Ungheria in primavera. Hortobagy & Zemplen
un birdwatching... sacro
14 - 21 maggio 2016

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Budapest
2°/4° giorno) Hortobagy National Park
5°/7° giorno) Zemplen Hills
8° giorno) trasferimento a Budapest. Volo Budapest -Milano


Mappa interattiva




Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: hotel a tre stelle all'Hortobagy e a Zemplen

Difficoltà: nessuna

Bibliografia: Collins Bird Guide, di Mullarney, Svensson, Zetterstrom & Grant, Harper Collins

Costo del tour: Euro 990

Numero massimo di partecipanti: quattordici




Il tipico paesaggio della puszta dell'Hortobagy. Puszta è un termine ungherese utilizzato per indicare vaste distese di pianura stepposa, tipiche del bassopiano magiaro (© Andreas.poeschek, Creative Commons Attribuzione 2.0 Austria)


Il Falco sacro è uno dei principali target di ogni birding-tour in Ungheria. Potremo vedere questo falco sia nel tour primaverile che in quello autunnale (© Dick Forsman 2012)


Intro

Quando si parla dell'Ungheria, il pensiero corre subito alle grandi distese della pustza, a dolci gitani che suonano il violino accanto ai fuochi di un accampamento, ai ritmi trascinanti della csarda. Al birdwatcher ricorda, un pò meno poeticamente, Oche lombardelle minori, Aquile di mare, Falchi sacri e Otarde. E' l'Ungheria davvero un paese di Bengodi per il naturalista, e in particolare per il birdwatcher, che può trovare nel paese magiaro numerose specie di uccelli rari nell’Europa centro-occidentale, che raggiungono qui il limite occidentale del loro areale. Durante questa vacanza visiteremo l’Hortobagy, indubbiamente la regione più famosa di tutta la nazione, e le colline di Zemplen, regioni entrambe inserite nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Incastonata nell'Europa frenetica del XXI° secolo, la pustza dell'Hortobagy è un angolo di terra magica, dove il tempo sembra essersi fermato. Osservando la gente di qui si stenta a credere di essere nel terzo millennio: i discendenti dei terribili unni, che vivevano nell'odierna Ungheria, sono diventati genti affabili e gentili, sono dolci ragazze intente a dirigere grandi branchi di oche bianche, sono i csikos, i cowboy della puszta che cavalcano con maestria nella pianura immensa, inseguendo le mandrie di armenti. Ma oltre a queste immagini struggenti, l'Hortobagy è un superbo parco naturale ornitologico, con le sue numerose garzaie, le più grandi di tutta l'Ungheria, con la sua fantastica popolazione di 800 coppie di Falchi cuculo e di 120 Otarde, con le sue 10.000 oche (incluse le Oche lombardelle minori) che pascolano nella pianura durante la migrazione, con i voli di migliaia di Gru sulla steppa brumosa, con i suoi affascinanti uccelli da preda, Falco sacro e Poiana codabianca su tutti. Dopo il nostro soggiorno all'Hortobagy penseremo certamente di aver visto tutto quello che c'era da vedere in Ungheria; ma così non sarà, perché le colline di Zemplen, alture ricoperte da boschi di querce e di faggi, ci offriranno un’avifauna completamente diversa, quella tipica delle foreste dell'Europa centrale. Tra i target principali del nostro soggiorno all'Hortobagy ricordiamo: il Falco sacro, il Falconiforme più enigmatico del Paleartico, la Poiana codabianca, di cui una piccolissima popolazione ha preso a nidificare da qualche anno, l'Aquila anatraia minore, l'Otarda eurasiatica, di cui potremo ammirare il fantastico display nuziale, il Gabbiano di Pallas, uno tra i Laridi più ambiti dai birdwatcher europei. E la "preda" più ambita di Zemplen sarà naturalmente l'Allocco degli Urali, una delle specie di Strigiformi più ricercate dai birdwatcher; ma a Zemplen potremo anche vedere tutte le specie di picchi europei e qualche interessante piccolo Passeriforme, come la Locustella di fiume e la Bigia padovana. Non mancherà una divagazione extra-ornitologica: abbiamo organizzato la visita ad una secolare cantina di Tokaj e sono certo che ci emozioneremo nei freddi cunicoli che, tappezzati di bottiglie e barili impolverati, corrono sotto la terra e dentro la storia dell'Europa.


