Tanzania Classica
i grandi parchi dell'ovest: Arusha, Tarangire, Ngorongoro & Serengeti
11 - 27 novembre 2016

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Intro

Non rinneghiamo, proponendo questo viaggio, l’orientamento “monomaniaco” dei nostri Ornitour, ma siamo sicuri che i parchi della Tanzania settentrionale saranno capaci di distrarre (forse solo per breve tempo, ma lo saranno), l’interesse anche del più fanatico birdwatcher dagli uccelli ai mammiferi. Lo spettacolo di centinaia di migliaia di zebre, gnu, antilopi e gazzelle, vigilate dappresso da un corteo di predatori (e non solo i “comuni” Leoni, ma anche Leopardi, Servali, Ghepardi, Licaoni e sciacalli), non lascerà indifferente neppure il più assatanato birdwatcher, lister o fotografo che sia. Serengeti e Ngorongoro, due gioielli naturalistici inclusi nell’elenco dei World Heritage Sites dell’Unesco, sono di una bellezza mozzafiato. Fermarsi al mattino sul bordo del cratere di Ngorongoro e vedere le brume che riempiono la caldera dissolversi poco a poco alla luce del sole, a scoprire le praterie sottostanti, brulicanti di animali, e percorrere le piane del Serengeti spalla a spalla con branchi di animali così fitti da non distinguerne l’inizio e la fine, saranno gli highlight, diciamo così, extra ornitologici del tour. Visiteremo i parchi con speciali jeep a tetto apribile, così che ogni partecipante abbia ottime possibilità di vedere e fotografare gli animali; e in alcune aree, poche per la verità perché dove ci sono predatori è altamente consigliabile non scendere, come la splendida Nasera Rock, cammineremo nella savana, emuli dei Masai che, con i loro abiti colorati e l’aspetto altero, rappresentano la caratteristica umana più saliente dell’Africa orientale. L’itinerario del tour prevede la visita ai parchi di Arusha, Tarangire, Ngorongoro e Serengeti, ma inizieremo il tour con l’esplorazione delle aride piane a nord di Arusha, alla ricerca dell’Allodola di Beesley, una specie estremamente localizzata di cui sopravvivono ormai solo 45 individui! Il Parco Nazionale di Arusha si arrampica lungo le pendici del monte Meru e la sua avifauna riflette la grande varietà di ambienti. Inizieremo poi la nostra cavalcata verso ovest visitando i parchi del lago Manyara e quello di Tarangire. I target principali saranno qui le specie endemiche del nord-ovest della Tanzania, tutte relativamente facili da trovare: il Francolino pettogrigio, l'Inseparabile collare giallo, l'Inseparabile di Fischer, lo Storno cenerino, il Tessitore codarossiccia. Le tappe successive saranno una più emozionante dell'altra, a cominciare dal cratere del Ngorongoro, una delle aree più suggestive dell'Africa e di tutto il mondo! Termineremo questo spettacolare Ornitour nel fantastico Serengeti; pernotteremo tre notti nel celeberrimo Ndutu Safari Lodge, da dove partiranno le nostre esplorazione per le aree sud-orientali del parco, e quattro notti nel Seronera Wildlife Lodge, base di partenza delle esplorazioni delle aree centrali del parco. Le aspettative di questo tour sono di più di 400 specie di uccelli, incluse le cinque specie endemiche della Tanzania che vivono nel nord del paese (potete vedere tutte le altre 15 nell’Ornitour nelle Eastern Arc Mountains).

Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: ottimi lodge in tutte le tappe del tour

Difficoltà: nessuna

Bibliografia: Field Guide to the Birds of East Africa, di Stevenson & Fanshaw, A & C Black;
Field Guide to the Birds of Kenya and Northern Tanzania, di Zimmerman, Turner & Pearson, Christopher Helm

Costo del tour: Euro 6.850

Numero massimo di partecipanti: dieci


Il Tessitore codarossiccia è un tessitore anomalo, sia per dimensioni (22 cm) che per piumaggio. Appartiene in realtà al gruppo dei cosiddetti "tessitori dei bufali". Sarà uno degli endemismi di questo Ornitour in Tanzania (© Justbirds)


Mappa interattiva




Itinerario in breve

1° giorno) volo Roma - Kilimanjaro via Addis Abeba e Nairobi
2° giorno) trasferimento ad Arusha. Arusha National Park
3° giorno) Arusha National Park
4° giorno) Arusha Plains. Trasferimento al Tarangire National Park
5° giorno) Tarangire National Park
6° giorno) trasferimento a Karatu. Manyara National Park
7° giorno) Crater Highlands. trasferimento a Ngorongoro
8° giorno) Ngorongoro National Park
9° giorno) trasferimento al Ndutu Safari Lodge. Serengeti sud-orientale
10°/12° giorno) Serengeti National Park
13° giorno) trasferimento al Seronera Wildlife Lodge
14° e 15° giorno) Serengeti National Park (aree centro-meridionali)
16° giorno) trasferimento a Kilimanjaro e volo di ritorno
17° giorno) arrivo a Roma e fine del viaggio


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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Ethiopian Airlines Roma – Kilimanjaro, via Addis Abeba e Nairobi. Durante lo stop-over all’aeroporto di Addis, avremo l’opportunità di vedere, nei giardini dell’aeroporto, addirittura tre specie endemiche degli altipiani abissinici, il Piccione dal collare, il Corvo imperiale beccogrosso e il Pigliamosche ardesia d’Abissinia!

