Fiji, Vanuatu & Nuova Caledonia
birdwatching nei mari del sud
3 - 28 agosto 2016
2 - 27 settembre 2017

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Intro

Nell’immensa estensione del Pacifico sono sparsi numerosissimi arcipelaghi e isole di varia origine, che sembrano briciole, “avanzi di terra” sparsi nell’oceano racchiuso dai continenti asiatico, americano e australiano. Nell’immensa estensione del Pacifico queste briciole di terra sono zattere che hanno messo in salvo, nel corso dei millenni, creature naufraghe del tempo. Queste creature sono le specie endemiche di piante ed animali che si sono evolute su ogni isola o arcipelago secondo linee distinte; spesso un piccolo fazzoletto di terra ha la sua specie endemica, sia essa un fringuello, un rondone, un martin pescatore. Ma parlare solo di evoluzione e di endemismi a proposito delle isole del Pacifico può apparire troppo scientifico: quando si parla di Oceania, il pensiero corre infatti ai meravigliosi paesaggi disegnati da atolli biancheggianti, isole coperte da palmizi e circondate da acque smeraldine. Tutto ciò è vero, corrisponde alla realtà geografica, ma, per quanto le isole del Pacifico siano famose, dal punto di vista turistico, quasi esclusivamente per le loro spiagge, molte di esse possiedono anche lussurreggianti foreste tropicali, che ospitano la maggior parte delle specie endemiche insulari. Convenzionalmente l’Oceania è divisa in Micronesia, Polinesia e Melanesia: la Micronesia a nord, la Polinesia ad est e la Melanesia ad ovest. Meta di questo affascinante viaggio è la Melanesia, e precisamente tre dei suoi arcipelaghi: la Nuova Caledonia (Dipartimento Francese d’Oltremare), le isole Fiji e Vanuatu, entrambi stati sovrani. Il nome Melanesia è stato coniato dal francese Jules Dumont d'Urville intorno al 1830 (insieme a quelli della Polinesia, della Micronesia e della Malesia) e deriva dal greco antico μέλας (nero) e νησος (isola), cioè isole dei neri. La Melanesia rappresenta la parte più occidentale dell’Oceania e va dalle Isole Molucche all’estremo ovest alle isole di Norfolk e Rotuma all’estremo est. I tre arcipelaghi che esploreremo sono situati nelle aree più orientali e contano, insieme, 56 specie endemiche di uccelli, oltre a decine di specie “quasi endemiche”. Lasciandovi all’itinerario dettagliato per l’elenco delle specie più suggestive che potremo vedere durante il viaggio, ecco una breve descrizione degli highlights del tour. Inizieremo con l’esplorazione della Nuova Caledonia, dove, sull’isola più grande dell’arcipelago, Grande Terre, potremo vedere il meraviglioso Kagu, un incrocio tra un rallo e una piccola gru per il quale i tassonomisti hanno creato una famiglia a sé stante, i Rhynochetidae. La Nuova Caledonia ospita altri 18 endemismi, tutti abbastanza facili da vedere in un raggio di 70 km dalla capitale Noumea. Abbiamo previsto anche una breve gita a Lifou, la maggiore delle isole Loyalty, un arcipelago ad est di Grande Terre: a Lifou potremo vedere le due specie endemiche di quest’isola e alcune sottospecie molto caratteristiche. Voleremo poi a Vanuatu, dove, sull’isola di Espiritu Santo, potremmo vedere tutte le specie endemiche dell’arcipelago: o meglio, quasi tutte, poiché due di esse, lo spettacoloso Diamante reale e lo Storno montano richiederanno molta fatica e altrettanta fortuna. Raggiungeremo infine le Fiji, dove visiteremo le isole di Viti Levu, Taveuni e Kadavu; sono 25 gli endemismi delle Fiji e di questi ne potremmo potremo vedere 22 (gli altri tre, una mizomela, un petrello e un monarca, vivono rispettivamente a Rotuma e nell’arcipelago delle Lau, isole troppo distanti per essere incluse nel nostro itinerario). L'itinerario di questo Ornitour è stato disegnato per avere le migliori chances di vedere la maggior parte degli uccelli endemici dei tre arcipelaghi, e nel contempo di ammirare da vicino gli spettacolari voli degli uccelli pelagici che incrociano nelle acque intorno alle isole, di rilassarsi su spiagge candide e nuotare in acque trasparenti.



