Tanzania Misteriosa
gli endemismi delle Eastern Arc Mountains (South Pare, Usambara, Udzungwa, Uluguru)
26 novembre - 19 dicembre 2016

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Intro

La Tanzania è un mosaico di splendidi paesaggi naturali: dalle steppe Masai del nord, agli sterminati papiri del lago Vittoria, dalle praterie del Serengeti alle savane e il miombo del sud del paese, dalle mangrovie della costa dell’Oceano Indiano alle montagne dell’oriente. E’ proprio lungo queste montagne, conosciute come Eastern Arc (Arco Orientale), che si svilupperà questo lungo, affascinante e difficile tour. Scopo principale del viaggio è vedere tutte le specie endemiche delle Eastern Arc Mountains, alcune di esse così localizzate da essere non solo endemiche della Tanzania, ma endemiche di una singola catena montuosa. Esploreremo le montagne South Pare, Usambara Est & Ovest, Uluguru e Udzungwa e, per rendere il viaggio ancora più interessante, visiteremo anche le steppe ai confini con il Kenya (alla ricerca della localizzatissima e rarissima Allodola di Beesley), il Mikumi National Park, alla ricerca delle specialità del miombo, e le piane alluvionali del fiume Kilombero, dove due specie di cisticole (facili peraltro da vedere) aspettano ancora una descrizione ufficiale per il mondo scientifico. Il tour avrà inizio a Kilimanjaro, da dove partiremo all'esplorazione delle steppe a nord di Arusha, alla ricerca dell'Allodola di Beesley (con altre otto specie ancillari di allodole!); nei primi due giorni avremo anche tempo di fare un'escursione nell'Arusha National Park. Inizieremo poi la discesa verso sud; dalla cittadina di Same saliremo sulle South Pare Mountains, ma durante il percorso visiteremo il reservoir artificiale Nyumba Ya Mungu, dove vedremo un tripudio di uccelli acquatici (un pò di birdwatching facile, prima dello "stress" di quello in foresta). I due successivi massicci montuosi, Usambara West e East, saranno tra i più produttivi del tour con la bellezza di quattro endemismi e una decina di specie localizzate! Effettueremo poi un lungo trasferimento a Ifakara, dove esploreremo le piane alluvionali del fiume Kilombero ed effettueremo una gita in battello: anche qui un pò di birdwatching agevole (che comunque ci permetterà di vedere le due citate specie di cisticole più il Tessitore del Kilombero, anch'esso endemico). La successiva tappa del tour sarà quella delle misteriose Udzungwa Mountains, uno scrigno di bellezze naturali e favolose specie endemiche. Passeremo poi due giorni completi nel Mikumi National Park, un parco non tra i più celebri della Tanzania, ma per i birdwatcher uno dei migliori poichè ospita specie di uccelli tipiche del miombo dell'Africa meridionale, difficili a vedersi altrove in Tanzania (oltre a due veri endemismi nazionali). Concluderemo la striscia delle Eastern Arc sulle Uluguru Mountains, alla ricerca della mitica averla di macchia. Prima di tornare in Italia avremo tempo di fare un pò di seawatching sulle coste di Dar Es Salaam. Ecco infine una lista selezionata di quello che, con un pò di fortuna, potremmo vedere in questo splendido Ornitour: Allodola di Beesley, Storno cenerino, Bucero di Ruaha, Occhialino di South Pare, Averla di macchia degli Uluguru, Nettarinia di Loveridge, Akalat degli Usambara, Gufo reale degli Usambara, Tordo degli Usambara, Tessitore degli Usambara, Iliota degli Usambara, Tessitore del Kilombero, Cisticola codabianca, Cisticola del Kilombero, Pernice degli Udzungwa, Beccasemi di Tanzania, Silvide di Moreau, Nettarinia fasciata, Nettarinia di Amani, Uccello sarto beccolungo, Nettarinia duecollari degli Usambara, Nettarinia alirossicce, Bulverde montano degli Uluguru, Bulverde facciastriata, Bulverde di Shelley, Bulverde montano testanera, Bulverde montano golagialla. Per chi volesse provare la gioia di un birdwatching tour in Tanzania, ma volesse esplorare i parchi più classici di questo meraviglioso paese, può iscriversi al sensazionale Tanzania Classica, che prevede la visita ai celeberrimi parchi di Ngorongoro e Serengeti.

Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: i lodge e gli alberghi sono di buon livello in tutte le tappe del tour, tranne che Emau Hills, che ha docce “a secchio” e servizi in comune, e a Udzungwa e Uluguru, dove campeggeremo in canadesi standard a due posti e i servizi saranno ovviamente “bush toilets”

Difficoltà: trekking impegnativi a Udzungwa e Uluguru. Richiesto adattamento per le strutture ricettive spartane in alcune tappe del tour (vedi sopra)

Bibliografia: Field Guide to the Birds of East Africa, di Stevenson & Fanshaw, A & C Black;

Costo del tour: Euro 5.900

Numero massimo di partecipanti: sette


Lo spettacolare Turaco di Fischer è uno dei tre turachi "colorati e di montagna" (ne vedremo anche due "grigi e di pianura") del nostro Ornitour nella Tanzania Misteriosa (© Doug Janson Creative Commons 3.0 Unported)


Mappa interattiva




Itinerario in breve

1° giorno) volo Roma - Kilimanjaro via Addis Abeba e Nairobi
2° giorno) trasferimento ad Arusha. Arusha National Park
3° giorno) Arusha Plains. Arusha National Park
4° giorno) Nyumba Ya Mungu Reservoir. Trasferimento a Same
5° giorno) South Pare Mountains. Trasferimento a Maweni Farm, Usambara West
6° e 7° giorno) Usambara West
8° giorno) trasferimento Emau Hill, Usambara East
9 e 10° giorno) Usambara East
11° giorno) trasferimento Ifakara
12° giorno) gita in battello sul Kilombero River. Trasferimento a Sanje
13°/15° giorno) Udzungwa Mountains
16° giorno) trasferimento Mikumi National Park
17° e 18° giorno) Mikumi National Park
19° giorno) trasferimento a Morogoro e Uluguru Mountains
20° giorno) Uluguru Mountains
21° giorno) Uluguru Mountains. Trasferimento a Dar Es Salaam
22° giorno) Bagamoyo (mangrovie & seawatching)
23° giorno) volo Dar Es Salaam - Kilimanjaro. Birdwatching Kia Lodge. Volo Kilimanjaro - Roma
24° giorno) arrivo a Roma


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in Africa Subsahariana

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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Ethiopian Airlines Roma – Kilimanjaro, via Addis Abeba e Nairobi. Durante lo stop-over all’aeroporto di Addis, avremo l’opportunità di vedere, nei giardini dell’aeroporto, addirittura tre specie endemiche degli altipiani abissinici, il Piccione dal collare, il Corvo imperiale beccogrosso e il Pigliamosche ardesia d’Abissinia!

