Sto seduto in cima al monte Slivnica, che si erge, poco maestoso e brullo, sotto un cielo coperto. Le nuvole fitte sono matasse di cotone sporco che schiacciano l'orizzonte in una sottile linea rossa, che si allunga laggiù, in Italia. L'atmosfera è grigioferro, ma non è cupa, anzi, l'ultima luce del pomeriggio che filtra dal cielo accende i colori dei monti Javorniki, al di là del lago Cerknisko. Nelle faggete maestose e silenziose abbarbicate lungo i declivi le foglie gialle e rosse, e le poche verdi sopravissute ai primi freddi, sono le brevi pennellate di un quadro divisionista. E tutto è molto bello. Non è la prima volta che vengo a visitare il lago Cerknisko, e l'autunno dipinge il paesaggio che preferisco. Siamo in Slovenia, precisamente nella regione della Carniola Interna, a poche ore di macchina da Milano, a pochi chilometri da Trieste.

Il lago fa parte di una terra che la gente del posto riteneva, in passato, magica; ma ancora oggi c'è chi giura che nelle viscere della Slivnica si celino streghe e fattucchiere, e che le numerose tempeste che si scatenano sul lago siano opera del loro malumore. Non c'è da stupirsi che si sia generata questa leggenda, una provvida spiegazione che gli spiriti semplici dei secoli scorsi davano al mistero delle ripetute sparizioni del lago.


Dalla sommità del monte Slivnica si gode una splendida vista dei monti Javorniki e della pianura (polje), che a volte, ma solo a volte, è allagata dalle acque del lago Cerknisko. I monti Javorniki sono tappezzati da magnifiche foreste di pini e faggi che i colori dell'autunno accendono di riflessi gialli e rossi, contrappuntati dal verde delle poche foglie aggrappate in attesa...

Già, perché il Cerknisko è un lago temporaneo, il più grande della Slovenia: oggi c'è acqua, ma domani non si sa. In periodo di piena il lago arriva a coprire quasi tre quarti della pianura, chiamata polje, che si tende tra lo Slivnica e gli Javorniki, e quando è in secca l'acqua può dileguarsi
La sorgente dello Strze, l'affluente più grosso del lago Cerknisko. In primavera, questo ed altri affluenti portano le loro acque al polje, che si copre piano piano di acqua
In primavera e autunno prati e canneti disegnano sull'acqua cerchi e nastri colorati
Le streghe che fanno scomparire il lago sono in realtà gli "inghiottitoi", crepe e fenditure del terreno, dove l'acqua del lago, in estate, non più rifornita da piogge e torrenti, si infila, filtra e a poco a poco scompare
completamente. Naturalmente non per le mattane delle streghe o per qualche altro miracoloso evento. Mi piacerebbe pensarlo, ma non è così; l'arido linguaggio della scienza definisce il fenomeno con un termine preciso, carsismo. Siamo in pieno territorio carsico, qui in Carniola, l'estensione sudoccidentale del Carso triestino, e il polje del Cerknisko è paragonabile a un recipiente incrinato e forato sul fondo: il gioco dell'acqua che entra nel lago attraverso le risorgive e le precipitazioni e quella che ne esce attraverso il sistema sotterraneo di inghiottitoi e smaltitoi determina il livello dell'acqua. In primavera, dopo le copiose piogge invernali, nella zona delle risorgive a sud del polje, rigagnoli d'acqua spuntano dal sottosuolo e si ingrossano in torrentelli che affluiscono al lago, costruendolo dal nulla. Dalla vantaggiosa postazione sulla Slivnica si abbraccia tutto il lago, oggi quasi al suo massimo livello, e si indovina, anche sotto la superficie, il serpiginoso Strzen, il suo affluente più grosso. Si vede la strada che lo accarezza tutto attorno e le piccole cittadine che ne punteggiano la riva, più o meno vicine ad essa: Cerknica, la più grande, e poi Dolenje Jezero, Gorenje Jezero, Zerovnica, Grahovo e, a chiudere il cerchio, Martinjak. E' nascosta dalla foresta, invece, la minuscola Otok, nella parte meridionale del lago; la strada che costeggia l'acqua fa una stretta curva e il villaggio sbuca all'improvviso, inatteso: quattro case minute, con porticciole in legno e terrazzini in ferro battuto. Tutte le volte che le vedo mi torna in mente la casetta di marzapane di Hansel e Gretel. Poche centinaia di metri prima di Otok, un ponticello sul lago è frequentato da pescatori che aspettano indolenti che il loro galleggiante si animi. Non è raro scambiare due chiacchiere in italiano con qualcuno di loro, che ci racconta del polje e della sua gente, con il trasparente orgoglio di chi ama la sua terra. Sono in molti, in Carniola, a parlare l'Italiano, lingua patria dalla fine della Iª Guerra Mondiale al 1947, quando i trattati postbellici riassegnarono la regione alla Yugoslavia. Oggi la Carniola appartiene per intero alla Slovenia ma in essa si sono attorcigliate etnie e culture diverse. Provincia romana dell'impero, colonizzata dagli Sloveni nel VI° secolo, incorporata nel regno barbarico degli Avari e passata poi sotto il dominio di duchi italici e germanici, rimase sotto gli Asburgo per quasi cinque secoli, fino al 1809 e, dopo una parentesi come provincia illirica dell'impero napoleonico, tornò all'Austria e poi alla Yugoslavia, con la storia della quale, dal 1947, si confonde.



