Salomone, Bougainville & Santa Cruz
gemme dell'Oceano Pacifico
16 luglio - 9 agosto 2016

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Honiara via Singapore e Port Moresby
2° giorno) arrivo a Honiara, Guadalcanal
3°/5° giorno) Guadalcanal
6° giorno) volo a Gizo
7° e 8° giorno) Vella Lavella e Ranonnga
9° e 10° giorno) Kolombangara
11° giorno) volo a Rennell
12° e 13° giorno) Rennell
14° giorno) volo a Malaita, via Honiara
15° giorno) Malaita
16° giorno) volo a Santa Isabel, via Honiara
17°/19° giorno) Santa Isabel
20° giorno) volo a Makira, via Honiara
21°/23° giorno) Makira
24° giorno) volo a Honiara e volo in Europa, via Port Moresby e Singapore
25° giorno) arrivo a Milano


Mappa interattiva




Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: qualcuno (pochi) dei lodge sono discreti, con servizi privati e docce calde. Tutti gli altri vanno da camere multiple senza servizi privati, materassi a terra e pagliericci a sistemazioni in abitazioni private in villaggi con "bush-toilet". A Bougainville, Kolombangara, Guadalcanal e Makira sarà necessario campeggiare. Tende e vettovaglie saranno piantate e trasportate dall'organizzatore locale

Difficoltà: di ogni sorta. E' necessario un grande spirito di adattamento alle sistemazioni alberghiere. Molte camminate in pianura e con lievi dislivelli, ma faticosissimi trekking su Bougainville, Guadalcanal, Makira e Kolombangara. Caldo umido in pianura, freddo sui monti. Piogge (e relativo fango) sempre possibili

Bibliografia: Field Guide to the Birds of Solomons, Vanuatu and New Caledonia, di Doughty, Day & Plant, A & C Black
Birds of Melanesia. Bismarcks, Solomons, Vanuatu and New Caledonia, di Guy Dutson, A & C Black
Birds and Bird Lore of Bougainville and the North Solomons, di Don Hadden, Dove Publications

in considerazione della ricchezza delle Salomone in pappagalli, martin pescatori e piccioni segnaliamo queste tre monografie:
Parrots of the World. A Field Guide, di Joseph Michael Forshaw, Christopher Helm
Kingfishers, Bee-Eaters and Rollers.A Handbook, di C Hilary Fry, Kathie Fry e Alan Harris, Christopher Helm
Pigeons and Doves. A Guide to the Pigeons and Doves of the World, di David Gibbs, Eustace Barnes e John Cox, Christopher Helm

Costo del tour: Euro 4.850
Costo delle estensioni: in preparazione

Numero massimo di partecipanti: nove




Le Isole Salomone sono un patrimonio di cultura e di storia, da quella delle antiche tribù austronesiane ai tragici accadimenti bellici della Seconda Guerra Mondiale. In molte delle isole che visiteremo avremo occasione di assistere a cerimonie tradizionali, incontrare capi villaggio, ascoltare affascinanti leggende di guerra e amore, ammirare manufatti cerimoniali di squisita fattura, come questo totem scolpito nell'isola di Makira
 

Il Lori mentogiallo è uno dei quattro pappagalli endemici delle Isole Salomone (© Doug Janson, Creative Commons 3.0 Unported)