2° giorno) arrivo in tarda mattinata a Kilimanjaro e trasferimento al Karama Lodge, dove pernotteremo due notti. Gli onnipresenti Corvi bianconeri e Nibbi beccogiallo (non ancora definitivamente “splittato” dal Nibbio bruno) sono costantemente alla ricerca di qualche carcassa da spolpare, e in mezzo a loro potremmo vedere il meno comune Avvoltoio cappuccino. Nel pomeriggio potremo visitare alcune aree dell'Arusha National Park.

3° giorno) esploreremo oggi le aride piane a nord di Arusha, lungo la strada che porta in Kenya, alla ricerca di uno degli uccelli più rari di tutto il continente africano. Sono rimasti infatti solo 45 individui dell’Allodola di Beesley, una piccola allodola chiamata anche Allodola spinosa pigmea (l’Allodola spinosa comune, simile, ma più grossa di quella di Beesley, è diffusa in tutta la regione sudafricana, in un areale completamente separato, e solo da poco tempo la “cugina” Beesley è stata da essa separata ed elevata al rango si specie). Grazie alla nostra guida locale, un masai prestato al birdwatching, non faremo fatica a localizzare questa rarità. Le piane ospitano comunque altre sette specie di allodole: Allodola canora, Allodola nucarossiccia, Allodola volpina, Allodola codacorta, Allodola pettorosa, Calandrella di Somalia (della locale sottospecie, considerata dagli autori africani una specie buona, la Calandrella di Athi), Allodola passero di Fischer. Tra i bassi cespugli, nelle acacie isolate e sulle praterie del brullo paesaggio di questa regione potremo vedere altre interessanti specie: Otarda crestacamoscio, Gruccione frontebianca, Becco a scimitarra d’Abissinia, Barbetto dal collare, Pendolino murino, la graziosa e quasi endemica Cincia golarossa, Monachella pileata, Canapino di Upcher, Camarottera grigia, Silvia fasciata, Tordo delle palme macchiato, Cisticola minuscola, Cisticola cenerina, Cisticola raganella, Crombec facciarossa, Eremomela panciagialla, Brubru (una delle averle più diffuse in Africa), Nettarinia magnifica, Nettarinia pettoscarlatto, Fiscal delle Taita, Averla di macchia pettorosa, Storno di Fischer, Storno spendente guanceblu maggiore, Passera rossiccia del Kenya, Tessitore sociale capogrigio, Tessitore passerino dai sopraccigli, Vedova bluacciaio, Canarino beccogrosso meridionale, Zigolo pettodorato di Somalia. Camminando sulla prateria per far involare le allodole, potremmo “incappare” in qualche Succiacapre scuro o, meglio ancora, nel Corrione di Temminck o in qualche ritardatario Corriere asiatico. In questa stagione dell’anno grandi stormi di Falchi dell’Amur si muovono in migrazione e tra loro potremmo vedere qualche occasionale Falco fuligginoso, e, tra le altre specie di rapaci, il maestoso Avvoltoio orecchiuto, l’Albanella pallida, l’Albanella minore, il Gheppio maggiore, il Gheppio comune (prossimo all’elevazione a rango di specie, Gheppio africano), il Grillaio, il Lanario, l’Astore cantante orientale, la Poiana comune. Nel pomeriggio raggiungeremo Moshi, dove pernotteremo in un hotel nei sobborghi della città.





Il target principale della nostra escursione alle Arusha Plains è l'Allodola di Beesley. Era considerata fino a poco tempo fa una sottospecie dell'Allodola spinosa, ma il suo areale, estremamente localizzato e disgiunto da quello principale sudafricano, e le diversità di piumaggio la fanno ormai considerare da quasi tutti gli autori una specie a tutti gli effetti. Ne esistono ormai solo 45 individui e l'incontro con anche uno solo di essi sarà uno degli highlights della vacanza (© Yathin S Krishnappa, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




