Madeira Trip Report & Gallery 10 - 14 agosto 2014 di Mauro Bailo partecipanti al tour: Mauro Bailo, Arturo Gargioni & Roberto Garavaglia tour leaders: Catarina Fagundo & Hugo Romano |
Aggrappati saldamente alle maniglie del sedile davanti, io e i miei compagni abbiamo il nostro bel daffare a mantenerci in equilibrio sul gommone che schizza sulle onde dell’Oceano Atlantico, spinto dai quattrocento cavalli di due motori Yamaha e manovrato abilmente dallo skipper dell’imbarcazione, anzi dalla skipper, Catarina, che oltre ad essere un abile birdwatcher, è anche una provetta capitana di vascello. Siamo in un punto imprecisato dell’Oceano Atlantico, a nord-est dell’isola di Madeira, in mezzo al nulla: le isole Desertas sono sparite all’orizzonte da tempo e anche la penisola di Caniçal, l’estremità orientale di Madeira, è ormai confusa con il mare e il cielo. L’Oceanodroma, così si chiama il gommone che stiamo cavalcando, fila a quaranta miglia l’ora, surfando le onde, in questo mercoledì da leoni, di un oceano color mercurio, che come il mercurio si sfasciano e si riformano in continuazione, creste schiumeggianti che si trasformano in precipizi di due metri dove l’imbarcazione casca violentemente. Così i nove avventurosi avventurieri devono piegare le ginocchia in sincronia con la caduta, se non vogliono spezzarsi la schiena (la mia è già abbastanza provata dall’età e dall’artrosi), facendo quasi leggiadri pliè di danza, un minuscolo corpo di ballo in mezzo al mare. Il punto di arrivo del pelagico di oggi è a circa mezz’ora avanti a noi, così ho tempo di raccattare le idee per scrivere il report che state leggendo. Quello di oggi è l’ultimo di tre pelagic-trips di questo breve viaggio a Madeira, a cui io e i miei compagni di sempre, Arturo detto Ezio e Roberto detto Roberto, ci siamo iscritti tempo fa attratti dalla possibilità di vedere, in un singolo tour, quasi tutte le specie pelagiche del Paleartico Occidentale. Qualche giorno prima il tour era iniziato sotto i peggiori auspici: la TAP aveva infatti cancellato tutti i voli per Madeira il giorno della nostra partenza, ma siamo riusciti ugualmente ad arrivare sull’isola la mattina stessa della data originaria, anche se con qualche ora di ritardo. Ci aspettava Hugo, uno dei due proprietari dell’eccellente tour operator Madeira Wind Birds (l’altro è la già menzionata Catarina) e nostro capogita nella prima giornata di birdwatching terricolo sull’isola. Ci sono voluti pochi minuti per capire che la Madeira di terra non è un paese per birdwatcher: non una cornacchia grigia, non un passero, non uno storno; il che poco significa se consideriamo che le tre bestie succitate sulle isole ci arrivano solo per gentile intercessione dell’uomo e dei suoi natanti. Ma, in effetti, le specie terrestri di Madeira sono pochissime. E tra queste le più importanti sono i due endemismi, il Fiorrancino di Madeira e il Piccione trocaz, che Hugo ci mostrò in un paio d’ore. Sulla strada per il piccione, Hugo ci fece vedere con malcelato disgusto le imponenti opere di contenimento in cemento del fiume che attraversa Funchal: cosa possiamo dire noi reduci dai genovesi Bisagno e Ferreggiano? Auguri! Il Piccione trocaz dovrebbe frequentare le foreste di lauro, ma Hugo ce ne mostrò una piccolissima popolazione in un vigneto a pochi metri dalla costa nord dell’isola, spiegandoci che l’atteggiamento delle autorità locali nei confronti del piccione è discretamente ambiguo: pur essendo