Il Pappagallo splendente mascherato è uno dei quattro pappagalli endemici dell'arcipelago delle Fiji

 

Gli arcipelaghi delle Fiji, Vanuatu e Nuova Caledonia ospitano, in tutto, una sessantina di specie endemiche, molte delle quali facili da osservarsi (ma qualcuna, invece, così rara da essere quasi impossibile da "ticcare"). Molti endemismi sono graziati da spettacolari piumaggi, come la Tortora arancione, endemica di un pugno di isole delle Fiji, tra cui Taveuni, dove avremo il privilegio di vederla e fotografarla (© Aviceda, CC BY-SA 3.0)


Mappa interattiva



Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Noumea via San Francisco
2°/6° giorno) Nuova Caledonia
7° giorno) volo a Port Vila, Vanuatu
8° giorno) volo a Luganville, Espiritu Santo. Trasferimento a Vatthe
9° giorno) Vatthe Conservation Area
10° giorno) trasferimento Luganville. Loru Conservation Area
11° e 12° giorno) Pic Santo
13° giorno) trasferimento Luganville
14° giorno) volo a Nandi, Viti Levu, via Port Vila
15°/18° giorno) Viti Levu
19° giorno) volo a Taveuni
20° e 21° giorno) Taveuni
22° giorno) volo a Kadavu
23° e 24° giorno) Kadavu
25° giorno) volo Kadavu - Milano, via Viti Levu e San Francisco
26° giorno) arrivo a Milano


Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: ottime in quasi tutto il tour. Il Vatthe Lodge è piuttosto spartano, con servizi in comune. Il campeggio sul Pic Santo ha tutte le caratteristiche di un campeggio, con bush-toilets (toilette “a buca nel bosco”)

Difficoltà: il trekking sul Pic Santo è decisamente impegnativo; richiesto spirito di adattamento per la vita in campeggio

Bibliografia: A Field Guide to the Birds of Hawaii and the Tropical Pacific, di Pratt, Brunner & Berret, Princeton University Press
A Guide to the Birds of Fiji and Western Polinesia, di Watling, NHBS
Field Guide to the Birds of Solomons, Vanuatu and New Caledonia, di Doughty, Day & Plant, A & C Black
In considerazione del gran numero di uccelli marini, proponiamo la relativa monografia: Field Guide to the Albatrosses, Petrels and Shearwaters of the World, di Derek Onley e Paul Scofield, Christopher Helm
E, in considerazione della ricchezza in columbidi endemici, segnaliamo questa monografia
Pigeons and Doves. A Guide to the Pigeons and Doves of the Worlddi David Gibbs, Eustace Barnes e John Cox, Christopher Helm

Costo del tour
: Euro 5.900

Numero massimo di partecipanti: nove



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in Oceano Pacifico
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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano - Noumea via San Francisco, con arrivo in tarda serata. Pernotteremo cinque notti in un hotel situato sulla costa meridionale dell’isola, non lontano dalla capitale.