L'Allodola codacorta, endemica dell'Africa Orientale è una delle otto specie di Alaudidi che potremmo vedere nelle Arusha Plains; il lungo becco ricurvo e la "lacrima" nera al di sotto dell'occhio la rendono inconfondibile (© Demetrius John Kessy, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Il Tordo delle palme macchiato è un delizioso canterino; sarà molto più facile sentirlo che vederlo (© Michael Sammut)
4° giorno) oggi raggiungeremo la città di Same, fermandoci lungo il percorso ad esplorare il lago di Nyumba ya Mungu, un reservoir artificiale le cui paludi meridionali sono ricche di uccelli. La strada tra Same e Moshi si snoda lungo un paesaggio arido, costellato da arbusti e boschetti di acacia. Ogni ambiente è ricco di uccelli, a cominciare dal cielo dove, in volteggio alto o sfreccianti tra gli alberi della savana potremo vedere: Lanario, Astore cantante orientale, Poiana comune, Poiana augure, Aquila rapace, Aquila crestalunga (solitamente appostata su un palo lungo la strada, con il suo lungo ciuffo quasi comico agitato dal vento). Alcune specie, un po’ perché molto colorate, un po’ perché non hanno un comportamento furtivo, saranno la gioia per i nostri occhi: il fantastico Storno pettodorato, lo Storno superbo, lo Storno caruncolato, il Corvo bianconero, il Pappagallo panciarancio, il Martin pescatore testagrigia, la Ghiandaia marina caporossiccio, la Ghiandaia marina europea, il Gruccione comune, il Gruccione guanceblu, il Barbetto dal collare, il Barbetto di D’Arnaud e il Barbetto giallorosso, il Turaco panciabianca, il Bucero beccorosso, il Bucero di Von Der Decken, il Bucero grigio africano, la straordinaria Averla di macchia pettorosa, l’Averla di macchia pettozolfo, il Fiscal codalunga, il Tessitore dei bufali testabianca, il Tessitore castano, il Quelea beccorosso, il Cordon blu guancerossse, la Pitilia aliverdi. Ci fermeremo ad una colonia di splendidi Tessitori dorati di Taveta, una specie estremamente localizzata, che vive solo nel Kenya meridionale e nella Tanzania settentrionale. Cercheremo con assiduità le specie che solo qui potremo vedere lungo il viaggio, soprattutto l’Uccello topo testabianca e la Nettarinia di Tsavo (recentemente separata dalla Nettarinia bandaviola); questa nettarinia è abbastanza difficile da localizzare e identificare, ma altre, come la Nettarinia di Hunter, la Nettarinia dorsoviola orientale, la Nettarinia variabile e la Nettarinia magnifica sono più comuni e sarà sufficiente fermarsi di fronte agli alberi fioriti per avere buone opportunità di vederle. La savana è ricca di un meraviglioso stuolo di cantori: all’aperto ben esposti sui rami o dal fitto dei cespugli Bulverdi scuri, Tordi occhinudi africani, Usignoli dorsorosso e Tordi delle palme macchiati emettono il loro canto liquido e flautato. Naturalmente molte altre specie sono confinatre al fitto dei cespugli e dgli alberi e non sarà facile localizzare Garruli squamati, Puffini di Pringle, Allodole pettorosa, Barbettini fronterossa (praticamente invisibili dalle fronde da dove emettono il loro monotono richiamo). Tra le altre specie di questo ambiente arido ricordiamo: Averla capobianco, Becco a scimitarra d’Abissinia, Bubu ardesia, Batis pigmeo, Cordon blu capoazzurro, Granatino viola, Canarino beccogrosso meridionale, Vedova codapaglia, Vedova bluacciaio, Vescovo fronteflammea. Nel primo pomeriggio raggiungeremo le paludi meridionali dell’immenso reservoir Nyumba ya Mungu (casa di Dio, nella lingua masai) per un birdwatching altrettanto ricco di quello in savana, ma molto più facile; gli uccelli acquatici di quest’area frequentano le acque aperte, le distese di fango, i canneti e la bassa vegetazione perilacustre, e in ogni habitat troveremo specie suggestive e interessanti: Cormorano africano, Cormorano comune (solo gli Autori africani considerano la sottospecie africana lucidus specie buona, Cormorano pettobianco), Airone guardabuoi, Airone bianco maggiore, Garzetta comune, Airone cenerino, Sgarza ciuffetto, Airone striato, Airone nero, Marabù africano, Cicogna beccogiallo, Spatola africana, Mignattaio, Ibis sacro, Dendrocigna fulva, Dendrocigna facciabianca, Oca egiziana, Alzavola beccorosso, Falco pescatore, Aquila urlatrice, Jacana africana, Occhione acquaiolo, Cavaliere d’Italia, Pavoncella fabbro, Pavoncella armata, Corriere di Kittlitz, Pantana eurasiatica, Combattente, Piro piro piccolo, Piro piro boschereccio, Gabbiano testagrigia, Mignattino alibianche, Mignattino piombato, Sterna zampenere, Tortora boschereccia macchiesmeraldo, Tortora del Namaqua, Tortora occhirossi, Tortora dal collare del capo, Tortora delle palme, Rondone delle palme africano, Rondone minore, Martin pescatore bianconero, Cucal cigliabianche, Upupa boschereccia verde, Picchio della Nubia, Ballerina africana, Cutrettola comune. Prima di raggiungere la città di Same, dove pernotteremo due notti, avremo ancora la possibilità di esplorare la savana, che, verso sera, si riempie ancora di canti e voli e così potremmo aggiungere alla nostra lista: Pispola africana, Culbianco settentrionale, Culbianco isabellino, Averla isabellina, Pigliamosche comune, Pigliamosche grigio africano, Canapino pallido orientale, Canapino di Upcher, Cisticola cenerina, Cisticola raganella, Prinia fianchitannino, Apalis pettogiallo, Prinia fronterossa, Drongo comune, Crombec settentrionale, Crombec facciarossa, Passera swahili, Petronia macchiagialla, Tessitore passerino  dai sopraccigli, Tessitore collonero, Tessitore mascherato minore, Tessitore mascherato vitellino, Becco d’argento africano, Amaranto beccorosso, Canarino panciabianca, Beccasemi di Reichenow. In cielo grandi stormi di Rondini comuni, accompagnati da Rondini striate minori e Rondini rossicce e, più in alto ancora, grandi stormi di Anastomi africani nella loro migrazione intra-continentale.







I tessitori sono uccelletti a distribuzione afroasiatica. Tra le quasi venti specie che potremo vedere nel tour, il bellissimo Tessitore di Taveta è una delle specie più rare e ricercate; il suo areale di distribuzione è infatti ristretto al Kenya meridionale e alla Tanzania settentrionale (© Notjake13, Pubblico Dominio)




Canarini e beccasemi sono Fringillidi molto ben rappresentati in Tanzania; per solito difficili da identificare (tutti uguali!), ma questo Canarino beccogrosso meridionale si distingue molto bene in virtù del beccone e del giallo acceso delle parti inferiori (© Michael Sammut)




Il reservoir Nyumba ya Mungu sarà un piacevole diversivo al nostro difficile birdwatching nelle foreste montane; vedremo ogni ben di dio, in termini di limicoli, aironi e anatidi: questa Pavoncella fabbro è una delle pavoncelle più comuni in Tanzania e in Africa (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Vedremo anche, a Nyumba ya Mungu, molte specie di anatre, tra cui entrambe le specie africane di dendrocigna; questa è una Dendrocigna fulva (© Branko KannenbergCreative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic)




Le estrilde sono una gioia per gli occhi. Spesso assiepate in branchetti misti, sembrano fare a gara per chi è più bella. Forse la è questo Granatino viola (© Dick Daniels, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
5° giorno) inizieremo oggi la nostra avventura sulle montagne della Tanzania, esplorando la prima catena di rilievi delle Eastern Arc Mountains, le South Pare. Le Eastern Arc Mountains, “le montagne dell’Arco Orientale”, si estendono per circa 1900 chilometri dal Kenya meridionale, dove iniziano con le Taita, fino alla metà settentrionale del Mozambico, dove si trova il monte Chiperone. Sono chiamate Eastern Arc pechè disegnano la metà orientale di un’immaginaria circonferenza montuosa dove il “Western Arc” è rappresentao dalle montagne del Rift Albertino. Le Eastern Arc sono uno scrigno di tesori naturalistici e, soprattutto (almeno per noi birdwatcher), ornitologici. In questa striscia di montagne vivono numerose specie endemiche o comunque estremamente localizzate (alcune sono state scoperte solo pochi decenni fa e due di esse attendono ancora di essere ufficialmente descritte). La maggior parte delle specie tipiche delle Eastern Arc vivono nelle foreste afro-montane che si sviluppano sopra i 1500 metri, ma alcune di esse, soprattutto nel gruppo degli East Usambara, si trovano anche in vegetazione non d’altura, ad altitudini anche di 900 metri. Descriveremo in dettaglio le specie di ogni foresta e montagna che vedremo nei relativi giorni dell’itinerario. Nelle South Pare si trova la riserva di Chome, che protegge gli ultimi lembi di foresta sopravissuti ad un disboscamento selvaggio, al di sotto del picco Shengeni, che con i suoi 2462 metri è il più alto rilievo di questa catena montuosa. Ci inerpicheremo lungo una tortuosissima e polverosissima strada (purtroppo questo tipo di percorso sarà tipico anche delle altre alture che esploreremo), che si snoda dapprima tra villaggi, eucalipti e campi coltivati, ma che alla fine raggiunge uno splendido tratto di foresta. Ciò che siamo venuti a fare qui è vedere l’Occhialino di South Pare, che quasi tutti i tassonomisti considerano una specie a sé stante: molto più scuro di tutti gli altri occhialini, grigio-verdastro, questo uccelletto è molto comune in questa foresta. Un altro endemismo, condiviso con gli Usambara, è la Nettarina duecollari degli Usambara (separata dalla Nettarinia duecollari orientale). Potremo vedere anche il giganteco Bucero casco bianconero, il grazioso Gruccione pettocannella, tipico delle aree montane, la Rondine serrata nera, il Bulverde montano testanera (il primo di diverse specie simili tra loro che fino a poco tempo fa confluivano in un'unica specie, il Bulverde montano orientale), il Saltimpalo africano (Clements, però, nella sua ultima checklist, ha ricondotto le popolazioni africane alla stato di sottospecie del Saltimpalo comune), il Frattarolo di foresta, la Cincia panciabianca, la superba Nettarinia malachite, lo Storno alirosse. Scenderemo poi di nuovo a valle percorrendo la pianura costellata da acacie che separa le South Pare dagli Usambara West. Pernotteremo tre notti alla Maweni Farm. Una passeggiata intorno al nostro lodge ci permetterà di vedere le prime specie di quest’area: in un laghetto vicino Tessitori beccogrosso e Tessitori dorati africani costruiscono freneticamente i loro nidi, e sugli alberi intorno Tessitori testarossa, Tessitori dei villaggi e Tessitori baghlafecht contribuiscono ad aumentare le grida e gli strepiti della colonia lacustre.



