, e non c’è bisogno di ricordare cosa essi vogliano dire; le popolazioni native del Nordamerica, i pellerossa del Far West, vivono oggi nelle riserve appositamente identificate e disegnate per loro, riserve senza ingressi fisici e filo spinato, ma che sono, a mio parere, veri e propri campi di concentramento, nei quali vivono i discendenti di Cochise e Geronimo, cittadini americani non sempre allo stesso livello, per equità di trattamenti sociali e giuridici, degli altri americani, che, per una strano contrappasso rispetto ad analoghe situazioni nel resto del mondo, qui rappresentano gli immigrati. Dal punto di vista della natura, le montagne di queste contee, che visiteremo da oggi fino alla fine del tour (Chiricahua, Santa Rita, Santa Catalina e Huachuca) sono massicci montuosi che si elevano su un tavolato semidesertico; tutte e quattro, come del resto anche le aree desertiche che le circondano, ospitano un’avifauna con molti tratti di “messicanità”. Il paesaggio delle aree più basse è scabro, ma suggestivo, con boschi di ocotillo e nopales (un cactus del genere Opuntia) e distese di mesquite, una leguminosa apprezzata dai Coyote ma goduta anche dagli umani, in forma di tortillas ottenute con la farina dei suoi semi; più in alto le montagne sono tappezzate da foreste di querce e pioppi e, alle quote più elevate, da coniferete. Portal è al confine con il Messico e il New Mexico, e sarà la base di partenza per la nostra esplorazione delle Chiricahua Mountains, il primo massiccio montuoso (sky island) del tour. Le montagne prendono il nome dalla tribù degli Apache Chiricaua che vivevano in questa regione; raggiungono i 2975 metri di altezza con il Chiricahua Peak, che domina le vallate che circondano questa isola montana. Cave Creek Ranch è situato nel Cave Creek Canyon, l’area più importante per il birdwatching, e per la natura in generale, nelle Chiricahua. Entro i confini e nelle prossimità del ranch sono state osservate più di duecento specie di uccelli, incluse rarità messicane come il Quetzal orecchiuto, il Tordo azteco, il Mimo azzurro e il Beccogrosso giallo. Esploreremo tutti i diversi ambienti delle Chiricahua, dalle zone desertiche ai loro piedi fino alle coniferete d'altura. Potremo vedere decine di specie affascinanti, di cui citiamo le più significative, come ad esempio i mimi (in realtà, pur facendo parte della famiglia dei Mimidi, i thrashers, come sono conosciuti in inglese, sono ecologicamente un poco diversi dai mimi veri e propri; il loro nome deriva dal modo di approvvigionarsi di cibo: agitano, scuotono le  foglie o altro materiale sul terreno con il lungo becco). Potremo vedere il Mimo culorossiccio, il Mimo beccocurvo, il Mimo di Bendire e, con fortuna, il Mimo di Le Conte. La wilderness delle Chiricahua è splendida e, a parte gli uccelli, meritano una menzione particolare i mammiferi; è difficile pensare che queste foreste montane ospitino tre animali che sembrano indissolubilmente legati agli ambienti tropicali, ma sta di fatto che, seppur in numero minimo e quasi mai osservati, nelle foreste delle Chiricahua si potrebbero incontrare il Jaguarundi, l’Ocelot e persino il maestoso Giaguaro! Sarà più facile incontrare altre bestie, come il Pecari dal collare (qui chiamato, curiosamente, Javelina), il Procione, il Cervo della Virginia (la popolazione di queste montagne appartiene ad una sottospecie nettamente più piccola di tutte le altre, a volte conosciuta come Cervo di Coues), moffette, lepri e conigli. Prima di tornare a parlare di uccelli vale la pena di menzionare che il Cave Creek Canyon ospita più di 50 specie di farfalle e che non mancano i rettili: per i (pochi?) appassionati di quest’ordine negletto, ricordiamo che potremmo vedere interessanti Lucertole spinose, scinchi, gechi e... serpenti di ogni sorta, da timide bisce a spettacolari Serpenti corallo e crotali di varie specie. Salendo verso le magnifiche coniferete della vetta (Pini ponderosa e Abeti di Douglas), intervallate da verdi praterie, attraverseremo i consueti boschi di querce e pioppi. Tra le specie di uccelli che conteremo nei diversi ambienti, ricordiamo: Picchio villoso, Picchio muratore pigmeo, Scricciolo golabruna (per ora ancora una sottospecie dello Scricciolo comune), Azzurrino orientale, Tordo eremita, Parula groppagialla, Pigliamoscerini blugrigio, Tanagra occidentale, Cincia del Messico, Passero mentonero, Crociere comune (lo stesso che abbiamo noi in Europa), Cardinale settentrionale. Troveremo molti dispenser di acqua zuccherata, gentilmente posizionati dai numerosi birdwatcher locali dove potremo vedere una fine selezione di colibrì. Anche questa sera usciremo alla ricerca di gufi e succiacapre.