Una vecchia casa a Gorenje Jezero, impreziosita da fiori e viti rampicanti. Sulla porta una ramazza e sulla panchina un bastone, forse gli strumenti del mestiere della strega del Cerknisko...

Mi raccontano, i miei occasionali interlocutori, che l'economia locale è solo in piccola parte di tipo agricolo, che la maggior parte della popolazione locale lavora in due fabbriconi costruiti, grazie al cielo, lontano dal lago. I macchinari e le metodiche di intervento sul territorio mi riportano alle campagne che frequentavo negli anni sessanta e, nonostante il governo sloveno incoraggi la coltivazione della pianura, i contadini locali dimostrano un rispetto tale per il polje di cui, quasi timorosi di alterarne il precario equilibrio naturale, coltivano solo pochi appezzamenti; lunghe strisce
Essiccatoi, covoni come zucchero filato, trattori scoppiettanti. Tutto a Cerkniska ricorda i nostri anni '50
Nonostante il governo sloveno incoraggi la coltivazione della pianura, i contadini locali dimostrano un rispetto tale per il polje che coltivano solo pochi appezzamenti, spesso strisce larghe solo pochi metri tra prati e boschi
larghe pochi metri che corrono qua e là tra brughiere smeraldine profumate di camomilla e trapuntate di orchidee. La stessa architettura rurale, con i ponticelli in pietra, gli essiccatoi, gli steccati, si integra alla perfezione con l'ambiente naturale. La popolazione locale ha sempre vissuto in sintonia con la natura e questo rappresenta la migliore garanzia per la sua conservazione. E il turista che non passi da queste parti solo sulla via per il mare o per la montagna, che si soffermi a respirare questi luoghi, potrà trovare meraviglie in ogni dove, e in ogni stagione dell'anno. E' difficile conciliare, nella descrizione di questi paesaggi, il lirismo di certi momenti, di certi angoli, con la precisione scientifica di quella che i biologi chiamano "biodiversità". Il Cerknisko è, più prosaicamente, un'area di grande rilevanza per diverse specie di animali, piante e fiori. Bird Life International, il massimo organismo ornitologico internazionale, lo include nell'elenco delle IBA (Important Bird Areas) europee in virtù delle 94 specie di uccelli nidificanti, tra cui una delle più grandi popolazioni
In ogni stagione dell'anno siepi e filari, rami e steccati, canneti e arbusti, sono un tripudio di uccelletti. Chi arrivato al polje per nidificare, chi giunto qui dal nord per svernare a quel poco di calore di cui si accontenta, lui o lei, abituato al sottozero scandinavo, chi per riposarsi pochi giorni, o poche ore, sulla strada della vacanza per l'Africa o per il Nordeuropa. Fotografia e birdwatching incontrano ali colorate in ogni giorno, mese e stagione. Sopra uno Stiaccino e sotto un'Averla maggiore
mondiali di Re di quaglie, una specie rara e vulnerabile. Entro i confini dell'area sono state registrate più di 200 specie e per l'osservatore di uccelli una gita lungo i bordi del lago è una festa: nella parte nord, tra gli incolti e le praterie, in primavera è facile vedere Lodolai, Gheppi e Sparvieri, e in inverno Poiane, Albanelle reali e Aquile di mare, che utilizzano il lago per pescare. Più a sud, sugli specchi d'acqua, anatre e gabbiani sono figure consuete nel paesaggio, sia esso avvolto dalle nebbie autunnali che tormentato dal sole di luglio. Staccandosi dal lago, la strada entra nelle magiche foreste di faggi e abeti, che le leggende vogliono casa di orchi, folletti e fantasmi.