 

Le South Pare sono il primo gruppo montuoso che visiteremo. L'Occhialino di South Pare sarà il nostro primo endemismo montano della Tanzania (anche se Clements lo considera ancora una sottospecie dell'Occhialino quattrocchi, il cui areale va dall'Etiopia al Kenya (© Николай Усик, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Il bellissimo Gruccione pettocannella è endemico delle aree montuose dell'Africa orientale (© Michael Sammut)




Non c'è nettarinia che non strappi un ooh di ammirazione ai birdwatcher, e perchè "specie buona" per la checklist e perchè le bestiole sono tra le più belle dell'avifauna africana. La Nettarinia malachite è diffusa dall'Etiopia al Sudafrica. In Tanzania preferisce le aree aperte di alta montagna e avremo numerose occasioni di vederla, dalle South Pare alle Udzungwa (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Tessitore anomalo, il Tessitore testarossa è l'unico ad avere il becco completamente vermiglio (© Roberto Garavaglia)
6° e 7° giorno) la catena dei monti Usambara è divisa in Usambara Ovest e Usambara Est dalla valle del fiume Lengwera. In questi due giorni esploreremo gli Usambara Ovest, alla ricerca dei suoi gioielli ornitologici, focalizzando le nostre esplorazioni nelle splendide foreste di Mazumbai e Magamba. Gli Usambara West sono una catena montuosa che si stende da sud-est a nord-ovest e che separa le aree aride del Kenya meridionale dalle steppe masai della Tanzania centrale. Come in altre regioni della Tanzania, la deforestazione ha pesantemente trasformato gli Usambara, ma alcune aree sono ancora coperte da foreste praticamente vergini, e qui cercheremo le sei specie di uccelli che ci aspettiamo di vedere, o di sentire; già, perché alcune di queste specie sono notoriamente poco collaboranti: vivono nel sottobosco, o in mezzo alle erbe alte, a volte cantano a squarciagola a pochi metri dal birdwatcher, che, frustrato, non riesce a inquadrarle neanche per un istante. Campione di questo fastidioso comportamento è il Golamacchiata, una specie di incerta affinità (i tassonomisti l'hanno ficcato insieme agli "zuccherieri", famiglia sudafricana dei Promeropidae, vicino ai "tordi sgignazzanti" asiatici): avremo comunque possibilità di vedere questo uccello anche in altre tappe del nostro tour, poiché vive in tutte le Eastern Arc. Avremo solo questi due giorni, invece, per vedere l’Akalat degli Usambara, il Tordo degli Usambara, il Tessitore degli Usambara e la locale sottospecie del Bulverde montano testanera (la ssp usambarae dovrebbe presto essere specie buona). Altre specie che, pur non essendo endemiche di queste montagne, sono qui più facili da osservare che in altri monti della Tanzania, sono l’Alete pettobianco (canta dappertutto, ma non sta posato più di tre secondi!) e l’Uccello sarto africano (gli uccelli-sarto sono un genere tipicamente asiatico e questa specie è una delle due sole specie africane). Naturalmente queste foreste sono ricche di altri uccelli e non avremo tempo di arrabbiarci per la fatica della ricerca delle sei “stelle” locali; il cielo è sempre pieno di rapaci, come la Poiana montana, l’Aquilastore di Ayres, il possente Aquilastore coronato e l’Astore nero, e di stormi frenetici di rondoni di diverse specie, come il Rondone eurasiatico, il Rondone murino, il Rondone codaspinosa maculato e il Rondone cosaspinosa pipistrello. Tra le altre specie di uccelli di quest’area ricordiamo: Piccione oliva africano, Piccione di Delegorgue, Tortora boschereccia macchieblu, Tortora cannella, Tortora tamburina, Tortora fosca, Cuculo codalunga barrato, Cuculo di Klaas, Cuculo pettorosso, il meraviglioso Trogone codabarrata, Picchio oliva, Barbettino dai mustacchi, Pettirosso stellato, Pigliamosche fosco africano, Pigliamosche cenerino, Occhialino africano, Pigliamosche crestato codabianca, Pigliamosche del paradiso africano, Batis codacorta, Averla di macchia frontenera, Bubu di Fülleborn, Puffino dorsonero, Averla cuculo grigia, Apalis testanera, Apalis golabarrata, Frattarolo cannella, Luì golagialla, Storno di Sharpe, Storno di Waller, Storno di Kenrick, Nettarinia oliva orientale, Tessitore baglafecht, Tessitore di foresta, Alacremisi facciarossa, Beccasemi striato, Venturone meridionale, Fringuello oriolo, Estrilda panciagialla. Tra le altre specie di bulbul degli Usambara ricordiamo il Bulverde minore, il Bulverde di Shelley, il Bulverde placido (che alcuni tassonomisti considerano specie separata dal Bulverde di Cabanis), il Bulverde striegialle e il Bulverde guancestriate, endemico, quest'ultimo, di Kenya meridionale e Tanzania. La sera effettueremo un’escursione per cercare il Gufo reale degli Usambara (non completamente endemico di queste montagne perché vive anche negli Uluguru) e il Succiacapre degli Usambara (considerato da qualche Autore una specie buona rispetto al Succiacapre montano).