Sopra: questo Mimo beccocurvo è una delle quattro specie di thrashers che potremo osservare in Arizona. Questo gruppo di mimi, diffusi in America Settentrionale e Centrale, sono ecologicamente un poco diversi dai mimi veri e propri; il loro nome deriva dal modo di approvvigionarsi di cibo: agitano, scuotono le  foglie o altro materiale sul terreno con il lungo becco. Qui sotto: una Tanagra occidentale che, seppure in non completo abito riproduttivo, lascia intravedere la sua bellezza (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)

7° giorno) ci trasferiremo oggi a Tucson, dove pernotteremo otto notti al Country Inn and Suites. Lungo il percorso faremo un ottimo birdwatching nei numerosi habitat di questo angolo di Arizona. Tra le numerose aree che visiteremo ricordiamo il Cochise Lake, vicino alla cittadina di Willcox, dove potremo vedere numerose specie di uccelli acquatici, come il Moriglione dorsotelato, il Moriglione testarossa, la Moretta minore, il Quattrocchi minore, lo Smergo maggiore, l’Avocetta americana, il Piviere dorato americano, il Piro piro zampelunghe, il Piro piro pettorossiccio maggiore, il Falaropo di Wilson, il Falaropo beccosottile, la Gavina americana, la Sterna comune, la Sterna di Forster. Nel tardo pomeriggio, visiteremo un'altra importante area umida, la Sweetwater Preserve di Tucson, una palude artificiale creata della trasformazione di un impianto per lo smaltimento fognario della città; il risultato è uno splendido parco ricco di uccelli acquatici ma la cui vegetazione riparia ospita, soprattutto durante la stagione migratoria, anche decine di specie di uccelli terragnoli. Vedremo, tra le altre specie: Podilimbo, Tuffetto minuto, Airone bianco maggiore, Airone verde, Nitticora comune, Ibis facciabianca, Canapiglia, Fischione americano, Marzaiola americana, Germano reale (dell’interessante sottospecie diazi, nella quale non esiste dimorfismo sessuale poiché entrambi i sessi hanno un piumaggio bruno uniforme, screziato ma senza i colori brillanti dei maschi del resto del mondo; è possibile che questo “Germano messicano” diventi presto una specie buona), Alzavola cannella, Gobbo della Giamaica, Sora (un piccolo Rallide), Folaga americana, Beccaccino di Wilson, Corriere vocifero, Totano zampegialle minore, Gambecchio occidentale, Piro piro macchiato, Corriere semipalmato. Concluderemo la nostra giornata all'Ina Road Bridge, dove vedremo un formicolare aereo di rondini, pipistrelli e succiacapre.