2°/5° giorno) la Nuova Caledonia è un Dipartimento Francese d’Oltremare: essa consta di un’isola principale, Grande Terre, e dell’arcipelago delle Loyalty, situato ad est. Nel 1986 il Comitato delle Nazioni Unite sulla Decolonizzazione ha inserito la Nuova Caledonia nella lista dei territori non autogovernati e, tra il 2015 e il 2019 si terrà un referendum tra la popolazione per decidere se rimanere amministrati dalla Francia o dichiarare l’indipendenza. Grande Terre, la più grande della Nuova Caledonia, è lunga circa 400 km e larga 50. Il paesaggio è spettacolare con una dorsale montuosa che raggiunge con il monte Panie, nel nord dell’isola, i 1639 metri. Purtroppo, come in molte altre isole del Pacifico, la foresta primaria è stata distrutta per fare spazio alle coltivazioni, ma, nonostante l’impatto umano, l’isola conserva ancora habitat naturali di rilievo, come foreste pluviali, mangrovie e paludi. Molte colline che si elevano lungo la costa sono ricoperte da foreste di pini, che realizzano un suggestivo contrasto con i palmizi che corrono lungo le spiagge. Questa varietà di ambienti naturali, insieme alla segregazione che l’isola ha subito nel tempo, spiega la ricchezza in specie endemiche di uccelli: venti sull’isola principale e due sulla vicina isoletta di Lifou. Gli uccelli endemici, insieme ad una cinquantina di specie quasi endemiche e ad uno spettacolare stuolo di uccelli marini, farà del soggiorno in Nuova Caledonia un’esperienza affascinante. Il nostro target principale sarà il Kagu, un’incrocio tra un rallo e una piccola gru, e per il quale i tassonomisti hanno creato una famiglia a sé stante, i Rhynochetidae; il Kagu assomiglia ad una nitticora e ha uno splendido piumaggio grigio cenere con le ali bianche e nere. Lo cercheremo nella fitta foresta del Parc Provincial de la Riviere Bleue, dove potremo sentire, all’alba e al crepuscolo, il suo insistente richiamo abbaiante. La foresta di pini kauri del parco è l’unico posto al mondo dove vive il Kagu e le misure di protezione di cui ha goduto negli ultimi anni hanno fatto sì che l’uccello sia oggi relativamente comune nella foresta, tanto che è possibile vederne fino a dieci individui in un giorno! Il parco ospita quasi tutte le altre specie endemiche della Nuova Caledonia ma effettueremo anche un paio di escursioni al Mont Koghi, dove alcune specie sono più facili da vedersi e due sono osservabili solo qui. Le specie endemiche della Nuova Caledonia sono certamente 22, ma due sono confinate all'isoletta di Lifou, che visiteremo, e di tre non si sa nulla da decenni: l'Egotele di Nuova Caledonia, il Rallo di Nuova Caledonia e il Lorichetto di Nuova Caledonia sono noti solo da alcuni specimen della fine dell'ottocento del secolo scorso, ma alcune presunte osservazioni successive lasciano aperta la possibilità (meglio, la speranza) che in qualche remota area dell'isola le specie siano ancora esistenti. Avremo comunque ottime possibilità di vedere tutte le altre: Astore panciabianca, Piccione imperiale di Nuova Caledonia, Tortora piumosa, Parrocchetto cornuto, Mizomela di Nuova Caledonia, Succiamiele corvino, Succiamiele barrato, Uccello frate di Nuova Caledonia, Petroica panciagialla, Zufolatore di Nuova Caledonia, Corvo di Nuova Caledonia, Averla cuculo di Nuova Caledonia, Erbarolo di Nuova Caledonia, Storno striato, Occhialino dorsoverde, Diamante golarossa. Effettueremo anche un’escursione in battello che ci porterà al di là della barriera corallina; nelle acque aperte potremo vedere molte specie di uccelli marini, tra cui: Petrello di Gould, Petrello di Cook, Berta cuneata, Fetonte codarossa, Sula fosca, Sula mascherata, Sterna di Dougall, Sterna nucanera, Sterna dalle redini, Sterna bianca, Noddy bruno, Noddy nero. Nelle aree umide dell’isola vedremo numerose specie di uccelli acquatici, come il Tuffetto australasiatico, il Cormorano bianconero minore, l’Airone facciabianca, la Nitticora rossiccia, il Totano codagrigia, il Totano vagabondo. In uno dei giorni della nostra permanenza a Grande Terre effettueremo un volo a Lifou, la più grande e popolata dell'Arcipelago delle Isole Loyalty situato a nord-est di Grande Terre, per vedere le sue due specie endemiche singolinsulari: l'Occhialino di Lifou maggiore e l'Occhialino di Lifou minore. Tra le specie non endemiche dell'isola vedremo uccelli interessanti, sia per il loro splendido piumaggio che per il fatto di essere, molti di loro, endemismi regionali; tra le molte altre specie ricordiamo il Nibbio fischiatore, il Piccione metallico, la Tortora smeraldina, la Tortora beccafrutta panciarossa, il Lorichetto arcobaleno, il Parrocchetto fronterossa, il Becco d'averla meridionale, il Martin pescatore sacro, lo Zufolatore rossiccio, il Trillatore codalunga, l'Averla cuculo di Melanesia, il Diamante facciablu.