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Itinerario dettagliato    

1° giorno) volo Milano - Budapest con arrivo previsto in tarda mattinata e immediato trasferimento in minibus all'Hortobagy National Park, uno dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità dell'UNESCO, che l'ha insignito di questo onore per la sua importanza quale paesaggio culturale, paesaggio in cui è evidente, come recita la motivazione, l'uso tradizionale di cui è stato oggetto il paesaggio attraverso più di due millenni senza che si perdesse mai l'armoniosa integrazione tra esseri umani e natura. Già nel trasferimento verso Hortobagy potremo vedere le nostre prime specie, le più comuni, come Gheppi comuni, Fagiani comuni, Colombelle eurasiatiche, Tortore dal collare orientali, Picchi rossi maggiori, Allodole eurasiatiche, Cappellacce comuni, Pispole comuni, Spioncelli marini, Ballerine bianche, Saltimpali europei, Pettirossi comuni, Cinciarelle comuni, Cinciallegre, Gazze comuni, Ghiandaie eurasiatiche, Taccole eurasiatiche, Cornacchie nere, Cesene, Averle cenerine, Averle piccole, Cardellini comuni, Fringuelli comuni, Verdoni europei, Fanelli comuni. Una bella lista ancor prima di cominciare! Pernotteremo quattro notti all'Hotel Trofea, un bellissimo lodge, anche se un pò vetusto, all'interno di un bosco ai confini del parco nazionale.

2°/4° giorno) prima di partire per le nostre escursioni giornaliere e al ritorno da esse potremo divertirci nel parco del lodge dove, nel bosco e nelle pozze d’acqua che lo circondano, potremo vedere numerose specie, più o meno comuni, come lo Sparviere eurasiatico, la Folaga comune, la Gallinella d’acqua, la Ballerina bianca, il Merlo comune, la Passera mattugia, la Passera europea, lo Storno comune, lo Zigolo giallo. La puszta dell'Hortobagy è veramente un angolo di terra senza tempo, dove anche il paesaggio umano non ha subito grandi cambiamenti nel corso degli ultimi decenni. Gli abitanti dell'Hortobagy sono cordiali e affabili e, se non fosse per qualche orologio da polso di troppo, potremmo pensare a personaggi di uno scenario ottocentesco: dolci ragazze che dirigono il traffico di masse ondeggianti di grasse papere bianche; elegantissimi csikos, i cowboy della puszta, che, vestiti ancora con i tradizionali costumi, inseguono grandi mandrie di vacche grigie. Ad Hortobagy il tempo sembra essersi fermato anche per gli animali domestici, che qui sono rappresentati da antichissime razze: i grandi buoi grigi, i maiali di razza mangalica, i cavalli nonius, e, soprattutto, le pecore racka. Le racka ostentano le loro lunghissime corna, attorcigliate e grinzose: in ogni loro piega sembra esservi scritta tutta la storia del tempo attraverso il quale sono arrivate fino a noi. Questa razza fu portata all'Hortobagy dalle tribù magiare del IX° secolo ed è stata gelosamente custodita negli anni; attualmente ne restano poco più di 3000 esemplari, e la razza viene allevata per essere salvata dall'estinzione. Esploreremo le numerose zone umide del parc, a cominciare dagli stagni di Jusztus-Feketerét ("campi neri di Jusztus"), dove vedremo decine di specie di uccelli acquatici, praticamente tutte quelle del Paleartico Occidentale: Svassi maggiori, Svassi piccoli, Tuffetti comuni e più rari Svassi collorosso, Cormorani comuni e ben più importanti Marangoni minori (la colonia dell'Hortobagy conta più di trecento individui), Tarabusi eurasiatici, Tarabusini comuni, Sgarze ciuffetto, Mignattai, Spatole eurasiatiche, Aironi bianchi maggiori, Aironi cenerini, Aironi rossi, Nitticore comuni, Morette tabaccate, Codoni comuni, Moriglioni eurasiatici, Mestoloni comuni, Fischioni eurasiatici, Canapiglie, Alzavole eurasiatiche, Germani reali, Codoni comuni, Porciglioni eurasiatici, Gabbiani comuni, Gavine eurasiatiche, Gabbiani del Caspio, Gabbiani zampegialle. Sulla superficie dell'acqua volano aggraziati Mignattini piombati e Mignattini comuni e forse potremo vedere anche il Mignattino alibianche. Nelle periferie degli stagni, dove l'acqua è pressochè assente, corrono i limicoli più piccoli, come Piovanelli comuni, Piovanelli pancianera, Gambecchi comuni e Gambecchi nani; sullo sfondo, si muovono, più lenti e impettiti, Chiurli piccoli e Chiurli maggiori, Combattenti, Avocette comuni, Pivieresse, Pavoncelle eurasiatiche, Beccaccini comuni, Frullini, Pantane eurasiatiche, Pittime reali, Pettegole. Da canneti e cespugli si eleva un coro, in verità non molto musicale, di Cannaiole eurasiatiche, Cannaiole verdognole, Salciaiole, Cannareccioni eurasiatici, Forapaglie castagnoli, Forapaglie comuni, Pendolini eurasiatici, Basettini e Migliarini di palude. Potremo vedere anche bellissimi Pettazzurri e saremo attratti dagli stormi di Gruccioni eurasiatici e Ghiandaie marine eurasiatiche che colorano i cieli della prateria. E questo ben di dio, in termini di proteine, non potrebbe lasciare indifferenti i predatori, che controllano le loro potenziali prede dall'alto: Aquile di mare e Poiane comuni in cielo, Falchi di palude e Albanelle minori basse sugli stagni aspettano il momento propizio. Se vedremo i branchi di anatre e limicoli alzarsi improvvisamente in preda al panico, ci aspetteremo di veder comparire il Falco pellegrino o, meglio ancora, il Falco sacro, il falco più raro di tutto il Paleartico Occidentale. Effettueremo un'escursione nelle steppe per vedere l'Otarda eurasiatica, e potremo ammirarne il sensazionale display nuziale; la puszta è un tripudio di Suslik, i Citelli eurasiatici, un piccolo roditore che rappresenta la preda preferita dell'Aquila imperiale, che speriamo di vedere in volo di ricognizione; con fortuna potremmo avvistare anche l'Aquila anatraia minore, che nidifica nelle foreste a poche decine di chilometri dall'Hortobagy. Nelle aree più aride della pianura cercheremo l'Occhione eurasiatico, l'Upupa eurasiatica e il Calandro comune e faremo un'escursione ad una boscaglia di robinia che ospita una colonia di Corvi comuni e di Falchi cuculo, uno dei Falconiformi più belli del Paleartico. In attesa del gufo più importante del tour, potremo vedere la Civetta e forse il Barbagianni comune; la nostra guida locale ci porterà poi ad ammirare un dormitorio di Gufi comuni. Durante la nostra permanenza all'Hortobagy gusteremo una cenetta tradizionale in una csarda, la tipica osteria locale; forse il gitano con baffetti lisci e curati, cappello a larga tesa ed orecchino d'oro non sarà granché genuino, forse il suo assolo di violino sarà più simile ad una "sviolinata", ma respireremo lo stesso volentieri la suggestione di questa affascinante terra zingara. Visiteremo anche il centro del parco e una fattoria nelle sue vicinanze dove sono studiate e allevate tutte le specie di animali domestici autoctoni (pecore, cavalli, buoi, maiali e persino galline!)