Nelle aree umide che visiteremo durante il viaggio potremo vedere decine di specie di uccelli acquatici, di varie famiglie: svassi, aironi, ralli, gabbiani, sterne e limicoli; tra questi ultimi due dei più belli e colorati sono l'Avocetta americana e il Falaropo di Wilson (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)

8° giorno) visiteremo oggi gli ambienti desertici e subdesertici della sezione orientale del Saguaro National Park. I saguari sono enormi cactus tipici del Deserto di Sonora, la regione che interessa gli stati dell'Arizona, della California e della regione messicana del Sonora; sono conosciuti anche, per via della forma, come cactus candelabro, possono arrivare fino a dieci metri d’altezza e vivere fino a 200 anni. I saguari sono una pacchia per gli uccelli che vi nidificano in tane scavate nella loro polpa o si alimentano con i fiori che sbocciano sulla punta delle loro “braccia”. Il Saguaro National Park, per quanto arido, ospita numerose specie vegetali e in particolare di cactus, come i cholla (un genere di Opuntia) e l’ocotillo, che, anche se non è un vero cactus, ci assomiglia molto. Il paesaggio è scabro, ma ugualmente affascinante, come sono interessanti, e affascinanti, gli uccelli che lo frequentano. Una delle prime specie che vedremo è il Mimì maggiore (il nome che gli ho dato si riferisce ovviamente al celeberrimo arcinemico di Willy Coyote: questa specie è una sorta di cuculo terragnolo, che raramente vola e più spesso, quasi sempre, corre. Una curiosità: il Mimì è l’unico uccello che attacca i serpenti a sonagli: il Mimì agisce in coppia, un uccello distrae il rettile e l’altro lo infilza con il becco, uccidendolo poi sbattendogli la testa contro una roccia. Vedremo anche la Quaglia di Gambel, il Picchio dorato, il Picchio scalare, forse intento a scavare il suo nido in un saguaro, la splendida Fainopepla (una sorta di gigantesco pigliamosche completamente nero con occhi rosso acceso), il Colibrì mentonero, la Tortora inca, la Tortorina comune, lo Scricciolo dei cactus, il raro e localizzato Passero alirossicce, il Pigliamoscerini codanera, i Pigliamosche golacenere e crestabruna (molto, molto difficili da identificare), il Fibi nero, il Re dei tiranni occidentale, il meraviglioso Oriolo di Scott, il Vaccaro bronzeo. Il parco è ricco di mammiferi e non dovrebbe essere difficile veder correre Procioni e saltellare Lepri della California e i già citati Silvilaghi del deserto (per inciso la preda favorita del Bobcat, o Lince rossa); potremmo anche vedere branchetti di Pecari dal collare (per inciso la preda favorita del Puma!).



Qui sopra una bella immagine del cuculo terragnolo più famoso del mondo, in virtù dei cartoni animati della Warner Boros: il Mimì maggiore e sotto il suo acerrimo nemico, il celebre Willy, che vedremo caracollare lungo i fianchi del Canyon di Madera. That's All Folks (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)

