Antartide Mare di Ross
Penisola Antartica, Peter I° Island & Campbell Island: l'Antartide più avventurosa
13 gennaio - 14 febbraio 2017
15 febbraio - 17 marzo 2017


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Itinerario in breve

1° giorno) imbarco sull'Ortelius. Canale di Beagle
2° e 3° giorno) in mare. Passaggio di Drake
4° giorno) Penisola Antartica. Pléneau Island. Petermann Island
5° giorno) Penola Strait. Fish Islands. Detaille Island
6° e 7° giorno) Mare di Bellingshausen
8° giorno) Peter I° Island
9°/14° giorno) Shephard Island. Mare di Amundsen
15° giorno) Mare di Ross. Ross Ice Shelf. Roosevelt Island. Bay of Whales
16° giorno) Ross Ice Shelf
17°/21° giorno) Mare di Ross. Ross Island
22° e 23° giorno) Drygalsky Ice Tongue. Cape Hallett
24° giorno) Cape Adare
25° giorno) Mare di Ross
26° giorno) Balleny Islands
27° e 28° giorno) in mare
29° giorno) Campbell Island
30° e 31° giorno) in mare
32° giorno) arrivo a Invercargill e sbarco

Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: vedi la descrizione della nave

Difficoltà: condizioni di freddo intenso. Chi soffre il mal di mare potrebbe avere qualche piccolissimo problema. Sono comunque richieste buone condizioni di salute: gran parte del tempo verrà trascorso in nave, ma le escursioni a terra richiedono buona forma fisica, in quanto sono previste camminate anche di diverse ore (è naturalmente possibile rinunciare alle escursioni, quanto meno le più difficili) e rimanere sulla nave. Per accedere agli zodiac è necessario scendere e salire una ripida passerella, manovra che diventerà sempre più facile con la pratica. A terra il suolo è in genere sdrucciolevole e roccioso, condizioni che richiedono particolare cautela. Nonostante ci sia un medico a bordo, l'itinerario è ben distante da sofisticate strutture di diagnosi e cure e chi presenta patologie potenzialmente pericolose per la vita (soprattutto cardiopatie e pneumopatie) dovrebbe rinunciare a questo viaggio

Bibliografia: The Complete Guide to Antarctic Wildlife, di H. Shirihai, Princeton University Press.
Collins Illustrated Checklist. Birds of Southern South America and Antarctica, di De La Peña & Rumboll, Harper Collins
In considerazione del gran numero di uccelli marini, proponiamo la relativa monografia: Field Guide to the Albatrosses, Petrels and Shearwaters of the World, di Derek Onley e Paul Scofield, Christopher Helm

Costo del tour: a partire da Euro 19.950 (Ushuaia/Invercargill). La cabina singola, quando disponibile, ha un costo di 1.7 volte quello della cabina doppia base

m/v Ortelius
L'Ortelius è una nave con scafo rinforzato, eccellente per le crociere spedizione polari nell’Artico ed in Antartide, che offre la possibilità di avventure in luoghi remoti, come la Terra di Francesco Giuseppe e il Mare di Ross. La Ortelius è stata costruita in Gdynia, Polonia, nel 1989 e fu chiamata "Marina Svetaeva". Fu utilizzata per le spedizioni dell'Accademia Russa delle Scienze. Dopo essere stata acquistata dalla Oceanwide Expeditions è stata ribattezzata Ortelius in onore del cartografo fiammingo Abraham Ortelius (1527 – 1598), autore del primo moderno atlante geografico mondiale, Theatrum Orbis Terrarum, che fu pubblicato nel 1570: in quel tempo il più costoso libro mai pubblicato! Ortelius ha la più alta classe di ghiaccio (UL1 equivalente a 1A) ed è quindi molto adatta alla navigazione tra ghiacci compatti annuali e quelli pluriannuali (ma non compatti). Ortelius è una grande nave  per spedizioni e dispone di spazio per 106 passeggeri con ponte aperto e un ponte molto grande accessibile ai passeggeri. L'equipaggio è di nazionalità russa ed è composto da 34 persone di grande esperienza tra addetti alla ristorazione internazionale, guide/docenti e medico. Ortelius offre uno standard confortevole, con due ristoranti, un bar/sala conferenze e una sauna. Per garantire le migliori opportunità naturalistiche il numero massimo di passeggeri è limitato a 106 e ciò significa spazio per ben 11 zodiac (battelli gonfiabili)

Dimensioni:

Lunghezza metri 91,25 • Larghezza metri 17,61 • Pescaggio metri 5,8
Ice Class UL1 (A1) • Stazza 4575 tonnellate • Velocità di crociera 12 nodi
Capacità 106 passeggeri


Cabine

La tipologia delle cabine va dalla quadrupla con servizi in comune nel corridoio (5), alla suite con letto doppio, servizi privati e stanza di soggiorno separata dalla camera da letto (1), passando per due doppie con servizi in comune, le classiche cabine con letto doppio e servizi privati (21) e sei cabine superiori abbastanza simili alla suite (servizi privati e stanza di soggiorno). Tutte le cabine sono esterne e hanno un minimo di due oblò o finestre ciscuna. Potete effettuare un tour virtuale dell'Ortelius e dare un'occhiata alle sistemazioni in cabina cliccando su questo link.