6° giorno) voleremo oggi a Port Vila, la capitale dello stato di Vanuatu, situata sull’isola di Efate. Vanuatu, il cui nome ufficiale è Repubblica di Vanuatu è uno stato insulare situato nell'Oceano Pacifico meridionale. L'arcipelago si trova circa a 1.750 km ad est dell'Australia, 500 km a nord est della Nuova Caledonia, ad ovest delle Fiji e a sud delle Isole Salomone. Le isole che lo compongono furono denominate Nuove Ebridi durante il periodo coloniale (e alcune specie endemiche sono ancora conosciute con quell’epiteto geografico). L'arcipelago, che da nord a sud si estende per circa 800 km ha vagamente la forma di una Y ed è composto da 83 isole relativamente piccole, 65 delle quali sono abitate. Gran parte delle isole sono selvagge e montagnose, alcune di esse sono di origine vulcanica, altre sono poco più che anelli di roccia corallina. Fortunatamente per noi birdwatcher potremo trovare tutti gli endemismi su una singola isola, Espiritu Santo, situata nella regione settentrionale dell’arcipelago. Pernotteremo a Port Vila.

7° giorno) voleremo stamattina a Luganville, il capoluogo di Espiritu Santo. Quest’isola, come molte altre dell’arcipelago, mantiene un patrimonio forestale ancora ben conservato: circa il 70% degli habitat naturali è ancora presente, soprattutto le foreste pluviali montane, ma anche la foresta umida planiziale, così come qualche area  di savana. L'isola di Espiritu Santo consta di un plateau centrale calcareo da cui si staccano dalla costa settentrionale due penisole; lungo tutta la costa occidentale si estende una catena montuosa che raggiunge i 1879 metri con il monte Tabwemasana ed è proprio in questa regione che cercheremo le più rare specie endemiche delle Vanuatu. Dall’aeroporto ci trasferiremo nell’area di Vatthe, dove pernotteremo due notti al Vatthe Lodge, vicino al villaggio di Matantas, lungo la costa meridionale di Big Bay, la baia che separa le due "corna" settentrionali dell'isola.

8° giorno)  la Vatthe Conservation Area protegge un tratto di foresta planiziale che sarà la meta delle nostre escursioni. Saremo accompagnati da una guida locale che conosce a menadito le aree migliori dove trovare gli uccelli della foresta. il nostro target principale a Vatthe sarà il Megapodio delle Vanuatu; i megapodi hanno uno straordinario metodo di incubazione delle uova: costruiscono un monte di terra grande fino a 11 metri di diametro e alto fino a 5 metri, alla sommità del quale scavano un buco dove depongono le uova; nella cavità sono anche sistemati residui vegetali la fermentazione dei quali sviluppa il calore sufficiente a far schiudere le uova. Il bellissimo Martin pescatore panciacastana è un altro difficile endemismo di quest’area; con fortuna potremo vederlo insieme alle altre specie endemiche tipiche delle aree di pianura, come la Tortora beccafrutta di Tanna, il Monarca panciacamoscio e l’Occhialino frontegialla. Tra le specie più diffuse che potremo vedere a Vatthe ricordiamo il Martin pescatore dal collare, lo Zufolatore dorato, il Piccione imperiale del pacifico, la Tortora cuculo di Mackinlay, il Cuculo bronzeo splendente, la Rondine del Pacifico, la Petroica scarlatta. Sulla spiaggia e nei cieli di Big Bay potremo vedere Garzette del Pacifico, Fetonti codarossa, Fetonti Codabianca, Sule piedirossi, Fregate minori, Sterne nucanera, Sterne fuligginose.

9° giorno)
 in mattinata faremo ancora birdwatching nella foresta di Vatthe per tornare nel primo pomeriggio a Luganville, dove pernotteremo. Lungo il percorso visiteremo un'altra area protetta di Espiritu Santo, la Loru Conservation Area, che tutela anch'essa la foresta planiziale. Qui potremo rivedere qualche specie di Vatthe o, se l'avessimo mancata, avremo buone occasioni di colmare la lacuna.

