Dizionario di birdwatching L'osservazione degli uccelli a scopo ludico impone una rigida disciplina morale poichè a volte sono necessarie lunghe attese, pregne quasi di misticismo (vedasi la preparazione yogo-simile di alcuni partecipanti all'Ornitour in Marocco, in alto a sinistra). E a volte i posti dove si va a cercare uccelli non possono essere precisamente considerati bellezze naturali, risultando a volte financo offensivi a foto- e osmocettori, ma tant'è, questo ci piace e per questo siamo disposti alla sofferenza (© Arturo Gargioni) Che cos'è il birdwatching? L'idea che hanno i non addetti ai lavori del nostro hobby è che sia noioso e che preveda lunghe sedute di immobile attesa ad aspettare qualche uccelletto. Noi sappiamo che non è vero e che il birdwatching è divertimento, socializzazione, competizione e tant'altro ancora. Il birdwatching è soprattutto divertimento, a cominciare dallo slang che si è venuto a creare nella nostra accolita; e scrivo slang, e non gergo, a ragion veduta, perchè il dialetto dell'avispicio (questo fu il nome proposto da un illustre ornitologo italiano per designare la nostra passione) consta di termini esclusivamente inglesi. E allora sarà meglio, per intrigare i neofiti, chiarire qualcuno di questi termini, a partire da quello stesso di birdwatching, così che possano trasformarsi da dude a lister a twitcher.... Birdwatching (dall'ing. bird = uccello e watching = osservazione). Il birdwatching è l'osservazione (di solito amatoriale, ma esistono anche birdwatcher professionisti) in natura degli uccelli. Può essere fatta a occhio nudo, ma di solito attraverso binocoli e telescopi. La parola nasce nel 1901, dopo essere stata usata in letteratura nientepopodimenoche da William Shakspeare nella sua commedia "Le allegre comari di Windsor" dove il termine birding era riferito in verità alla caccia agli uccelli. Oggidì i termini birdwatching e birding sono usati con lo stesso significato, ma in realtà non è così perchè il vocabolo birding non esclude, così come birdwatching, l'aspetto acustico dell'hobby, e cioè la scoperta e l'identificazione di un uccello attraverso il suo canto, nonchè il godimento estetico dello stesso. A causa del'ambiguità della parola uccello che, in diverse lingue ha connotazioni sessuali (di solito maschili, ma in inglese bird significa l'opposto sesso), gli appassionati di lingua inglese aborrono ormai il termine birdwatcher e si uniformano al glossario ufficiale, apparso nella rivista Birding, vol. 1 n° 2 del 1969, che recitava così: a) birder: una persona che seriamente pratica l'hobby o sport del birding; b) birding: lo sport e/o hobby in cui una persona studia, compila liste o esegue qualsiasi attività (escluse la cattura e l'uccisione) relativa alla vita degli uccelli; c) birdwatcher: un termine piuttosto ambiguo, utilizzato in riferimento a qualsiasi persona guardi, per qualsiasi motivo, gli uccelli; recentemente il termine si applica anche all'osservazione (con intenzioni più o meno lecite) delle ragazze. Birdwatcher e birwatching non dovrebbero mai essere usati per indicare quanto ai lemmi a e b. Quindi, per quanto personalmente trovi estremamente gradevole osservare le ragazze, io (e noi) siamo birder che fanno birding. Non c'è comunità di persone come quella dei birder dove ci si prenda continuamente per i fondelli, stigmatizzando le modalità con cui viene effettuato il birding dai vari gruppi di appassionati. Eh già, perchè all'interno dell'accolita ci sono i twitcher, i lister e i dude; e la presa per il culo gli uni degli altri raggiunge a volte vette esilaranti (vi consiglio di leggere, se lo trovate ancora in giro, il delizioso pamphlet "Bluff your way at Birdwatching", di Steven Sonsino, Ravette Books). Twitching è un termine inglese che significa: ricerca e (si spera) osservazione di un uccello raro localizzato in precedenza da un altro birder (in