 

 



Una veduta della regione occidentale dei monti Usambara, uno spettacolo di foreste montane, balze rocciose e macchia arbustiva (© David Ashby, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Se la fortuna è fondamentale per vedere bestiole come il Golamacchiata e il Golastriata, l'incontro con il Tordo degli Usambara è quasi assicurato! (© Michael Sammut)




Al pregio di essere endemico della Tanzania (oltre che a Usambara, è presente anche sugli Udzungwa), il Tessitore degli Usambara aggiunge quello della sua grande bellezza. Ci vorrà un pò di pazienza, ma dovremmo riuscire a vederlo bene (© Michael Sammut)




Questo Bulverde minore è una delle numerose specie di bulbul, bulverdi e bulbruni che fanno impazzire i birdwatcher: tutti grigi, verdi o grigioverdi, tutti più o meno della stessa misura. Contiamo sulla nostra brava guida locale che sa identificarli anche, e soprattutto, dal canto (© HectonichusCreative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
8° giorno) dopo una piccola escursione pre-colazione intorno al nostro lodge, ci trasferiremo alle Usambara East, dove pernotteremo tre notti al campo tendato di Emau Hill. Scenderemo dai monti Usambara Ovest raggiungendo i confini settentrionali delle sterminate steppe masai e in questo habitat potremo vedere nuove specie interessanti per il nostro tour, come il Rondone cafro, la Pispola striata, il Sassicolo di rupe imitatore, la Camarottera dorsoverde (nella sua sottospecie “dorsogrigio”), la Cisticola facciarossa, la Chagra capobruno, la Rondine montana rupicola, il Tessitore dagli occhiali, l’Amaranto africano. Poi la strada inizia ad inerpicarsi con ripidi tornanti, per arrivare alla celebre riserva di Amani. Il nostro lodge tendato è un ONLUS il cui ricavato è utilizzato per aiutare l’economia locale creando lavoro, per conservare l’ambiente e per costruire infrastrutture sanitarie. Pernottando qui aiuteremo tutto ciò, e il fatto che potremo vedere nei giardini del campo molti uccelli tra cui la Nettarinia di Amani e l’Uccello sarto beccolungo, sarà senz’altro il (grandemente) dilettevole da associare all'(eccezionalmente) utile.

9° e 10° giorno) gli Usambara East di differenziano da tutti gli altri blocchi montani che visiteremo lungo il tour perché le sue foreste (le poche rimaste dopo la deforestazione che le ha sostituite con grandi piantagioni di tè) ricevono una grande quantità di pioggia durante l’anno; sono infatti situate a soli 35 km dalla costa dell’Oceano Indiano. La rigogliosa vegetazione rimasta ospita quindi molte specie di uccelli tipiche delle foreste costiere, e le specie presenti in altre montagne vivono qui ad altitudini inferiori. Ad Amani esploreremo foreste montane vere e proprie, ma anche foreste sub-montane e planiziali, e in ciascuno di questi habitat cercheremo le splendide specie tipiche (e qualcuna endemica) di questi monti. Nonostante il nome, la Nettarinia di Amani, non è endemica della riserva (si trova anzi anche in Kenya, nella foresta di Sokoke), così come, nonostante il nome riferito agli Uluguru (un altro blocco montuoso della Tanzania) è solo endemica dell’Africa Orientale la Nettarinia dorsoviola degli Uluguru: vedremo entrambe le specie nei giardini del nostro lodge! Dovremo faticare un po’ di più per vedere un’altra nettarinia, questa sì endemica della Tanzania: la Nettarinia fasciata. Altre due specie molto difficile a vedersi, una pechè vive perennemente nel folto della chioma della foresta, l’altra perché, al contrario, ne frequenta l’intricato sottobosco, sono l’Iliota degli Usambara e l’Akalat di Sharpe. La nostra guida locale conosce i territori dell’Uccello sarto beccolungo (conosciuto anche come Apalis beccolungo) e, a cominciare da quello adiacente al nostro lodge, li controlleremo tutti fino a quando vedremo questo grazioso uccelletto. Fortunatamente molte altre specie di uccelli sono più facili a vedersi, a cominciare dai rapaci, che potremo vedere in cielo fermandoci nelle numerose radure della foresta: Baza africano, Astore africano, Biancone fasciato, Gimnogene africano. La foresta è ricca anche di specie di uccelli spettacolari, o per le grandi dimensioni o per i colori meravigliosi (anche se comunque difficili a localizzarsi nel fitto della vegetazone): Bucero coronato, Bucero trombettiere, Piccione verde africano, Turaco di Fischer, Cuculo smeraldino africano, Malcoa africana, Barbetto verde, Martin pescatore dal semicollare. Effettueremo un’escursione serale alla ricerca dell’Allocco africano e, di nuovo, del Gufo reale degli Usambara. Tra le altre specie che potremmo vedere ad Amani: Rondone codaspinosa di Bohm, Martin pescatore monaco, Picchio di Mombasa, Barbettino verde, Barbetto guancebianche, Indicatore pallido, Indicatore minore, Indicatore golasquamata, Picchio cardinale, Picchio dorsoverde, Bulverde minuscolo, Nicator orientale, Tordo del Kurrichane, Tordo formichiere codarossa, Canapino africano, Pigliamosche giallo, Pigliamosche averla bianconero, Pigliamosche crestato africano, Averla crestata frontecastana, Drongo codaquadra, Oriolo testaverde, Bubu tropicale, Storno pancianera, Nettarinia bandaviola, Nettarinia dal collare, Macchiettino di Peters, Macchiettino dorsoverde, Estrilda comune, Munia bronzea, Zigolo di Cabanis.




Una magnifica veduta degli Usambara East, la catena orientale degli Usambara, separata dagli Usambara West dai lembi settentrionali delle steppe masai (© Joachim Huber, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




L'Averla piumata frontecastana è una delle più belle del gruppo delle "averle piumate"; come tutte le congeneri si muovono in gruppo ciarlando e strepitando (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Una delle più belle cossife africane, la Cossifa cigliabianche, grandiosa canterina (© Michael Sammut)




Il Barbetto guancebianche è una delle quindici specie di barbetti e barbettini che potremo vedere durante il tour (© Dick Daniels, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
11° giorno) effettueremo oggi un lungo trasferimento a Ifakara, dove pernotteremo una notte in un hotel (piuttosto rustico) della città. Ci fermeremo lungo il percorso tutte le volte che lo riterremo opportuno (c’è sempre qualche specie nuova da incamerare in un trasferimento in cui si passa attraverso habitat diversi). Attraversando il Mikumi National Park, vedremo i primi branchi di mammiferi tipici delle savane africane.