considerato non a rischio (Least Concern) da BirdLife International, il Piccione trocaz, in tempi storici abbondantissimo, subì una drastica riduzione di numero nel 1986, arrivando a 2700 individui; grazie a misure di protezione recuperò fino ad arrivare all’attuale popolazione di 7.500 – 10.000 individui; Hugo ci spiegò che i “danni” che i piccioni procuravano ai raccolti di cereali e frutta & verdura, spinsero nel 2004 il governo locale a permettere l’abbattimento selettivo di un certo numero di individui (culling). Oggi la popolazione del piccione sembra stabile, ma il suo areale distributivo, confinato a Madeira, non fa dormire sonni tranquilli ai conservazionisti, preoccupati anche della predazione di uova e piccoli da parte dei Ratti neri introdotti sull’isola. Nello stesso vigneto vedemmo anche numerosi Canarini insulari e nel cielo locale stormi di Rondoni unicolori, entrambe le specie endemismi della Macaronesia. A due passi da dove vedemmo il piccione, Hugo fermò il minivan e ci mostrò una colonia di Sterne comuni, l’attenta investigazione della quale rivelò la presenza di una Sterna di Dougall, anch’essa nidificante a Madeira. Il fiorrancino ci rubò pochissimo tempo: Hugo ci portò in uno splendido tratto della foresta di lauro, tipica delle regioni settentrionali dell’isola; la foresta di lauro, o laurisilva, è una foresta subtropicale cosmopolita, presente in tutti i continenti e, in Europa, in Macaronesia. Tre secondi di richiamo condussero un paio di fiorrancini curiosi a pochi metri da noi. Assolto il compito di “ticcare” i due endemismi, e dopo un pranzo a base di una delle specialità ittiche locali, il pesce bandiera fritto, ci dedicammo all’esplorazione delle aree umide costiere, dove vedemmo poco e niente, se si escludono decine di Folaghe e un paio di Gallinelle d’acqua in un laghetto, poco più di una pozza d’acqua, vicino alla capitale Funchal. Ma qui vedemmo anche quello che non ci parve una gran cosa, ma che destò l’attenzione di Hugo: pare infatti che la Sterna zampenere, che stava volando lungo la costa, sia una rarità a Madeira. Ultima escursione della giornata alla steppa che circonda la Ponta do Pargo, dove vedemmo la Pispola di Berthelot, un’altra specie endemica della Macaronesia. Hugo ci accompagnò al nostro hotel, il delizioso e consigliatissimo A Casa do Caseiro, dove la gentile padrona di casa ci offrì un drink di benvenuto a base, ça va sans dire, di Madeira demisec. L’appuntamento con il primo pelagico era per le tre di pomeriggio del giorno dopo. Il mattino del giorno dopo fu speso per tornare nelle aree già visitate, per fare qualche ulteriore fotografia e per cercare qualcosa di nuovo. Che fu un Piro piro piccolo, qualche Gheppio comune e molte Ballerine gialle. Visitammo poi i Giardini Botanici di Funchal, dove vedemmo, praticamente, tutta la passerofauna del tour: Merlo comune, Capinera, Pigliamosche comune, Pettirosso comune, Fringuello comune. E da ultimo, chè le tre del pomeriggio si stavano avvicinando, facemmo una passeggiata nella Penisola di Canical, dove vedemmo pispole e canarini a profusione, due Poiane comuni, qualche Gheppio comune e un’interessante Aquila minore. Il pranzo tardivo fu a base di un’altra specialità locale: l’espetada, uno spiedone trafiggente pezzi di carne di manzo marinati nell’aglio, gustosi e persistenti; ma che importa, a bordo saremmo stati soli uomini. Avevo seguito tutte le istruzioni, avevo acquistato vestimenti impermeabili, avevo