Intro

Ci sono tour, in generale, e Ornitour, in particolare, in cui non ci si deve preoccupare di nulla se non di vedere il maggior numero di specie possibili, di fare belle fotografie e di non mettere su troppi chili indulgendo alle specialità culinarie locali. Ci sono tour graziati da un perenne bel tempo, dove giorni sereni e notti stellate si alternano in una costante temperatura mite e gradevole. Ci sono tour in cui l’itinerario tocca città e paesi dove si pernotta in alberghi di lusso e lodge di alta classe. L’Ornitour nelle Salomone è completamente diverso, è l’antitesi della comodità, l’esatto contrario della tranquillità, è agli antipodi della sicurezza. I temerari che si iscriveranno a questo Ornitour si attendano intemperie, freddo intenso e caldo torrido, faticose arrampicate su colate di fango sdrucciolevole, insetti molesti, cibo scarso e alloggi a volte indecorosi, campeggi in radure allagate da acquazzoni improvvisi, etc... etc.. (e mai eccetera è stato più minaccioso). Ma la ricompensa, amici, è enorme, il premio è l’eldorado del birdwatcher, è una regione ancora vergine dal punto di vista naturalistico, i cui uccelli sono stati visti, fino ad oggi, solo da uno sparuto manipolo di entusiasti. L’arcipelago delle Salomone si estende lungo tre EBA (Endemic Bird Area), e precisamente Salomon Group, isole Rennell & Bellona e isole Santa Cruz, nella provincia “salomonica” di Temotu. Le Salomone sono distribuite in due entità geopolitiche: le due isole più settentrionali, Buka e Bougainville, appartengono infatti allo stato di Papua Nuova Guinea, mentre il restante arcipelago costituisce lo stato sovrano delle Isole Salomone. Ci sono naturalmente pochissime probabilità di vedere tutti i circa 70 endemismi delle Isole Salomone, ma Ornitour ha fatto il possibile per riuscirci, in termini di itinerario (potremo visitare infatti, nelle due estensioni, anche Bougainville e le isole più meridionali dell’arcipelago, quelle di Santa Cruz) e di organizzazione locale (abbiamo contattato i più grandi esperti della regione australasiatica e ci affideremo a guide locali, che conoscono dove trovare le specie più difficili e, in particolare, il roosting di tre delle specie più ambite, il Gufo timoroso, il Gufastore delle Salomone e il Bocca di rana delle Salomone. Colonizzate nel 30.000 avanti Cristo, le Isole Salomone furono abitate da popoli provenienti dapprima dalla Nuova Guinea, poi dalle isole Fiji e nel 1200 avanti Cristo dagli antenati degli attuali Polinesiani, i Lapita, che provenivano dall’attuale arcipelago di Bismarck. Il primo europeo a visitare le Isole Salomone fu, nel 1568, Álvaro de Mendaña de Neira, e successivamente le isole furono usate come punto di sosta nei viaggi degli Spagnoli; ecco perché alcune isole sono conosciute, oltre che con il nome locale, anche con uno spagnolo. Il nome dell'arcipelago si deve alla massiccia presenza di oro notata dai primi esploratori, che ritennero il luogo una delle possibili fonti dell'immensa fortuna del biblico Re Salomone. L’isola di Bougainville fu dedicata all’esploratore francese Louis de Bougainville (così come gli fu dedicata anche la celebre pianta neotropicale ben conosciuta a botanici, vivaisti e appassionati di fiori di tutto il mondo). Così come per molte aree della Micronesia, anche le Isole Salomone furono teatro di alcune delle più feroci battaglie della Seconda Guerra Mondiale, tra le forze occupanti giapponesi e gli statunitensi. Chi ama il cinema ricorderà che una di queste battaglie, quella di Guadalcanal, fu magistralmente descritta ne “La sottile linea rossa” del celebre regista Terrence Malick. Ma è giunto il momento di parlare dell’aspetto naturalistico di questa avventura; la natura è presente nelle Salomone già nei suoi emblemi: i colori della bandiera, blu, giallo e verde, rappresentano