Nordamerica si preferisce il termine chasing, termine che pare stia prendendo piede anche tra i giovani virgulti britannici). Non commettete l'errore marchiano di chiamare twitcher un birder e viceversa, perchè si incazzerebbero a morte tutti e due, convinti come sono, entrambi, di essere il meglio dell'ornitologia da campo. Il termine nacque negli anni 50 del secolo scorso quando fu usato per descrivere il nervoso comportamento di Howard Medhurst, un birder britannico. Nel vocabolario degli esseri umani normali twitch è un verbo che ha molti significati, come ad esempio avere un tic all'occhio, contorcersi, arricciare il naso, torcere il muso. Per extenso, la parola si applica al birder che è sempre in movimento per vedere una bestia nuova da infilare nella propria life-list. Quindi per riassumere, il twitcher, ad esempio italiano, è quella persona che, nonostante sia graziato da normali facoltà mentali, appena letto su internet che in Norvegia è stata avvistata la prima Pavoncella del Cile del Paleartico Occidentale, molla lavoro, moglie e figli per andare a ticcarla. Dude è l'individuo all'estremo opposto della scala del birding, oggetto per solito di colossali prese in giro da parte dei birdwatcher esperti. Il dude è un birder che sa poco e nulla di uccelli: va in giro agghindato perfettamente alla bisogna, ha fior fior di binocolo, il miglior manuale, sempre una macchina fotografica con la quale scatterà sì e no tre volte in un giorno, va in visibilio davanti al display di un Gallo cedrone (scambiandolo per un tacchino di montagna) e ingaggia vertiginose conversazioni sulla sua preferenza per i prismi di Porro rispetto ai prismi a tetto non sapendo che cosa sono nè i primi nè i secondi. Il dude fa tenerezza. Un'amabile categoria di dude sono le lolits, che si incontrano di solito nelle torbiere scozzesi, ma che possono spuntare, inaspettatamente, in ogni angolo del globo (l'ultimo branchetto di lolits l'ho visto nella giungla degli Western Ghats, in India). Ebbene chi sono le lolits? LOLITS è un acronimo e significa: Little Old Ladies In Tennis Shoes, e cioè, in italiano, piccole anziane signore in scarpe da tennis. Lister. Ogni birder è un lister. E cioé: ogni birder compila una o più liste. Una volta si registrava l'osservazione su un quaderno, o su una lista precompilata degli uccelli del mondo (o di quella parte di mondo presa in considerazione per la lista); oggi naturalmente è sufficiente flaggare l'apposita casella di una dei miliardi di liste disponibili in rete. La lista più importante è la life-list, e cioè la lista della vita, che include tutte le specie osservate, a prescindere da dove o quando si siano osservate, nella propria vita. Esiste poi un florilegio di liste più o meno significative che si riferiscono a entità territoriali sempre più ristrette, ad esempio Paleartico Occidentale, Europa, Italia, Rezzato, via Meucci, il giardino di casa mia. Quest'ultima è, seppur la più piccina, l'altra sola lista che mi interessa, e cioè la garden-list, la lista di tutti gli uccelli osservati dalla mia abitazione (in effetti non c'è bisogno di un giardino, è sufficiente la finestra sul cortile); valgono tutte le specie viste, anche in volo, dalle pertinenze della propria abitazione. Poi ci sono le liste temporali: si possono compilare liste primaverili, annuali, mensili, settimanali, giornaliere che, incrociate con quelle geografiche, dilatano a dismisura il lavoro di compilazione. Io francamente non le capisco; mi domando se abbia significato, ad esempio, la lista degli uccelli osservati tra le tre e le quattro di pomeriggio del 30 febbraio 2015 nel retrobottega del mio panettiere. Mah! Mi riprometto di pubblicare, in un futuro prossimo, in queste pagine del sito o in un articolo di Birdy, le modalità di accettazione delle specie da inserire nella propria lista; modalità che potrebbero essere davvero esilaranti: ad esempio, pare ovvio che un uccello morto in mezzo alla strada, pur se lifer, non possa essere inserito nella propria life-list. Ma se l'uccello è solo ferito gravemente, lo rianimo e fa un voletto, mi fa pallino? L'esempio è leggermente tirato per i capelli, ma i criteri per inserire o meno una specie nella lista sono serissimi, vari e disparati e, naturalmente soggetti ad una lettura assolutamente personale. Ne riparleremo. Lifer: una specie vista per la prima volta nella vita. Può anche essere chiamato life-tick (nelle pagine dei viaggi di Ornitour spesso troverete la voce "ticcare" e cioè registrare nella lista). Un semplice tick si riferisce a qualsiasi specie inserita in una qualsiasi lista e può essere effettuato in più liste diverse. E' ovvio che un lifer sarà tale per una volta sola, ma esistono anche gli arm-chair lifer (non è difficile, continuate a leggere, anche se vi serve qualche piccola nozione di tassonomia). L'entità tassonomica più piccola è la specie, (l'Uomo e il Gorilla sono due specie diverse), ma all'interno di una specie possono esserci diverse sottospecie (ad esempio in Africa, lo Struzzo ha due sottospecie, lo Struzzo comune e lo Struzzo di Somalia), separate tra loro, di solito ma non sempre, da barriere geografiche e caratterizzate da vocalizzazioni e piumaggio diverse. Gli scienziati che classificano gli organismi viventi affermano che lo Struzzo comune e lo Struzzo di Somalia sono due sottospecie di una stessa specie. Siamo andati in Kenya e abbiamo visto entrambe le sottospecie, ma ticchiamo solo un quadratino, quello dello struzzo; oggi. Durante il prossimo convegno ornitologico mondiale i tassonomisti decidono che Struzzo di Somalia e Struzzo comune sono due specie diverse: bingo! A distanza anche di anni dal mio viaggio in Kenya, mi ritrovo una specie in più sulla mia life-list, e per giunta la segno mentre sono seduto placidamente sulla mia sedia a dondolo (arm-chair). Mettere un pallino è un bel vernacolare italico che significa fare un lifer. Birding competitions. Questo termine può essere facilmente tradotto come "gara di birding" e molti birder trovano questi eventi molto divertenti. L'impegno con cui i birder partecipano a queste gare porta spesso alla scoperta di nuove specie non registrate nel territorio coinvolto nella gara ed è di grande aiuto alle ricerche ornitologiche. La fantasia dei birder è illimitata e sono state inventate e proposte alla comunità decine di gare diverse. Le più importanti sono il Big Day (grande giorno) in cui singoli o squadre hanno tempo 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte, per localizzare e identificare il maggior numero di uccelli. Le regole sono ferree e poco interessanti per questo articoletto. Big Sit, chiamato anche Big Stay: vengono registrate, in un periodo di tempo stabilito, tutte le specie osservate rimanendo in un'area circolare di diametro prestabilito (di solito 17 piedi). Una volta che un partecipante al gioco vede un uccello, può uscire dal cerchio e rincorrerlo per identificarlo, ma eventuali nuove specie viste mentre si è al di fuori dal cerchio non sono valide, a meno che non si rientri alla svelta nel cerchio e si veda ancora l'animale (ma siamo gente normale?). Un'altra gara è quella di registrare solo le specie identificate in virtù del canto: un equipaggio di tre/quattro concorrenti con gli occhi bendati gira in automobile per boschi e colline registrando tutte le specie che sente cantare e che ha positivamente identificato. Se volete provare anche voi, ricordate questa regola fondamentale: l'autista della macchina non deve essere bendato! Ci sono decine di altri termini divertenti (megatick, crippler, dip, string, plastic), che magari spiegheremo più avanti. Per ora spero di aver trasmesso quello spirito di aggregazione, divertimento, apprendimento, competitività che caratterizza la mia passione. |