I Caraibi evocano immagini di pirati e bucanieri, corsari e filibustieri, in parte realmente esistiti, come Francis Drake, in parte frutto della mente fervida di scrittori come il nostro Emilo Salgari, che si inventò il Corsaro Nero, protagonista del ciclo dei Corsari delle Antille. Le Antille, o meglio le Grandi Antille, o meglio due di esse, sono la meta di questa novità Ornitour, mai proposta in precedenza. Le Grandi Antille si susseguono da ovest ad est nel Mar dei Caraibi: Cuba, Giamaica, Hispaniola e Portorico. Le ultime due sono la meta di questo Ornitour (su Hispaniola visiteremo però solo la parte orientale, che corrisponde amministrativamente alla Rebubblica Dominicana). Hispaniola era conosciuta in epoca precoloniale con il nome di Quisqueya (madre di tutte le terre) o Babeque, poi ribattezzata Hispaniola, L'isola era abitata da una popolazione chiamata Taino, termine che, nella lingua indigena, aveva il significato di "il buono" o "nobile". Hispaniola ha a che fare qualche cosa con l'Italia e qualche cosa con la storia del mondo, poiché il 5 dicembre 1492 le caravelle di Cristoforo Colombo arrivarono nell'isola, che venne denominata la Española. Da allora la dominazione spagnola portò a stretti rapporti tra storia e leggenda perché in effetti filibustieri e bucanieri occuparono la parte ovest dell'isola (la celebre Tortuga) e la utilizzarono come principale sede di partenza per gli attacchi alle navi dirette e provenienti dall'Europa. La storia di Hispaniola fu anche strettamente legata al traffico degli schiavi dall'Africa che furono utilizzati per le estese coltivazioni della canna da zucchero: si calcola che nella seconda metà del XVI secolo fossero presenti sull'isola più di 20 000 africani provenienti da tribù differenti, mentre i taino erano praticamente estinti; oggi circa il 78% dei dominicani è di discendenza dai primi schiavi africani, mentre il 22% dei dominicani è invece composto da bianchi di origine europea, prevalentemente spagnola. Oggi l'isola di Hispaniola è divisa tra Repubblica Dominicana, che occupa i due trezi orientali dell'isola, e Haiti. Dove faremo birdwatching? dove cercheremo i meravigliosi endemismi dell'isola: il territorio dominicano è prevalentemente montuoso, dominato dalla Cordillera Central, nella quale spicca il Pico Duarte, massima vetta dei Caraibi, di 3 087 metri. Altre catene montuose sono la Cordillera Septentrional o Sierra de Monte Cristi, la Cordillera Oriental, la Sierra de Yamasá, la Sierra de Samaná, la Sierra de Baoruco, la Sierra de Neyba e la Sierra Martín García. L'avifauna della Repubblica Dominicana è spettacolare: sono state registrate 245 specie, di cui una trentina (l'imprecisione è dovuta a diverse valutazioni tassonomiche) sono endemiche dell'isola (l'entità geopolitica della Repubblica Dominicana non ha in realtà endemismi, poichè le specie confinate all'isola sono presenti anche sulla parte haitiana di Hispaniola); ulteriori nove specie sono endemiche dei Caraibi. Il target principale del soggiorno sulla Repubblica Dominicana sarà lo strano Uccello delle palme, un animale di incertissima collocazione tassonomica, tanto da meritarsi una famiglia tutta per lui, i Dulidae, incastrata tra altre stranezze come i Ptilogonatidae (i pigliamosche di seta) e gli Hylocitreidae (anch'essa una famiglia monotipica con una bestiola endemica di Sulawesi). Le altre specie endemiche sono un semimisterioso rapace diurno, una tortora-quaglia, due pappagalli, due cuculi, un barbagianni, due succiacapre, un colibrì, uno splendido trogone, due picchi, due todi (la famiglia dei Todidae è endemica delle Grandi Antille), tredici Passeriformi. Due dei suddetti Passeriformi aspettano ancora una collocazione definitiva: sembra che la Parula codaverde e la Parula alibianche siano in realtà molto più affini alle tanagre (un paio di autori hanno creato una famiglia apposita, Phaenicophilidae, che risulterebbe anch'essa endemica delle Grandi Antille). Il nostro tour inizierà con la visita alla Sierra de Baoruco, dove esploreremo le varie sezioni altitudinali, a partire dai boschi di pianura, dove dovremmo ticcare senza problemi l'Uccello delle palme e vedere il Barbagianni cenerino; più in alto, cercheremo gli altri endemismi, come il Pappagallo di Hispaniola, il Cuculo lacertiero di Hispaniola, il Cuculo pettobaio, il Picchiolo delle Antille, il Picchio di Hispaniola, il Piuì di Hispaniola, il Vireo beccopiatto, la Tanagra delle palme capinera e lo Spindalis occidentale (due altri possibili Phaenicophilidae). Passeremo una