Forse risolto il mistero del Corvide di Zavattari


Corvide di Zavattari Zavattariornis stresemanni (© Roberto Garavaglia)

I Corvidae sono una famiglia di uccelli che, secondo Clements, comprende 437 specie. La loro distribuzione è pressoché cosmopolita, mancando solo in Antartide e alle più alte latidudini dell'emisfero boreale. Contrariamente a molte altre famiglie di uccelli, molte specie di corvi hanno tratto vantaggio dallo sviluppo della società degli umani di cui sono in molti casi commensali. Intelligenti e adattabili, corvi e cornacchie sfruttano la vicinanza dell'uomo per l'alimentazione e la riproduzione, adattandosi ad ogni genere di habitat, anche i più degradati.

Il Corvide di Zavattari, un grazioso Corvide endemico del sud dell'Etiopia, rappresenta un'eccezione e la sua distribuzione ed ecologia ha sempre posto dei grandi interrogativi nella comunità scientifica ornitologica. In particolare ci si chiedeva perchè un animale così adattabile, il cui habitat preferito è rappresentato da una campagna degradata, non ha allargato il suo areale, limitato sempre, da quando è stato scoperto nel 1930, a non più di 4.600 kmq. Questo areale non è circondato da barriere naturali e per migliaia di chilometri quadrati circostanti l'habitat è sempre lo stesso. Il nucleo del territorio di distribuzione è costituito dalla parte meridionale dello Yabelo Wildlife Sanctuary e si estende soltanto verso sud fino alle cittadine di Arero e Mega. Cosa ha impedito e impedisce a questa specie di colonizzare nuove aree, caratterizzate dal medesimo habitat e non separate dal territorio originario da barriere naturali?

Un'equipe di scienziati, in associazione con membri di BirdLife International e dell'Ethiopian Wildlife Natural History Society, ha svelato l'arcano: il territorio di distribuzione si sovrappone esattamente a quello di una "bolla" climatica fredda e arida. All'interno di questa campana invisibile, dove la temperatura media è al di sotto dei 20° C, il Corvide di Zavattari è dappertutto, con una popolazione discretamente florida, stimata tra 10.000 e 20.000 individui sessualmente maturi, mentre al di fuori del suo areale, dove la temperatura raggiunge o supera i 20° C, non si trova nemmeno un singolo individuo.

Probabilmente gli adulti, o più verosimilmente i nidiacei, semplicemente non possono sopravvivere a temperature più alte di 20° C e questo genera immediate preoccupazioni per il destino di questa specie; il riscaldamento globale rappresenta infatti un enorme rischio per la sopravvivenza della specie. L'ulteriore interrogativo, a cui gli scienziati sperano di rispondere attraverso il monitoraggio della temperatura dei nidi è il seguente: perchè questa specie è così sensibile alla temperatura?



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