rispettivamente l'acqua, il sole e la terra, e nello stemma campeggiano un coccodrillo, uno squalo, due fregate, due tartarughe e l’uccello simbolo della nazione, l’Aquila pescatrice delle Salomone. Quasi tutte le isole sono ricoperte, in pianura, da una lussurreggiante jungla pluviale e, sulle alture, da foreste montane incrostate da muschi e licheni; alle altitudini più elevate la foresta è caratterizzata da cespugli e alberi nani e qualche prateria alpina. Lungo la costa mangrovie e palmeti, e, alle falde delle montagne, coltivi e risaie. Contrariamente alle Salomone più settentrionali, tutte isole vulcaniche con una spina dorsale montuosa, l’isola di Rennell (che con la piccola isola di Bellona fa parte di un’altra EBA), è praticamente tutta a livello del mare, ed è ricoperta da una fitta foresta tropicale; Rennell, o meglio, la sua parte orientale è uno dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Di una bellezza mozzafiato, East Rennell è il più grande atollo corallino della Terra, una cornice di spiagge candide e palmeti che circonda il lago Te Nggano, l’antica laguna dell’isola. La terza EBA, quella più meridionale, comprende il piccolo arcipelago di Santa Cruz, che fa parte dell’ecoregione delle foreste pluviali di Vanuatu, e di questa condivide alcune specie di uccelli; tre specie, comunque, sono esclusive delle Santa Cruz, due su Nendo e una su Vanikoro. Anche le Salomone hanno subito la deforestazione che ha colpito molte altre isole del Pacifico, ma fortunatamente (si fa per dire) i commercianti di legname si sono limitati alle foreste di pianura e, ancora oggi, le foreste montane, l’ambiente che ospita la maggior parte degli uccelli endemici dell’arcipelago, sono quasi intatte. L’EBA delle Isole Salomone ospita un numero di specie endemiche e con restrict range (quelle cioè in cui l’areale si espande ad una o al massimo tre EBA vicine) maggiore di qualsiasi altra area endemica del mondo. Alcune specie, come vedremo, sono state scoperte solo recentemente, altre sono considerate estinte, ma potrebbero sopravvivere in regioni ancora inesplorate (come abbiamo anticipato nell’introduzione il territorio, soprattutto quello delle foreste centrali, è difficilmente esplorabile). Molte isole hanno diversi endemismi singolinsulari e il nostro itinerario prevede l’esplorazione di tutte: Bougainville (4 specie), Malaita (3), Guadalcanal (2), Makira (12), Vella Lavella (1), Ranonnga (1), Gizo (1), Kolombangara (2), Rennell (4), Nendo (2) e Vanikoro (1). Altre trenta specie circa (il circa si riferisce sempre alle diverse interpretazioni sulla tassonomia e sull’esistenza in vita di specie che potrebbero essere già estinte) sono diffuse a due o più isole dell’arcipelago. Oltre alle isole appena elencate, visiteremo anche Santa Isabel che, pur non ospitando endemismi monoinsulari, offre le migliori opportunità per ammirare uno dei gioielli di questo tour, la meravigliosa Pitta faccianera; questa specie era comune a Bougainville fino al 1938, ma poi non fu più localizzata, in nessuna isola, fino al 1994, quando fu riscoperta a Tirotonga, su Santa Isabel. L'itinerario è un itinerario di massima perchè, pur visitando sicuramente tutte le isole, la successione delle visite potrebbe cambiare, per ragioni organizzative e/o atmosferiche: raggiungeremo con un lungo volo, via Port Moresby in Nuova Guinea, la città di Honiara, capoluogo di Guadalcanal, e da qui ci muoveremo verso nord per esplorare il gruppo di New Georgia (Gizo, Ranonnga, Vella Lavella e Kolombangara); voleremo poi a sud, a Rennell; le ultime tre isole del tour sono quelle sud-orientali: Malaita, Santa Isabel e Makira. L'estensione a Bougainville può essere effettuata all'inizio o alla fine del tour, quella all'arcipelago di Santa Cruz deve essere necessariamente collocata al termine del tour principale.