Zodiac & elicotteri
Gli sbarchi a terra con gli zodiac rappresentano un aspetto estremamente importante della crociera. Le condizioni atmosferiche e del mare potrebbero però rappresentare un ostacolo insormontabile anche per gli zodiac e qualche escursione a terra potrebbe non essere possibile. In alcuni casi potrebbe essere necessario solo un cambiamento della sede prevista di sbarco, ma in altre aree si potrebbe render necessario la cancellazione dello sbarco previsto. Oceanwide Expeditions mette a disposizione per questa crociera un'altra eccezionale opportunità, e cioè lo sbarco con un elicottero. L'Ortelius avrà sempre a disposizione due elicotteri, il cui utilizzo è stato preso in considerazione per lo sbarco su Peter I° Island, Ross Ice-shelf, Dry Valleys, Mc Murdo Station, Cape Evans (baita di Scott) e Cape Royds (baita di Shackleton). In teoria si sono pianificati cinque sbarchi in elicottero, ma, così come per gli zodiac, gli eventi sono assolutamente imprevedibili: gli elicotteri sono un ausilio eccezionale per sbarcare in luoghi remoti difficilmente accessibili con mezzi d'acqua, ma il viaggiatore deve tenere presente che questa crociera lo porterà nei luoghi più sevaggi della Terra, governati esclusivamente dalle forze della natura, e soggetti ai più drastici e improvvisi cambiamenti climatici. Avverse condizioni meteorologiche potrebbero rendere impossibile l'uso degli elicotteri che, inoltre, devono essere operativi simultaneamente: alcune situazioni, come ad esempio guasti tecnici di una delle due unità, renderebbero impossibile l'utilizzo dell'altra perchè ogni elicottero deve sempre essere supportato dall'altro. La sicurezza è il paradigma di questa, come di tutte le crociere di Oceanwide Expeditions. L'organizzazione non è in grado di assicurare tutti i voli in elicottero previsti e nessun indennizzo verrà corrisposto per la cancellazione di uno o più voli. Sul sito della Oceanwide Expeditions troverete tutte le informazioni relative a questo aspetto legale della crociera

 

Il Pinguino papua è una delle numerose specie di pinguini che vedremo durante questa sensazionale crociera (© Justbirds)


