Revisione dei nomi italiani di alcune specie delle famiglie Sylviidae, Cettidae, Acrocephalidae, Muscicapidae & Cisticolidae Il Moho è stato recentemente ricollocato nella famiglia Cisticolidae: pare infatti essere una colorata e fuori misura cisticola! (© Dick Forsman) Nella precedente edizione di "eventi & news" avevo manifestato la perplessità nei confronti dei nomi italiani che avevo attribuito ad alcune specie delle famiglie oggetto del presente articolo. La perplessità nasceva dal fatto che i tassonomisti (Clements in particolare) avevano revisionato la sistematica relativa a queste famiglie spostando gruppi di specie e, a volte, anche di generi, da una famiglia all'altra. Nella nomenclatura inglese questo poco importa perchè un "warbler" tale rimane, sia che sia un Cettiidae o un Cisticolidae. Potrebbe importare poco anche in italiano, ma ritengo che non sia corretto identificare un uccello come, ad esempio, Silvide di Neumann, quando non appartiene più alla famiglia Sylviidae. Così avevo identificato undici specie, quelle ritrascritte qui sotto, che avevano perso, dopo l'ultimo aggiornamento della lista di Clements, la loro precisione. Avevo chiesto aiuto e qualcuno dei lettori del sito mi ha fornito qualche suggerimento utile.
Nel frattempo altre specie sono state scosse da cambiamenti sistematici (che ho già trattato in altra parte del sito e che qui solo riassumo) di genere e specie; non ci sono stati cioè spostamenti al di fuori della famiglia in cui erano precedentemente sistemati: a) il Saltimpalo comune è stato splittato in tre specie buone European Stonechat Saxicola rubicola, Siberian Stonechat Saxicola maurus e African Stonechat Saxicola torquatus i cui nomi sono diventati, ovviamente, Saltimpalo europeo, Saltimpalo siberiano e Saltimpalo africano; b) le popolazioni orientali dello Zigolo delle case sono state raggruppate in una specie nuova a cui è stato attribuito il nome inglese di Striolated Bunting. Questa specie è diventata in italiano Zigolo striolato; c) la nuova specie Passer italiae è diventata, ovviamente, Passera d'Italia d) le tre specie africane del genere Chloropeta e il precedente acrocefalo Thick-billed Warbler sono state avvicinate e assimilate ai canapini e sono quindi diventate tutte, appunto, canapini Bene, torniamo alla tabella di cui sopra e analizziamo specie per specie. La linea guida che ho deciso di seguire, almeno per tutte, o quasi tutte, le specie della tabella è quella di valutare la morfologia dell'animale in questione, più immediata rispetto ad un'interpretazione tassonomica che porterebbe, in alcuni casi, ad attribuire nomi italiani fuorvianti, in quanto reminiscenti di uccelli dalle caratteristiche morfologiche completamente differenti; è stata comunque considerato anche l'albero genealogico dei Cisticolidae, come proposto dalla Taxonomy in Flux (TiF) di John Boyd, che riporta aggiornamenti recentissimi (fino a gennaio 2013!).Fino adora imi ero affidato, un poco iacriticamente, allaterminologia vernacolare di Clements. In questa revisione, invece, ho, solo per la terminologia italiana, preso in considerazione alcune nuove teorie, riassunte nella TiF; non mi sono però permesso di cambiare nomi scientifici o collocazione sistematiche diverse da quelle proposte da Clements. Hemitesia neumanni, appartenente alla famiglia dei Cettiidae è morfologicamente (e Boyd prospetta anche geneticamente) molto simile agli "stubtail" (mozzicoda) del genere Urosphena, che mi pare adatto anche per l'uccelletto in questione (l'alternativa è Emitesia, come usato dai danesi, ma mi sembrava una scappatoia). Le tre specie di Bathmocercus (per Boyd, B. winifredae è in realtà Scepomycter winifredae) sono piccoli e furtivi passeriformi africani di foresta; non hanno chiare affinità morfologiche con alcuna delle specie tipo della famiglia, apalis, prinie e camarottere. Bathmocercus è la crasi di due nomi greci: bathmos, una scala (ad indicare la coda graduata, a scalini, delle bestiole in questione) e kerkos, coda. E' impossibile cavarne un pronunciabile e non chilometrico nome italiano; direi che per ora accetto il suggerimento della nomenclatura ufficiale francese, che francesizza in Bathmocerque il nome scientifico e mi accontento di Batmocerco, italianizzandolo con la privazione del th e la trasformazione dell'us latino. Phyllolais pulchella assomiglia molto più a un'apalis (e da quelle parti proviene), che a una prinia; un aiuto dall'estero: olandesi e francesi la chiamano apalis, che è anche la mia scelta. Per quanto attiene a Urorhipis rufifrons, confortato anche dal fatto che Boyd la considera Prinia rufifrons, la bestiola diventa Prinia fronterossa (in contrasto con francesi e spagnoli che la etichettano come "apalis"). Euryptila subcinnamomea è problematica perchè, come recita Birds of Africa South of Sahara, appartiene a un gruppo (in inglese wren-warblers) morfologicamente simile alle camarottere (generi Camaroptera e Calamonastes), ma da queste abbastanza distante nell'albero genealogico; preferendo comunque ancora il criterio morfologico, e confortato da analoga scelta di francesi ie ispagnoli, vada per Camarottera dei kopje. Incidentalmente, questa rinominazione mi induce a cambiare anche i tre "calamonasti" (termine abbastanza fastidioso in italiano) della checklist di Clements in altrettante camarottere. Malcorus pectoralis è tassonomicamente vicino al genere Prinia e allla "prinia" tipo è morfologicamente identico. Drymocichla incana è praticamente una prinia (il suo sister-genus, Schistolais è la Prinia di Sierra Leone). Hypergerus atriceps assomiglia a una prinia gigante: il nome con cui è conosciuto tra le popolazioni locali è Moho, che ben si presta a essere utilizzato anche in italiano. Eminia lepida, associabile a una prinia, ma con caratteristiche morfologiche ed etologiche ben diverse, è chiamato con il nome scientifico sia in francese che in tedesco: il nome è facilmente pronunciabile e il genere è monospecifico e quindi non ha neanche bisogno di epiteti, per cui la scelta mi sembra ottimale. Ecco quindi qui sotto la tabella con il risultato della revisione, limitatamente alla nomenclatura italiana, delle famiglie di Cettiidae e Cisticolidae:
(*) aggiornamento 2015. Senza dettagliare tutti gli ulteriori cambi intercorsi tra il 2012 e 1l 2015, ecco qui sotto la tabella con la situazione attuale delle specie in oggetto. Tutte le specie fanno ancora parte delle stesse due famiglie di tre anni fa; a due è stato cambiato il nome del genere. Ho trasformato l'Apalis panciacamoscio in Prinia panciacamoscio, per uniformarne il nome alle altre "warblers" dei Cisticolidae che, in effetti, rassomigliano più alle prinie che agli altri gruppi della famiglia (eremomele, uccelli sarto, apalis, cisticole)
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