2° giorno) arrivo in tarda mattinata a Kilimanjaro e trasferimento al Karama Lodge, dove pernotteremo due notti. Gli onnipresenti Corvi bianconeri e Nibbi beccogiallo (non ancora definitivamente “splittato” dal Nibbio bruno) sono costantemente alla ricerca di qualche carcassa da spolpare, e in mezzo a loro potremmo vedere il meno comune Avvoltoio cappuccino. Inizieremo già oggi l’esplorazione dell’Arusha National Park.

3° giorno) il parco nazionale di Arusha rappresenta una splendida introduzione alle meraviglie ornitologiche della Tanzania. La savana ad acacia e la foresta montana che si inerpica lungo le pendici del monte Meru e del Ngurdoto Crater pullulano di uccelli. Dal nostro lodge potremo vedere sia il monte Meru che, se la giornata sarà abbastanza serena, le nevi del  Kilimanjaro, la vetta più alta del continente africano. Una delle specie più interessanti da queste parti è lo splendido Tessitore di Taveta, endemico della Tanzania settentrionale e del Kenya meridionale. Visiteremo un piccolo lago e qualche corso d’acqua del parco e potremo vedere le prime specie acquatiche del nostro tour: Tuffetto comune, Cormorano africano, Cormorano pettobianco (da qualche Autore ancora considerato solo una sottospecie del Cormorano comune), Airone guardabuoi, Airone striato, Airone bianco maggiore, Airone intermedio, Jacana africana, Gobbo maccoa, Gallinella d’acqua, Pollo sultano (la sottospecie madagascariensis è considerata da molti Autori una specie a sé stante, Pollo sultano africano). Tra le specie più comuni vedremo l’Ibis hadada, l’Ibis sacro, la Tortora occhirossi, il Cuculo pettirosso, il Cuculo smeraldino africano, il Rondone delle palme africano, il Martin pescatore monaco, il Martin pescatore gigante, l’ubiquitario Uccello topo marezzato, l’impressionante Bucero guanceargento, il Barbetto dai sopraccigli, la Ballerina africana, il Fiscal comune, lo Storno alirosse, la Nettarinia dal collare, il Tessitore beccogrosso, il Tessitore baglafecht. Le stridule grida dell’Aquila urlatrice riempiono i cieli del parco, frequentati anche da altri rapaci, come la Poiana augure, l’Aquilastore africano e l’Aquila marziale. Nella foresta che si abbarbica sul cratere Ngurdoto vedremo splendidi uccelli, come il Barbetto pettobruno, la Tortora tamburina, il Bucero coronato, il Bulverde minore, il Bulverde grigioliva, la Cossifa cigliabianche, il Pigliamosche ardesia occhibianchi, l’Apalis pettogiallo, il Pigliamosche del paradiso africano, l’Occhiocarniccio golanera, il Bubu tropicale, la Nettarinia oliva, la Nettarinia bronzea, la Nettarinia ametista, il Tessitore dagli occhiali. Saliremo anche le pendici del Mount Meru, ricoperte da una favolosa foresta montana dove allignano due spettacolari e coloratissime specie, come il Turaco di Hartlaub e il Trogone codabarrata; sulla foresta potremmo veder volare due impressionanti rapaci, l’Aquilastore coronato e l’Aquilastore di Ayres. Tra le altre specie di quest’area ricordiamo: Francolino squamato, Rondone murino, Rondine serrata nera, Bulverde guancestriate, Bulverde di Cabanis (la locale sottospecie, il Bulverde placido, è considerata specie buona dagli ornitologi africani), Pigliamosche fosco africano, Occhialino quattrocchi, Storno di Abbott, Averla di macchia quattrocolori, Frattarolo cannella. Non vedremo ancora le favolose mandrie di erbivori che ci attendono nelle piane del Serengeti, ma le praterie di Arusha ospitano, oltre a numerose specie di piccoli mammiferi, come manguste e roditori vari, anche branchi di Bufali africani, Zebre comuni, Giraffe, Antilopi d’acqua e Tragelafi comuni; nelle foreste potremo vedere graziosi Cercopitechi di Sykes ed elegantissime Guereze.