9° giorno) partenza di prima mattina (ore 5.30) per il magnifico Canyon di Madera. Il sapore neotropicale del canyon è dato in primis dalla presenza dello splendido Trogone elegante, nomen omen, l’unico rappresentante della famiglia dei Trogonidi, per il resto completamente neotropicale, del Neartico; ma anche i numerosi colibrì che svolazzano nel canyon, e specificamente intorno alle numerose mangiatoie posizionate dai locali birdwatcher, ci ricorderanno il Centro e Sudamerica; nel Canyon ne sono state registrate 15 specie! Tra quelle abitualmente presenti ai “feeders” ricordiamo il Colibrì beccolargo, il Colibrì mentonero, il Colibrì codalarga, il Colibrì magnifico, il Colibrì di Anna, il Colibrì rossiccio, ma avremo buone chances di ammirare i più rari Colibrì golablu, Colibrì di Costa, Colibrì di Calliope, Colibrì capoviola e Colibrì guancebianche. Non c’è famiglia di uccelli che non sia ben rappresentata nel canyon; così vedremo, o rivedremo, rapaci interessanti come l’Avvoltoio nero e la Poiana di Swainson; vedremo sicuramente qualcuno dei picchi del canyon, come il Picchio di Gila e il Picchio dell’Arizona; tra le 16 specie di pigliamosche e affini (in realtà i “pigliamosche del Nuovo Mondo” appartengono alla famiglia dei Tirannidi), vedremo con certezza il Fibi di Say, il Re dei tiranni di Cassin, il Pigliamosche panciazolfo e il Pigliamosche capofosco; un altro gruppo tipicamente neotropicale è quello delle tanagre, di cui potremo vedere al canyon specie comuni, come Tanagra epatica (la forma settentrionale, possibile specie buona) e Tanagra occidentale, e non comuni, come la magnifica Tanagra flammea; delle circa trenta specie tra passeri e zigoli non dovremmo avere difficoltà a vedere il Touì dei canyon, il Passero caporossiccio, il Passero di Botteri, il Junco occhigialli. Il mattino presto è come sempre il momento migliore per vedere la frenetica attività dei piccoli Passeriformi, in particolare della brigata di parule che utilizzano il canyon come stazione di sosta lungo il volo migratorio; ne sono state registrate 36 specie ed ecco qui una piccola lista (molto incompleta) delle possibili osservazioni: Parula di Lucy, Parula di Wilson, Parula groppagialla, Parula di MacGillivray, Parula eremita, Parula di Townsend. Tra i virei, una famiglia abbastanza vicina filogeneticamente alle averle, potremo vedere il Vireo canoro e il Vireo piombato. La sera, prima del rientro a Tucson, aspetteremo gufi e succiacapre, con ottime probabilità di vedere la deliziosa Civetta elfo, il più piccolo Strigide del mondo (forse vedremo la sua faccia incuriosita spuntare fuori dal buco nel cactus che l’uccelletto ha eletto a sua tana!), l’Assiolo baffuto, il Succiacapre vocifero del Messico, il Succiacapre di Nuttall. Tra le altre specie di uccelli che potremo vedere ricordiamo: Ghiandaia del Messico, Cincetta crestata, Piccione codafasciata, Rondone golabianca, la minuscola Cincia di macchia (vagamente rassomigliante ad un Codibugnolo), lo Scricciolo di Bewick. I mammiferi non sono, come sempre, in evidenza, almeno durante le ore del giorno, ma forse potremo vedere il Cervo della Virginia, il Cervo mulo, il Procione, il Coyote; poche speranze di incontrare altre specie, per lo più notturne, come il Coati, il Bassarisco, il Puma e l'Orso nero.


Sopra: nel Canyon di Madera sono state osservate quindici specie di colibrì; tra queste il Colibrì di Costa, raffigurato qui sopra, è una delle più rare e sicuramente una delle più belle. Sotto: i picchi sono ottimamente rappresentati in Arizona: il Picchio dell'Arizona (a sinistra) e il Picchio di Gila (a destra) sono sue specie tipiche delle regioni più aride del paese (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)