12° giorno) effettueremo oggi una gita in battello lungo il fiume Kilombero. Nelle piane alluvionali del Kilombero, alcuni ornitologi inviati qui per una ricerca scoprirono nel 1986 tre nuove specie di uccelli: il Tessitore del Kilombero, ufficialmente descritto alla scienza, e due specie di cisticole, che, al contrario, attendono ancora un nome scientifico ufficiale; esse sono conosciute soltanto con il nome vernacolare: Cisticola del Kilombero e Cisticola codabianca; al contrario di quasi tutte le cisticole, queste due specie, in parte per l’habitat che frequentano, in parte per il canto, in parte per il piumaggio abbastanza caratteristico, sono abbastanza facili da identificare. Dopo aver localizzato le tre specie target, ci imbarcheremo su una piroga per vedere da vicino, lungo le rive del fiume, le meraviglie ornitologiche locali. Come in tutti gli ambienti umidi africani, non sarà difficile vedere Pellicani bianchi, Aninghe africane, Aironi rossi, Aironi testanera, Nitticore comuni, Aironi intermedi, Umbrette, Ibis hadada, Oche armate, Corrieri piccoli, Albastrelli, Piro piro culbianchi, Gambecchi comuni, Pavoncelle testabianca, Pavoncelle dai bargigli, Corrieri trebande, Ralli neri. Con fortuna potremo vedere numerosi Becchi a forbice africani volare a pelo d’acqua alla caccia dei gamberi di cui si nutrono. In cielo molti avvoltoi scrutano le piane sottostanti alla ricerca di cibo: Avvoltoi cappuccini, Avvoltoi testabianca e Avvoltoi dorsobianco. La vegetazione riparia, canneti e cespugli, ospita numerose specie di uccelli: Cucal codarame, Cuculi bianconeri, Cuculi didric, Martin pescatori giganti, Martin pescatori bianconeri, Gruccioni minori, Gruccioni frontebianca, Ghiandaie marine pettolilla, Martin pescatori malachite, Martin pescatori giganti, Rondini codafili, Rondini groppagrigia, Topini disadorni, Garruli sagittati, Cannaiole africane, Cannaiole minori, Forapaglie, Chagre di palude (nella locale sottospecie anchietae, considerata ormai quasi universalmente una specie a sé stante), Prinie alirosse, Bengalini zebrati, Vedove codaventaglio, Vedove codaspillo, Tessitori parassita. Nel pomeriggio ci trasferiremo a Sanje dove pernotteremo in un lodge situato nei pressi dell’Udzungwa Mountains National Park. Il lodge è ancora una volta piuttosto rustico, ma una pozza d’acqua circondata da un piccolo canneto ospita la Cisticola del Kilombero!



La gita in battello lungo il fiume Kilombero sarà il secondo evento di birdwatching "umido" del tour (tra una foresta e l'altra ci vuole!). Il Becco a forbice qui sopra, che vedremo in grandi branchi sulle rive del fiume, appare davvero ridicolo, con quel suo lungo e apparentemente innaturale becco; in realtà il becco ha la sua funzione: l'uccello vola radente l'acqua e la branca inferiore tira su gli invertebrati di cui si ciba, come una schiumarola tira su i detriti dal brodo (in inglese questi uccelli si chiamano skimmer che in italiano vuol dire, appunto, schiumarola (© Robert MuckleyCreative Commons Attribution 2.0 Generic)




Lungo il fiume vedremo anche numerose specie di martin pescatori, tra cui il colosso del gruppo, il Martin pescatore gigante (© Fotolia)




Il Rallo nero sta quasi sempre infrattato tra le canne, ma a volte fa delle corsette all'aperto, quando la strana associazione cromatica rosso-giallo-nero, cattura l'attenzione dei birdwatcher (© Dick Forsman)




La Pavoncella testabianca è comune lungo tutti i grandi fiumi africani (© Michael Sammut)
13°/15° giorno) in questi tre giorni esploreremo l’Udzungwa Mountains National Park, che si estende per quasi duemila chilometri quadrati nella regione meridionale delle Eastern Arc Mountains, raggiungendo l’altitudine massima a 2579 metri. Le aree di foresta che ospitano le specie di uccelli più rare e carismatiche sono ben distanti dalle strade principali e sarà quindi necessario effettuare un trekking abbastanza impegnativo e campeggiare nel fitto della foresta. La nostra organizzazione locale provvederà a tutta l’attrezzatura per il camping; pernotteremo in tenda le prime due notti e in un hotel di Sanje la terza notte. Le montagne Udzungwa sono uno scrigno naturalistico che racchiude tesori ornitologici fantastici, alcuni scoperti da poco e altri, probabilmente, ancora da scoprire. Nel 1983 una specie di nettarinia sconoscita alla scienza fu scoperta qui, la graziosissima Nettarinia alirossicce; e ancora più suggestiva fu la scoperta di una nuova specie di pernice: nel 1991 un gruppo di ornitologi che stava studiando l’avifauna locale, si accingeva a consumare il frugale pasto serotino, a base di un qualche volatile locale, approvvigionato dallo staff dei locali portatori e cacciatori; non ci volle molto agli scienziati per capire che le dimensioni di ali e corpo non si confacevano a nessun galliforme conosciuto! Chiesero allo staff che si portasse loro un esemplare vivente del gustoso stufato e quando si trovarono di fronte a quella piccola pernice, rimasero stupefatti. Gli studi e gli approfondimenti generici stabilirono che la Pernice degli Udzungwa era una parente prossima delle “pernici di collina” asiatiche (genere Arborophila). Oltre alle due specie summenzionate, altri uccelli localizzati a quest’area montagnosa sono il Bulverde golagialla (un'altra specie del complesso "bulverde montano orientale"), l’Akalat di Iringa, la deliziosa Nettarinia di Moreau, il Beccasemi di Tanzania, il Beccolungo di Kretschmer e, soprattutto, il misterioso Golastriata (misterioso nel senso che le sue abitudini assolutamente schive lo rendono praticamente invisibile; questa bestiola è parente del Golamacchiata e come quest’ultimo è vicina agli "zuccherieri" sudafricani. Nella ricerca delle specie più difficili, avremo comunque l’opportunità di vederne molte altri più facili, come gli splendidi Trogone narina, Turaco crestaviola e Turaco di Livingstone, la Faraona crestata, la più bella tra le apalis, l'Apalis alibianche, insieme all’Apalis testabruna e all’Apalis di Chapin, il Barbettino groppagialla, il Beccolargo africano, il Pettirosso di Swynnerton, la Cossifa capirossa, la Cossifa cigliabianche, l’Averla piumata di Retz, il Pigliamosche di Livingstone, lo Storno beccosottile, la Cisticola canora. Nel parco vivono anche due favolose scimmie, il Colobo degli Iringa, di cui esistono solo poche centinaia di individui, e il Colobo d’Angola.