I tessitori sono uccelletti a distribuzione afroasiatica. Tra le quasi venti specie che potremo vedere nel tour, il bellissimo Tessitore di Taveta è una delle specie più rare e ricercate; il suo areale di distribuzione è infatti ristretto al Kenya meridionale e alla Tanzania settentrionale (© Notjake13, Pubblico Dominio)




Fosse solo per il becco, quest'anatroccolo sarebbe identico al nostro Gobbo rugginoso. Un gobbo lo è, comunque, precisamente il Gobbo maccoa, che potremo vedere in molte delle zone umide che visiteremo lungo il viaggio (© Monkey Boy, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




La Poiana augure è uno dei numerosi rapaci che vedremo. Qui è raffigurara la fase scura, tipica delle aree umide del nord del suo areale (© Matt Edmonds, Creative Commons Attribution 3.0 Unported)
4° giorno) nel tardo pomeriggio ci trasferiremo al Tarangire National Park, ma avremo tutta al mattinata per avventurarci nelle aride piane a nord di Arusha, lungo la strada che porta in Kenya, alla ricerca di uno degli uccelli più rari di tutto il continente africano. Sono rimasti infatti solo 45 individui dell’Allodola di Beesley, una piccola allodola chiamata anche Allodola spinosa pigmea (l’Allodola spinosa comune, simile, ma più grossa di quella di Beesley, è diffusa in tutta la regione sudafricana, in un areale completamente separato, e solo da poco tempo la “cugina” Beesley è stata da essa separata ed elevata al rango si specie). Grazie alla nostra guida locale, un masai prestato al birdwatching, non faremo fatica a localizzare questa rarità. Le piane ospitano comunque altre sette specie di allodole: Allodola canora, Allodola nucarossiccia, Allodola volpina, Allodola codacorta, Allodola pettorosa, Calandrella di Somalia (della locale sottospecie, considerata dagli autori africani una specie buona, la Calandrella di Athi), Allodola passero di Fischer. Tra i bassi cespugli, nelle acacie isolate e sulle praterie del brullo paesaggio di questa regione potremo vedere altre interessanti specie: Otarda crestacamoscio, il localizzato Uccello topo testabianca, Gruccione frontebianca, Becco a scimitarra d’Abissinia, Barbetto dal collare, Pendolino murino, la graziosa e quasi endemica Cincia golarossa, Monachella pileata, Canapino di Upcher, Camarottera grigia, Silvia fasciata, Tordo delle palme macchiato, Cisticola minuscola, Cisticola cenerina, Cisticola raganella, Crombec facciarossa, Eremomela panciagialla, Brubru (una delle averle più diffuse in Africa), Nettarinia magnifica, Nettarinia pettoscarlatto, Fiscal delle Taita, Averla di macchia pettorosa, Storno di Fischer, Storno splendente guanceblu maggiore, Passera rossiccia del Kenya, Tessitore sociale capogrigio, Tessitore passerino dai sopraccigli, Vedova bluacciaio, Canarino beccogrosso meridionale, Zigolo pettodorato di Somalia. Camminando sulla prateria per far involare le allodole, potremmo “incappare” in qualche Succiacapre scuro o, meglio ancora, nel Corrione di Temminck o in qualche ritardatario Corriere asiatico. In questa stagione dell’anno grandi stormi di Falchi dell’Amur si muovono in migrazione e tra loro potremmo vedere qualche occasionale Falco fuligginoso, e, tra le altre specie di rapaci, l’Albanella pallida, l’Albanella minore, il Gheppio maggiore, il Gheppio comune (prossimo all’elevazione a rango di specie, Gheppio africano), il Grillaio, il Lanario, l’Astore cantante orientale, la Poiana comune. Verso sera, come già detto, raggiungeremo il parco nazionale di Tarangire, dove pernotteremo due notti al Tarangire Safari Lodge.



Il target principale della nostra escursione alle Arusha Plains (e forse di tutto il viaggio) è l'Allodola di Beesley. Era considerata fino a poco tempo fa una sottospecie dell'Allodola spinosa, ma il suo areale, estremamente localizzato e disgiunto da quello principale sudafricano, e le diversità di piumaggio la fanno ormai considerare da quasi tutti gli autori una specie a tutti gli effetti. Ne esistono ormai solo 45 individui e l'incontro con anche uno solo di essi sarà uno degli highlights della vacanza (© Yathin S Krishnappa, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