10° giorno) percorreremo oggi il cosiddetto "corridoio 19" e cioè la route 19 che corre da Tucson a Nogales, ai confini con il Messico. La strada si incunea tra la Coronado National Forest ad est e il Buenos Aires National Refuge ad ovest. Visiteremo le aree ornitologiche più importanti di questa regione dell'Arizona, dal Canyon di Montosa a nord fino al lago Pena Blanca, con numerose fermate intermedie. Il birdwatching sarà davvero eccezionale, ma avremo anche buone opportunità di vedere mammiferi, come la straordinaria Antilocapra, il Silvilago del deserto e forse più di una specie di scoiattoli terragnoli, come lo Scoiattolo terragnolo codatonda. Montosa Canyon si estende nella regione sudoccidentale delle Santa Rita Mountains ed è caratterizzato da uno splendido mosaico di habitat, dalle foreste decidue di querce ai cespuglieti di ocotillo, fino alle aree più decisamente desertiche. Una delle specie più interessanti del canyon è il Pigliamoscerini capinero, il "pigliamoscerini" più raro e localizzato degli Stati Uniti; e avremo buone opportunità di vedere anche altre specie rare, come il Passero alirossicce e il Colibrì luciferino. Più facile l'osservazione del grazioso Passero golanera, del Passero cinguettante (molto diffuso qui e in tante altre aree dell'Arizona) e del bellissimo Beccogrosso testanera. Una delle specie più suggestive delle aree desertiche è la Pirruloxia, una specie appartenente alla famiglia dei Cardinalidae: la sua stranezza è descritta nel nome scientifico, che è una crasi tra quelli del ciuffolotto Pyrrhula e del crociere Loxia. Faremo un ottimo birdwatching umido al lago di Peña Blanca e agli stagni di Rio Rico: target principale la splendida Dendrocigna pancianera, una specie centro e sud-americana che ha negli Stati Uniti meridionali l'unica area riproduttiva del Neartico; altri acquatici che potremo vedere sono: il Tuffetto minuto, la meravigliosa Anatra sposa, il Moriglione testarossa, l'Airone verde e qualche limicolo forse nuovo per il tour, come il Totano zampegialle maggiore, il Piro piro solitario, il Gambecchio americano. Nella vegetazione intorno a lago e stagni si muovono molte specie di uccelli e potremo vedere la minuscola e graziosa Tortorina inca, il Picchio nucarossa, lo Zigolo vario e tante altre specie ancora. Con fortuna potremmo vedere la Civetta delle tane di guardia all'ingresso di casa.



Sopra: la Pirruloxia, un uccelletto a metà strada tra un ciuffolotto e un crociere, frequenta il mesquite delle zone desertiche degli Stati Uniti meridionali (Texas, New Mexico e Arizona) e del Messico settentrionale. Sotto: un altro uccelletto che, come suggerisce il nome, frequenta le aree aride dell'Arizona è il gigantesco (se comparato al nostro scricciolino) Scricciolo dei cactus (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)

11° giorno) anche stamattina partenza alle prime luci dell'alba; la giornata di oggi è dedicata all’esplorazione di alcune aree ricche di uccelli, in particolare la Patagonia-Sonoita Creek Preserve e il Patagonia Lake State Park. Niente a che fare, naturalmente, con il sud dell’Argentina: Patagonia è il nome della cittadina che fu fondata nel 1896 da tale Rollin Rice Richardson, che aveva acquistato la concessione per l’estrazione di minerali in questa regione. I diversi habitat di quest'area realizzano una wilderness suggestiva e ricca di animali, uccelli soprattutto. In una vallata verdeggiante traversata dal Sonoita Creek, si stendono boschi ripari di pioppi e salici intervallati da distese di mesquite e praterie punteggiate da cactus e agavi. Potremo vedere molte nuove specie di uccelli, tra cui il Succiacapre minore, l’Allodola golagialla, una delle pochissime specie americane di prateria, il delizioso Beccaio golarosa, appartenente alla strana famiglia dei Titiridi, il Cardellino minore, lo splendido Zigolo vario, il Touì codaverde, la Golagialla comune (un Parulide), il Merlo alirosse, lo splendido Oriolo di Bullock e il non meno magnifico Beccogrosso blu, la Tanagra estiva, la “nostra” Rondine comune, il graziosissimo Pigliamosche vermiglio, il Corvo imperiale del Chihuahua (molto difficile da separare dal Corvo imperiale comune). E’ questa una delle migliori aree in Arizona dove osservare la Poiana grigia, che potremmo vedere insieme ai soliti Avvoltoio nero e Avvoltoio tacchino. Sull’acqua del Patagonia Lake State Park potremo vedere numerose specie acquatiche; oltre alle specie probabilmente già viste, potremmo incontrare Svassi di Clark, Svassi occidentali, Svassi piccoli e Totani semipalmati.