Intro

Questo che vi accingete a leggere non è solo un viaggio, una vacanza, tanto meno una crociera nell'accezione più turistica del termine. E' naturalmente un'occasione di divertimento, un'eccezionale opportunità di vedere la flora e la fauna di una delle regioni più inospitali del globo, una splendida occasione di ammirare i paesaggi mozzafiato di una natura ancora incontaminata. Ma ci sono altre chiavi di lettura, come ad esempio una intrepida avventura tra gli stati fisici dell'acqua: liquida nell'immenso Oceano Antartico, solida nello sterminato tappeto di ghiaccio che ricopre la poca terra antartica, vaporea nella nebbiolina brumosa che stagna sul terreno. Non sarà solo uno zigzagare tra isole e promontori dei mari di Bellingshausen e di Ross, sarà anche un viaggio nel tempo, nella memoria dell'epica esplorazione dell'Antartide. Per più di 2000 anni i filosofi postularono l’esistenza di un continente australe che potesse, con le sue terre, compensare il peso del mondo, impedendone il capovolgimento. I cartografi medioevali disegnarono un’ipotetica Terra Australis Incognita, che già allora incarnava l’idea della lontananza, della terra inospitale, della grande avventura. Quella terra esisteva davvero e fu scoperta solo nel 1829 da N. B. Palmer, un cacciatore di foche che si spinse con la sua nave fino all’odierna Penisola Antartica. Ma l'Antartide è avvolta dalla leggenda fin dalla notte dei tempi, tanto che si narra di un navigatore maori, Ui-te-Rangiora, che nel VII° secolo avvistò, a bordo della sua piccola navigazione, una sterminata distesa di ghiaccio (forse la Piattaforma di Ross). In Antartide, nell’immenso continente di cristallo, nell’ultima frontiera del mondo, si arriva oggi con relativa facilità: numerose nazioni hanno in Antartide basi scientifiche di ricerca, e anche i turisti giungono in queste candide lande sempre più numerosi, rischiando a volta di turbare il delicatissimo equilibrio ecologico del continente. Ma da quando la leggenda si fece storia, centinaia di arditi esploratori salparono alla ricerca della Terra Incognita. E i loro nomi sono stati consegnati alla storia attraverso la geografia: Ferdinando Magellano circumnavigò la Terra del Fuoco, Francis Drake navigò per primo nel passaggio oggi a lui dedicato. E poi, nel XIX secolo uno stuolo di intrepidi di cui leggiamo i nomi del nostro itinerario, come James Clark Ross e Fabian Gottlieb Thaddeus von Bellingshausen, scoprirono nuove terre, aprirono nuove rotte. E nel XX secolo la storia divenne nuovamente leggenda, con l'epica impresa di Shackleton e la tragica spedizione di Scott. Oggi ripercorriamo, in sicurezza, la rotta di Shackleton e camminiamo tranquilli tra i pinguini della Base Scott sull'Isola di Ross, certi che a sera torneremo sulla nostra nave. Quando attraverseremo il Passaggio di Drake, in vista dell'Isola Elephant, non potremo fare a meno di paragonare la nostra Ortelius alla James Caird, una scialuppa di sette metri che affrontò 1500 kilometri di acque tempestose, con onde più alte della barca e venti a 70 km/ora. E quando visiteremo la Base Scott non potremo fare a meno di pensare alla sua spedizione Terra Nova, organizzata senza goretex, microfibre, satellitari e quant'altro, e alle sue ultime parole scritte in mezzo al ghiaccio: "Fossimo sopravvissuti, avrei avuto una storia da raccontarvi sull'ardimento, la resistenza ed il coraggio dei miei compagni che avrebbe commosso il cuore di ogni britannico". E forse paragoneremo le imprese di oggi, ben pianificate, organizzate e soprattutto sponsorizzate, a quelle di allora il cui senso può essere trovato in un leggendario manifesto apparso sul Times: "cercasi uomini per una spedizione azzardata. Bassa paga, freddo pungente, lunghi mesi nella più completa oscurità, pericolo costante, nessuna garanzia di ritorno. Onori e riconoscimenti in caso di successo". Due parole soltanto per anticipare quello che, visto nella realtà, è quello che più si avvicina ad un mondo irreale. L’oceano antartico è disseminato di iceberg congelati in mille forme bizzarre, torri di ghiaccio che dividono i due blu, ugualmente profondi, di mare e cielo. Negli arcipelaghi australi che circondano l’Antartide le rocce sono incrostate da muschi e licheni e le distese di ghiaccio, colonizzate da alghe colorate, si trasformano in tappeti gialli, rossi e verdi. La superficie crespata dell’acqua si anima di tanto in tanto con flutti turbolenti da cui emergono i leviatani del mare, le balene, di cui si possono incontrare numerose specie. Contro il cielo turchese milioni di uccelli marini volano maestosi o frenetici, enormi albatros e piccoli candidi petrelli. Sulla terraferma torreggianti elefanti marini poltriscono tra eserciti di ridicoli e teneri pinguini che ballano il tip tap sulla terra ghiacciata. L'itinerario, che viene descritto dettagliatamente di seguito, è il seguente: partenza da Ushuaia, attraversamento del Passaggio di Drake e arrivo sul versante occidentale della Penisola Antartica, attraversamento dello spettacolare Canale Lemaire, navigazione in mare aperto nel Mare di Bellinghausen e raggiungimento della Peter I° Island, navigazione lungo la costa del Continente Antartico fino a quando arriveremo in vista del Ross Ice Shelf, esplorazione dell'Isola di Ross e risalita verso nord, costeggiando la Terra della Regina Vittoria, Balleny Islands e Campbell Island; arrivo a Invercargill. E' possibile soggiornare qualche giorno in più a Ushuaia prima dell'imbarco (visita al Tierra del Fuego National Park) e/o dopo l'arrivo in Nuova Zelanda. Siamo a disposizione per aiutarvi nell'organizzazione di tali estensioni. Di Oceanwide Expeditions Ornitour propone altre quattro eccezionali crociere: Isole Svalbard, Atlantic Odyssey, Penisola Antartica e Falklands, South Geogia & South Orkney. Potete comunque visitare il sito istituzionale della Oceanwide Expeditions dove troverete decine di altre meravigliose crociere in Artide e Antartide, così come favolose gallerie fotografiche, diari di bordo e altre utilissime informazioni sulle destinazioni del tour-operator.