L'Allodola nucarossiccia è la seconda specie di allodola per dimensioni di tutto il continente africano. E' una delle otto specie di Alaudidi che potremmo vedere nelle Arusha Plains (© Dick Forsman)
5° giorno) durante la visita al Tarangire National Park avremo un assaggio dello spettacolo delle sterminate mandrie di erbivori che sciamano nelle praterie della Tanzania settentrionale. Nulla a che vedere con i numeri del Serengeti, ma Elefanti africani, Bufali cafri, Impala, Gazzelle di Grant, Dik dik di Kirk, Gnu e Zebre abbondano anche nel Tarangire. Le paludi che si estendono lungo i meandri del fiume Tarangire, le praterie erbose, la savana di acacia e i maestosi baobab che drappeggiano il parco rappresentano da una parte un paesaggio suggestivo e dall’altra la dimora di una grande quantità di uccelli. Gli endemismi della Tanzania, a parte quelli delle Eastern Arc, la striscia di montagne che corre da nord a sud nelle regioni orientali del paese (e che sono la destinazione di un altro affascinante e difficile Ornitour), non sono molti: nel Tarangire potremo vederne tre: lo Storno cenerino, il Tessitore codarossiccia e il delizioso Inseparabile collare giallo. I vari ambienti del parco sono ricchi di avifauna: tra le erbe zampettano Faraone comuni, Francolini collogiallo, Francolini collorosso, Francolini crestati e Francolini coqui, sovrastati dall’incedere impettito di enormi Struzzi comuni e Otarde di Hartlaub, mentre sui cespugli che bordano le strade polverose Averle gazza, Fiscal codalunga, Ghiandaie marine eurasiatiche e Ghiandaie marina pettolilla attendono le loro piccole prede. Nelle aree umide del parco vedremo Umbrette, Marabù africani, Oche egiziane, Oche dal pettine, Dendrocigne facciabianca, Occhioni acquaioli, Pavoncelle fabbro, Pavoncelle del Senegal, Corriere trebande e qualche limicolo a noi noto, come il Piro piro culbianco, il Piro piro boschereccio e il Corriere piccolo. I cieli africani sono sempre pieni di rapaci e, nei parchi dove abbondano gli erbivori, si vedono spesso “termiche” con centinaia di avvoltoi: Avvoltoi dorsobianco e Grifoni di Rüppell sono i più comuni, a volte accompagnati da più rari Avvoltoi orecchiuti. Tra gli altri rapaci del Tarangire ricordiamo il Biancone pettonero, il Falco giocoliere, l’Aquila crestalunga (spesso appollaiata su pali e alberi, con il lungo ciuffo al vento, eccezionale soggetto fotografico!), l’Aquila rapace, l’Aquila delle steppe, l’Astore gabar e l’Aquilastore africano; più simile ad un’averla che ad un falco, il minuscolo Falchetto africano staziona sui bassi cespugli della savana. Tra le altre centinaia di specie del Tarangire ricordiamo: Tortora boschereccia macchiesmeraldo, Tortora del Namaqua, Tortora piangente africana, Grandule faccianera, Pappagallo panciarancio, Pappagallo di Meyer, Cuculo comune, Cucal cigliabianche, Civettina perlata, Rondone codaspinosa maculato, Rondone maculato, Rondone minore, Martin pescatore testagrigia e Martin pescatore striato, un set di coloratissimi coraciformi: Gruccione comune, Gruccione minore e Ghiandaia marina caporossiccio, Upupa africana (considerata da qualche Autore conspecifica con la nostra Upupa comune, ma di questa molto più colorata e senza la barratura bianca sulle ali), Becco  a scimitarra d’Abissinia, Barbetto di D’Arnaud e Barbetto giallorosso; numerose rondini che, in volo rapido e radente, metterannoa  dura prova le nostre capacità identificative: Rondine comune, Rondine rossiccia, Rondine delle moschee, Rondine striata minore. E ancora: Unghialunga del Pangani, Bubu ardesia, Chagra capobruno, Storno superbo, Storno caruncolato, Bufala beccorosso, il magnifico Tessitore dei bufali testabianca e il cugino, più sobrio, Tessitore dei bufali beccorosso, Tessitore dorsodorato, Tessitore testarossa, Vedova codaspillo, Vedova codapaglia, Cordon bleu guancerosse, Beccasemi di Reichenow. Dei mammiferi erbivori si è già detto; va da sé che con tanta grazia di dio, il parco è frequentato anche da predatori e non sarà improbabile l’incontro con il Leone e il Leopardo.

 

Questo arcigno Storno cenerino è un altro endemismo della Tanzania. E' comune nei grandi parchi del nord-ovest del paese (© Yathin S Krishnappa, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Anche il graziosissimo Inseparabile collare giallo è endemico della Tanzania (una delle due specie di pappagalli endemici); un pò meno facile da trovare che lo Storno cenerino, sarà cercato con attenzione e, ne siamo certi, incluso nella nostra checklist (© Demetrius John Kessy, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Le due specie di bufaghe, entrambe osservabili nel nostro tour, sono apparentate agli storni. Vivono in simbiosi con i grandi erbivori della savana, sui quali corpi scorrazzano alla ricerca degli insetti di cui si nutrono; gli uccelli si satollano e gli ebivori ringraziano di essere liberati dai fastidiosi ospiti. Quella raffigurata è una Bufaga beccorosso (la schiena è quella di una giraffa) (© Chris Eason, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Vedremo una sequela di meravigliosi Estrildidi; quello raffigurato nella foto è un Cordon blu guancerosse (© JJ Harrison,  Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
6° giorno) nel nostro avvicinamento al cratere di Ngorongoro, raggiungeremo oggi gli altopiani dell’area di Karatu, dove pernotteremo una notte. Attraverseremo dapprima la Valle del Rift, spingendoci fino al Manyara National Park, che cinge l’omonimo lago Manyara, un lago alcalino che è un tripudio di uccelli acquatici. Forse non molto rare, le specie che si assiepano sulle acque del lago sono comunque uno spettacolo in termini di numero e colore, quello rosso e rosa, soprattutto, fornito dalle migliaia di Fenicotteri maggiori e minori che ne punteggiano le acque. Vedremo anche Pellicani bianchi e Pellicani dorsorosa, Garzette comuni, Aironi neri (li vedremo allargare a “ombrello” le ali per cacciare i pesci), Aironi cenerini e Aironi rossi, splendide Cicogne sellate, Spatole africane, Mignattai, Cicogne beccogiallo, Oche armate, Anatre ottentotte, Pavoncelle ditalunghe, Pavoncelle armate, e una lunga teoria di limicoli “europei”: Cavaliere d’Italia, Gambecchio comune, Combattente, Pantana eurasiatica, Chiurlo maggiore, Albastrello. Grandi strormi di Mignattini piombati e alibianche volano indaffarati sullo specchio del lago. Nel pomeriggio saliremo sul Manyara Escarpment, attraversando una vegetazione sempre più rigogliosa, fino a raggiungere le terre dell’altopiano a Karatu.