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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano - Honiara via Singapore e Port Moresby.

2° giorno) arrivo a Honiara, capolugo dell'isola di Guadalcanale, dove pernotteremo quattro notti.

3°/5° giorno) Guadalcanal è, dopo Bougainville, l’isola più estesa delle Salomone. L’isola fu teatro di una delle più famose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, tra le forze occupanti giapponesi e gli statunitensi. Chi ama il cinema ricorderà che questa battaglia fu magistralmente descritta ne “La sottile linea rossa” del celebre regista Terrence Malick. I fondali intorno all’isola sono ancora pieni di relitti navali della guerra e una delle poche attività economiche dell’isola, oltre a quella di sussistenza, è quella del turismo bellico. Quello naturalistico invece, e specificamente quello del birdwatching, è ancora in erba, ma la ricchezza dell’arcipelago in endemismi e uccelli marini farà presto di queste isole un obiettivo primario per i birdwatcher di tutto il mondo. Guadalcanal è, insieme a Bougainville, l'isola più difficile dal punto di vista del birdwatching, poichè molte delle specie endemiche dell'isola vivono solo nelle foreste d'altura; sarà quindi necessario un impegnativo trekking e il pernottamento in camping nella foresta per le prime due notti del soggiorno sull'isola. Altre specie sono comunque più diffuse e facili a vedersi; una passeggiata lungo i sentieri che entrano nella lussurreggiante jungla dei contrafforti meno elevati del monte Austen ci permetterà di ammirare uccelli rari e spettacolari, tra cui il Cacatua di Ducorp, il Piccione montano chiaro, il Martin pescatore oltremarino, il Cucal testacamoscio, l’Averla cuculo delle Salomone, il Monarca panciacastana, il Pigliamosche bluacciaio, il Beccafiore nano, lo Storno alibrune, lo Storno occhibianchi, la Mizomela testanera, il Corvo di Guadalcanal. Tra le specie non endemiche che potremo vedere nei diversi ambienti dell’isola, foresta, palmeti, costa marina, ricordiamo: Cormorano bianconero minore, Albanella australasiatica, Astore grigio, Rallo bandecamoscio, Piro piro vagabondo, Piviere dorato asiatico, Lorichetto arcobaleno, Pappagallo eclettico, Martin pescatore ripario, Bucero di Blyth, Tortora beccafrutta pettorosso, Tortora beccafrutta dal bavaglino, Salangana di Mayr, Rondine del Pacifico, Willi batticoda, Averla cuculo panciabianca, Averla cuculo cicala. La parte più emozionante del soggiorno a Guadalcanal (e la più dura) sarà il già menzionato trekking sulle montagne dell'isola, dove le specie target sono il meraviglioso (e pressochè sconosciuto) Martin pescatore dai mustacchi, lo Zufolatore monaco, il Codaventaglio bruno, il Macchiarolo di Guadalcanal, il Succiamiele di Guadalcanal e la sottospecie locale del Tordo di Guadalcanal.

6° giorno) voleremo oggi a Gizo, dove pernotteremo tre notti. L'isoletta di Gizo sarà la nostra base per due emozionanti gite in battello, all'isola di Ranonnga e all'isola di Vella Lavella. Ci sarà anche tempo per un poco di relax sulle splendide spiagge di Gizo e per qualche immersione nella spettacolare barriera corallina.

7° e 8° giorno) Gizo, la capitale della Provincia Occidentale delle Salomone, è una piccola isola (11 x 5 km) del gruppo di New Georgia. Ospita una specie endemica singolinsulare, l'Occhialino splendido. Non dovrebbe essere difficile intercettarne i piccoli stormi, spesso associati ad altre specie, come la Mizomela culgiallo e il Codaventaglio rossiccio. Gizo ospita altri endemismi delle Salomone, come il possente Astore bianconero, il Cacatua di Ducorp, l'Averla cuculo di Melanesia (prossima allo split in due specie, di cui la presente sarà l'Averla cuculo delle Salomone), il Pigliamosche bluacciaio, lo Storno alibrune. Sulla costa potremo forse utilizzare il cannocchiale per identificare i limicoli, le sterne e i pelagici presenti tra cui Fregata minore, Totano codagrigia, Totano vagabondo, Sterna fuligginosa, Sterna nucanera. Effettueremo le due gite in battello nella stessa giornata, così da dedicare l'altra al relax balneare e alle immersioni di fish-watching. A Ranonnga cercheremo l'unica specie endemica dell'isola, l'Occhialino di Ranongga; avremo inoltre buone chances di vedere le locali sottospecie di alcune altre specie dell'arcipelago, forse già viste e forse no. Durante la traversata da Gizo vedremo un brulichio di uccelli marini: Sule fosche, Fregate maggiori, Fregate minori, Noddy neri, Noddy bruni, Sterne comuni, Sterne nucanere, Sterne di Dougall e Sterne dalla redini. Faremo poi rotta verso Vella Lavella, anch'essa con il suo "occhialino" endemico, l'Occhialino fasciato, che è abbastanza comune nelle boscaglie dell'isola.