Mappa interattiva



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in Antartide

Penisola Antartica Penisola Antartica, Falkland, South Georgia & South Sandwich Penisola Antartica, Peter I° Island & Mare di Ross


Itinerario dettagliato    
L'itinerario descritto di seguito può andare soggetto a cambiamenti, anche significativi, a cause di condizioni meteorologiche, estensione e densità della banchisa polare e opportunità naturalistiche. L'itinerario finale sarà stabilito dall'Expedition Leader di bordo. I partecipanti devono comprendere che in un tour in una destinazione così selvaggia la flessibilità è il metro da seguire per garantire il successo naturalistico in condizioni di assoluta sicurezza

1° giorno) la crociera avrà inizio a Ushuaia. Ushuaia è la capitale della provincia argentina di Tierra del Fuego: situata a 55° gradi di latitudine sud, è la città più meridionale del mondo. La Terra del Fuoco deve il suo nome a Ferdinando Magellano, che la scoprì nel 1520; navigando vicino alla costa, Magellano vide i molti fuochi accesi dai locali indios, gli Yaghan, e cambiò il nome originario di quella regione, chiamata allora “terra del fumo”, in Tierra del Fuego. I paesaggi fuegini sono di una bellezza assoluta, tempestati come sono di ghiacciai, vette innevate, foreste di betulle nane, laghi cristallini, torbiere e coste marine rocciose, incise in fiordi e baie. La crociera inizierà nel pomeriggio e in mattinata avremo tempo di esplorare un poco del Parco Nazionale della Terra del Fuoco, che si estende intorno alla città di Ushuaia (*). La crociera inizierà nel pomeriggio: ci imbarcheremo sulla Ortelius, che sarà il nostro albergo galleggiante per più di un mese. Inizieremo la navigazione attraverso il Canale di Beagle, uno stretto che separa l'Isola Grande della Terra del Fuoco a nord dalle piccole isole a sud. Il canale deve il suo nome al celebre vascello su cui Darwin visitò questa regione. In queste fredde acque potremo osservare da vicino migliaia di uccelli marini di diverse specie: il Pinguino di Magellano, l’Albatros sopraccigli neri, il Petrello del Capo, il Fulmaro meridionale, il Petrello tuffatore di Magellano, la Berta grigia, la Beccaccia di mare di Magellano, l'Anatra vaporiera di Magellano, uno strano incrocio tra un’oca ed un’anatra (il suo nome si riferisce al fatto che l’animale, incapace di volare, si muove sull’acqua pattinando con le ali ridotte a moncherini sollevando una nuvola di goccioline che assomiglia ad uno sbuffo di vapore) e l’Anatra vaporiera volatrice (l’unica di questo gruppo in grado di volare). Sulle rocce che frastagliano le sponde del canale stazionano anche grandi colonie di Otarie del Sudamerica, nelle quali gli statuari e criniti maschi controllano con attenzione il loro harem di femmine, più piccole e “glabre”.

2° e 3° giorno) in mare, lungo il Passaggio di Drake, per raggiungere la Penisola Antartica. Confidiamo in una traversata tranquilla, invocando Nettuno che ci offra acque calme o quantomeno, considerando la natura dell'Oceano Antartico, le meno agitate possibile. Così potremo stare ben saldi sul ponte per fotografare gli uccelli marini che incroceranno vicino all'Ortelius.

4° giorno) arriveremo all'estremità settentrionale della Penisola Antartica, un artiglio di terra brulla e ghiacci che si proietta, verso l'analogo artiglio dell'America Meridionale, a questo curiosamente speculare. Navigheremo di prima mattina nello spettacolare canale Lemaire e sbarcheremo con gli zodiacs all'isola Pléneau, dove vedremo una colonia di migliaia Pinguini papua, i cui piccoli cadono spesso tra le grinfie di aggressivi Stercorari del Polo Sud e non meno affamati Gabbiani del kelp (il Gabbiano del kelp locale dovrebbe essere chiamato Gabbiano del kelp antartico poichè questa specie circumpolare è stata divisa da Clements in cinque gruppi diversi, che probabilmente saranno preso cinque nuove specie). Sulla spiaggia dell'isola torreggiano colossali Elefanti marini del sud (i maschi possono raggiungere i 6.5 metri di lunghezza per quattro tonnellate di peso!). Qualche informazione storico-geografica: il canale Lemaire separa la Penisola di Kiev, che si proietta verso ovest dalla Terra di Graham, lo zoccolo continentale che forma l'artiglio antartico, dalle isole di Booth e di Pléneau. Il Lemaire Channel, lungo 11 chilometri e largo nel suo punto più stretto solo 1.600 metri, è una delle destinazioni antartiche più popolari, in virtù delle scogliere di ghiaccio a picco sul mare e degli iceberg multiformi che in esso vi navigano, colorati dalla luce solare di riflessi rosa e azzurri; il canale, inoltre, ha la particolarità che le sue acque, protette dalle isole ad est e dalle scogliere del continente ad ovest, sono piatte come quelle di un lago, una situazione più unica che rara nelle tormentate acque degli oceani meridionali. Il canale fu avvistato per la prima volta da una spedizione tedesca nel 1873, ma fu attraversato solo nel 1898 dalla nave belga Belgica, capitanata dall'esploratore Adrien de Gerlache, che diede al canale il nome di un conterraneo collega, Charles Lemaire (intento nel frattempo ad esplorare il Congo). La spedizione di de Gerlache entrò negli annali delle avventure in Antartide perchè fu la prima a passare là l'intero inverno australe. Pléneau Island fu toccata per la prima volta da Jean-Baptiste Charcot, durante la sua spedizione del 1903-1905 e fu da lui dedicata al fotografo della nave, Paul Pléneau. Sbarcheremo anche a Petermann Island; quest'isola, lunga solo due chilometri, fu scoperta dalla già citata spedizione tedesca del 1873: ospita la colonia più meridionale al mondo di Pinguini papua, ma potremo vedere anche migliaia di buffi Pinguini di Adelia e bellissimi Cormorani antartici (specie splittata dal Cormorano imperiale); anche Petermann fu toccata per la prima volta dalla spedizione tedesca del '73-'74 e dedicata al geografo alemanno August Petermann, membro della spedizione.