 

 



Al Lake Manyara National Park, così come in altre aree umide della Tanzania, vedremo decine di specie di uccelli acquatici, come questa elegantissima Spatola africana (© Dick Forsman)...




... e questa Pavoncella ditalunghe, una delle sette specie di pavoncelle che incontreremo durante il viaggio (© Christfried Naumann, Pubblico Dominio)
7° giorno) saliremo oggi sulle Crater Highlands, raggiungendo Ngorongoro, dove pernotteremo due notti al Ngorongoro Crater Lodge, situato sul bordo del cratere, con una spettacolare vista sull’immensa caldera del vulcano. Lasciando per il giorno successivo l’esplorazione del cratere e l’eccezionale spettacolo dei branchi di erbivori che brucano placidi sulla prateria, avremo oggi l’occasione di visitare e foreste che si stendono sui fianchi esterni del cratere. Potremo vedere molte specie specie di uccelli già nei giardini del nostro lodge, ma la visita ad una foresta poco lontano ci permetterà di ammirare molte specie tipiche delle foreste afro-montane. I rapaci più interessanti da queste parti sono la Poiana montana e, soprattutto, la splendida Aquila di Verreaux. Potremo vedere anche il Francolino di Hildebrandt, il Piccione oliva africano, il bizzarro e bellissimo Turaco di Schalow, il Cuculo africano, il Gruccione pettocannella, il Becco a scimitarra comune, il Rondone del Nyanza, il Rondone africano, il Barbettino dai mustacchi, il Picchio dorsobruno, la Cossifa del Capo e la Cossifa di Rüppell, il Frattarolo cannella, la Cisticola facciarossa, la Cisticola di Hunter e la Cisticola di Lynes, il Bulverde montano orientale, il Tordo montano (solo gli Autori africani lo considerano una specie separata dal comune e diffuso Tordo oliva), il Saltimpalo africano, l’Apalis testabruna e l’Apalis dal collare, il Luì bruno, il Canapino montano, la Silvia bruna, il Pigliamosche azzurro codabianca, la bellissima e musicalissima Eminia, l’Averla di macchia frontenera, la Chagra capobruno, lo Storno di Waller, il Tessitore di Speke, il Vescovo giallo, la Vedova di Jackson e la Vedova collorosso, il Fringuello oriolo, l’Estrilda panciagialla, il Canarino capogiallo, il Beccasemi striato. Sugli alberi fioriti vedremo volteggiare magnifiche nettarinie: Nettarinia variabile, Nettarinia duecollari orientale, Nettarinia del Tacazze e, le più belle in assoluto, Nettarinia alidorate e Nettarinia malachite.

8° giorno) l’area di conservazione di Ngorongoro si estende per 6500 chilometri quadrati e comprende gli altopiani vulcanici di Ngorongoro e la celeberrima gola di Olduvai. Il cratere di Ngorongoro è una delle bellezze naturalistiche della Terra: ha un diametro di sedici chilometri ed è profondo seicento metri. L’anello della caldera è coperto da foreste montane ed il fondo è tappezzato da prateria, paludi, boscaglia, fiumi e, nella sua parte meridionale, da un lago, il lago Magadi. Lo spettacolo mattutino della caldera che esce poco a poco dalle brume della notte lasciando intravedere poco alla volta il mosaico di colori e forme della prateria, e i branchi di animali che si muovono lentamente su di essa, è un’esperienza mozzafiato. Più di trentamila mammiferi risiedono nel parco e, tra i numerosi Gnu, Zebre comuni, Gazzelle di Grant e di Thompson, Bufali cafri e Elefanti africani, avremo buone chances di incontrare il raro Rinoceronte nero e qualche specie di carnivoro, come il Leone, la Iena macchiata e lo Sciacallo dalla gualdrappa. Ngorongoro è anche, naturalmente, un paradiso di uccelli e gli ambienti aperti del parco ci permetteranno di vederne un gran numero. Cominceremo esplorando le sponde del lago Magadi, nelle aree meridionali del cratere; questo lago alcalino ospita una concentrazione enorme di Fenicotteri maggiori e minori, che drappeggiano di rosa e rosso le sue acque. Più vicino alla riva potremo vedere anche grandi branchi di Cicogne bianche e Cicogne di Abdim, ma anche Aironi testanera, Cicogne nere, Nitticore comuni, Germani beccogiallo, Fistioni meridionali, Alzavole del Capo, Gabbiani testagrigia, Sterne zampenere, Corrieri di Kittlitz. Girando in macchina lungo i sentieri del parco, nelle aree più asciutte così come ai bordi delle aree palustri, avremo buone opportunità di vedere da vicino splendide Gru coronate grigie e statuarie Otarde kori, Otarde pancianera, Falchi di palude e Albanelle africane, Pavoncelle alinere, Tortore fosche, Picchi barbuti, Cutrettole (di diverse sottospecie), Topini fasciati, Sassicoli formichieri settentrionali, Corvi imperiali collobianco, Corvi del Capo, Cisticole del deserto e Cisticole dorsonero.