9° e 10° giorno) il giorno di relax sulle spiagge di Gizo sarà stato molto appropriato perchè ci attendono due giorni impegnativi sull'isola di Kolombangara (o Kulambangra), che raggiungeremo in battello. Anche Kolombangara appartiene al gruppo delle isole della New Georgia; è la classica isola vulcanica, occupata completamente dall’imponente cono del monte Veve, un vulcano estinto che occupa praticamente tutta l’isola e che raggiunge i 1770 metri di altezza. La foresta che ricopriva originariamente tutta la montagna è stata quasi completamente distrutta e oggi i pochi appezzamenti rimasti sono quelli alle quote più alte; ed è proprio qui che vivono le specie endemiche più carismatiche. Ma inizieremo con l'esplorazione delle aree più basse del vulcano, dove avremo buone opportunità di vedere alcuni endemismi regionali, come il Rallo roviana, il Monarca capobianco, il Monarca di Kolombangara (nonostante il nome è presente su altre isole), il Codaventaglio alibianche, l’Occhialino delle Salomone, la Mizomela culgiallo. Saliremo poi verso le foreste più elevate, dove incontreremo le specie endemiche dell'isola: il Luì di Kolombangara e l'Occhialino di Kolombangara; per avere le migliori chances di vedere le specie più difficili pernotteremo, la seconda notte in un campo tendato. Sulla costa potremo vedere Garzette del reef orientali, Aironi striati, Germani del Pacifico, Occhioni ripari e Martin pescatori sacri.

11° giorno) torneremo a Gizo e voleremo a Rennell, dove spernotteremo tre notti; il soggiorno a Rennell sarà un piacevolissimo intermezzo, e non solo per il birdwatching.

12° e 13° giorno) Rennell, o meglio, la sua parte orientale è uno dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Di una bellezza mozzafiato, East Rennell è il più grande atollo corallino della Terra, una cornice di spiagge candide e palmeti che circonda il lago Te Nggano, l’antica laguna dell’isola. Contrariamente alle Salomone più a nord, tutte isole vulcaniche con una spina dorsale montuosa, Rennell è praticamente tutta a livello del mare, ed è ricoperta da una fitta foresta tropicale. Sbarcheremo alla ricerca delle specie endemiche dell’isola, che sono abbastanza confidenti: il Codaventaglio di Rennell, il Becco d’averla di Rennell, l’Occhialino di Rennell, l’Occhialino occhinudi, lo Storno di Rennell. Anche a Rennell, così come in moltissime altre isole del Pacifico, vive lo Zufolatore dorato: alcuni tassonomisti ipotizzano che ogni forma insulare sia da inquadrarsi a livello specifico. Potremo vedere naturalmente altre specie, con vari gradi di endemismo, o delle Salomone o della Melanesia (la regione del Pacifico che va dalla Nuova Guinea ad ovest alle isole Fiji e Nuova Caledonia a est): Tortora beccafrutta capoargento, Pappagallo pigmeo di Finsch, Pappagallo canoro, Tortora cuculo di Mackinlay, Gerigone codaventaglio, Pigliamosche di Melanesia, Mizomela cardinale. Tra le specie con areale più vasto potremo vedere l’Ibis bianco australiano, l’Astore bruno, l’Averla cuculo barrata,  il Cuculo bronzeo splendente, la Salangana uniforme, il Martin pescatore sacro, il Martin pescatore dal collare (questo martino ha 50 sottospecie, diffuse dal Golfo Persico all’Australia e molte diesse, inclusa questa di Rennell,  potrebbe meritare lo stato di specie), il Tordo insulare. Alterneremo le gite di birdwatching alle immersioni e al relax sulla spiaggia (assolutamente necessario prima di affrontare l'ultima, e più impegnativa, sezione del viaggio).

14° giorno) dopo un'ulteriore sessione mattutina di birdwatching, un breve volo ci porterà a Honiara, e un altro a Malaita, dove pernotteremo due notti.

15° giorno) anche Malaita non si esime dal possedere il suo Zosteropide (occhialino), e anche questo, l'Occhialino di Malaita, è abbastanza diffuso. Non così il secondo endemismo dell'isola, la Mizomela panciarossa, che potrebbe farci penare di più. Potremmo vedere anche due bellissimi pappagallini, endemici dell'arcipelago, il Lorichetto di Meek e il Lorichetto della duchessa (presenti anche su altre isole, ma a Malaita più facili da vedere) e un altro endemismo poli-insulare, il Monarca nerobianco.

16° giorno) assolto al compito del "tick" dell'occhialino, voleremo ancora ad Honiara e da lì alla nostra penultima isola dell'arcipelago, Santa Isabel, dove pernotteremo quattro notti nel villaggio di Tirotonga.