Il Turaco di Livingstone, uno dei tre magnifici turachi montani che potremo vedere durante il tour, raggiunge in Tanzania il limite settentrionale del suo areale. E' incredibile come, a volte per non dire spesso, questo turaco, grosso e colorato, sia difficilissimo da vedere tra le frasche, dove si nasconde e tra le quali si muove velocissimo (© Dean Croshere, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Lo splendido Trogone narina è un altro esempio di uccello colorato difficile da vedere; quasi sempre immobile nel fitto della foresta o ci si imbatte per caso o lo si localizza in virtù del suo monotono richiamo, simile all'abbaiare di un cane (© Patty McGannCreative Commons Attribution 2.0 Generic)
16° giorno) dopo un’ulteriore esplorazione mattutina negli Udzungwua, ci trasferiremo al  Mikumi National Park, dove pernotteremo tre notti in un (finalmente) splendido lodge tendato all’interno del parco. Lungo il percorso effettueremo una deviazione per visitare la Baobab Valley. La vallata, che si estende intorno al fiume Ruaha, è caratterizzata dalla vegetazione lussureggiante e, in alcune aree, dai baobab che punteggiano i fianchi delle colline e le danno il nome. Il motivo ornitologico di questa visita è la presenza, in queste aree, di due specie tipiche della Tanzania centro-occidentale, che nella Baobab Valley raggiungono l’estremità orientale dell’areale: il Bucero di Ruaha e lo Storno cenerino. Il Bucero di Ruaha è una delle sottospecie del “complesso” del Bucero beccorosso, diffuso in tutto il continente africano: endemica della Tanzania, è considerata specie a sé stante dagli ornitologi africani; lo Storno cenerino è uno strano ed elegante storno, comune nei parchi del nord-ovest, ma molto localizzato nel centro del paese. Raggiungeremo il Vuma Hill Tented Camp in tempo per un’iniziale esplorazione delle aree intorno al lodge, ma già entrando nel parco, avremo l’opportunità di ammirarne la ricchezza dell’avifauna e il gran numero di erbivori che sciamano nelle praterie. Le cene che effettueremo al campo, al chiarore del fuoco, avranno ospiti interessanti, come il grazioso Galagone gigante, che viene a mangiare la frutta gentilmente offerta dallo staff del lodge, e il “cattivissimo” Ratele, o Tasso del miele (pare che abbia abitudini estremamente aggressive, sia nei confronti delle sue prede, soprattutto serpenti, che dei suoi predatori).

17° e 18° giorno) il Mikumi National Park protegge più di 3000 chilometri quadrati di savana, foresta a galleria e, soprattutto, miombo. Miombo è un termine swahili che identifica la Brachystegia, un genere di alberi che, con numerose specie, è diffuso nelle regioni centromeridionali del continente africano, dall’Angola alla Tanzania. Molte sono le specie di uccelli tipiche del miombo, e alcune di esse sono indissolubilmente legate ad esso. Nei due giorni che trascorreremo a  Mikumi, esploreremo tutti gli ambienti del parco, per cercarne le specie più tipiche, e avremo l’occasione di vedere anche numerose specie di mammiferi. Nelle aree più aperte camminano grotteschi (ma affascinanti) Bucorvi meridionali, eleganti Segretari, chiassosi Francolini collogiallo, Francolini coqui, Francolini crestati e Faraone comuni, impettite Otarde pancianera e un nugolo di altri uccelli svolazzano in ogni cespuglio, prato, canneto e albero del parco: Gruccioni carminio settentrionali, Barbetti crestati, Pendolini africani, Batis testanera (della distintiva sottospecie orientale, dal canto molto diverso), Cucal neri, Unghialunghe golagialla, Chagre capinere, Storni ametista, Storni superbi, Fiscal codalunga, Cisticole gracidanti, Cisticole del deserto, Macchiaroli africani, Cordon blu meridionali, Quelea testarossa, Vedove alibianche, Canarini frontegialla, Zigoli pettodorato. Ci dedicheremo con particolare attenzione alla ricerca delle specialità del miombo; sugli alberi, spesso bene in vista Ghiandaie marina codaracchetta, Gruccioni di Bohm e Buceri beccochiaro, sugli arbusti più bassi Picchi di Reichenow, Sassicoli neri testabianca, Garruli bianconeri settentrionali, Tordi delle palme dal collare, Codirossoni del miombo, Cince panciarossiccia (le popolazioni locali sono considerate una specie buona, la Cincia pettocannella), Nettarinie di Shelley, Amaranti di Jameson, Pitilie aliarancio. In ogni parco caratterizzato da savana e prateria, ricche di erbivori, non possono mancare i rapaci, che a Mikumi sono molto ben rappresentati: Biancone pettonero, Astore cantante scuro, Aquila delle steppe, Aquila marziale, Aquila di Wahlberg, Poiana grillaia, Albanella minore, Lodolaio eurasiatico e lo splendido Gheppio di Dickinson. Nella zone umide del parco potremo vedere, tra le altre specie, Cicogna sellata, Cicogna bianca, Oca dal pettine, Occhione maculato, Pavoncella coronata. Nelle aree più forestate di Mikumi troveremo altre interessanti specie: Pappagallo testabruna, Ghiandaia marina beccolargo, Civettina perlata, Civettina barrata africana, Becco a scimitarra comune, Barbettino frontegialla, Barbetto dal collare, Indicatore maggiore, Picchio barbuto, Batis chiaro, Averla piumata di Retz, Brubru, Averla cuculo pettobianco, Oriolo testanera, Storno splendente guanceblu meridionale (considerato ormai una specie differente dallo Storno splendente guanceblu minore), Petronia golagialla, Tessitore testarossa. Per finire, qualche altra specie che potremmo incontrare nel parco: Cuculo di Levaillant, Cuculo nero, Cuculo africano, Gruccione eurasiatico, Upupa africana (considerata specie buona solo dagli ornitologi africani, mentre per Clements è una sottospecie dell’Upupa eurasiatica), Martin pescatore pigmeo africano, Allodola battiali, Rondine delle moschee, Balestruccio eurasiatico, Garrulo sagittato, Pigliamosche pallido, Pigliamosche nero meridionale, Eremomela capoverde, Eremomela panciagialla, Iliota panciagialla, Averla piumata crestabianca, Averla piccola, Averla di macchia testagrigia, Averla cuculo nera, Rigogolo, Nettarinia ametista, Nettarinia pettoscarlatto. Effettueremo come al solito escursioni serotine nelle quali potremmo incontrare gufi e succiacapre; tra questi ultimi le specie più probabili sono il Succiacapre colloflammeo e il Succiacapre del Gabon. Anche se non così ricco di mammiferi come i grandi parchi del nord, Mikumi ospita migliaia di erbivori: Elefante africano, Zebra comune, Giraffa, Bufalo africano, Antilope eland, Gnu, Antilope bohor, Kudu maggiore, Impala, Antilope delle sabbie, Ippopotamo, Babbuino, Facocero. Sulle schiene di Zebre e Bufali potremo vedere i loro commensali abituali, le Bufaghe beccorosso e beccogiallo. Con fortuna potremo incontrare il Leone, il Ghepardo, il Leopardo e, qualora la fortuna sia moltissima, una truppa di Licaoni.