La caldera di Ngorongoro è una delle meraviglie della nostra Terra e, a ragione, è inclusa nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO. I fianchi della caldera sono ricoperti da foreste e al fondo di essa si estendono praterie, boscaglia, paludi e, nella sua parte meridionale, un lago, il lago Magadi. Forse, per una volta, i branchi di mammiferi che sciamano sulla prateria porteranno via un pò di tempo anche al birdwatcher più fanatico (© SajjadFCreative Commons Attribution 3.0 Unported)




Il Tessitore di Speke è endemico dell'Africa Orientale: oltre che in una ristretta area in Tanzania settentrionale e Kenya meridionale, è presente solo nel Corno d'Africa. Sarà uno dei nostri più soddisfacenti tessitori (© Piero Alberti)




L'Inseparabile di Fischer (e nella foto si capisce perchè questo genere di pappagallini ha questo nome, e ancor più ha senso il nome inglese lovebird) è uno dei due pappagalli endemici della Tanzania. E' comune al Serengeti, dove potremo vederlo anche in grandi stormi (© Joachim Huber, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Non c'è nettarinia che non strappi un ooh di ammirazione ai birdwatcher, e perchè "specie buona" per la checklist e perchè le bestiole sono tra le più belle dell'avifauna africana. Bella tra le belle, la Nettarinia alidorate ha anche il pregio di essere un raro endemismo dell'Africa Orientale (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Oltre alle masse di erbivori che sciamano nel cratere di Ngorongoro e al Serengeti, incapperemo naturalmente in qualche carnivoro, come questi indolenti Leone & Leonessa (© Dick Forsman)
9° giorno) ci trasferiremo oggi al celeberrimo Ndutu Safari Lodge, situato nelle aree sudorientali delle piane del Serengeti. In questo, che è uno dei parchi naturali più famosi del mondo, più di un milione di mammiferi compie una migrazione circolare, al seguito delle piogge, che trasformano la biada secca della prateria in erba umida e appetitosa, La maggior parte di questi animali sono erbivori, a loro volta cibo per i numerosi predatori che ne scortano, vigili e pronti, i movimenti di massa. Persino il più fanatico dei birdwatcher non potrà fare a meno di ergersi in piedi sulla nostra jeep “open-air” e ammirare i branchi di gnu, zebre, gazzelle e antilopi che sciamano, corrono e brucano sulla pianura. I mammiferi compiono una sorta di migrazione circolare e in questo periodo dell’anno si concentrano nell’area di Ndutu. Al nostro lodge, situato vicino al lago omonimo, pernotteremo quattro notti; nel lodge stesso potremo vedere al mattino decine di specie di uccelli, di giorno Elefanti alle pozze del lodge, la sera Genette affamate correre tra i cottages. I mille suoni del lodge sono i veri rumori dell’Africa: la mattina il coro sommesso di mille tortore, e poi la cacofonia dei branchi di faraone, la musica flautata dei piccoli passeriformi che gremiscono i giardini. E la notte, sotto il cielo stellato del Serengeti, intorno al fuoco sentiremo il ruggito lontano dei leoni e, ancora, anche il più fanatico dei birdwatcher non potrà fare a meno di fermarsi a gustare questo spettacolo. Sulla via per Ndutu, ci fermeremo alla gola di Olduvai, famosissimo e importantissimo sito archeologico africano: la dizione locale originale del nome, Oldupai, significa sisal in lingua masai; l'area, semi desertica, è infatti cosparsa di piante di sisal e acacia arbustiva. Olduvai è un burrone lungo circa 40 km, con pareti ripide: i ritrovamenti effettuati in questa zona hanno svolto un ruolo importante nella comprensione dello sviluppo e delle origini della specie umana. Dopo essersi fermati a pensare qualche momento alla storia dell’umanità, iniziata nelle piane africane, potremo dedicarci al birdwatching. Le gole di Olduvai ospitano specie interessanti, come il Barbettino fronterossa, il Fiscal delle Taita, l'Irania, l’Occhialino pettobianco, il Canarino beccogrosso meridionale.