borse idrorepellenti, avevo rialzato il bavero, avevo stretto i polsi e i pantaloni alle caviglie, ma il primo pelagico fu l’avventura più acquosa della mia vita; e i miei compagni non erano tanto più asciutti. Avevo, soprattutto, appiccicato sul collo il cerotto di scopolamina che avrebbe dovuto prevenire il mal di mare. Avrebbe. Ora, quando il natante fila a trenta miglia marina l’ora frangendo i flutti e devi stare attento agli spruzzi, devi bilanciarti sulle ginocchia, vedi l’onda davanti a te che ti sovrasta e sembra piombarti sulla testa, l’adrenalina scorre a fiumi, e l’adrenalina fa il suo mestiere, fluisce nei muscoli e non ti fa pensare a sciocchezzuole come il mal di mare; ma quando il natante si ferma e il mare no, rollio e beccheggio non aiutano lo stomaco, anzi, tanto che la mia prima mezz’ora di osservazione non fu granché serena. Poi mi abituai, la scopolamina fece il suo dovere e cominciai a godermi, insieme ai miei compagni, italiani, finlandesi, olandesi e spagnoli, lo spettacolo. Già nel tragitto decine di Petrelli di Bulwer e Berte maggiori roteavano intorno al gommone, ma non vedemmo altre specie. Quando ci fermammo, Hugo rovesciò in mare il chumming (un puzzolente ammasso di gamberetti marci e altre frattaglie di pesce), inteso ad attirare gli uccelli marini. Hugo ci aveva anche spiegato che, purtroppo per noi e fortunatamente per l’avifauna, il mare era molto ricco di cibo e l’ammasso di schifezze non aveva sortito, negli ultimi giorni, il successo sperato. Nonostante questo vedemmo centinaia di uccelli, quasi tutti Petrelli di Bulwer e Berte maggiori, ma un paio di volte Catarina, occhio finissimo, gridò “pterodroma on the left” o “pterodroma on the right” e così, a sinistra o a destra, ci godemmo i nostri primi Petrelli di Zino, uno delle due specie, la più ambita, di Pterodroma di Madeira, il primo target pelagico, per importanza, del nostro tour a Madeira. Vedemmo ancora decine di Bulwer e berte maggiori e tornammo in porto, dove arrivammo in piena oscurità. La mattinata del giorno successivo vagabondammo ancora per l’isola, rivisitando tutte le aree toccate il giorno precedente, tranne i giardini botanici. Alla Ponta do Pargo rivedemmo la pispola e aggiungemmo alla lista la Sterpazzola di Sardegna, una delle poche specie nidificanti a Madeira. Sulla via del ritorno Ezio avvistò un Occhione che lì per lì ci parve un Occhione del Senegal; mancava infatti della barra bianca sulle copritrici, ma un’attenta valutazione della fotografia (il soggettò si era infrattato in qualche decimo di secondo) identificò la bestia come un nostro comune Occhione eurasiatico. O meglio, poco comune, perché Hugo si infervorò alla notizia: di occhioni se ne erano visti sono cinque dal 1950 ad oggi. Il secondo pelagico si rivelò più tranquillo del precedente quanto a nausea e infradiciamento: Roberto aveva tirato fuori una cerata fiammeggiante, color rosso valentino, che lo mantenne asciutto asciutto, Ezio indossava una bizzarra ma efficace salopette e io avevo migliorato la copertura alle estremità. La dose della scopolamina fu raddoppiata e potemmo più serenamente concentrarci sugli uccelli. Ancora decine e decine di Petrelli di Bulwer e Berte maggiori, ma questa volta aggiungemmo il Petrello di Fea (seconda e ultima specie di Pterodroma), la Berta dell'Atlantico e uno sfuggente Uccello delle tempeste di Madeira. Passammo l’ultima mattinata visitando le montagne della regione centrorientale di