17°/19° giorno) Santa Isabel è l'isola più lunga delle Salomone ed è attraversata longitudinalmente da una catena montuosa il cui picco più elevato è il monte Sasari, a 1.220 metri. Appena arrivati sull'isola, che raggiungeremo in aereo, ci recheremo al villaggio di Tirotonga, che sarà la base di tutte le nostre esplorazioni. La specie più importante che cercheremo nelle foreste primarie di Tirotonga è la splendida Pitta faccianera, un'altro animale dalla storia travagliata e dal destino incerto; abbastanza comune a Bougainville fino alla metà del secolo scorso, la pitta sparì da quell'isola, dove oggi è forse estinta, ma nel 1994 fu scoperta a Tirotonga, su Santa Isabel, dove è relativamente comune (tanto che gli ornitologi registrarono tre maschi che cantavano contemporaneamente). Metteremo tutto il nostro impegno per localizzarla e vederla, cosa non facile nell'intricato pavimento della foresta. Tra le altre specie endemiche delle Salomone, che potremmo aver già visto su isole esplorate in precedenza, ma che forse su Santa Isabel sono più facili, ricordiamo il Piccione imperiale caruncolato, la Mizomela nucascarlatta, l'Occhialino nucascarlatta. L'uscita serale (e notturna) a Santa Isabel sarà probabilmente la più emozionante di tutte quelle che faremo nell'arcipalgo; oltre che un'ulteriore chance di vedere il Gufo timoroso, potremmo vedere il Gufastore delle Salomone e il Bocca di rana delle Salomone!

20° giorno) torneremo oggi a Honiara, il solito ponte per l'isola successiva, Makira, dove pernotteremo quattro notti.

21°/23° giorno)
Makira, chiamata anche San Cristobal, è un’isola vulcanica e le foreste tropicali che ne ricoprono i fianchi sono le più ricche, in quanto a endemismi singolinsulari, di tutto l’arcipelago. Makira ne ospita infatti ben dodici, oltre a sei specie presenti anche in altre isole e undici con areale più vasto, ma confinato comunque alla Melanesia. Prima di salire nelle foreste più elevate, quelle che ospitano gli endemismi più rari dell'isola, faremo una passeggiata nei sentieri più bassi della foresta dove potremo vedere le specie endemiche più facili e diffuse nell'isola: Tortora beccafrutta testabianca, Mizomela fuligginosa, Mellifago di San Cristobal, Monarca collobianco, Pigliamosche testaocra, Beccafiori maculato, Storno di San Cristobal. Sarà necessario un impegnativo trekking fin sulla cima della montagna che domina il villaggio di Hauta, da dove partiremo alla volta dell'Hauta Conservation Area, una splendida area di foresta dove campeggeremo due notti; qui avremo ottime chances di vedere le specialità montane dell'isola, prime fra tutte la Cettia ombrosa e la forma locale del Tordo di San Cristobal (nonostante il nome, questa specie è presente anche a Guadalcanal, ma Clements considera le due sottospecie come probabilissime specie buone), e poi il Codaventaglio fosco e il Luì di San Cristobal. Anche se non endemismi di San Cristobal, la bizzarra Tortora cuculo fosca, il rarissimo Piccione zampegialle e l'altrettanto raro Piccione imperiale panciacastana (presente anche su Malaita e Guadalcanal) saranno oggetto delle nostre assidue ricerche. Tra le altre specie che potremo vedere su Makira ricordiamo il Megapodio di Melanesia, la Schiribilla dai sopraccigli, il Rallo bandecamoscio, il Rallo acquaiolo codarossiccia, la Tortora cuculo di Mackinlay, la Tortorina bronzea, il Piccione imperiale insulare, il Lori mentogiallo (un delizioso pappagallino presente anche su Malaita, Guadalcanal e Rennell), l'Averla cuculo cicala (una specie diffusa in tutto il sud-est asiatico e in Oceania, ma la cui sottospecie di Makira è probabilmente una specie buona), l'Occhialino golagrigia, il Trillatore codalunga, il Codaventaglio grigio. Una delle specie più spettacolari dell'arcipelago è l’Aquila pescatrice delle Salomone, un rapace diffuso in quasi tutte le isole, ma considerato vulnerabile da BirdLife International. Tra le specie più diffuse, potremo vedere l’Astore bianconero, il Nibbio bramino, il Baza del Pacifico, il Piccione imperiale caruncolato, il Piccione imperiale insulare, la Tortora beccafrutta dal bavaglino, il Lori cardinale, il Lorichetto arcobaleno, il Codaventaglio rossiccio, lo Storno metallico e lo Storno canoro. A Makira vive (forse) un'altra specie di cui si sa poco e niente, e cioé la Gallinella di San Cristobal, un piccolo Rallide scoperto nel 1929 e mai più visto con certezza dal 1953 (ma pare che nel 2001 e 2004 e 2005 siano stati trovate alcune gallinelle, tutte catturate, e regolarmente uccise, dai cani di un villaggio nel centro-ovest dell'isola).