10° giorno)
 inizieremo oggi una difficile avventura sulla montagna di Pic Santo, che si eleva a 1704 metri. Campeggeremo tre notti in prossimità della vetta della montagna: pur se saremo aiutati da portatori e se di tutta l’organizzazione del camping (montaggio tende e vettovagliamento) si occuperà il nostro operatore locale, l’ascesa non sarà facile perché richiederà almeno sette ore di marcia. Per avere qualche possibilità (solo qualche, si badi bene!) di ammirare il favoloso Diamante reale e lo Storno montano, è però indispensabile fare questa “passeggiata”.

11° e 12° giorno) il Pic Santo è coperto da favolose foreste nebulose sempreverdi; grandi alberi sono ricoperti da liane e drappeggiati da epifite. Sugli alberi che circondano la radura del nostro accampamento stazionano imponenti Piccioni imperiali di Baker e non dovrebbe essere difficile osservarne più di un individuo, insieme al Succiamiele delle New Hebrides, l’altro endemismo abbastanza facile delle foreste di Pic Santo. Tra le specie non endemiche di questa foresta montana ricordiamo il Macchiarolo di Guadalcanal (probabilmente la sottospecie di Espiritu Santo, che vive molto distante dall’unica altra sottospecie, quella di Guadalcanal nelle isole Salomone, sarà presto elevata al rango di specie), il Lorichetto delle palme, la Tortorina di Santa Cruz, lo Storno alirossicce e il Trillatore di Polinesia. Una volta sbrigatici ad osservare tutte le specie succitate, dedicheremo tutto il resto del nostro tempo a cercare il meraviglioso Diamante reale: questo Estrildide, fino a poco tempo fa considerato una sottospecie del più diffuso Diamante testarossa, è solito alimentarsi nella parte più alta della chioma degli alberi e ci vorrà molto impegno, per non parlare di fortuna, per potere ammirare questo coloratissimo uccelletto. Ma la gemma ornitologica di questa foresta è lo Storno montano, l’incontro con il quale potrebbe decretare il successo strepitoso del tour. Questo piccolo storno frequenta il fitto sottobosco ed è estremamente elusivo; pochissime spedizioni sono riuscite a vederlo.

13° giorno) scenderemo oggi i fianchi del Pic Santo e torneremo a Luganville, dove pernotteremo.

14° giorno) voleremo oggi a Port Vila dove ci imbarcheremo sul volo per Nandi, la capitale delle isole Fiji, situata sulla costa occidentale dell’isola di Viti Levu, la più grande dell’arcipelago. Pernotteremo cinque notti in un hotel sulla spiaggia meridionale dell’isola. Arriveremo in tempo per una prima esplorazione dei giardini del nostro lodge.