Il Mikumi National Park è uno dei grandi parchi della Tanzania meno conosciuto, ma dal punto di vista del birdwatching è ugualmente splendido; qui si possono trovare specie che sono comuni in Sudafrica e qui raggiungono il limite nord del loro areale, come il favoloso Gruccione di Bohm e il fantastico Gheppio di Dickinson. Non mancano, naturalmente, i grandi mammiferi, inclusi i predatori (© Mwanasimba, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Questo arcigno Storno cenerino è un altro endemismo della Tanzania. E' comune nei grandi parchi del nord-ovest del paese, ma è presente anche a Mikumi (© Yathin S Krishnappa, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Un Bufalo cafro con annessi i suoi pulitori, le Bufaghe beccorosso (© Michael Sammut)




Il Francolino crestato è il francolino più comune delle savane africane; lo vedremo spesso correre in piccoli branchetti (© Altaipanther, Pubblico Dominio)




Uno dei più bei gruccioni africani, forse il più bello: il Gruccione carminio settentrionale raggiunge al Mikumi National Park il limite sud del suo areale (© Dick Forsman)




Il Licaone è uno dei mammiferi più rari e difficili da osservare del continente africano. Contiamo su un pò di fortuna per incontrarlo (© Sumeet Moghe, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Ospite serotino regolare del nostro lodge a Mikumi è una coppia di graziosi Galagoni giganti (© Michael Sammut)
   
19° giorno) dopo un’ulteriore breve esplorazione pre-colazione del parco di Mikumi, ci trasferiremo a Morogoro, da dove proseguiremo per le Uluguru Mountains, dove pernotteremo due notti in un campo tendato appositamente allestitoci dalla nostra organizzazione locale; ciò è indispensabile per avere le migliori chances di vedere le specie target di questa area montuosa, la splendida Averla di macchia degli Uluguru e la graziosa Nettarinia di Loveridge. Il massiccio montano degli Uluguru raggiunge i 2600 metri di altezza: le poche aree di foresta sopravvissute ad una deforestazione selvaggia si estendono al di sopra di campi coltivati e fattorie. Raggiungeremo queste foreste dapprima in macchina e poi, con un discreto sforzo finale, con un trekking abbastanza impegnativo. Lo sforzo sarà ampiamente ripagato dalla spettacolarità della foresta e dagli uccelli che vedremo. Inizieremo già nel tardo pomeriggio l’esplorazione della foresta.

20° e 21° giorno) l’Averla di macchia degli Uluguru è una delle specie di uccelli con l’areale più ristretto. Esistono ormai meno di mille individui di questa spettacolare averla di macchia e la sua ricerca sarà emozionante di per sé; l’esperienza della nostra guida locale, comunque, dovrebbe metterci in grado di localizzare e vedere da vicino il rarissimo uccello. L’altro endemismo degli Uluguru è la bellissima Nettarinia di Loveridge, che vive nel fitto della foresta, ma che a volte ne frequenta anche i bordi, dove sarà molto più facile vederla. Altre specie di uccelli che potremmo vedere sugli Uluguru sono: l’Aquilastore africano, il Rondone maculato, il Rondone africano, la Rondine d’Angola, il Bulverde montano degli Uluguru (non ancora universalmente accettato come specie buona), il Bulbruno terragnolo, la Cisticola trillante, la Ballerina montana, il Batmocerco di Moreau (nome orrendo per un uccelletto magnifico), la Cossifa fianchioliva, il Tordo terragnolo arancio, il Pigliamosche ardesia occhibianchi, il Tordo montano, il Luì bruno, il Vescovo giallo, il Tessitore di Bertram. Nel primo pomeriggio del 21° giorno torneremo alla nostra vettura e inizieremo il trasferimento a Bagamoyo, a nord di Dar Es Salaam, dove pernotteremo due notti un un confortevole hotel sulla spiaggia. Potremo già fare un poco di seawatching in serata.


Dalle radure delle Udzungwa Mountains alzeremo spesso gli occhi al cielo dove potremmo vedere uno dei più bei rapaci africani, l'Aquilastore africano (© Whifflepeg, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Chissà qual è lo scopo di splendidi piumaggi multicolori, quando ci sarebbe la necessità di avere un piumaggio sobrio che permetta di non farsi vedere dai predatori. Fatto sta che gli Udzungwa sono pieni di uccelli splendidamente variopinti, come questo Pettirosso stellato (© Alan MansonCreative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Il Bulbruno terragnolo è invece molto poco colorato e la sua identificazione richiede un pò di concentrazione (© Alan Manson,  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
   
22° giorno) piazzeremo oggi i cannocchiali su un rilievo da cui si può controllare la costa dell’oceano. Vedremo un grande numero di limicoli, aironi, sterne e gabbiani. Tra le specie più suggestive ricordiamo la Droma, stranissimo limicolo simile ad una tozza avocetta che si ciba dei granchi che sciamano sulla sabbia, il Corriere di Leschenault, il Corriere mongolo, il Piro piro del Terek, il Piviere dorato del Pacifico, il Corriere frontebianca, la Garzetta del reef occidentale, il Gabbiano fuligginoso, la Sterna di Saunders, la Sterna crestata, la Sterna di Rüppell, la Cicogna lanosa. Vedremo anche la Pivieressa, il Corriere grosso, il Chiurlo piccolo, il Chiurlo maggiore, la Pittima minore, il Piovanello, il Gabbiano comune, la Sterna maggiore, la Sterna crestata. Con fortuna, come ci è accaduto nel primo Ornitour in Tanzania, potremmo vedere rarità come la Fregata maggiore. Ci recheremo anche ad una splendida laguna circondata dalle mangrovie dove cercheremo la specialità locale, il Martin pescatore delle mangrovie, una specie presente solo lungo le coste centro-meridionali dell’Africa orientale. Potremmo vedere anche nuove specie, come l’Avvoltoio delle palme, il Barbettino dai mustacchi e l’Uccello topo nucazzurra.

23° giorno) raggiungeremo oggi l’aeroporto di Dar Es Salam dove ci imbarcheremo sul volo per Kilimanjaro. Trascorreremo poi qualche ora al Kia Lodge, vicino all’aeroporto, dove potremo rinfrescarci in albergo e fare ancora un poco di birdwatching nei giardini del lodge, molto ricchi di uccelli. Potremmo aggiungere alla lista specie nuove come il Falco pecchiaiolo occidentale, il Nibbio bianco, la Tortora piangente africana, il Picchio di Nubia, il Canapino pallido orientale, l'Apalis panciacamoscio, la Nettarinia duecollari orientale. In serata trasferimento all’aeroporto e imbarco sul volo per Roma, ancora via Nairobi e Addis Abeba.

24° giorno) arrivo a Roma e fine del viaggio.

 

 



Le spiagge di Bagamoyo sono un paradiso di limicoli; il più grazioso di tutti è il Corriere frontebianca (© Justbirds)




Dovremo fare attenzione nell'identificazione del Corriere di Leschenault, molto simile al Corriere mongolo, con cui può becchettare fianco a fianco (© Dick Forsman)




Il Martin pescatore delle mangrovie è confinato alla costa atlantica dell'Africa, dal Kenya al Sudafrica. Avremo ottime chances di vederlo a Dar Es Salam (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)


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