10/12° giorno) il parco nazionale di Serengeti è inserito nella lista dei World Heritage Sites, l’organizzazione internazionale fondata dall'UNESCO per proteggere le bellezze storiche, artistiche e naturali del pianeta. E non vi è dubbio che, soprattutto in alcuni momenti dell’anno, le piane del Serengeti rappresentino un’autentica meraviglia: alcune aree delle praterie sono letteralmente piene di erbivori, che si affollano in migliaia (e a volte in decine di migliaia!) per chilometro quadrato. Zebre comuni, Giraffe (della locale sottospecie “masai”), Gazzelle di Grant, Kudu minori, gigantesche Antilopi eland, grotteschi Gnu e graziosissimi Impala sottrarranno per un po’ di tempo la nostra attenzione, di solito dedicata agli uccelli. Potremo vedere qualche predatore: oltre ai Leoni, relativamente comuni, potremmo incontrare il Leopardo, la Iena macchiata, lo strano Protele, lo Sciacallo striato, lo Sciacallo dorato, lo Sciacallo dalla gualdrappa e, con molta fortuna,il Licaone. Il Serengeti è una dei parchi migliori in Africa per vedere lo splendido Ghepardo: ammirarne le eccezionali corse in accelerazione mentre caccia sarebbe uno splendido spettacolo. La varietà di ambienti che la prateria e la boscaglia, insieme ai due laghi salmastri (Ndutu e Masek), spiegano la grande ricchezza di uccelli. Sulle sponde dei laghi e delle paludi vedremo Avocette, Corrieri bandacastana, Beccaccini comuni e Beccaccini dorati comuni. Troveremo qui le altre due specie endemice della Tanzania, il Francolino pettogrigio e il graziosissimo Inseparabile di Fischer. Tra i rapaci potremo vedere numerosi avvoltoi, tra cui forse il più bello (o il meno brutto) di loro, l’Avvoltoio testabianca, l’Astore cantante scuro, il Biancone bruno e lo straordinario Segretario, più simigliante ad una cicogna che ad un rapace, che, come una cicogna, cammina impettito nella savana alla ricerca dei rettili di cui si nutre.  E poi: Cuculo didric, Cuculo bianconero, Cuculo dal ciuffo, Succiacapre codasottile, Barbetto di Usambiro (solo per gli Autori africani è una specie buona, separata dal Barbetto di D’Arnaud), Picchio di Nubia, Rondine codafili, Garrulo dalle redini, Uccello d’argento (un grazioso e colorato pigliamosche endemico dell’Africa orientale), Batis macchiato, Bufaga beccogiallo, Passera swahili, Tessitore frontemacchiata, Tessitore mascherato minore, Estrilda groppacremisi, Canarino panciabianca. Di volta in volta, l’avvicinarsi della nostra jeep farà involare Granduli golagialla, Granduli panciacastana, Pernici di mare comuni. La nostra guida locale ci porterà al roosting diurno dell’impressionante Gufo reale di Verreaux. Visiteremo una delle aree più suggestive del Serengeti, le montagne Gol e lo splenddo Nasera Rock, un monolite di granito che domina la vallata e su cui Cercopitechi e graziosi antilopi Saltarupe si muovono con grazia e leggerezza. In queste aree del Serengeti ci potremo muovere a piedi, aumentando le nostre chances di vedere da vicino nuove specie di uccelli. La magnificenza e la pace del paesaggio, i canti della savana, la vista delle vallate ricolme di animali sarà da sola motivo di felicità, che aumenterà vedendo, ad esempio, il Gheppio maggiore, il Barbetto fronterossa, il Barbetto golanera, il Calandro beccolungo, il musicale Usignolo dorsorosso, la Monachella di Schalow, la Rondine montana rupicola, il Sassicolo di rupe imitatore, il Codirossone eurasiatico e il Culbianco boreale, entrambi svernanti, lo Storno di Hildebrandt, la Petronia macchiagialla e il Granatino viola. Potremmo trovare, in roosting tra le rocce, il Gufo reale macchiato.

13° giorno) ci trasferiremo oggi alle aree centro-meridionali del Serengeti, dove pernotteremo tre notti al Seronera Wildlife Lodge. Il paesaggio è qui molto diverso da quello della prima parte del tour: le erbe della prateria sono più alte e sono punteggiate da acacie, soprattutto lungo le rive dei fiumi che attraversano la pianura, che è costellata anche da kopjes, grandi massi granitici. Durante il trasferimento potremo vedere specie di uccelli tipiche di queste aree, come l’Otarda pancianera, l’Otarda crestacamoscio e la graziosa Quaglia arlecchino. Sulla pianura volano numerose Albanelle minori, Albanelle pallide e Falchi di palude. Arriveremo intempo per una prima esplorazione dei giardini del nostro lodge, ricchi di uccelli, anche facilmente fotografabili.