Madeira, uno spettacolare anfiteatro di cengie rocciose che rappresenta l'unico territorio di nidificazione del Petrello di Zino. Sono tra le 60 e le 85 le coppie rimaste di questo rarissimo e minacciato uccello pelagico e il censimento potrebbe essere persino troppo ottimistico, perché dal devastante incendio del 13 agosto 2010 non furono più effettuati studi della popolazione. Una breve escursione nelle steppe alla base del Pico do Arieiro ci permise di aggiungere alla lista il poco illustre Cardellino europeo e qualche bella specie di farfalla, tra le quali Roberto identificò uno dei due endemismi di Madeira, Hipparchia madeirensis. Infine esplorammo il fiume Machico, poco più di un rigagnolo che però ci portò una Casarca comune (Hugo ci disse che la specie non è comune, anzi è abbastanza insolita, e che l’individuo che avevamo visto era l’unico rimasto di un piccolo gruppo che era arrivato a Madeira in primavera). Quieta e tranquilla, una Spatola eurasiatica se ne stava alla foce del fiumiciattolo, insieme a una decina di Gabbiani reali e un gruppo di Estrilde comuni (specie introdotta dall’Africa), che svolazzavano sulla vegetazione fluviale. Bene, siamo di nuovo nell’oceano e siamo arrivati al punto scelto da Catarina e Hugo, che sta versando in acqua il chumming odierno. Anche oggi abbiamo già visto frotte di Petrelli di Bulwer e Berte maggiori e abbiamo anche avuto il piacere di essere accompagnati, per qualche miglio, da un branco di Stenelle atlantiche festanti. Nelle ultime due ore dell’ultimo pelagico vedremo ancora un paio di Petrelli di Zino e un altro Uccello delle tempeste di Madeira. Il volo di ritorno era previsto per la mattina successiva all’alba, ma sfortunatamente partì con due ore di ritardo, facendoci perdere, a Lisbona, la coincidenza per Milano. La TAP non si era smentita e ghignando convenimmo che ciò che si mormorava all’aeroporto di Lisbona, e cioè che l’acronimo TAP non stesse più per Transportes Aéreos Portugueses, ma per Take Another Plane, e cioè prendete un altro aereo, era assolutamente vero. In conclusione, il tour è stato divertente; non abbiamo visto tutte le specie di pelagici che ci aspettavamo, ma la probabilità dell’en-plein è molto più alta a giugno, quando ci siamo ripromessi di tornare, appena tempo e denaro saranno nuovamente disponibili, la voglia quella è già pronta fin d'ora. Lista sistematica Uccelli Casarca comune Ruddy Shelduck Tadorna ferruginea Un individuo sul greto del fiume che attraversa Machico, l'ultimo giorno Pernice rossa Red-legged Partridge Alectoris rufa (I) Cinque alla Ponta do Pargo il primo giorno; nelle due successive escursioni ne abbiamo solo sentito il gracchiante richiamo Petrello di Zino Zino's Petrel Pterodroma madeira (E) Tre individui il primo pelagico e altri tre il terzo pelagico. Paul Alexander Zino (1916 - 2004) fu un ornitologo portoghese che nel 1969 riscoprì la colonia di petrelli che si pensava estinta Petrello di Fea Fea's Petrel Pterodroma feae (NT) Tre individui il secondo pelagico. Leonardo Fea (1852 - 1903) fu uno zoologo ed esploratore italiano Petrello di Bulwer Bulwer's Petrel Bulweria bulwerii Comune e numeroso in tutti e tre i pelagici. Stima della conta più numerosa: +30, ma presente probabilmente in centinaia di individui. Il reverendo James Bulwer (1794 - 1879) fu un collezionista e naturalista scozzese Berta maggiore Cory's Shearwater Calonectris diomedea Comune e numeroso in tutti e tre i pelagici. Stima