5° giorno) navigando lungo lo stretto di Penola (così chiamato in onore del vascello Penola, su cui viaggiò la spedizione britannica del 1934-37), attraverseremo il Circolo Polare Antartico e arriveremo alle Fish Islands, un gruppo di piccole isole registrate per la prima volta sulle carte geografiche nella spedizione britannica di Rymill nel 34-37, e a Detaille Island, dedicata da Charcot a un socio della Magellan Whaling Company che sponsorizzava molte spedizioni geografiche in tutto il mondo. In entrambi gli sbarchi potremo vedere Pinguini di Adelia e Cormorani antartici.

6° e 7° giorno) in oceano aperto, navigando in quello che è conosciuto come Mare di Bellingshausen, da Fabian Gottlieb Thaddeus von Bellingshausen, cartografo ed esploratore russo che partecipò alla circumnavigazione del globo del 1819 - 21, la prima spedizione ad avvistare il continente antartico, il 28 gennaio 1820. In questo tratto di oceano potremo avvistare il nostro primo pack, che trasforma le frastagliatissime coste dell'oceano in un mare di ghiaccio. Di vedetta sul ponte dell'Ortelius potremo vedere moltissimi uccelli pelagici, di specie differenti, come l'Ossifraga del nord, l'Ossifraga del sud, il Petrello piumoso, il Petrello mentobianco, il Petrello del Capo, l'Uccello delle tempeste di Wilson, l'Uccello delle tempeste pancianera. Tra i cetacei, le specie più comuni sono la Balenottera rostrata, l'Iperodonte australe e il Lagenorinco clessidra.

8° giorno) oggi, tempo atmosferico permettendo, sbarcheremo su Peter I Island, o, come viene chiamata in norvegese, Peter I Øy, una desolata terra vulcanica lunga poco meno di 20 chilometri. Scoperta da von Bellingshausen nel 1821 e da lui dedicata allo zar Pietro I° il Grande, quest'isoletta non sembra avere particolare interesse strategico, ma è stata comunque reclamata con fermezza dal governo norvegese, in virtù del primo sbarco umano su di essa, avvenuto nel 1929 ad opera dei norvegesi Nils Larsen and Ola Olstad. Se riusciremo a sbarcare sull'isola potremo vedere Foche cancrivore, Foche leopardo e Elefanti marini del sud. Tra gli uccelli potremo vedere Fulmari australi, Uccelli delle tempeste di Wilson, Petrelli del capo e Sterne antartiche; a volte, anche se raramente, Pinguini dal collare e Pinguini di Adelia sostano sull'isoletta.

9°/14° giorno) in questi sei giorni navigheremo nel Mare di Amundsen, un nome che è l'essenza stessa dell'Antardide. Questa tratto dell'Oceano Antartico fu dedicato al grande esploratore norvegese, il primo a raggiungere il Polo Sud, il 14 dicembre 1911. Da qui potremo vedere in lontanaza i profili del Continente Antartico. Queste acque sono frequentate da numerosi cetacei e non sarà difficile avvistare Orche e Balenottere minori antartiche, ma potremmo incrociare anche specie più rare. Il territorio di nidificazione del Pinguino imperatore è lontano, ma sarà possibile vedere qualche individuo che si è spinto fino a qui. Sui banchi di ghiaccio Foche leopardo e Foche cancrivore, temibili predatori, attendono apparentemente indolenti qualche inavveduto pinguino. Cercheremo di sbarcare su Shephard Island, di fronte alla Terra di Marie Byrd (il nome le venne assegnato dall'ammiraglio Richard Evelyn Byrd nel 1929 in onore della moglie), che ha la particolarità di essere la più vasta area del mondo non reclamata da alcun stato sovrano. Su Shephard vivono colonie di Pinguini dal collare e Stercorari del Polo Sud. Camminare tra migliai di graziosi camerieri in livrea sarà, qui come durante altri sbarchi di questa sensazionale avventura, emozionante e commovente. Shephard Island fu scoperta dalla Spedizione Antartica Americana del 1939-41 e dedicata ad uno dei suoi promotori, John Shephard Jr.