24° giorno)
volo a Honiara e inizio del viaggio di ritorno, ancora via Pot Moresby e Singapore.

25° giorno)
arrivo a Milano.


Il Germano del Pacifico è un'anatra diffusa nel Pacifico, dalla Nuova Guinea, all'Australia a gran parte degli arcipelaghi del Pacifico (© JJ Harrison, CC BY 3.0)




Vedremo la Garzetta del reef del Pacifico sia nella fase scura che in quella chiara (© Glen Fergus, CC BY-SA 2.5)




La possente e bellissima Aquila pescatrice panciabianca è un rapace comune in tutta l'Asia (Thimindu Goonatillake, CC BY-SA 2.0)




Un altro bellissimo rapace che vedremo spesso durante il tour è il Nibbio bramino (© Rakeshkdogra, CC BY-SA 3.0)




Avremo qualche chance di vedere lo Storno di Polinesia solo durante l'estensione alle Isole Santa Cruz, che rappresentano l'estensione più occidentale dell'areale di questa specie




Il Lorichetto arcobaleno non potrebbe avere nome più azzeccatoBenjamint444, GFDL 1.2)




L'Averla-cuculo pettobianco è un elegante uccello che, nonostante il nome, non ha niente a che fare con le nostre averle; la vedremo in più di un'isola (© Duncan McCaskill, CC BY 3.0)




Uno scorcio del lago Te Nggano, l’antica laguna dell’isola Rennell. Di una bellezza mozzafiato, East Rennell è il più grande atollo corallino della Terra ed è uno dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO (Phenss, Public Domain)




Il Codaventaglio rossiccio è un graziosissimo rappresentante della famiglia dei Rhipiduridae, diffusa con una quarantina di specie nel Pacifico; il nome, sia quello inglese (fan = ventaglio; tail = coda) ), che quello latino (rhipis = ventaglio; oura = coda), si riferisce all'abitudine, ben evidente nella fotografia, di spiegare la coda a ventaglio durante il display nuziale (© Christopher Watson, CC BY-SA 3.0)




Forse non riusciremo a vedere, a Guadalcanal e Bougainville, il Martin pescatore dai mustacchi, uno dei martini più rari del mondo, ma ci godremo almeno altre cinque specie, tra cui questo Martin pescatore sacro (© Duncan McCaskill, CC BY 3.0)
   
Estensione a Bougainville
(pre- o post-tour, cinque giorni)
 