La Patagonia-Sonoita Creek Preserve ospita decine di specie di uccelli e molte di esse splendidamente colorate. L'Oriolo di Bullock (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported) e il Pigliamosche vermiglio (© Pleautaud, Creative Commons 3.0 Unported) sono due di queste

12° giorno) partenza ore 5.30 alla volta delle montagne di Santa Catalina, dove ci arrampicheremo (in macchina, naturalmente) fino sul Mount Lemmon, il rilievo più alto di quel massiccio montuoso. Partiremo con il buio per avere le migliori chance di udire, e quindi localizzare, le specie di Strigiformi di questi monti, in particolare l’Assiolo fiammato, l’Assiolo americano occidentale e la Civetta capogrosso del nordamerica. Il paesaggio delle Santa Catalina, sempre spettacolare, cambia con l’altitudine, passando dalle distese di cactus tipiche del Deserto di Sonora, alle pareti rocciose dei canyon, al chaparral punteggiato da manzanita (un arbusto sempreverde), alle foreste di querce, salici e pioppi delle medie altezze, alle conifere delle vette più alte. Questo mosaico di ambienti spiega la ricchezza di uccelli, soprattutto durante la migrazione, quando i corridoi ripari dei torrenti del parco pullulano di uccelli. Potremo vedere, tra le altre specie: il Colibrì rossiccio, lo splendido Picchio delle ghiande, il Piuì maggiore, il Codirosso pittato, il Vireo di Cassin, la Parula di Nashville, la Parula della Virginia, la Parula di McGillivray, la Parula di Wilson, il Touì di Abert, il Passero caporossiccio, la Tanagra occidentale. Rag-giungeremo la sommità del monte Lemmon, dove le foreste di conifere ospitano una comunità di uccelli molto diversa da quella delle quote più basse; potremo quindi vedere nuove specie, tra cui: Aquila reale, Rondone golabianca, Picchio muratore pettorosso, Cincia montana, Pigliamosche di Hammond (uno dei terribili, dal punto di vista identificativo, pigliamosche del genere Empidonax), Parula di Townsend, Ghiandaia del Messico, Pigliamosche della cordigliera, Cincetta dalle redini, Regolo capodorato, Parula capoarancio, Vireo canoro, Rampichino americano. Lungo il versante nord del monte Lemmon potremo vedere altre specie di uccelli, come lo Scricciolo di Bewick, lo Scricciolo dei canyon, la Parula gialla e il Passero canoro. Il Nibbio del Mississippi ha un areale molto ristretto in Arizona e questa è l’area migliore dove sperare nel suo incontro; potremo comunque vedere altri rapaci interessanti, come la Poiana codafasciata e il Falco di prateria. Oggi potremo vedere anche qualche mammifero come lo Scoiattolo di Abert, lo Scoiattolo terragnolo di Harris e il graziosissimo Chipmunk striato (un Cip & Ciop, tanto per intendersi); le montagne di Santa Catalina ospitano anche mammiferi più rari, come il Puma e l’Orso nero, ma sarà davvero difficile riuscire a vederli.



Le Santa Catalina Mountains sono tappezzate, alle quote più alte, da splendide coniferete, che ospitano un'avifauna ben diversa da quelle delle "sky islands": il Picchio muratore pettorosso ne è un esempio (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)
13° giorno) ancora una levataccia, alla volta delle Huachuca Mountains, un’altra isola di montagne nel sud-est dell’Arizona. Le strade che si arrampicano fin sulla cima delle montagne attraversano la solita, ma sempre fascinosa, sequenza di ambienti: dalla steppa semidesertica e le praterie ricoperte da mesquite e sacaton (il nome messicano di un’erba locale), alle foreste di querce e pioppi fino alle distese di Pini ponderosa e Pini apache della sommità. Gli ambienti cambiano e gli uccelli cambiano, ma sia gli uni che gli altri saranno decisamente emozionanti. Le specie target di quest’area montagnosa sono l’Allocco macchiato, la Civettina del Nordamerica (le popolazioni locali sono state splittate dagli ornitologi americani e sono diventate Civettina montana) e il Pigliamosche pettocamoscio. Verosimilmente avremo già incontrato il Trogone elegante, ma la sua vista, con le relative opportunità fotografiche, sarà ben apprezzata. Effettueremo visite ai numerosi canyons che fendono le montagne e in ognuno di essi, Carr, Ramsey, Ash, Miller e Sawmill, tanto per citare i più conosciuti, vedremo uccelli interessanti, come il Piccione codafasciata, la Ghiandaia di Steller, la Parula facciarossa, la Parula oliva, la Parula di Grace, la Parula grigia golanera, il Vireo di Hutton, il Piuì boschereccio occidentale, il Piuì maggiore, il Touì macchiato.