 

Le pecore racka, allevate nella regione di Hortobagy, ostentano le loro lunghissime corna, attorcigliate e grinzose: in ogni loro piega sembra esservi scritta tutta la storia del tempo attraverso il quale sono arrivate fino a noi. L'utilizzo di metodiche tradizionali di allevamento e coltivazione dell'Hortobagy, rispettose della natura, ha valso a questa regione l'inserimento nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO (© Tragopan, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Il display nuziale del maschio dell'Otarda eurasiatica è uno degli spettacoli naturali a cui potremo assistere all'Hortobagy: l'uccello gonfia il piumaggio e lo ribalta verso l'esterno tanto da divenire una grande palla bianca piumosa; da distante lo si può scambiare per una pecora al pascolo! (© Roberto Savioli)




La steppa e i prati dell'Hortobagy, in primavera, sono pieni di voli multicolori. Il Gruccione comune è senz'altro il gioiello più colorato (© Dick Forsman 2012)




Faremo un'escursione ad un boschetto di robinie che è stato colonizzato da decine di coppie di Falchi cuculi: il bellissimo piumaggio grigio antracite contrappuntato dal rosse dell'addome, lo rende uno dei più bei falchi europei (© Jutta Luft, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Il Suslik, o citello europeo, abbonda nella puszta dell'Hortobagy e potremo vedere le sue frenetiche corse tra una tana e l'altra, l'unico posto dove può sfuggire ai suoi predatori, che volano sulla steppa in attesa di qualche imprudente individuo attardatosi allo scoperto (© Benutzer:BS Thurner Hof, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