E un fantasma c'è davvero, e il birdwatcher sarebbe ben contento di incontrarlo: è l'Allocco degli Urali, uno dei gufi più belli d'Europa. Probabilmente le poche coppie che si riproducono in Friuli provengono da questa popolazione. Una sosta silenziosa nella foresta permette di annusare l'odore del muschio e dei funghi, di ascoltare la risata chiassosa del Picchio nero e, se si è fortunati, il sordo brontolio dell'Orso bruno, il mammifero più elusivo della foresta; in Slovenia esiste una popolazione di 300 orsi e la Carniola ne ospita molti individui.

I boschi del Cerknisko ospitano diverse specie di Mammiferi, ungulati, roditori e mustelidi. L'Orso bruno è sicuramente il più elusivo di tutte. Questa scatto ha sorpreso un giovane curioso che si è spinto fuori dalla foresta

A Otok si esce dalla foresta e si incontra nuovamente una campagna linda e ossequiosa della natura che la contorna dappresso: nei filari di prugni e meli un esercito di piccoli uccelli svolazza alla ricerca di insetti e semi. Il miracolo della natura si perpetua anche nelle sue minuzie: le ali di farfalle e libellule, le chiocciole endemiche, i ragni che nelle sere autunnali coprono cespugli e canneti con un immenso abito di seta, quasi a voler proteggerli dal freddo. E ovunque tappeti arlecchineschi di fiori: giacinti d'acqua, papaveri e campanellini, nontiscordardime, gladioli e orchidee.

Dallo Slivnica lo sguardo abbraccia il lago, nello spazio e nel tempo: si possono vedere i prati verdi, i covoni di fieno a seccare al sole, il sole acceso, le foreste verdi e poi rosse e poi gialle, la nebbia sottile, gli arabeschi di ghiaccio sugli alberi nudi e contorti. Si sta di nuovo rannuvolando. Di fianco a me una grossa buca tra le zolle. La guardo e aspetto che la vecchia grinzosa spunti fuori e lanci in cielo il primo fulmine.

Colori, uomini, bestie & cose nelle stagioni del Cerknisko

Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa

Salvatore Quasimodo


La primavera incalza con i suoi colori la monocromia dell'inverno: un prato di campanellini sullo sfondo dei monti Javorniki, una sponda ingraziosita dai ranuncoli d'acqua, un'orchidea incarnata
 
 


Ardono i seminati,
scricchiola il grano,
insetti azzurri cercano ombra,
toccano il fresco...

Pablo Neruda


Gli animali si accoppiano, non fanno l'amore. Ma il il profilo che queste due libellule disegnano nell'atto riproduttivo può suggerire qualcosa in più?
Zelše è un piccolo villaggio tra Cerknica e Postumia e la sua chiesa domina la radiosa campagna circostante. Fu costruita nel 1680 e ancor oggi è utilizzata, oltre che per le funzioni religiose, anche per concerti musicali di musica sacra, in virtù della sua eccellente acustica


L'altra sera, portò via
tante foglie secche il vento.
Quanta pena avranno gli alberi,
questa notte senza stelle

Juan R. Jimenez


Esplodono come pop-corn, nelle albe settembrine, le infiorescenze della cannuccia di palude
Le foglie viola, rosse e gialle che le mani ventose dell'autunno hanno staccato una a una dai faggi circondano soffici la risorgiva di Martinjak


Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi
e azzurre spade spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali

Attilio Bertolucci


Gli inghiottitoi del Cerknisko sono chiusi in inverno da zolle di ghiaccio
Due cigni riposano placidi sull'acqua solida del lago Cerknisko
Alle playstation i bambini del Cerknisko preferiscono lama e bastone per una rustica partita di hockey su ghiaccio