I touì sono uccelletti a metà strada tra i passeri e gli zigoli (in effetti appartengono alla stessa famiglia, Emberizidae, dei nostri zigoli). Il Touì macchiato è una delle tre specie che potremo vedere durante il tour (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)
14° giorno) oggi avremo il mattino a disposizione (per potersi svegliare tardi, una volta tanto!) per dare un'occhiata a Tucson, per fare un pò di shopping o per fare ancora un pò di birdwatching intorno al nostro lodge. Chi lo vorrà potrà far visita all'Arizona Sonora Desert Museum, dove potrà ascoltare lectures sull'affascinante biologia ed ecologia, del deserto di Sonora, assistere ad una spettacolare spiegazione sui rettili del deserto o ad un altro dei numerosi eventi proposti dal museo. Pranzo al lodge e partenza alle ore 15 per il California Gulch, un'area situata all’interno delle Pajarito Wilderness, nella sezione più sud-occidentale della Coronado National Forest. La strada che si snoda lungo il confine con il Messico, per lunghi tratti sterrata e con buche simili a canyon, attraversa gole rocciose tappezzate da mesquite e foreste di querce, ed è di difficile percorrenza, ma gli uccelli che potremo vedere sono osservabili solo qui, in primis il Passero cinquestrie e poi la graziosissima Quaglia di Montezuma e il Succiacapre collocamoscio. Vedremo naturalmente altre specie, come l’Avvoltoio nero, il Corvo imperiale comune, il Tirannetto glabro settentrionale, il Pigliamosche fosco e il Pigliamosche dei salici (le ultime tre tutte appartenenti ai Tirannidi, come già spiegato). Percorreremo le polverose strade del Gulch sulla strada per Nogales e ci fermeremo a visitare le Kino Springs, un’area umida che, come si può facilmente intuire, attira migliaia di uccelli. C’è un po’ di Italia in questa area umida, poiché Kino si riferisce a padre Eusebio Kino (nato in realtà Eusebius Franz Kühn) un prete cattolico italiano nato a Segno, una frazione di Taio, nella Val di Non di oggi, ma a quel tempo, nel 1645, appartenente all’Impero Austriaco; nel 1683 il frate si unì ad una spedizione che raggiunse il Messico e l’attuale Arizona, dove si fermò e fondò la prima Chiesa Cattolica del Deserto di Sonora. A Kino Springs potremo vedere, tra le altre specie, il Cormorano doppiacresta, l’Airone bianco maggiore, l’Airone guardabuoi, l’Airone verde, la Dendrocigna pancianera, la Moretta dal collare, il Codone comune, il Gobbo della Giamaica e, nei prati circostanti, la Tortorina comune, lo Zigolo pittato, il Re dei tiranni tropicale e il Re dei tiranni beccogrosso. Qui è anche stato osservato, qualche volta, il Martin pescatore verde, specie neotropicale che si affaccia qualche volta in Arizona. Cena "messicana" a Nogales.



Una sospettosa Civetta delle tane di guardia a casa sua. Sotto: Il Pigliamosche fosco è una delle sedici specie di pigliamosche del genere Empidonax, pressochè identiche tra loro. La nostra guida ci aiuterà a districarci nell'identificazione, sottolineando le piccole differenze nel piumaggio, nel comportamento e nel canto (© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)