15°/18° giorno) la maggior parte delle circa 300 isole appartenenti alla repubblica delle Fiji sono piccoli atolli e isolotti calcarei, ma le isole maggiori, Viti Levu, Vanua Levu, Taveuni e Kadavu, possiedono rilievi montuosi che arrivano ai 1323 metri del monte Tomanivi su Viti Levu. La lunga stagione delle piogge, che ha luogo in inverno, permette la crescita di foreste tropicali umide, dominate da gigantesche felci arboree. Queste foreste si estendono lungo i fianchi meridionali delle montagne, mentre a nord ci sono soprattutto praterie; il mosaico di ambienti è completato dalle foreste aride delle altitudini più basse e dalle piantagioni che si sviluppano lungo la costa. Nonostante la maggior parte delle spettacolari foreste primarie di Viti Levu sia stato distrutto, ciò che rimane è in grado di sostenere la maggior parte degli uccelli endemici dell'isola, la bellezza di venticinque specie, più altre cinque condivise solo con Samoa e Tonga! Durante i quattro giorni che passeremo sull'isola avremo tempo di esplorarne tutti gli ambienti, di fermarci a prendere il sole sulle spiagge, di nuotare lungo la barriera corallina. La migliore area ornitologica di Viti Levu è Nausori Highlands, un altopiano nella parte centro-occidentale dell'isola. Le specie che cercheremo sono estremamente suggestive; alla suggestione della loro rarità alcune, come la Tortora arancione e il Pigliamosche crestablu, aggiungono la grande bellezza del loro piumaggio. Alcune specie sono abbastanza diffuse e dovremmo riuscire a vederle agevolmente; altre, come il Diamante beccorosa e l'Erbarolo zampelunghe, sono estremamente difficili da ticcare. Sull'altopiano di Nausori cercheremo l'Astore delle Fiji, la Tortora dorata, il Piccione imperiale di Peale, il Lori dal collare, il Lorichetto golarossa, la Rondine boschereccia delle Fiji, l'Occhialino di Layard, la Cettia delle Fiji. Tra le specie non endemiche, ma altrettanto rare, potremo vedere l'Albanella australiana, il Piccione metallico, il bellissimo Martin pescatore sacro, la Petroica scarlatta, il Trillatore della Polinesia, lo Storno della Polinesia. Visiteremo anche il Tholo-I-Suva Forest Park, una bellissima area di foresta tropicale. Potremmo qui vedere gli altri endemismi dell'isola e concludere positivamente la "raccolta": il Pappagallo splendente mascherato, la Mizomela panciarancio, il Succiamiele gigante, il Monarca ardesia, il Diamante delle Fiji. Lungo la costa ci fermeremo a dare un'occhiata all'oceano, alla ricerca di eventuali uccelli costieri, come la Garzetta del reef orientale, la Sterna crestata, il Piviere dorato del Pacifico.

19° giorno) voleremo oggi a Taveuni, l'isola meglio conservata dell'arcipelago. Il nostro lodge, dove pernotteremo tre notti, è proprio sulla spiaggia ed è circondato da giardini tropicali; a un passo dalla barriera corallina, ci permetterà un soggiorno rilassante da dividere tra birdwatching, spiaggia e snorkeling.

20° e 21° giorno) Taveuni è una piccola isola, 42 x 15 chilometri ed è di gran lunga meno popolata di Viti Levu. Anche la pressione turistica è inferiore e questo spiega come esista ancora il 60% delle originarie foreste tropicali dell'isola. Lungo la parte centrale di Taveuni corre una breve catena montuosa che raggiunge, con il monte Uluinggalau, i 1241 metri. La montagna è coperta da una bellissima foresta tropicale, che ospita quindici specie di uccelli endemici delle Fiji, incluse due che si possono osservare solo qui, la splendida Tortora arancione e il grazioso Coda di seta; quest’ultima specie è ancora oggi un enigma tassonomico: considerato per molto tempo un microscopico uccello del paradiso, poi associato agli scriccioli fatati australiani, e poi ancora alle petroiche australiane, oggi è considerato una specie affine ai "codaventaglio" della famiglia Rhipiduridae. Spenderemo gran parte del nostro tempo con il binocolo nelle foreste del Deux Voeux Peak. Potremo vedere, oltre ai due endemismi dell'isola, anche qualcuno di quelli che avessimo mancato a Viti Levu. Il birdwatching lungo la costa potrebbe farci scoprire nuove specie di uccelli costieri, come la Fregata minore, la Sula fosca, la Sula piedirossi, il Germano del Pacifico, la Sterna nucanera. Altre specie non endemiche interessanti dell'entroterra sono il Codaventaglio striato, il Becco d'averla golanera, il Pigliamosche di Vanikoro, il Tordo insulare, la Rondine del Pacifico, l'Occhio d'argento. La barriera corallina intorno a Taveuni è la più bella di tutte le Fiji; non dovremo resistere molto per lasciare il binocolo per qualche ora e nuotare con pinne e maschera nel meraviglioso e multicolore mondo sottomarino.

22° giorno) prenderemo oggi un breve volo per la terza e ultima isola del nostro viaggio nelle Fiji, l'isola di Kadavu; pernotteremo tre notti sull'isoletta di Ngalao, molto vicina alla costa di Kadavu.