della conta più numerosa: +40, ma presente probabilmente in centinaia di individui. Charles Barney Cory (1857 - 1921) fu un ornitologo americano Berta dell'Atlantico Great Shearwater Puffinus gravis Due individui il secondo e uno il terzo pelagico Uccello delle tempeste di Madeira Band-rumped Storm-Petrel Oceanodroma castro Un individuo il secondo e uno il terzo pelagico Spatola eurasiatica Eurasian Spoonbill Platalea leucorodia Un individuo al fiume di Machico, l'ultimo giorno Sparviere eurasiatico Eurasian Sparrowhawk Accipiter nisus Un individuo sotto il Pico do Areiro, l'ultimo giorno Poiana comune Common Buzzard Buteo buteo Due individui alla penisola di Canical Aquila minore Booted Eagle Hieraaetus pennatus Un individuo in volo alto, presumiblimente in migrazione, alla penisola di Canical Gheppio comune Eurasian Kestrel Falco tinnunculus Osservato tutti i giorni della permanenza a Madeira, in tutte le aree esplorate. Conta massima, 10 individui in totale il primo giorno Gallinella d’acqua Eurasian Moorhen Gallinula chloropus Due in una piccolo laghetto vicino a Funchal, il primo giorno, e sei a Machico, l'ultimo Folaga comune Eurasian Coot Fulica atra Venti individui nel laghetto vicino a Funchal Occhione eurasiatico Eurasian Thick-knee Burhinus oedicnemus Uno alla Ponta do Pargo Piro piro piccolo Common Sandpiper Actitis hypoleucos Uno lungo la costa nord dell'isola Chiurlo piccolo Whimbrel Numenius phaeopus Uno stormo di grossi limicoli avvistati durante il primo pelagico, molto lontano, erano molto probabilmente questa specie Gabbiano reale Yellow-legged Gull Larus michahellis Grossi branchi sottocosta e qualche individuo solitario a Machico Sterna zampenere Gull-billed Tern Gelochelidon nilotica Un individuo al laghetto di folaghe & gallinelle Sterna di Dougall Roseate Tern Sterna dougallii Una sulla costa settentrionale, in mezzo ad una colonia di Sterne comuni, il primo giorno; al soprallugo effettuato il terzo giorno ne vedemmo due. Peter McDougall (1777 - 1814) fu un medico e naturalista scozzese. La sterna gli fu dedicata da Montagu. Sterna comune Common Tern Sterna hirundo Una colonia sulla costa settentrionale (conta massima più di trenta individui), intorno ad un individuo di Sterna di Dougall Piccione selvatico Rock Pigeon Columba livia Tra tutti i piccioni domestici che abbiamo visto, qualcuno, soprattutto nelle aree più selvagge, sarà ben stato un autentico Piccione selvatico, o no? Piccione trocaz Trocaz Pigeon Columba trocaz (E) Il primo giorno ne vedemmo quattro, due il terzo giorno. Trocaz è la storpiatura di torcaz, il nome con cui, in portoghese, è conosciuto il colombaccio. Entrambi i nomi derivano dal latino torquis, collare, in riferimento al disegno che l'animale ha sul collo Rondone unicolore Plain Swift Apus unicolor Conta massima di questo rondone, endemico di Macaronesia, e comune su Madeira: +50 Upupa eurasiatica Eurasian Hoopoe Upupa epops Un individuo sfarfalleggiante sull'aeroporto è stata la nostra prima specie su Madeira Fiorrancino di Madeira Firecrest Regulus madeirensis (E) Verosimilmente comune in tutta l'isola, sia nelle foreste di lauro che in altri ambienti: due il primo giorno nella laurisilva, cinque ai Giardini Botanici, +5 nelle aree boscose visitate l'ultimo giorno Capinera Blackcap Sylvia atricapilla Comune nelle aree vegetate dell'isola. Conta massima giornaliera: +10 Sterpazzola di Sardegna Spectacled Warbler Sylvia conspicillata Due individui, maschio