14° e 15° giorno) ci muoveremo nel parco con la nostra jeep scoperta e ogni ambiente si rivelerà ricco di vita animale. Le pianure non sono così ricche di erbivori come a Ndutu, ma in compenso qui avremo le migliori opportunità di vedere nuove specie di antilopi, come i curiosi Topi e Kongoni, come le Gazzelle bohor e come, soprattutto alcune specie di predatori: l’area di Seronera è la migliore del Serengeti dove vedere il Leopardo e anche il magnifico Servalo. Coccodrilli del Nilo e Ippopotami frequentano le paludi e i laghi della zona. Percorreremo una passerella che corre su un kopye del nostro lodge: quasi tutti gli uccelli che frequentano quest’area sono adusi alla presenza dell’uomo e ciò si traduce in eccezionali opportunità fotografiche. Potremo vedere Martin pescatori boscherecci, Piccioni verdi africani, Barbetti fianchimacchiati, Picchi cardinali, Allodole codabianca, Rondini culgrigio, migratori dal Paleartico come Canapini pallidi e Averle piccole, Fiscal dorsogrigio, Averle cuculo nere, Amaranti beccorosso, Vedove dei villaggi, Quelea beccorosso, Nettarinie del Marico, Tessitori mascherati vitellini, Estrilde faccianera, Pitilie aliverdi, Apalis panciacamoscio. Tra i rapaci di questa zona del Serengeti potremmo incontrare nuove specie, come il grazioso Grillaio, il Gheppio grigio e il Gimnogene africano, e un attento “scanning” della prateria potrebbe rivelare impressionanti Bucorvi meridionali, Occhioni macchiati e Corrieri doppiabanda. Tra le altre nuove specie che potremmo aggiungere alla lista ricordiamo: Cucal nero, Pispola dorsouniforme, Pispola golarossa, Unghialunga golagialla, Unghialunga golarosa, Vedova codaventaglio, Vedova alibianche, Cisticola gracidante, Erbarolo codalarga. Ci concentreremo nella ricerca di due specie particolari: il Bucero beccorosso e l’Averla piumata crestagrigia; la prima specie è molto diffusa in tutto il continente africano, ma molti ornitologi l’hanno “splittata” in almeno quattro specie e le popolazioni della Tanzania, conosciute come Bucero beccorosso di Ruaha, rappresentano una di queste nuove specie; l’Averla piumata crestagrigia è un endemismo, molto localizzato, dell’Africa orientale.

16° giorno) ci trasferiremo oggi all’aeroporto internazionale di Kilimanjaro per il nostro volo di ritorno in Italia, ancora via Nairobi e Addis Abeba. Avremo una stanza a disposizione al Kia Lodge, per rinfrescarci un poco. Dopo il pranzo al ristorante dell’hotel avremo anche un paio d’ore per esplorare i giardini del lodge, dove, nel precedente Ornitour in Tanzania, abbiamo visto (riportando solo le specie non ancora citate nell’itinerario): Falco pecchiaiolo occidentale, Nibbio bianco, Tortora delle palme, Turaco panciabianca, Rondone cafro, Uccello topo nucazzurra, Crombec settentrionale.

17° giorno) arrivo a Roma e fine del viaggio.



Nel mese di novembre milioni di grandi erbivori migrano nel parco del Serengeti per riprodursi; gazzelle, gnu, elefanti, zebre e giraffe, accompagnati dai sempre vigili loro presatori si muovono in grandi branchi nella savana arida. Lo spettacolo è meraviglioso e anche qui, come a Ngorongoro, non sarà facile dedicarci esclusivamente al birdwatching (© Bjørn Christian Tørrissen, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Uno dei più graziosi erbivori del Serengeti è il Saltarupe, una minuscola antilope che, come dice il nome, frequenta aree petrose e pareti scoscese, saltando agevolmente di qua e di là. Il Saltarupe riesce a stare con la punta degli zoccoli, di tutti e quattro gli zoccoli, in un'area rocciosa di soli trenta centimetri di diametro! Avremo ottime occasioni di vederlo sui kopjes di Nasera Rock (© Munificent, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




L'Otarda pancianera è la specie più comune di otarde in Tanzania (© Kore, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Altra specie endemica del nord-ovest della Tanzania è il Francolino pettogrigio (© Yathin S Krishnappa, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




L'elegante Kudu minore è un'altra specie di antilope che ingrosserà la nostra mammal check list (© Roberto Garavaglia)




Questo bizzarro uccello con uno scopino in testa è un''Averla piumata testagrigia, una specie molto rara, endemica dell'Africa Orientale, con un areale localizzato e frammentario. Non sarà facile scovarla e non sarà facile distinguerla dalla molto più diffusa Averla piumata bianca (© Steve Garvie, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Il Sassicolo di rupe imitatore è una specie abbastanza comune che frequenta le aree rocciose (© Derek Keats, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Gli amanti dei rapaci andranno in visibilio; potremmo potenzialmente vedere sessanta specie di rapaci diurni! Il Biancone pettonero, una delle quattro specie di "aquile dei serpenti" che potremmo incontrare, è una delle più belle (© Gaurav Pandit, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)



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