15° giorno)
navigando nel Mare di Ross, ci avvicineremo oggi al Ross Ice Shelf, che in italiano si potrebbe tradurre Piattaforma di Ghiaccio di Ross, dove è programmato uno sbarco in elicottero (vedi nell'introduzione il paragrafo sulle avventure in elicottero; il link farà piacere a chi ha la mia età, che non svelo ma che dal link è facilmente intuibile). Nella Baia delle Balene (Bay of Whales), vicino all'isola Roosevelt, Roald Amundsen guadagnò terra e partì per la conquista del Polo Sud. Bay of Whales fu così chiamata da Ernest Shackleton per il gran numero di cetacei che vide in questo tratto di oceano. Il Mare di Ross fu scoperto dall'esploratore britannico James Clark Ross (lo stesso a cui fu dedicato uno dei gabbiani più graziosi del mondo). L'isola di Roosevelt fu dedicata al suo presidente dal già citato Richard Evelyn Byrd.

16° giorno) ci avvicineremo ancor di più alla Piattaforma di Ghiaccio di Ross, navigando verso ovest. La Piattaforma di Ross è la più vasta tra le piattaforme antartiche: 487.000 kmq per una larghezza di quasi 800 km, grande quasi quanto la Francia! Il suo spessore varia da 15 a 50 metri, anche se la parte più consistente, come nel caso degli iceberg, rimane sott'acqua. Gli "ice shelf" non sono infatti iceberg: una piattaforma di ghiaccio galleggiante (detta anche tavolato di ghiaccio o barriera di ghiaccio) è una spessa massa di ghiaccio che si forma laddove un ghiacciaio o una calotta di ghiaccio, giunti in corrispondenza della costa, si diffondono oltre, spingendosi fin sulla superficie dell'oceano; non va confusa quindi con la banchisa (o ghiaccio marino), la quale si genera dal congelamento della stessa acqua del mare. Le nostre osservazioni naturalistiche procederanno dal ponte della nave da dove potremo vedere uccelli pelagici e cetacei.

17°/21° giorno)
in questi sei giorni navigheremo nel mare di Ross e il programma prevede lo sbarco sull'isola di Ross, dove visiteremo alcuni dei luoghi resi celebri dalla spedizione Nimrod di Sir Ernest Shackleton, uno dei pionieri dell'esplorazione dell'Antartide, protagonista di imprese avventurose che culminarono nell'epica spedizione dell'Endurance. Questa spedizione, partita da Plymouth nell'agosto del 1914, fallì quasi prima di iniziare. La nave rimase infatti bloccata nel pack del mare di Weddell nel 1915, finendo poi stritolata dai ghiacci polari. Ma fu paradossalmente proprio a partire da questo sfortunato evento che Shackleton diede vita alla più grande e alla più disperata delle avventure antartiche: trarre in salvo i ventisette uomini che erano con lui. E con accampamenti improvvisati per mesi sulla banchisa alla deriva, l'approdo all'isola Elephant e, infine, l'incredibile traversata verso la Georgia del Sud a bordo di una scialuppa lunga sette metri, Shackleton ci riuscì: l'epica avventura dell'Endurance si concluse senza la perdita di una sola vita umana. Potete documentarvi sulla spedizione leggendo la relativa voce wikipedica, o meglio ancora leggendo l'appassionante resoconto letterario di Shackleton della sua impresa: Sud. L'isola di Ross è un'isola vulcanica situata nel mare di Ross; fu scoperta da James Clark Ross; i due vulcani che si trovano sull'isola, Erebus e Terror, devono il loro nome alle due navi della spedizione di Ross: HMS Erebus e HMS Terror. A Cape Royds vedremo la baita costruita da Shackleton come base della sua prima spedizione, la Nimrod; a Cape Evans vedremo la baita costruita da Robert Falcon Scott come base della sua Terra Nova Expedition, un altro grande capitolo della esplorazioni antartiche, purtroppo finito tragicamente (anche in questo caso potete documentarvi sulla spedizione leggendo la relativa voce wikipedica e potete leggere il commovente diario di Scott, disponibile nelle librerie online). Visiteremo anche la Base Scott, una stazione scientifica che opera per il governo della Nuova Zelanda, e la Stazione McMurdo, una base di ricerca scientifica statunitense. Se il tempo atmosferico lo permetterà useremo l'elicottero per queste visite. L'isola è naturalmente molto interessante non solo per motivi storici: essa ospita una colonia di mezzo milione di Pinguini di Adelia. Dalla roccia di Castle Rock, la maggiore elevazione della penisola di Hut (415 metri), godremo una vista eccezionale della Piattaforma di Ross e della Valle di Taylor, una delle cosiddette Dry Valleys (e cioè le vallate aride); questa regione consiste di una serie di vallate, sgombre di neve, caratterizzate da un ambiente desertico con alcune interessanti caratteristiche, come ad esempio il fiume Onyx, il più lungo corso d'acqua dell'Antartide. Gli scienziati considerano le Dry Valleys l'ambiente terrestre più vicino alle condizioni del pianeta Marte. Anche per l'escursione alle Dry Valleys tenteremo di usare l'elicottero.