23° e 24° giorno) anche Kadavu possiede una bella area di foresta tropicale, e anche questa piccola isola possiede uccelli che, in tutto il mondo, vivono solo qui. Cercheremo con assiduità la Tortora vellutata, il Succiamiele di Kadavu e il Codaventaglio di Kadavu, i tre endemismi monoinsulari. Potremo vedere anche il Pappagallo splendente rosso, presente anche a Taveuni, ma più facile da vedere su Kadavu. Avremo tempo, come nei giorni precedenti, di passare qualche ora sulla spiaggia e nell'oceano.

25° giorno) volo Kadavu – Viti Levu. All’aeroporto di Nandi ci imbarcheremo sul volo per San Francisco, dove, in serata, prenderemo la coincidenza per Milano.

26° giorno) arrivo a Milano Malpensa e fine del viaggio.
 

Il Kagu ricorda un’incrocio tra un rallo e una piccola gru; I tassonomisti gli hanno creato una famiglia a sé stante, i Rhynochetidae. Endemico della Nuova Caledonia, non avremo difficoltà a vederlo e fotografarlo nella foresta del Parc Provincial de la Riviere Bleue (© Glen Fergus, CC BY-SA 2.5)




Il Succiamiele corvino, endemico della Nuova Caledonia, è tra le più straordinarie specie dei succiamiele, uccelli di piccole e medie dimensioni distribuiti nella regione australasiatica. Contrariamente agli altri esponenti della famiglia, il Succiamiele corvino, così chiamato per le sembianze di un corvo, ha grandi dimensioni (41 cm). Si stima che il numero di individui rimasti di questa specie criticamente minacciata di estinzione, siano tra i 50 e i 250 (Richard Fuller, CC BY-SA 3.0)




Un altro endemismo della Nuova Caledonia, l'Averla cuculo di Nuova Caledonia (Richard Fuller, CC BY-SA 3.0)




Il Pigliamosche crestablu è una delle più belle specie di Passeriformi dell'intero viaggio (Aviceda, CC BY-SA 3.0)




Sono solo due i rapaci endemici che potremo vedere nel tour, l'Astore panciabianca in Nuova Caledonia e l'Astore delle Fiji (illustrato nella foto) nell'arcipelago toponimo (Aviceda, CC BY-SA 3.0)




Sono invece numerose le specie di tortore e piccioni endemici che potremo ammirare. Il Piccione imperiale di Peale è abbastanza comune nelle foreste delle più vaste delle isole Fiji (© Tom Tarrant, CC BY-SA 3.0)




Ben sei specie di pappagalli allieteranno la nostra endemic checklist del viaggio. Questo Pappagallo cornuto, endemico della Nuova Caledonia, deve il suo nome alle due filoplme che protrudono dalla nuca. La sua popolazione è in declino, ma avremo ottime chances di vederlo al Parc Provincial de la Riviere Bleue o al Mont Koghi (© Tunpin.ong, CC BY-SA 3.0)




Sembra una nettarinia questa Mizomela pettoarancio. Le mizomele sono affine ai succiamiele e come questi ultimi appartengono alla famiglia dei Meliphagidae. Questo delizioso uccelletto è endemico delle Fiji (Aviceda, CC BY-SA 3.0)




Il Monarca ardesia è abbastanza diffuso dell'arcipelago delle Fiji, di cui è endemico. Il suo nome rispetta decisamente il colore del piumaggio, che, per quanto pressoché monocromo, fa dell'uccelletto un bellissimo uccelletto (Aviceda, CC BY-SA 3.0)




Il Coda di seta, endemico delle isole fijiane di Taveuni e Vanua Levu, è ancora oggi un enigma tassonomico: considerato per molto tempo un microscopico uccello del paradiso, poi associato agli scriccioli fatati australiani, e poi ancora alle petroiche australiane, oggi è considerato una specie affine ai "codaventaglio" della famiglia Rhipiduridae (Aviceda, CC BY-SA 3.0)




Questo Diamante delle Fiji, endemico dell'arcipelago e diffuso in molte delle sue isole, fa capire come gli Estrildidae siano le specie preferite dagli ornitofili (allevatori di uccelli). A noi piace vedere gli uccelli in libertà e ci godremo questo splendido uccelletto in tutte e tre le isole che visiteremo (Aviceda, CC BY-SA 3.0)


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