15° giorno) torneremo oggi a Phoenix, dove era cominciata l'avventura. Partiremo alle "solite" 5.30 e il viaggio sarà lungo, ma durante il percorso visiteremo numerose aree ricche di uccelli, dove rimpingueremo certamente la nostra checklist. Eccone qui alcune con i loro ospiti più importanti. Nel Catalina State Park, a soli 40 kilometri dal centro di Tucson, sono state registrate 200 specie di uccelli, tra residenti e migratori; le due specialità del parco sono il Passero alirossicce e il Mimo culorossiccio, due specie estremamente localizzate in Arizona e nel resto degli Stati Uniti, ma, non si sa bene per quale ragione, abbastanza comuni nel Catalina State Park. Tra gli altri illustri ospiti del Catalina, ricordiamo la Quaglia di Gambel, la Poiana di Harris, il Gufo reale della Virginia, il Tordo dorsorossiccio (accidentale dal Messico, ma osservato sempre più frequentemente negli ultimi anni), il Passero golarossiccia. Durante la migrazione autunnale la vegetazione del parco attrae migliaia di parule, di diverse specie, che forse avremo già visto, ma che sarà sempre un piacere incontrare di nuovo: come la Parula di Townsend, la Parula gialla, la Parula della Virginia, la Parula di Nashville, la Parula di McGillivray e la Parula di Wilson. Nel parco vivono anche otto specie di colibrì e altri piccoli uccelletti come il Vireo piombato, il Vireo grigio, lo Scricciolo di roccia, la Tanagra occidentale e lo spettacolare Zigolo lapislazzuli. L'Aravaipa Canyon Wilderness Area offre eccezionali opportunità di birdwatching: quasi tutte le specie tipiche del deserto di Sonora sono osservabili nel canyon; nei cactus e sulle cengie rocciose nidificano rapaci, assioli e picchi, come il Nibbio codabianca, il Falco pellegrino, l'Assiolo tabaccato, il Picchio scalare, oltre a decine di specie di piccoli passeriformi. Dudleyville è conosciuta tra i birdwatcher americani come "hot-spot" per la presenza in quell'area di specie interessanti come il Nibbio del Mississippi, la Poiana grigia, il Re dei tiranni tropicale, il Vireo di Bell, la Parula pettogiallo (una parula sovradimensionata e dall’incerta collocazione tassonomica), il Mimo di Bendire. L'Oak Flat Campground è un'area di campeggio all'interno della Tonto National Forest e ci offrirà l'opportunità di vedere qualche specie di foresta, inclusa la Cincetta dei ginepri, una graziosa cincia abbastanza rara.

16° giorno) al mattino tempo a disposizione per shopping, relax o ancora un po’ di birdwatching. Dopo pranzo trasferimento all’aeroporto di Tucson e imbarco sul volo per New York (o Atlanta)

17° giorno) volo New York (o Atlanta) - Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio.


Il Gufo reale della Virginia nidifica nel Catalina State Park e avremo la possibilità di scattare fotografie eccezionali, come questa che lo ritrae con un suo piccolo. Nel parco sono state registrate 200 specie di uccelli, dalla possente Aquila calva alla graziosa Quaglia di Gambel (sotto) che ostenta il suo ricciolo "tirabaci"(© Alan & Elaine D. Wilson, Creative Commons 3.0 Unported)



ornitour
via Meucci 5
25086 Rezzato (BS)
+39 348 8713313
info@ornitour.it



   





info
la storia di ornitour
informazioni generali di viaggio
condizioni generali di viaggio
contatti



 

viaggi
birding tours
nature tours
oceanic odysseys
incoming tours
tours personalizzati
tours fotografici
wego

calendario 2016 per area
europa
nordafrica & vicino oriente
medio oriente
africa subsahariana
asia centrale e orientale
subcontinente indiano
sud-est asiatico
australia
oceano pacifico
oceano indiano
america settentrionale
america centrale
america meridionale
antartide


calendario 2016 per data
aprile 2016
maggio 2016
giugno 2016
luglio 2016
agosto 2016
settembre 2016
ottobre 2016
novembre 2016
dicembre 2016
capodanno 2017
2017

corredo
gallerie
trip reports
birdy
tour leaders
eventi & news
video
archivio