22° e 23° giorno) navigheremo verso nord-ovest passando dinanzi alla Drygalsky Ice Tongue e alla nostra base scientifica nella Baia di Terranova, la stazione Mario Zucchelli, dedicata all'omonimo ingegnere che fu alla guida del Progetto Antartide dell'ENEA. Incroceremo poi, sulla costa del continente antartico, Cape Hallett.

24° giorno) arriveremo oggi in vista di un altro punto che appartiene alla storia dell'Antartide: Cape Adare. Potremo vedere ancora la baita del norvegese Carsten Egeberg Borchgrevink, pioniere dei moderni viaggi antartici, precursore di uomini che sarebbero rimasti molto più celebri di lui, come Shackleton, Scott e Amundsen. Ma di questi uomini Borchgrevink aveva lo stesso coraggio e lo stesso intrepido senso dell'avventura: nel 1899 passò l'inverno in Antartide, capitano del primo equipaggio a effettuare tale epica impresa. Vedremo la baita di Borchgrevink circondata da pinguini; quest'area ospita infatti la più grande colonia di Pinguini di Adelia del mondo.

25° giorno) in mare, cercando la via migliore tra i lastroni di ghiaccio del Mare di Ross.

26° giorno)
giungeremo oggi in vista delle Balleny Islands, scoperte nel 1839 dal capitano John Balleny. 

27° e 28° giorno) in mare aperto, intrettenuti sempre da uccelli marini e cetacei.

29° giorno) arriveremo a Campbell Island in mattinata e sbarcheremo immediatamente a Perseverance Harbour, il lungo fiordo che si addentra nella costa nord-orientale dell’isola, da dove inizieremo le nostre escursioni naturalistiche. Anche quest’isola fu scoperta dal “fochiere” Frederick Hasselburgh, a bordo del suo brigantino Perseverance posseduto dalla compagnia Campbell & Co., da cui il nome delle isole (Campbell è la maggiore di un piccolo arcipelago che comprende anche le isolette di Dent, Jacquemart e Folly). Campbell è un’isola ricca di falesie e di alture che, nella parte meridionale, superano i 500 metri di altezza; è ricoperta quasi interamente da una tundra di “megaerbe”, fiori selvatici endemici della Nuova Zelanda e le sue isole subantartiche. L’isola di Campbell è stata teatro della più imponente derattizzazione della storia: nel 2001 ebbe successo l'opera di eradicamento del Ratto grigio, introdotto duecento anni prima; insieme all’eradicazione di bovini e pecore, la scomparsa dei ratti è stata la chiave del successo della reintroduzione sull’isola dell’Alzavola di Campbell, una delle anatre più rare del mondo. Questa bellissima piccola anatra, notturna e inetta al volo, è stata confinata all’isolotto di Dent per decenni (scoperta nel 1886 non fu però più avvistata fino al 1975); dopo la derattizzazione di Campbell una piccola parte della popolazione di circa cento individui fu trasferita sull’isola maggiore e oggi la popolazione globale della specie è di circa 200 individui. Ci vorrà una gran fortuna per vedere questa alzavola, ma noi ci contiamo! Sarà molto più facile vedere altre specie di uccelli, come l’Albatros reale meridionale, di cui visiteremo una chiassosa colonia, l’Albatros mantochiaro, l'Albatros di Campbell (endemico dell'arcipelago) l’Ossifraga del nord, il Cormorano delle Campbell (endemico), lo Stercorario subantartico, il Gabbiano beccorosso, la Sterna antartica, la Pispola australasiatica. Una grande osservazione ornitologica su Campbell sarebbe quella del locale Beccaccino subantartico: una sottospecie scoperta solo nel 1997 e provvisoriamente battezzata perseverance.