e femmina, ala Ponta do Pargo, il secondo giorno; il giorno successivo vedemmo solo la femmina Pigliamosche comune Spotted Flycatcher Muscicapa striata Uno ai Giardini Botanici Pettirosso comune European Robin Erithacus rubecula Quattro, almeno, ai Giardini Botanici Merlo comune Eurasian Blackbird Turdus merula Osservato tutti i giorni in differenti ambienti. Conta massima: sette ai Giardini Botanici Ballerina gialla Gray Wagtail Motacilla cinerea Il Motacillide più comune a Madeira. Sembra lievemente diversa dalle nostre Ballerine gialle, con l'area bianca sulle secondarie molto più larga. Conta massima: +20 lungo un torrente della costa settentrionale Pispola di Berthelot Berthelot's Pipit Anthus berthelotii Ubiquitaria negli habitat adatti (steppa e prateria, ma anche aree rocciose dell'entroterra), anche se non abbondante. Conta massima: 4/5 alla Penisola di Canical. Sabin Berthelot (1794 - 1880) fu il console francese a Tenerife, Canarie Fringuello comune Common Chaffinch Fringilla coelebs 10 e più individui ai Giardini Botanici, tre nella foresta di lauro il primo giorno Cardellino europeo European Goldfinch Carduelis carduelis Una ventina sotto il Pico do Areiro Canarino insulare Island Canary Serinus canaria Endemico della Macaronesia, a Madeira è comune e diffuso. Conta massima giornaliera: +50, il primo giorno Estrilda comune Common Waxbill Estrilda astrild (I) Un gruppo di una ventina lungo il torrente di Machico Mammiferi Stenella atlantica Atlantic Spotted Dolphin Stenella frontalis Un branco di una cinquantina di individui ci ha accompagnato nel terzo pelagico Rettili Rana iberica Iberian Water Frog Rana perezi (I) Una decina e più di individui in una vasca artificiale dei Giardini Botanici. Questa rana, nativa della Penisola Iberica è stat introdotta a Madeira e in altri arcipelaghi della Macaronesia Lucertola muraiola di Madeira Madeira Wall Lizard Lacerta dugesii L'unico Lacertide nativo di Madeira, comune in tutta l'isola. Almeno una decina ai Giardini Botanici Insetti Blue Emperor Anax imperator Un individuo il primo giorno e tre il secondo giorno African Monarch Danaus chrysippus Tre individui sotto il Pico do Areiro, l'ultimo giorno Madeira Grayling Hipparchia madeirensis Due individui sotto il Pico do Areiro, l'ultimo giorno Clouded Yellow Colias crocea Numerose e ubiquitarie Speckled Wood Pararge aegeria Numerose e ubiquitarie Small White Artogeia rapae Numerose e ubiquitarie Legenda EN = minacciato NT = prossimo alla minaccia I = introdotto E = endemico |
La magnifica laurisilva di Madeira. La foresta di lauro è cosmopolita e si trova nelle regioni subtropicali di tutti i continenti. Nel Paleartico Occidentale è confinata alle isole della Macaronesia (Azzorre, Madeira e Canarie), anche se piccole enclavi si possono trovare in Portogallo, nelle isole egee e in Asia Minore (© Arturo Gargioni) Il Fiorrancino di Madeira non è universalmente accettato come specie buona (Clements, ad esempio, lo considera ancora sottospecie); a Madeira lo abbiamo visto nella foresta di lauro, ma almeno in altre tre aree, inclusi i Giardini Botanici di Funchal. Sembra essere comune su tutta l'isola (© Mauro Bailo) Il Piccione trocaz frequenta la foresta di lauro, ma non disdegna altri habitat, come la parete rocciosa ricoperta da vegetazione e da un paio di vigne dove pareva gradire assai l'uva pendula e dove l'abbiamo fotografato (© Mauro Bailo) Comune in tutte le aree steppose di Madeira, questa