L'Albanella minore è uno dei predatori della puszta e i citelli sono la sua preda favorita (© Ks3976, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
5°/7° giorno) ci trasferiremo a Tokaj, una graziosa cittadina situata nella regione delle colline di Zemplen, dove pernotteremo tre notti. Lungo la strada faremo una sosta per cercare la Calandrella eurasiatica: questa specie è abbastanza importante perchè in Ungheria, e solo qui, esiste una popolazione di una sottospecie che è vulnerabile. Anche la regione dei vigneti di Tokaj è stata inserito nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco con la motivazione che essa rappresenta una distinta tradizione viticulturale esistente da almeno mille anni, sopravissuta intatta fino ad oggi. In primavera le colline di Zemplen raggiungono il massimo del loro interesse poichè le specie tipiche delle foreste, segnatamente picchi e gufi, ronzano intorno al nido e sono facili da localizzare. Grazie alla nostra guida locale, uno straordinario boscaiolo prestato all'ornitologia e al birdwatching, localizzeremo la specie regina di queste foreste, il pallido e fantasmatico Allocco degli Urali, da cui, in questo periodo dell'anno, quando l'animale è vicino al nido, bisogna guardarsi con attenzione poiché è estremamente aggressivo e non sono pochi gli ornitologi che recano in volto le memorie cicatrizzate della loro imprudenza. I boschi di Zemplen ospitano anche l’Allocco eurasiatico, il Gufo comune e c’è sempre qualche Civetta comune nelle case lungo le strade collinari. Effettueremo un’escursione ad una cava dove nidifica il Gufo reale e dove potremo vedere anche il Culbianco boreale, il Codirosso spazzacamino, il Fanello comune, il Verzellino europeo. La foresta risuona del tambureggiare dei picchi e, uno dopo l'altro, potremo ammirare praticamente tutti i picchi del Paleartico Occidentale: Picchio nero, verde, cenerino, rosso maggiore, rosso minore, rosso mezzano, rosso di Siria e, soprattutto Picchio dorsobianco. La foresta e i prati all'interno e intorno ad essa ospitano anche una pletora di piccoli Passeriformi, di cui ricordiamo le specie più suggestive: Tordela, Tordo sassello, Merlo dal collare, Regolo, Scricciolo, Codibugnolo, Cincia mora, Cincia bigia, Cincia bigia alpestre, Balia dal collare, Picchio muratore eurasiatico, Rampichino comune, Rampichino alpestre, Peppola, Fringuello comune, Frosone. I rapaci che volteggiano sulle colline sono di tutto rispetto e potremo vedere forse lo Spaviero eurasiatico, l'Astore comune, l'Aquila reale. Effettueremo un'escursione in una vallata dove avremo le migliori chances di vedere l'Aquila imperiale, il Biancone eurasiatico e il Falco pecchiaiolo occidentale; di ritorno da questa vallata ci fermeremo sulle sponde del fiume Bodrog, dove cercheremo di localizzare la provenienza del secco richiamo bisillabico che il Re di quaglie emette dal folto della prateria; una volta localizzata l'origine avremo forse qualche possibilità di fare un breve avvistamento di questa difficile specie; aspettando il Re di quaglie potremo vedere numerose Bigie padovane e Locustelle di fiume che cantano in ogni dove. Tutti sanno, naturalmente, che la regione di Tokaj è celebre per il vino omonimo, quello che gli orgogliosi locali chiamano "il vino dei re e il re dei vini". Abbiamo prenotato la visita in una delle più antiche cantine di Tokaj e l'escursione a lume di candela lungo i freddi corridoi sotterranei tappezzati da barili centenari, bottiglie impolverate e ragnatelate sarà suggestiva ed emozionante.

8° giorno) torneremo oggi a Budapest, dove ci imbarcheremo sul volo per Milano, dove arriveremo nel pomeriggio.
 

Il target principale delle escursioni a Zemplen è il mitico Allocco degli Urali, pallido gufo dell'Europa centro-orientale e settentrionale. La nostra guida locale ci porterà vicino al nido, da cui ci terremo comunque a debita distanza, per motivi etici e perchè in questo periodo dell'anno, l'animale è estremamente aggressivo nei confronti di quasiasi intruso, umano o non umano che sia (© Jyrki Salmi, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Le colline di Zemplen ospitano praticamente tutte le specie di picchi del Paleartico Occidentale. Questo è un Picchio cenerino (© Dick Forsman 2012)




Effettueremo un'escursione nella valle del fiume Bodrog, dove da ogni cespuglio risuona il richiamo grattato e monotono della Locustella di fiume (© Lasse Olsson, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Una visita alla regione di Tokaj non sarebbe completa, neanche per il birdwatcher più fanatico, senza una capatina ad una delle cantine del "vino dei re e re dei vini", come gli orgogliosi locali chiamano il vino omonimo. Scenderemo in una cantina antica di secoli, dove respireremo la storia stessa dell'Europa


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