Le Isole di Buka e Bougainville, separate da un brevissimo tratto di mare, chiamato "Buka Passage", appartengono politicamente allo stato di Papua Nuova Guinea, ma dal punto di vista zoogeografico possiedono una fauna tipica dell'arcipelago delle Salomone e appartengono, come accennato nell'introduzione, all'EBA 198 (Solomon Group). Dal punto di vista turistico-ornitologico, le due isole rappresenteranno, insieme a Guadalcanal e Makira, il momento più arduo di questo Ornitour. Dopo la "solita" guerra civile dichiarata dagli indipendentisti e finita nel 1997 con l'approvazione di uno statuto speciale, Bougainvile è oggi relativamente tranquilla e il turismo, almeno nella parte settentrionale dell'isola è alla portata di tutti. Dal punto di vista geografico, Bougainville è un'isola vulcanica e, lungo la spina dorsale montuosa che la attraversa da nord a sud, vi sono numerosi coni vulcanici spenti, due dormienti (Balbi e Loloru) e uno ancora attivo (Bagana): la vetta più elevata è il monte Balbi, di 2.715 metri. Naturalmente le specie più rare e spettacolari, così come quelle endemiche dell'isola si trovano alle altitudini più elevate; l'aspetto organizzativo è quindi di cruciale importanza; esso sarà affidato ad un serio tour operator locale, che si occuperà della logistica necessaria per l'esplorazione di aree selvagge e difficili da raggiungere (camping in quota con relativi disagi). Naturalmente la ricompensa in termine di uccelli splendidi e rari sarà incomparabile, anche se le probabilità di vedere alcune di esse è legata ad un filo sottile e ad una montagna di fortuna! Bougainville ospita cinque specie endemiche singolinsulari: il Macchiarolo di Bougainville (il solo avvistamento certo è stato nelle montagne Crown Prince Range, fuori dal nostro itinerario, ma recentemente il suo canto è stato registrato in molte altre località, incluse quelle previste nelle nostre esplorazioni), il Monarca di Bougainville, il Succiamiele di Bougainville, il Corvo di Bougainville e l'Odedi (una specie affine al nostro Usignolo di fiume, scoperta solo nel 2000!). Due altre specie sono condivise solo con l'isola di New Britain, nell'arcipelago delle Bismarck: la Munia delle Bismarck (solo a Buka) e il Tordo di New Britain. A Bougainville sono presenti inoltre 25 specie diffuse in altre isole delle Salomone, e tra queste assolute bellezze come il Martin pescatore oltremarino e il Martin pescatore dai mustacchi (cercheremo entrambe le specie anche a Guadalcanal). Altre specie, sono forse più facili a vedersi qui che non nelle Salomone centro-meridionali, ricordiamo: Sparviere imitatore, Gufo timoroso e Rallo di Woodford.

Le popolazioni delle Salomone del Cuculo di macchia potrebbero appartenere ad una specie diversa da quelle indocinesi; sulle Salomone dovrebbe essere una specie abbastanza comune (© Aviceda, CC BY-SA 3.0)




Pur se non dotato di "endemicità", il Pappagallo eclettico sarà una gioia per gli occhi; la specie ha uno spiccato dimorfismo sessuale: a destra il maschio (© Doug Janson, Creative Commons 3.0 Unported)
   
Estensione alle isole Santa Cruz (post-tour, tre giorni)  
Le Isole Santa Cruz sono un piccolo arcipelago situato a circa 400 km a sud-est delle Salomone, e sono molto più vicine alle Isole Vanuatu. Come molte altre isole delle Salomone, il nome è di origine spagnola e in questo caso fu attribuito loro dal navigatore Alvaro de Mendana de Neira, che tentò, senza successo, di stabilire una colonia su Nendo, l'isola più vasta dell'arcipelago. Fanno parte della Provincia di Temotu, appartenenti politicamente allo stato delle Salomone e, dal punto di vista ecologico, fanno parte dell'ecoregione delle "foreste pluviali delle Vanuatu". Delle Santa Cruz visiteremo Nendo e Vanikoro, in virtù della presenza, sulle due isole, di endemismi singolinsulari. A Nendo cercheremo l'Occhialino di Sanford e l'Occhialino di Santa Cruz. L'isola di Vanikoro è la più grande di un gruppo di cinque che appartiene anch'esso alla provincia di Temotu. L'arcipelago è incapsulato in una meravigliosa barriera corallina che ci permetterà emozionanti immersioni. L'esploratore francese Jean-François de La Pérouse probabilmente sbarcò sull'isola di Vanikoro nel 1788 e da allora non si ebbero sue notizie fino ad anni recenti, quando spedizioni francesi ebbero la prova che l'ammiraglio morì sull'isola. Visiteremo il monumento eretto a La Perouse dal suo collega Dumont Durville, nel 1827. Effettueremo un'escursione nella foresta dell'isola alla ricerca dei suoi due endemismi, l'Occhialino di Vanikoro e il Monarca di Vanikoro.


Questo grazioso uccelletto è un Pigliamosche di Vanikoro; nonostante il toponimo, non è un endemismo di Vanikoro, anzi, l'isola è la sua unica area di riproduzione al di fuori delle Fiji, dove è distribuito in tutto l'arcipelago (© Aviceda, CC BY 3.0)


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