Pispola di Berthelot è stata fotografata ala Ponta do Pargo (© Arturo Gargioni) L'Occhione eurasiatico che abbiamo visto e fotografato alla Ponta do Pargo è risultato essere una rarità per Madeira (© Arturo Gargioni) Una delle spiagge della costa settentrionale dell'isola (© Arturo Gargioni) La Sterna di Dougall nidifica a Madeira; questo è uno dei due individui che abbiamo visto, in mezzo ad una colonia di Sterne comuni, su una spiaggetta ciottolosa lungo la costa nord dell'isola (© Arturo Gargioni) Comune e diffuso su tutta l'isola, il Canarino insulare è endemico della Macaronesia. Abbiamo fotografato questo individuo nello stesso vigneto del Piccione trocaz (© Arturo Gargioni) La steppa della penisola di Canical, piena di canarini e pispole (© Arturo Gargioni) Su queste cengie del Pico do Areiro nidifica l'intera popolazione mondiale del Petrello di Zino (© Arturo Gargioni) La Sterna zampenere è stata un'altra specie molto gradita da Hugo, che si è infervorato quando, insieme a noi, l'ha vista in una piccola laguna costiera vicina a Funchal; pare che sia stata osservata solo una decina di volte dal 1950 (© Arturo Gargioni) A Madeira non è comune neanche la Spatola eurasiatica, che abbiamo visto alla foce del fiumiciattolo che attraversa Machico (© Arturo Gargioni) Nello stesso fiumiciattolo, insieme a molte anatre mute di dubbia selvaticità, c'era questa Casarca comune che Hugo ci ha detto essere l'unico individuo rimasto di un gruppetto giunto a Madeira in primavera e ripartito per lidi lontani (© Mauro Bailo) E a Machico abbiamo anche visto un gruppetto di una ventina di Estrilde comuni, introdotte dall'Africa ma ormai acclimatatesi da anni (© Mauro Bailo) L'unica specie di gabbiano che abbiamo visto, che è anche l'unica specie di gabbiano che si può vedere regolarmente a Madeira, è il Gabbiano reale (© Mauro Bailo) Il grazioso e consigliato alberghetto dove abbiamo pernottato, A Casa do Caseiro: personale gentile, posizione strategica, colazioni ottime, prezzo risibile (© Arturo Gargioni) Il vascello dei nostri tre pelagici, l'Oceanodroma (© Arturo Gargioni) La vestizione (© Arturo Gargioni) La partenza (© Arturo Gargioni) Gli skipper e capogita, Catarina e Hugo (© Arturo Gargioni) Lunch time (© Arturo Gargioni) Shower time (© Mauro Bailo) Chumming time (© Arturo Gargioni) La specie più comune, numerosa a decine, se non a centinaia, in tutti e tre i pelagici: il Petrello di Bulwer (© Mauro Bailo) Ugualmente numerosa la Berta maggiore (© Arturo Gargioni) Un altro scatto della Berta maggiore (© Mauro Bailo) La stella ornitologica dei pelagici, il Petrello di Zino (© Mauro Bailo) Un branco di festose Stenelle atlantiche ci ha accompagnato per qualche miglio nel terzo pelagico (© Arturo Gargioni) Un plumbeo Oceano Atlantico al tramonto (© Mauro Bailo) Abbiamo visto anche qualche non-uccello; questa Rana iberica è una specie comune nella Penisola Iberica; è stata introdotta in Macaronesia. Qesta fotografia è stata scattata ai Giardini Botanici di Funchal (© Arturo Gargioni) La Lucertola muraiola di Madeira, endemica di Madeira e Porto Santo, è l'unico Lacertide nativo dell'isola. La fotografia è stata scattata ai Giardini Botanici di Funchal (© Arturo Gargioni) Questa Hipparchia madeirensis, fotografata, sotto il Pico do Areiro, è una delle due specie di farfalle endemiche di Madeira (© Roberto Garavaglia) I tre eroi, ancora asciutti; da sinistra: Roberto Garavaglia, Arturo Gargioni, Mauro Bailo |