30° e 31° giorno) proseguiremo al navigazione verso nord, oramai in vista della nostra destinazione finale, Invercargill.

32° giorno) arrivo ad Invercargill, la città più meridionale della Nuova Zelanda; entrando nella baia avremo l'opportunità di vedere due specie di cormorani endemiche, il Cormorano bronzeo e il Cormorano macchiato. Invercargill fu fondata nel 1856 da coloni scozzesi che vollero dare alla vicina città di Bluff un suo porto (Inver deriva dalla parola scozzese inbhir, che significa "foce", mentre Cargill celebra il capitano William Cargill, che all'epoca era il sovrintendente della provincia di Otago). Daremo con un pò di nostalgia l'addio (e perchè non arrivederci, l'Ortelius effettua altre straordinarie crociere) alla nave e al suo equipaggio (**).
(*) è possibile arrivare giorni prima a Ushuaia ed esplorare con calma il Parco Nazionale della Tierra del Fuego e anche aree più lontane, come il Parco Los Glaciares

(**) è possibile fermarsi uno o più giorni a Invercargill e/o ad Auckland per birdwatching su South e/o North Island
 

La motonave Ortelius, la nostra casa per un mese (© Oceanwide Expeditions)




La Beccaccia di mare di Magellano è una delle decine di specie che vedremo all'inizio della nostra avventura, nel Canale di Beagle (© Dfaulder, Creative Commons 2.0 Generic)




Il canale Lemaire, una delle più spettacolari aree dell'Antartide (© Brocken Inaglory, Creative Commons 3.0 Unported)




Vedremo colonie di Cormorani antartici sulle rocce che bordano il Canale di Beagle (© Jerzy Strzelecki, Creative Commons 3.0 Unported)




Il Fulmaro merisionale è la controparte australe del nostro comune Fulmaro settentrionale e a questo ,molto assomiglia (© Justbirds)




Un altro buffo pinguino, il Pinguino dal collare (© Justbirds)




Lo Stercorario del Polo Sud è un feroce predatore delle plaghe antartiche; attacca piratescamente uccelli in volo e semina il panico nelle colonie di pinguini di cui preda uova e nidiacei (© Justbirds)




La Foca cancrivora, o mangiagranchi, ha un nome assolutamente improprio, perché i granchi non esistono in Antartide; si ciba invece quasi esclusivamente di krill. Questa foca è a sua volta apprezzata, quale cibo, dalla Foca leopardo, la cui alimentazione è costituita quasi completamente da piccoli di Foca cancrivora. Vedremo entrambe le specie sul pack del Mare di Ross (© Jerzy Strzelecki, Creative Commons 3.0 Unported)




I tre giganti dell'esplorazione antartica: da sinistra Robert Falcon Scott, Ernest Shackleton e Roald Amundsen (da Wikipedia, Pubblico Dominio)




Il Ross Ice Shelf della Bay of Whales. Quando Amundsen arrivò nei suoi pressi lo definì "Mystic Barrier". Gli "ice shelf" sono piattaforme di ghiaccio galleggianti che si formano laddove un ghiacciaio o una calotta di ghiaccio, giunti in corrispondenza della costa, si diffondono oltre, spingendosi fin sulla superficie dell'oceano (© Michael Van Woert, Pubblico Dominio)




Forse il più buffo dei buffi pinguini, il Pinguino di Adelia: è la specie più comune e diffuda dell'Antartide. Deve il suo nome alla Terra di Adelia, a sua volta dedicata alla moglie dell'esploratore francese Jules Dumont d'Urville, che scoprì questi pinguini nel 1840 (© Liam Quinn, CC BY-SA 2.0)




L'Albatros reale meridionale è una delle due specie in cui è stato splittato l'Albatros reale. Nonostante i due epiteti geografici, meridionale e settentrionale, l'areale di distibuzione di entrambe le specie, le acque subantartiche circumterrestri, è lo stesso (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




L'Alzavola di Campbell è una delle anatre più rare del mondo. Questa bellissima piccola anatra, notturna e inetta al volo, è stata confinata all’isolotto di Dent per decenni, ma dopo la derattizzazione di Campbell una piccola parte della popolazione di circa cento individui fu trasferita sull’isola maggiore e oggi la popolazione globale della specie è di circa 200 individui (Pubblico Dominio)




L'Albatros di Campbell nidifica esclusivamente nell'arcipelago omonimo (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Spesso il mento bianco del Petrello mentobianco è ridotto ad un paio di piume chiare, rendendo il nome di questa bestia, completamente grigioscura, poco appropriato (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




La Sterna antartica è una specie circumpolare dell'emisfero australe (© Liam Quinn, CC BY-SA 2.0)


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