notte in un campo attrezzato nelle aree più elevate della sierra e qui, tra magnifiche foreste intricate di liane e ricche di bromeliacee e altre epifite, cercheremo gli endemismi più difficili, come la Tortora quaglia di Hispaniola, lo Smeraldo di Hispaniola, il Trogone di Hispaniola, il Todo beccosottile, le due già citate parule-tanagra, la Tanagra turdina occidentale (un altro possibile Phaenicophilidae), il Tordo di La Selle (l'endemismo più duro), il Corvo delle palme di Hispaniola e una stranezza geografica assoluta, il Crociere di Hispaniola. Durante il soggiorno sulle falde della Sierra de Baoruco, visiteremo due splendide zone umide, il Lago Enriquillo e la Laguna de Oviedo, dove vedremo migliaia di uccelli acquatici di decine di specie tra cui meravigliose Spatole rosee e Fenicotteri americani, giganteschi Pellicani bruni, aironi, ralli, limicoli e anatre di diverse specie. Ci trasferiremo poi al Los Haitises National Park, alla ricerca della sempre più rara Poiana di Ridgway. Durante le nostre escursioni su Hispaniola, toccheremo aree costiere dove potremo vedere elegantissimi Fetonti codabianca, Sterne reali e Sterne maggiori. Portorico, l'appendice caraibica degli Stati Uniti, è prevalentemente montagnosa e la Cordillera Central raggiunge i 1338 metri con il Cerro de Punta; i versanti delle montagne sono coperte da foreste sempreverdi nebulose e foreste decidue, ma il disboscamento selvaggio che ha avuto luogo fino al recente passato ha lasciato il segno, tanto che solo il 16% del territorio è forestato. Ma quello che è rimasto ospita un'avifauna altrettanto straordinaria di quella di Hispaniola; le specie endemiche sono tredici: un pappagallo, un cuculo, due colibrì, un todo, un picchio e sei Passeriformi, di cui due verosimili membri della già citata famiglia dei Phaenicophilidae. A Portorico esploreremo due aree: la Caribbean National Forest e la Maricao Forest, con una puntatina alla Guanica Forest. Nella Caribbean National Forest il target principale sarà il minacciatissimo Pappagallo di Portorico, uno dei pappagalli, e degli uccelli in genere, più rari del mondo: nel 2012 gli individui in libertà erano tra i 50 e gli 80 (ma i programmi di reintroduzione e di conservazione possono contare su 300 ulteriori individui in cattività); vedere questa splendida amazzone sarà per noi un grande privilegio. Nelle foreste del parco potremo vedere anche il Mango verde e lo Smeraldo di Portorico (i due colibrì), il Todo di Portorico, il Picchio di Portorico, la Tanagra di Portorico e lo Spindalis di Portorico (questi ultimi due i probabili Phaenicophilidae), il Ciuffolotto di Portorico (niente a che fare con il nostro paffuto fringuello, i "ciuffolotti" caraibici sono in realtà tanagre). Nella foresta di Maricao dovremmo riuscire a vedere, anche se con un pò di fatica, la seconda assoluta rarità dell'isola, la Parula dell'elfin, di cui si pensa esista una popolazione di non di più di 300 coppie; questa bestiola, come ricorda il nome, frequenta le foreste di elfin, un ecosistema costituito da piante nane ed epifite, tipiche delle quote più elevate. Gli altri endemismi di Maricao sono: Cuculo lacertiero di Portorico, Piuì di Portorico, Vireo di Portorico, Oriolo di Portorico. A Guanica potremo completare la collezione di endemismi con il Succiacapre di Portorico, l'Ittero spallegialle e la graziosa Parula di Adelaide. |
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La Tanagra della palme capinera è una delle undici specie di tanagre (incluse due specie di Spindalis e due di Parule) che sono state provvisoriamente sistemate in una nuova famiglia, i Phaenicophilidae (© Wwcsig, CC BY-SA 3.0)
Nella aree intorno alla laguna di Oviedo, il Corvo collobianco, abbastanza raro su tutta Hispaniola, ha invece una densità tale da permetterci una facile osservazione (© ZankaM, CC BY-SA 3.0)
Il Picchio di Hispaniola è abbastanza comune in tutta l'isola (© ZankaM, CC BY-SA 3.0)
Il Todo di Portorico è uno dei 13 endemismi dell'isola, e sicuramente uno dei più graziosi. I Todidae sono una famiglia, endemica dei Caraibi, che conta solo cinque specie (le altre sono: due a Hispaniola, una a Cuba e una in Giamaica) (© Dick Daniels, CC BY-SA 3.0)
La Parula dell'elfin è uno degli endemismi più rari di Portorico: si pensa che la popolazione non conti più di 300 coppie; questa bestiola, come ricorda il nome, frequenta le foreste di elfin, un ecosistema costituito da piante nane ed epifite, tipiche delle quote più elevate (© Mike Morel/U. S. Fish and Wildlife Service, Public Domain) |